Tre Bicchieri 2014 Emilia Romagna

Emilia Romagna: specializzazione territoriale, quantità e qualità in netta crescita. Con grande merito delle cantine cooperative. Vale per l’Emilia, con il Lambrusco, e vale anche per la Romagna dove la produzione più importante resta quella di Sangiovese. Ma se anni fa le migliori espressioni di questo vitigno erano tutte tra le Riserva oggi tra i premiati anche diversi Superiore.
Successo senza precedenti per il Lambrusco che ora deve crescere, accettare oneri e onori dell’annata indicata in etichetta - ancora troppi non la riportano - osare su macerazioni più lunghe, e lavorare sull’opportunità della rifermentazione in bottiglia senza sboccatura, metodo qui più convincente del metodo classico.
Se Modena e Reggio sono le provincie del Lambrusco, Parma si può affermare come territorio di Barbera frizzante, mentre i Colli Bolognesi oggi sono un grande laboratorio sul pignoletto.


Albana di Romagna Passito Regina di Cuori Ris. ’10 Gallegati
Lambrusco di Sorbara del Fondatore ’12 Chiarli 1860
Lambrusco di Sorbara Rimosso ’12 Cantina della Volta
Lambrusco di Sorbara V. del Cristo ’12 Cavicchioli U. & Figli
Reggiano Lambrusco Concerto ’12    Ermete Medici & Figli
Sangiovese di Romagna I Probi di Papiano Ris.’10 Villa Papiano
Sangiovese di Romagna Longiano Primo Segno ’11 Villa Venti
Sangiovese di Romagna Sup. Limbecca ’11 Paolo Francesconi
Sangiovese di Romagna Sup. NatoRe Ris. ’10 Maria Galassi
Sangiovese di Romagna Sup. Ora    ’12 San Patrignano
Sangiovese di Romagna Sup. V. del Generale Ris.   ’10 Casetto dei Mandorli

L'annata 2012 del Rossese di Dolceacqua? Promettente!!!

L'estate è un periodo bellissimo per visitare Dolceacqua e dintorni e, come ogni anno, mi sono precipitato in questo angolo remoto di Liguria per cercare di capire qualcosa di più dell'annata 2012 del Rossese, l'ultima prodotta. In commercio, come saprete, si trova attualmente solo il "Classico" mentre per la versione "Superiore", come stabilisce il disciplinare, occorre aspettare almeno fino al primo novembre di questo anno. Nessun divieto, però, di degustare questi vini in anteprima dal produttore che, se avvertito per tempo, sarà ben lieto di farveli degustare direttamente dalla vasca. 
Io, ovviamente, ho i miei produttori di riferimento perciò, nonostante la rilevanza qualitativa del campione, ciò che scriverò dovrà essere preso con le dovute cautele. Come sempre del resto....

MACCARIO-DRINGENBERG

La 2012 per Giovanna Maccario è un'annata particolare visto che in commercio, oltre ad un "Classico" base, sono previsti ben quattro Cru: Posaú, Luvaira (già conosciuti dagli appassionati), Brae e....il "mitico" Curli
Il Classico, già bevuto più volte quest'anno, rappresenta un ottimo approccio alla tipologia in quanto i toni peposi e mediterranei sono ben sviluppati e complessi.
Il Rossese di Dolceacqua Classico Brae 2012, figlio di una vigna situata in zona Apricale a circa 500 metri, è sicuramente il Rossese più esile e floreale prodotto dalla Maccario. Per la sua eleganza e la sua prontezza è un vino paragonabile ad una ballerina che danza sulle punte.



