Damilano è una delle cantine di
Barolo dalle tradizioni antiche, ultra centenarie. L’attività della famiglia
Damilano inizia nel 1890 quando, nel comune di Barolo, Giuseppe Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, iniziò a
coltivare e vinificare le uve di proprietà.
È però con
la generazione successiva, con Giacomo
Damilano, che la cantina assume il nome attuale. È lui a dare impulso alla cura
delle vigne, a costruire la cantina e ad apportare costanti miglioramenti nella
qualità della vinificazione. Infine, dal 1997 la conduzione dell’azienda è in
mano ai suoi tre nipoti: Guido, Mario e
Paolo Damilano.
La nuova
generazione ha da subito lavorato per la valorizzazione del vitigno principe
delle Langhe, il nebbiolo, e in special modo per mettere in bottiglia i vigneti
più vocati, tutti gestiti da Giampiero Romana, tra i quali troviamo Brunate, Cerequio, Liste e, soprattutto, Cannubi che, come tutti gli appassionati di Barolo sanno, è
particolarmente vocata per la produzione di Barolo. La bottiglia più antica,
con la scritta Cannubi risale al 1752 ed è conservata a Bra presso la famiglia
Manzone… praticamente il Barolo non era ancora nato che il Cannubi esisteva
già!
Questa preziosa collina si trova ai piedi del paese di Barolo e si allunga lungo la strada che porta ad Alba, terminando dolcemente quasi davanti alla cantina Damilano.
Nella sua Guida ai Vini del
Piemonte Renato Ratti scrive nel 1977 “nel comune di Barolo vi è una posizione
di eccezionale completezza (localizzata, collina lunga e gradualmente
crescente, al centro della valle che divide le due grandi sottozone) dove i
terreni di tipo Elveziano e Tortoniano si uniscono e si confondono…”. Precisamente
si tratta infatti dell’unica zona, nell’intero comprensorio della produzione
del Barolo, nella quale si uniscono e si confondono terreni Tortoniano,
Serravalliano e Marne di S. Agata Fossili di epoche geologiche diverse. Sono
suoli poco evoluti, costituiti da marne argillose grigio-biancastre in
superficie.
E molto infatti del segreto di
Cannubi è nei suoi suoli unici, formatisi circa 10 milioni di anni fa, che ad
un esame fisico rivelano un’elevata quantità di sabbia fine (elemento fondamentale
di fertilità e scioltezza del terreno), associata ad un elevato tenore di
calcare con importanti tracce di ossido di magnesio e manganese che lo rendono
adatto alla produzione di vini di distinguibile finezza. Inoltre l’esposizione quasi interamente
a sud-sud/est e l’altitudine (la sommità della collina tocca quasi i 300 m slm
e supera per altitudine anche la piazza principale di Barolo) costituiscono due
ulteriori caratteristiche di eccellenza per la coltivazione della vite e la
perfetta maturazione dei grappoli, specialmente quelli del Nebbiolo che vengono
raccolti a ottobre inoltrato.
La parte storica della collina di
Cannubi si estende per 15 ettari. Due di questi sono di proprietà della
famiglia Damilano dal 1935, ai quali si sono aggiunti altri 8 ettari in affitto
nel 2008 e che saranno gestiti dall’azienda almeno fino al 2027. Le viti hanno tutte
un’età media tra 30 e 50 anni. E da questa preziosa porzione di collina, a sua
volta suddivisa a livello agronomico dall’azienda in 20 micro aree, la famiglia
Damilano produce e mette in bottiglia i suoi crus portabandiera: il Barolo
Cannubi e il Barolo Riserva Cannubi “1752”.
Il primo, di cui abbiamo degustato l'annata 2014, è stato prodotto a partire dal millesimo 1997 e ad oggi risulta un Barolo di grande aderenza al millesimo, che come sappiamo, ha regalato vini diretti e dal "peso medio" proporzionato verso il basso. Il naso è fresco, preciso, ricco di sensazioni di viola e ciliegia che anticipano un sorso succoso, sapido e dai tannini ordinati. Se volete un Barolo dalla grande complessità lasciate stare, andate su altro, ma se invece ricercato un grande nebbiolo espressivo di un annata e di un territorio allora questo vino farà decisamente per voi.
Con il Barolo Riserva Cannubi “1752” 2011 si cambia decisamente registro e non solo per l'annata ma anche, soprattutto, per la concezione che c'è dietro questo vino a cui storia inizia quando la famiglia Damilano decide di valorizzare ulteriormente il nucleo storico del suo vigneto Cannubi, situato nella parte più alta e centrale della collina. Si tratta di una piccola porzione piantata con viti di Nebbiolo che oggi hanno un’età tra i 30 e 50 anni. Il diradamento qui è ancora più severo e la resa di uva/ettaro arriva solo a 40 quintali. L’uva raccolta da queste poche viti fermenta in cantina per 20 giorni a temperatura controllata e, successivamente, rimane in contatto con la buccia per altri 30 giorni.
Il vino resta poi per 60 mesi in un’unica botte da 50 ettolitri e infine, per permettergli un affinamento ideale, riposa ulteriori 24 mesi in bottiglia.
Questo 2011, degustato poco tempo fa, è pura espressione del Cannubi e, per i neofiti, rappresenta tutto ciò che ti puoi aspettare in un grande Barolo. Il naso, prezioso, è corroborato da intensi e complessi aromi di viola, rosa canina, lampone, ciliegia rossa, incenso, tabacco, eucalipto e caffè in grani. Al gusto sfoggia corpo e densità, serrato vigore rinforzato da un quadro sapido elegante e guizzante freschezza. Finale lunghissimo. Vino che cattura, vino che ammalia e incanta i sensi. Ancora giovane, darà il meglio di sé tra venti anni.
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