Alla scoperta del Borgo di Gradis’ciutta e dei grandi vini di Robert Princic


di Carlo Macchi

Prendete un giovane e bravo produttore di vino del Collio, aggiungete un vecchio borgo in collina da ristrutturare, amalgamate con tempo, pazienza (soldi naturalmente), fate mixare il tutto da un architetto che confusionario è dir poco ed ecco a voi la ricetta per l’apertura, estremamente ritardata, di un luogo veramente bello e accogliente: Borgo Gradis’ciutta


Il produttore in oggetto è Robert Princic, del luogo ho già detto il nome e posso solo aggiungere che si trova vicino a san Floriano in Collio, una delle zone del Collio dove le finezze aromatiche e i panorami sono in prima fila, dell’architetto è bene tacere. Non taccio invece sull’accoglienza avuta. Siamo stati infatti, io e i fortunati partecipanti all’ultimo tour friulano di Winesurf, i primi ad inaugurare la cucina e a provare cosa voglia dire “inaugurazione” per Robert Princic. 

Borgo Gradis’ciutta dispone di circa una decina di camere e di un servizio di ristorazione che può variare ma che si baserà soprattutto su ristoratori locali. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere DVor, Osteria Enoteca di San Floriano in Collio, che ci ha preparato l’ottimo menù che troverete nella foto qua sopra, ma soprattutto ci ha servito un antipasto talmente buono e composito che, mi voglio rovinare, è stato uno dei più buoni che ho mangiato in vita mia. Mi piace elencarvi cosa abbiamo trovato nel piatto perché così riesco a ricordarne il profumo e il sapore. 

Il Borgo

“Lonza marinata servita con mela verde e cren, panna cotta allo stravecchio con mostarda fatta in casa, tartare ai 14 ingredienti e crostini caldi, frittatina alle erbe di campo.”  Cose se vogliamo semplici, ma equilibrate e saporite, che si abbinavano perfettamente alle nuove annate di Robert. A Borgo Gradis’ciutta si bevono (per adesso) i vini dell’omonima azienda e così Robert ha pensato bene di farci fare una carrellata che è partita dal Sinefinis, un metodo classico di Ribolla Gialla dalla storia molto particolare e dalla profonda finezza, che ti fa capire quanto possa dare questo vitigno se coltivato in collina e non (purtroppo) piantato nelle piane friulane in quantitativi industriali. 


Poi siamo passati ai vini della vendemmia 2020, sicuramente meno succulenta e corposa della 2019, ma precisa nei profumi e di buona lunghezza, e successivamente siamo andati indietro nel tempo, scavando sino a giungere ad una magnum 2007 di Friulano e all’uvaggio tra friulano, malvasia e chardonnay 2005 dallo stranissimo nome di Tùzz, vino da cui dopo anni è nato il suo Collio Bianco Riserva. 


Mi voglio soffermare però sul Friulano 2007, “il base”, fatto non per invecchiare ma per essere bevuto giovane: a parte il colore giallo dorato, che forse la foto accentua, il naso era un mix tra aromi classici (tipo anice) e terziari che partivano da note di pietra focaia, viravano sul minerale e poi chiudevano con lievi sentori di frutta candita. Ma era in bocca che sorprendeva ancor più: grasso, potente, assolutamente giovanile nel dispiegarsi, lungo, armonico. Ripeto, era un vino “base”, per di più di un’annata calduccia e questo può farvi capire sia le potenzialità di invecchiamento dei vini del Collio, sia che certe volte il non voler per forza creare vini più opulenti e concentrati, porti quelli stessi vini a un equilibrio migliore e quindi a un invecchiamento migliore nel tempo. 

Robert Princic

A proposito di tempo: tre ore sono passate veloci e abbiamo dovuto lasciare Borgo Gradis’ciutta a malincuore. Per chi invece volesse andarci basta che telefoni all’azienda Gradis’ciutta, oppure visiti il suo sito internet. 

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