Il Rossese di Dolceacqua Superiore Posaú 2012, spillato direttamente da vasca, dopo il millesimo 2010, rappresenta un'altra versione memorabile di questo Cru. Nonostante sia ancora in affinamento è già ben espresso, pieno, speziato e fruttato. E' un vino  che prende le forme mitologiche della Sirena per il suo richiamo sensuale e dannato.
Il Rossese di Dolceacqua Superiore Luvaira 2012, anch'esso spillato direttamente da vasca, come al solito è in ritardo rispetto al Posaú dal quale si differenzia per una superiore eleganza e per una austerità che rendono questo Cru quasi cerebrale. Quest'annata, a mio parere, dona a questo Rossese importanti tratti minerali e vegetali, quasi di erbe officinali. Fulgido come il sole che sorge, va atteso e bramato. 
Rossese di Dolceacqua Superiore Curli 2012 è l'ultima scommessa di casa Maccario-Dringenberg. Il vigneto, definito da Veronelli come la "Romanée italiana", e che tempo prima era di proprietà di Croesi, sindaco di Perinaldo, ha sempre dato vini dalla grande longevità per cui Giovanna avrà l'onere e l'onore di proseguire per questa strada anche se gli ostacoli non sono pochi. Il Curli, sempre spillato da vasca, sembra non tradire le attese visto che, rispetto a tutti gli altri vini dell'azienda, sembra esser quello con un X Factor innato che prende la forma di una struttura caratterizzata da un tannino e da una forza acida maggiori e migliori rispetto a tutti i Rossese precedenti. Ancora chiuso allo stato odierno è un vino che può esplodere da un momento all'altro e sarà in quel momento che Giovanna lo metterà in commercio.


Vigneto Curli
Giovanna e il Curli. 

KA MANCINE'

In attesa di una sorpresona che dovrebbe prendere vita a fine anno (la foto qua sotto può dare un'idea), Maurizio Anfosso in cantina mi ha fatto degustare i suoi due Cru, Galeae e Beragna che, essendo due "Classico", sono già in commercio da qualche mese.





L'annata 2012, con i suoi equilibri e la sua ricchezza, è stata come al solito letta in maniera egregia dai due terroir. In particolare, il Rossese di Dolceacqua Beragna 2012 si mostra molto disinvolto nella sua consueta veste salmastra che esalta  il lato sapido ed introverso del Rossese di casa Anfosso che, a mio parere, è quello che richiede un maggior affinamento in bottiglia per poter svelare al mondo tutto il suo potenziale. In bocca ha un equilibrio perfetto, è salino, dotato di slancio e di una chiusura fresca con finale di erbe mediterranee.
Il Rossese di Dolceacqua Galeae 2012 rispecchia come al solito la personalità di Maurizio Anfosso: è solare, giocoso, gioioso, rispetto al Beragna la componente fruttata è prevalente, è un vino dagli aromi nettamente primari grazie ad una vinificazione che ha previsto l'uso di una macerazione carbonica per una piccola percentuale dell'uva portata in cantina (140 kg su 20 quintali). Bocca dinamica, immediata e di grande beva. E' il Rossese più Lucignolo che conosca, fatevi portare nel Paese dei Balocchi!





TENUTA ANFOSSO


Alessandro Anfosso sono passato a trovarlo una domenica sera appena prima di cena, una visita che, nonostante il poco tempo a disposizione, è riuscita a confermare l'ottima materia che la piccola azienda ligure ha ancora in affinamento visto che, come sappiamo, il nostro vignaiolo fa uscire i suoi vini con almeno un anno di ritardo rispetto a quanto stabilito dal disciplinare.
La 2012 mi ha comprovato l'assoluta cristallinità del Rossese di Dolceacqua Classico 2012 che sembra essere pura espressione e derivazione dei piccoli frutti di bosco. Palato finissimo, equilibrato, con ritorni di fiori e frutta croccante. Persistente il finale.
Le sorprese, ovviamente, riguardano i due Cru: Poggio Pini e Luvaira.
Il primo, attualmente, sembra un bellissimo cavallo nero andaluso dove eleganza, muscoli e dinamismo forniscono al Rossese, pur giovanissimo, una fierezza ed una temperanza degna delle vecchie vigne da cui proviene.
Il Rossese di Dolceacqua Luvaira 2012 è senza dubbio il vino di Alessanro che mi ha incantato di più di tutti. Rispetto al Poggio Pini sembra il classico cavallo bianco delle favole che ti rapisce per purezza, eleganza e nobiltà d'animo. Ancora in divenire, è un concentrato di limpida e fulgida mineralità che rende inesorabilmente luminoso e squillante ogni sorso. Non vedo l'ora che esca, se mantiene le promesse sarà una grande bottiglia.


Alessandro Anfosso. Foto: www.acquabuona.it 


TERRE BIANCHE


Filippo Rondelli non sono riuscito ad andarlo a trovare in cantina ma, con altri "loschi figuri", ci siamo visti a cena in un ristorante poco lontano la sua azienda.
In quel contesto ho potuto degustare il suo Rossese di Dolceacqua Classico 2012 più un fuori programma di color bianco. Il primo, complice l'annata che ha aiutato la "mano felice" di Filippo, regala un vino di grande eleganza e mineralità che, alla cieca, potrebbe dare del filo da torcere ad alcuni village di Borgogna. Il paragone potrà far storcere il naso ma chi conosce casa Rondelli sa che certi voli pindarici hanno il loro perchè. 



