Borgogna, 2000 anni di storia
Borgogna 2000 a Siena
Giornata solenne, lungamente attesa, pregustata, sognata. Vini già amati solo al nome, scorrere la lista sul forum è di per sè un piacere e parte integrante dell’evento.Arriviamo alla spicciolata, ore 12.30-13.30: gasati ma contenuti, pronti all’esborso ma fiduciosi. Saluti informali, un po’ di chiacchiere, ci accomodiamo nella sala. Mi sento un po’ ambasciatore alla ratifica di un accordo internazionale. La sala è bella, adeguata all’occasione. Il servizio è da calibrare meglio, i bicchieri sono i nostri, alcune temperature sbagliate… stai a guarda’ er capello… Orsù, passiamo ai liquidi.
Domaine des Comtes de Lafon - piccola degustazione
E' NATO L'ENOCLUB ROMA!!!
Gli strumenti con i quali il “club” persegue i suoi obbiettivi sono:
- Organizzazione di serate di degustazione in una selezione di ristoranti, enoteche e wine bar di Roma e provincia che condividono con noi la passione per l’enogastronomia di qualità e l’attenzione per l’abbinamento con i prodotti tipici;
- Programmazione di visite e incontri di carattere enogastronomico presso le migliori aziende vitivinicole d’Italia una basate su una sana volontà di riscoperta della cultura del vino la cui storia è legata a filo doppio con la storia dei nostri territori;
- Divulgazione culturale del vino attraverso il trimestrale di approfondimento enologico “DOLIUM”;
- Organizzazione di corsi a tema;
- Costituzione di una “banca dati ampelologica” che funga da ulteriore stimolo per la divulgazione culturale attraverso la lettura di libri e/o la produzione di tesi a tema da parte degli iscritti;
- Costituzione di una “cantina sociale del vino” che possa permettere agli iscritti del Club di godere di particolari agevolazioni per l’acquisto di bottiglie di pregio;
- Attività di carattere sociale che vedano impegnati l’Associazione ed i membri nell’aiuto verso le popolazioni disagiate.
METTI UNA SERATA TRA AMICI.........
Seduti davanti ad ogni ben di Dio, tra affettati e crostini di ogni tipo, abbiamo bevuto alla cieca:
IL FUTURO DEL VINO?
BIBENDA DAY 2008
Chateaux Margaux 1999
Il vino della serata! (e ce ne vuole per me, a superare un Borgogna). Un naso profondissimo che non finisce mai, un pozzo di sensazioni olfattive che sembra scendere sempre piu' in profondita' (ribes, rabarbaro, caffe', .... non si finisce piu'). In bocca e' il paradigma del tannino elegante, fitto setoso, carezzevole. Strepitoso!
I VINI DOLCI
Naso un po' irregolare (sara' la bottiglia ad avere problemi?), miele, frutta candita. In bocca splendida acidita', mineralita' e dolcezza;
Domaine Leflaive
La famiglia Leflaive è proprietaria di vigne da più di quattro secoli, ma il domaine fu creato solo nei primi anni del 1900 da Joseph Leflaive. Causa la crisi della filossera l’inizio fu veramente sofferto, negli anni ’20 si dovette intraprendere un programma di reimpianto del vigneto distrutto. Con l’aiuto di François Virot, amico e gerente dell’azienda, furono selezione i ceppi che meglio si adattavano al microclima della zona. Da quel momento iniziò, a poco a poco, a commercializzare i vini sotto una propria etichetta. Dal 1953, alla morte del padre, furono i quattro figli Joseph, Jeanne, Anne e Vincent e rilevare l’amministrazione sia tecnica che amministrativa dell’azienda con lo scopo di portare lo chardonnay della Côte de Beaune a un rango d’eccellenza. All’inizio degli anni ’90 sotto la spinta di Anne-Claude, diplomata in enologia e figlia di Vincent, furono acquisite varie parcelle di gran valore fino a raggiungere gli attuali 23 ettari.
RACCOLTA E VINIFICAZIONE
Generalmente le vendemmie sono eseguite tra il 15 Settembre e il 5 Ottobre.