Visto il millesimo, siamo tutti in attesa del Bricco Arcagna 2012 che, ci auguriamo, non sparisca troppo presto come quello targato 2010 che ad oggi è diventato un vino "mito".
Il fuori programma di cui accennavo prima era rappresentato dall'Arcana Bianco 2010 (pigato 100%) proveniente da vigne situate in zona Terre Bianche. Il Pigato di Filippo Rondelli devo dire che mi ha conquistato per gioventù, dinamismo ed intelaiatura minerale. Curioso di provare la 2012 per capire se anche sui bianchi la nuova annata possa creare ottime aspettative.

CONCLUSIONI (?)

Lungi da voler dare giudizi definitivi ma, dopo una 2010 quasi mitica, una 2011 che ha sofferto un caldo eccessivo nel finale di stagione che, inevitabilmente, si percepisce anche nei vini, l'annata 2012 si propone di essere per certi versi gemella alla 2010 visto che l'equilibrio e la purezza dei Rossese degustati in questi giorni me la fanno ricordare. 
I produttori non si sbilanciano ancora ma dal loro sorriso, quando ci parli, riesci a capire perfettamente che le loro attese e le loro speranze quest'anno saranno ampiamente ripagate. Per mettere il bollino di garanzia si aspetta solo l'imbottigliamento dei Superiore. A Novembre sapremo....


Tre Bicchieri 2014 Alto Adige


La specializzazione territoriale è il presente di questa regione che prepara il suo futuro attraverso un salto di qualità nella lettura del mosaico di terroir. Il Pinot Bianco (mai tanti Tre Bicchieri come in questa edizione) è da considerarsi un autoctono a tutti gli effetti tanto è l’adattamento e la precisione nella lettura dei diversi territori: affumicato nella Val Venosta, torbato nella zona di Appiano, fine e longevo a Terlano. Discorsi analoghi per il Gewürztraminer a Termeno e il Riesling in Val Venosta. I rossi sono altrettanto importanti: la schiava è ormai considerato, a ragione, un grande vino, con produzioni pensate in direzione della qualità già dalla vigna. Mentre i vitigni internazionali, cabernet sauvignon in testa, regalano vini eleganti e profondi dall’incredibile capacità di evolvere in bottiglia. In chiusura il pinot grigio, molto diffuso ma poco valorizzato, anno dopo anno trova interpretazioni sempre più nitide e convincenti, con vini che sorprendono per tipicità ed eleganza.


A. A. Cabernet Sauvignon Lafòa ’10 Cantina Produttori Colterenzio
A. A. Gewürztraminer Crescendo Aureus ’12 Tenuta Ritterhof
A. A. Gewürztraminer Kastelaz ’12 Elena Walch
A. A. Gewürztraminer Nussbaumer ’12 Cantina Tramin
A. A. Lago di Caldaro Cl. Sup. Leuchtenburg ’12 Erste+Neue
A. A. Lagrein Abtei Muri Ris. ’10 Cantina Convento Muri-Gries
A. A. Lagrein Taber Ris. ’11 Cantina Bolzano
A. A. Moscato Giallo Passito Serenade ’10 Cantina di Caldaro
A. A. Moscato Rosa ’11 Franz Haas
A. A. Müller Thurgau Feldmarschall von Fenner zu Fennberg ’11 Tiefenbrunner
A. A. Pinot Bianco Passion Ris. ’11 Cantina Produttori San Paolo
A. A. Pinot Bianco Sirmian ’12 Cantina Nals Margreid
A. A. Pinot Bianco St. Valentin ’11 Cantina Produttori San Michele Appiano
A. A. Pinot Bianco Vorberg Ris. ’10 Cantina Terlano
A. A. Pinot Nero Mazzon ’11 Gottardi
A. A. Pinot Nero Trattmann Ris. ’10 Cantina Girlan
A. A. Santa Maddalena Antheos ’12 Tenuta Waldgries
A. A. Sauvignon Andrius Andriano ’11 Cantina Terlano
A. A. Terlano Pinot Bianco ’12 Ignaz Niedrist
A. A. Terlano Pinot Bianco Eichhorn ’12 Manincor
A. A. Val Venosta Pinot Bianco Sonnenberg ’12 Cantina Meran Burggräfler
A. A. Valle Isarco Pinot Grigio ’12 Köfererhof - Günther Kershbaumer
A. A. Valle Isarco Riesling ’12 Strasserhof - Hannes Baumgartner
A. A. Valle Isarco Riesling Kaiton ’12 Kuenhof - Peter Pliger
A. A. Valle Isarco Sylvaner Praepositus ’12 Abbazia di Novacella
A. A. Valle Venosta Pinot Bianco Castel Juval ’12 Tenuta Unterortl - Castel Juval
A. A. Valle Venosta Riesling ’12 Falkenstein - Franz Pratzner

Tre Bicchieri 2014 Sicilia

Bianco Maggiore ’12 Cantine Rallo

Contea di Sclafani Cabernet Sauvignon ’10 Tasca d'Almerita

Contrada G ’11 Passopisciaro

Etna Bianco A' Puddara ’11 Tenuta di Fessina

Etna Bianco Arcuria ’11 Graci

Etna Bianco Sup. Pietramarina ’09 Benanti

Etna Rosso Feudo ’11 Girolamo Russo

Etna Rosso Santo Spirito ’11 Tenuta delle Terre Nere

Etna Rosso V. Barbagalli ’11 Pietradolce

Frappato Carolina Marengo ’11 Feudi del Pisciotto

Il Frappato ’11 Occhipinti

Malvasia delle Lipari Passito Ris. ’10 Hauner

Marsala Sup. Ambra Semisecco Ris. ’85 Carlo Pellegrino

Noto Santa Cecilia ’10 Planeta

Passito di Pantelleria Ben Ryé ’11 Donnafugata

Rosso del Soprano ’11 Palari

Sàgana ’11 Cusumano

Saia ’11 Feudo Maccari

Santagostino Rosso Baglio Sorìa ’11 Firriato

Vino e pop corn: l'abbinamento al cinema è ora possibile!!

Amanti del cinema, amanti del vino, amanti del trash fast food, la notizia è per voi!!!

L'azienda Kim Crawford Wine, di proprietà di quel gigante chiamato Constellation Brands, assieme alla newyorkese Populence, hanno appena lanciato sul mercato un prodotto che non potete non comprare all'istante: i POP CORN AL VINO!!!

Al momento, il titolare della Populence, Maggie Paulus, ha studiato due varianti: Pinot Noir Chocolate Drizzle e Sauvignon Blanc Kettle. L'abbinamento, ovviamente, è con i rispettivi vini usati per la loro produzione e cioè il Kim Crawford Marlborough Pinot Noir 2011 e Kim Crawford Marlborough Sauvignon Blanc 2012.


Le rispettive aziende (sigh) sottolineano che il prodotto in questione non è considerato come una alternativa alla classica patatina dell'aperitivo. Noooooo!!! Loro parlano di una ricetta appositamente studiata per esaltare le proprietà organolettiche del vino in questione.
Cosa c'è di meglio del cioccolato per esaltare le caratteristiche di un vino rosso come il pinot nero?? 

Il costo, come per tutti i prodotti gourmet, non è certamente basso. Un pacco large size costa più di 37$ (!!) mentre la versione small dovrebbe essere in vendita per circa 6$. Tutto è acquistabile on line direttamente al punto vendita Populence al 1 West 8th Street (Greenwich Village) a Manhattan.


L'unico commento che mi viene in mente è il seguente:"Cavolo ma perchè Roumier non c'ha mai pensato??"

Cantinando 2013: l'Aglianico del Vulture è una cosa seria!

Alla fine l'ho fatto, ho seguito il Ciuccio lucano di Cantinando che in un caldo sabato di agosto, tra Autogrill affollati di turisti in vacanza e strade dai panorami mozzafiato, mi ha portato fino a Barile per farmi scoprire ancora una volta la grandiosità dell'Aglianico del Vulture.
La location, e passatemi il termine anglosassone, è davvero bellissima e suggestiva: siamo nel Parco Urbano delle Cantine, ovvero all'interno di un'area di grande importanza storico e culturale visto che queste grotte, interamente scavate nel tufo, sono stati i primi rifugi degli albanesi e dei greci che sono immigrati a Barile a partire dal XIV secolo e che, tuttora, ancora conservano in loco le tradizioni etno-linguistiche arbëreshë
La bellezza del posto, inoltre, è talmente dirompente che nel 1964 Pier Paolo Pasolini girò da queste parti alcune scene della natività e della strage degli innocenti del film II Vangelo secondo Matteo