L'uva è raccolta manualmente da circa 80 vendemmiatori che solitamente tornano anno dopo anno. L'uva messa in apposite ceste viene subito partata in cantina dove viene effettuata un'ulteriore cernita manuale sui grappoli al fine di preservare solo quelli di maggiore qualità. Il mosto, ottenuto dalla pressatura soffice dell'uva, viene trasferito in serbatoi di acciao inox dove staziona per 12 ore a 7° centrigradi e poi passato in botti di legno da 228 litri dove i lieviti naturali iniziano la fermentazione alcolica e la successiva fermentazione malolattica. In tale ambito è da sottolineare che l'azienda utilizza al massino un 35% di legno nuovo ad eccezione de Le Montrachet per il quale la produzione annua si aggira ad una botte che, per tale motivo, è sempre di legno nuovo. Dopo circa 12 mesi di maturazione sui propri lieviti i vini sono travasati in contenitori di inox dove riposano per sei mesi prima dell’imbottigliamento.
ll Domaine produce le seguenti "appellations" :
Domaine Leflaive Bourgogne Blanc 2000
Meursault incontra i vini del Ticino
Domenica 18 novembre scorso abbiamo proposto a Meursault una degustazione di alcuni tra imigliori vini del Canton Ticino (Svizzera italiana). Oltre a Patrick Essa, riconosciuto degustatore e produttore a Meursault (Domaine Charles Buisson), alla serata erano presenti alcuni produttori locali ed amici francesi venuti appositamente per conoscere i vini della nostra regione.La Svizzera ha un’importante superficie destinata alla viticoltura, circa 3/4 dei 15′000 ettari di vigne si estendono nella regione di lingua francese, e più precisamente nel Vallese (oltre 5′000 ettari), Vaud, Ginevra e Neuchâtel. Il Ticino rappresenta per importanza il quarto vigneto nazionale (l’unico di lingua italiana). La superficie lavorata è di 1′040 ettari ed è divisa in due grandi regioni: il Sottoceneri in cui l’area coltivata rappresenta circa il 55%, e il Sopraceneri che copre il restante 45%. L’altezza dei vigneti varia tra i 220 e i 700 metri delle valli alpestri. La coltura si estende in circa 150 dei 205 comuni, situati principalmente nelle regioni del Mendrisiotto, del Bellinzonese, del Locarnese e in quelle di Lugano e del Malcantone. A parte alcune zone di pianura, la viticoltura in Ticino è praticata in zone collinari disposte a terrazzamenti per evitare l’erosione da parte delle abbondanti piogge. Anche se non direttamente situato vicino al mare, il clima è influenzato dal Mar Mediterraneo con primavere e autunni miti ed estati calde. Le piogge sono abbondanti e concentrate in brevi periodi dell’anno; malgrado ciò, grazie ad un’adeguata ventilazione ed un’ottimale esposizione solare, le uve raggiungono la perfetta maturazione tra la metà di settembre e l’inizio d’ottobre. L’unico effetto negativo di questo mite clima consiste nelle imprevedibili grandinate estive, contro le quali i vignaioli si devono proteggere. La suddivisione geografica creata dal Monte Ceneri coincide con la variazione del suolo e del micro-clima. Il Sopraceneri è caratterizzato da un suolo d’origine granitica con terreni piuttosto acidi, leggeri, sabbiosi e permeabili. Il Sottoceneri vanta suoli prevalentemente composti di roccia calcarea, in particolare nel Mendrisiotto i suoli sono più ricchi d’argilla rendendo il terreno più pesante con buoni livelli di fertilità. Queste diversità influiscono sulle caratteristiche dei vini: quelli del Mendrisiotto si possono definire d’ottima struttura, eleganti con tannini fini e godibili anche in gioventù; quelli del Sopraceneri presentano una maggiore robustezza, con tannini più ruvidi e una maggiore freschezza. Attualmente circa il 93% della superficie coltivata è impiantato con uva rossa, il Merlot è il vitigno principale rappresentando più dell’80% della produzione. Marginale è la coltivazione d’uva a bacca bianca.
La degustazione
Castello Luigi Bianco 2005
Tenuta Belvedere Besazio
Un grande Chardonnay ticinese, elegante e delicato che si esprime con una bellissima mineralità, note d’agrumi, cioccolata bianca e caffè. L’attacco è soave e avvolgente fa seguito una bella progressione di sensazioni, il tutto ben diretto da una bell’acidità; il finale minerale è molto lungo con un legno ben integrato. Grande inizio.Questo inizio sorprende i nostri “ospiti” che definiscono questo vino al livello di un Meursault 1er cru.
Bondola Riserva Nonu Mario 2005
Azienda Mondò Sementina
Abbiamo voluto inserire questo vino perché la bondola rappresenta il vero vitigno autoctono ticinese (zona Sopraceneri), un vitigno che in generale da vini di mediocre qualità. La versione di Giorgio Rossi, invece è un vino d’ottime sensazioni, è variegato e fragrante, delicatamente vegetale, con un frutto di buona maturità seguite da sfumature di pepe. In bocca è fresco e nervoso con tannini un po’ rustici ed un finale piacevole di frutta rossa. Di bella personalità. Buono+
Cavaliere Riserva 2005
Il Cavaliere Contone
Merlot del Sopraceneri. Un Merlot che offre freschezza, un bellissimo frutto ed un legno perfettamente assorbito, è sfumato da delicate speziature. Bell’attacco con tannini fermi e un’equilibrata materia, fa seguito un finale elegante ma leggermente asciutto. Un vino che necessita di un periodo d’affinamento in bottiglia per esprimere una bell’armonia. Molto buono
Vigneto Castello 2005
Daniele Huber Monteggio
Merlot del Sottoceneri. Avevamo qualche timore a presentare questo vino che non rappresenta, per il produttore, il top della produzione, ma siamo stati letteralmente stupiti. È carnoso, si percepisce splendidamente la polpa del frutto rosso ben integrato da una bella freschezza. Ha materia e forza data dall’intensità dei tannini, ancora d’ammorbidire ma ben integrati nella struttura generale. Il finale è di grande distinzione. Che bella sorpresa, veramente ottimo.
Sinfonia Barrique 2005
Azienda Chiericati Bellinzona
Merlot del Sopraceneri. Già al colore mostra una straordinaria estrazione, al naso è pieno e denso, con sfumature di ciliegia nera e di spezie. In bocca è coerente, potente e ricco di materia, manca forse un po’ di finezza. Un vino giovane da attendere nell’evoluzione. Buono+
Riflessi d’Epoca 2005
I vini di Guido Brivio Mendrisio
Merlot del Sottoceneri. Prodotto con uve merlot del Mendrisiotto, mostra la consueta eleganza e già un buon equilibrio, al naso è di piena maturità ben rinfrescato da un delicata sfumatura floreale. L’attacco è morbido e deciso, la trama tannica levigata conferisce al finale grande stile. Molto buono.
Sassi Grossi 2005
Azienda Gialdi Mendrisio
Merlot del Sopraceneri. Stessa vinificazione, stesso enologo (Fredy De Martin) del Riflessi d’Epoca ecco un vino diverso. “les gros caillous”, come lo chiamano simpaticamente gli amici francesi, è un nordista, cioè le uve sono vendemmiate nelle vallate a nord del Sopraceneri. Nel bicchiere si sviluppa discreto ed invitante ma consistente e complesso con note di frutti neri ben amalgamati con accenni boisé. L’entrata virile anticipa una grande progressione con tannini di grande personalità, logicamente d’ammorbidire. Il finale è lunghissimo e d’assoluta distinzione. Strepitoso.
Merlot Rovio Riserva 2005
Gianfranco Chiesa Rovio
Merlot del Sottoceneri. Un vino aromaticamente delicato, si propone con note di prugna e “nuance” di spezie dolci; un vino che si distingue per la sua eleganza e la sua finezza, sempre ben rinfrescato da un finale di piena soddisfazione e di grande bevibilità. Ottimo.
Ronco dei Ciliegi 2005
Azienda Mondò Sementina
Merlot del Sopraceneri. Seguiamo da diversi anni l’evoluzione del “Ronco”, ma trovarlo a questo livello tra i migliori vini ticinesi, un pochino ci ha sorpresi. Un vino che ha grande rispetto del territorio che lo genera, ci presenta complesse note di ciliegia e mora, è profondo e carnoso, sensazioni rinfrescate da note floreali, la maturazione in botte è ben integrato. È giovane ma con già un soddisfacente equilibrio, setoso e strutturato, termina con un gran finale, con ritorni di bellissima freschezza. Un vino di razza che conferma la grande ascesa di Giorgio Rossi.
Vindala 2005
Settemaggio Monte Carasso
Merlot del Sopraceneri. Il Vindala di Nicola e Raffaele Marcionetti è un vino muscoloso, denso e carnoso, la bocca è ricca e piena, il finale è levigato con ritorni di frutta dolce, cioccolato e caffè. Manca un po’ di freschezza e di bevibilità. Buono+
Culdrée 2005
Enrico Trapletti Coldrerio
Merlot del Sottoceneri. Esprime aromi d’ottima finezza e densi, dove primeggia un bel frutto maturo, rinfrescato da sfumature floreali a cui si alternano belle speziature. Ha forza ed eleganza con tannini maturi e levigati e un finale di grande armonia. Eccellente.
Vinattieri 2005
Vinattieri Ticinesi Ligornetto
Merlot del Sottoceneri. Il Vinattieri si esprime su toni eleganti con note di frutta nera e liquirizia, avvolgenza ed equilibrio anticipano un finale di assoluta classe. Un vino in grado di rivaleggiare a livello internazionale con le maggiori espressioni bordolesi, ma forse un po’ meno espressivo come vino del territorio.
Castello Luigi Rosso 2004
Tenuta Belvedere Besazio
Merlot del Sottoceneri. Il vino è coerente all’andamento dell’annata 2004, rivelando maggior finezza ed eleganza che potenza, l’attacco è morbido e diretto, una bella freschezza conferisce al finale una bella profondità. Seducente, da attendere nell’evoluzione.
36 Trentasei 2003
Azienda Gialdi Mendrisio
Merlot del Sopraceneri. Come indica il suo nome il vino matura 36 mesi in piccole botti di rovere, visto l’appassimento delle uve e l’andamento anomalo dell’annata, lo immaginavamo più stancante, invece dimostra un perfetto equilibrio garantito da una bella acidità, è ricco con una componente estrattiva importante, ma vanta tannini dolci ed una bella armonia; il finale è molto lungo e complesso con ritorni di frutta nera, tabacco, cioccolata, chiodo di garofano, … Grande vino.
Una degustazione che conferma la grande qualità raggiunta dai vini ticinesi.
Verticale storica di barolo dei Marchesi di Barolo
LA STORIA
La storia dell'azienda si intreccia con quella dei marchesi Falletti i quali avevano, a Barolo e nei paesi limitrofi, immense proprietà e, a Barolo, riuscirono a valorizzare il vitigno Nebbiolo: vitigno autoctono che, in quest'area, raggiunge l'eccellenza. Ciò avvenne grazie anche all'intervento di un enologo francese, il Conte Odart, che la marchesa Giulia Falletti, pronipote del ministro Colbert, chiamò a Barolo con l'intento di migliorare il vino prodotto da suo marito e dai suoi avi. Sembra, infatti, che prima dell'interveno di Odart, il Barolo fosse un vino dolce e leggermente spumeggiante: il nebbiolo, infatti, è un'uva a maturazione particolarmente tardiva e, facilmente, i primi freddi ne interrompevano, in quegli anni, la fermentazione. Con la realizzazione di cantine interrate, di ambienti, quindi, a temperatura controllata, la marchesa ovviò a questo stato di cose: il Barolo divenne allora un vino fermo, di grande struttura e con un'ottima capacità di invecchiamento, così come i vini bordolesi e borgognoni che la marchesa, di origini vandeane, conosceva ed apprezzava. Nel 1864 insieme alla marchesa Giulia Falletti Colbert si estinse la stirpe dei Falletti di Barolo, ma a perpetuarne il ricordo rimase, nel bellissimo palazzo Barolo in Torino, l'Opera Pia Barolo, fondazione ancora oggi esistente, istituita per volontà della marchesa quale erede e continuatrice delle sue molte opere benefiche.
In quegli anni nasceva Pietro Abbona che intorno al 1895 iniziò la sua attività nelle cantine di Barolo. Operando con tenacia ed abilità riuscì ad acquistare le cantine della tenuta Opera Pia Barolo e parte dei vigneti dando così continuità al marchio "Antichi Poderi dei Marchesi di Barolo".
Oggi l'azienda è in mano a Ernesto Abbona e sua moglie e conserva la stessa proprietà fondiaria di allora, con acquisizioni successive, esclusivamente nell'ambito del comune di Barolo.
ITALIA - SVIZZERA: un gemellaggio in nome del grande vino
Questo il loro biglietto da visita:
Amanti del vino da parecchi anni, abbiamo voluto creare un sito web e “IL CLUB NONSOLODIVINO“, prima di tutto per far piacere a noi stessi e, senza essere troppo presuntuosi, a tutti quelli che come noi amano l’eno-gastronomia. Uno degli obiettivi è, di permettere ad un grande numero di appassionati di accedere a dei consigli sul mondo del vino e del suo abbinamento con il cibo, di informare e nel limite del possibile di educare. Il modo migliore per condividere con noi il vostro entusiasmo è quello d’iscrivervi gratuitamente ad “Il Club”; questo vi permetterà di essere informati su gli eventi organizzati e ricevere aggiornamenti. La nostra idea è quella di valorizzare le zone viticole più rappresentative e i viticoltori in grado di esprimere al massimo le caratteristiche territoriali delle singole zone. Vini ottenuti con tecniche agricole ed enologiche che esaltano l’impronta del vitigno, del territorio e la personalità del produttore. La standardizzazione sta generando vini simili in ogni angolo del pianeta, appiattiti nel carattere e incapaci di sfidare il tempo…
Stefano Ghisletta & Giorgio Buloncelli (sommeliers per passione)
Commenti.............
Ricordo che sul blog è possibile lasciare qualsiasi tipo di commento.
Accetto tutto tranne quelli negativi.............
Seriamente mi fa piacere sapere da chi legge cosa ne pensa del blog e come si può migliorare
Grazie
Andrea
Contessa Entellina "Mille e una notte" 2003
Nomini "Mille e una notte" e subito ti viene in mente il territorio di Contessa Entellina, dove la natura, un microclima unico e il lavoro dell'uomo creano dei vini di ottima qualità. Qui ci sono le cantine e i vigneti cuore dell'azienda.
Oggi la situazione è cambiata radicalmente: l'uva nero d'avola è ormai diffusa in tutta la Sicilia, con circa 12.000 ettari di terreno dedicati a questa varietà, sebbene il territorio d'origine, definito dalle località di Eloro, Pachino e Noto, in provincia di Siracusa, ne possegga le maggiori estensioni.
Post a cura di Andrea Petrini e Stefano Barberini
LA PASSIONE NASCE A MONTEVERTINE
Il Chianti è stupendo e il suo paesaggio vale da solo il viaggio.
Sono le 11.30 di un sabato di febbraio e a 425 metri di altezza il freddo è pungente, ma l’emozione di degustare di lì a poco una grande verticale di Pergole Torte ci scalda il cuore.
IL SODACCIO, piantata nel 1972 e successivamente reimpiantata totalmente nel 2000, superficie 1,5 ha, esposizione SE;
IL CASINO, piantata nel 1999, superficie 2 ha, esposizione SSELVOLE, piantata nel 1997, superficie 3,5 ha, esposizione SE-SPIAN DEL CIAMPOLO, piantata nel 2003, superficie 1,5 ha, esposizione O-NO
Il sito aziendale riporta inoltre che il Sangiovese costituisce circa il 90% del totale delle viti piantate. Il restante 10% è costituito da Colorino, Canaiolo e Malvasia Bianca. La densità di impianto è di 5000 viti per ettaro nei vigneti piantati a partire dal 1997 e di 3200 per ettaro in quelli precedenti.
Arrivando, il nostro padrone di casa ci aspetta davanti alla cantina, prima tappa del nostro tour della fattoria. Entrando si notano subito le botti utilizzare per la produzione del Pian del Ciampolo, il Montevertine e per alcuni passaggi del Pergole Torte che viene affinato nella barricaia presente al piano inferiore.
Risaliamo le scale e Martino ci porta nella stanza delle meraviglie: un “caveau” che contiene la memoria storica di Montevertine, dai vecchissimi Chianti impolverati, alla verticale completa di Pergole Torte con le bellissime etichette disegnate dal pittore Alberto Manfredi, compresi tutti i maxi formati di tutte le tipologie di vino.
Là dentro c’è tutta la passione di Sergio e Martino Manetti e un bel pezzo di storia del Chianti, passato, presente e futuro.
Nella sua bellissima e accogliente casa Martino ha preparato una saletta solo per noi.
Le bottiglie sono già allineate sul tavolo. La storia è davanti a noi.
Pergole Torte prende il nome da un'antica vigna piantata nel 1967. Le uve, raccolte nella loro piena maturità generalmente dopo il 10 ottobre, vengono vinificate con una macerazione prolungata e continui rimontaggi per poi sostare due anni in legno. I primi sei mesi in barrique nuove per un terzo; i restanti diciotto in botti di rovere di Slavonia di capacità compresa tra 10 e 18 quintali.
Le annate che andremo a degustare sono la 1981, 1983, 1985, 1988, 1990 riserva, 1992.
1981
Colore granato limpidissimo nonostante l’età. Al naso è un caleidoscopio di profumi: frutta matura, ciliegie sotto spirito anzitutto. Passa qualche minuto e cominciano ad uscire le spezie dolci, qualcuno sente netta la nota di croccante o torroncino. Rimetto il naso nel bicchere e di nuovo muta il corredo olfattivo del vino: ora si avverte netta una nota di torrefazione e di cacao amaro. In bocca il vino conferma la sua immensa classe: è ricco, avvolgente, con un tannino perfettamente vellutato e supportato da un’acidità prorompente. Chiude fresco e lunghissimo. Un vino che ha davanti a sé ancora tanto tempo. IMMENSO!
1983
Colore granato meno limpido del precedente ma comunque vivo. Al naso risolta più evoluto del 1981 in quanto il frutto cede subito il passo a note terziare di cuoio, goudron e ferro. Il frutto esce col tempo, ma non si percepiscono i frutti rossi, bensì una nota di arancio, succo di arancia matura. Al palato il vino è rotondo e pulito, non esplosivo ma di grande eleganza, lungo, e concluso da una bella trama tannica.
1985
Colore granato molto limpido. Rispetto ai precedenti, il vino al naso risulta più inespresso, chiuso, anche se sono comunque percettibili le note di frutta matura (ciliegie sotto spirito e prugna secca) ferro e carrube. Al gusto invece la musica cambia in quanto questo sangiovese è un campione di eleganza con un tannino di gran classe perfettamente equilibrato da un’acidità sferzante. Chiude lunghissimo e caldo su note che ricordano quanto percepito al naso.
1988
Bottiglia forse un po’ sfortunata in quanto il vino è leggermente torbido. Al naso comunque escono sentori di frutti rossi, arancia e ferro. La corrispondenza al palato del vino è buona anche se chiudo corto su note sempre agrumate. Bottiglia da riprovare in altre occasioni.
1990
Siamo di fronte alla quadratura del cerchio. Il 1990 riserva, versato da magnum, è di un colore aranciato e al naso è intenso ed estremamente complesso con note ben definite di frutta rossa matura, spezie dolci e tabacco da pipa, violetta. Come per il Pergole 1981, anche questo vino cambia continuamente all’olfatto perché, lasciandolo qualche minuto nel calice, esce una piacevolissima nota mentolata seguita da sottili effluvi minerali. In bocca il vino è una esplosione di eleganza, potenza ed equilibrio con un finale interminabile che rende questo vino uno dei migliori vini italiani degustati negli ultimi anni. Prospettive di vita? Infinite!
1992
Colore granato. Al naso parte leggermente chiuso con lievi sentori di frutti rossi maturi e una vena minerale appena accennata. Si apre un po’ col passare del tempo ma la sensazione è che rimanga un po’ inespresso. In bocca il tannino è ben integrata anche se non supportato da un’adeguata acidità. Chiude leggermente corto con un finale centrato su toni confetturati. Bottiglia non a posto?
E’ ora di andare a tavola. La casa di Martino è inondata di profumi che solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca. Seduti allegramente a tavola abbiam divorato crostini toscani, salumi casarecci, fettuccine fatte in casa al ragù, capretto allevato al forno con patate e piselli, ciacci e una serie di strepitose praline di cioccolato ripiene di Aqua Vitae Le Pergole Torte.
Durante il luculliano pranzo abbiam stappato altre annate di Pegole Torte:
1996
Colore rubino con unghia granato. Al naso frutta matura in confettura, scorza di arancia, una leggera vena minerale. Una struttura esile ma non priva di eleganza. Al palato il vino si allarga prepotente ma rimane leggiadro con un finale di media lunghezza su note fruttate. Raffinato.
1997
Colore rubino con unghia leggermente granato. Il vino è frutto dell’annata “prepotente” con un naso opulento, vigoroso, dove le note olfattiva vanno dalla frutta nera matura, alle spezie nere con lievi soffi minerali. In bocca il è vino fresco dalla buona succosità e con un tannino un tantino "sgranato". Termina lungo. Meno elegante dei suoi fratelli maggiori.
2001
Bel colore rubino. Il vino è giovane ma ha prospettive da vero fuoriclasse. All'olfatto e' ben articolato, di un'elegante complessita', con suggestioni di viola, ciliege , confettura di lamponi, vaniglia, grafite ed erbaceo, cuoio e tabacco. Al palato presenta sensazioni di frutta rossa bilanciate da tannini morbidi che gli conferiscono profondità grande lunghezza. Un vino da bere oggi ma da aspettare per almeno un decennio per fargli acquisire ulteriormente quella eleganza che lo proietterà tra i migliori sangiovese di pari annata.