Foto: www.phototrip.it 
Foto: http://www.basilicatanet.com

Cantinando, arrivato se non erro alla settima edizione, è stato organizzato in maniera egregia dall'Associazione Sisma all'ombra del maestoso Monte Vulture non è solo una festa popolare ma, sopratutto, una iniziativa socio culturale che tende a snodarsi in un percorso fatto di musica di qualità (quest'anno bellissima la partecipazione di Giovanna Marini), arte, storia, poesia e, soprattutto, degustazione di Aglianico del Vulture che, come per lo scorso anno, ha avuto come palcoscenico di eccezione la Terrazza dei DOC e dei DOP ovvero il cortile dell'ex Locanda del palazzo oggi di proprietà dell’Azienda Basilisco.

L'entrata, dal costo di 7 euro, permetteva di degustare un solo vino delle nove aziende presenti. Superato questo limite, che per me rimane molto stringente, si dovevano pagare 2.5 o 3.5 euro per bere i vini base o i vini selezione/riserva.

Il cortile. Fonte: Cantinando.it

Appena superato l'ingresso, sulla sinistra, trovo subito la grande Elena Fucci che tra abbracci e sorrisi mi presenta il pluripremiato Titolo 2010, un Aglianico del Vulture che per finissimo equilibrio, regale eleganza e piacevolezza di beva conferma la grande maturità che Elena ha raggiunto nel corso del tempo e che, ne sono sicuro, permetterà a lei di togliersi tante soddisfazioni fino a diventare una delle regine indiscusse del vino italiano. A soli 30 anni, intanto, per molti è diventata il punto di riferimento di tutta le denominazione. What else?

Elena Fucci
Titolo 2010

L'azienda vinicola Paternoster, che non ha bisogno di presentazioni essendo una dei fari storici della denominazione, si trova accanto ad Elena e, come facile immaginare, era abbastanza presa d'assalto dai vari appassionati per cui, dopo un pò di fila, arriva il mio turno. Non riesco a degustare il Don Anselmo perchè mi dicono avere "prezzo a parte" per cui mi devo "accontentare", se non voglio sborsare 3.5 euro, del Synthesi 2012. Ok, affare fatto! Il vino, affinato in botti grandi di rovere di Slavonia per l'80% e per il restante in barrique francesi, ha profumi di macchia mediterranea e pietra lavica e si caratterizza per una bocca di ottimo spessore e durevole persistenza. E propria questa la...sintesi del territorio (?).

Synthesi 2012

E' tempo di passare da Grifalco che, dopo la visita che mi avevano organizzato la mattina (seguirà report a breve) pensavo non avesse più segreti per me. Sbagliato. Durante il tour avevo mancato di degustare il Gricos 2010 che, quella sera, mi viene presentato umilmente come un "aglianico base che spesso e volentieri ci aiuta col mercato statunitense non troppo avvezzo, ancora, a tannini e strutture importanti....". Bevendo questo vino, purtroppo, capisci come spesso il concetto di "base" in alcune aziende debba essere rivisto verso l'alto. E' buonissimo e dalla beva assassina. Ad un prezzo di circa 8 euro è un regalo!


Luca Carbone mi aspetta al banco successivo, stasera è senza Sara che è in ferie con la famiglia. Meritate vacanze. Parliamo un pò di tutto, pianifichiamo per il giorno dopo la visita presso la sua bellissima cantina. Ho un solo jolly da giocare e, visto quello che mi aspetterà il giorno dopo (verticale di Stupor Mundi e non solo) mi lascio affascinare dal loro Rosa Carbone 2012. Beh, se state cercando i soliti rosati al sapor di Zigulì alla fragola le prossime righe non sono per voi. Il Rosa Carbone 2102 è un vino piacevolissimo, austero, salato e poco femminile. Già, le donne non dovrebbero bere "a canna" la bottiglia come ho fatto io...

Rosa Carbone 2012

Dopo un breve ma intenso passaggio per il bancone di Slow Food Potenza per una serie di assaggi di Presidi campani e lucani, arrivo da Viviana Malafarina e Pierpaolo Sirch, i "nuovi depositari" della tradizione dell'azienda agricola Basilisco che qualche anno fa è stata ceduta a Feudi di San Gregorio. Tra i vari assaggi presentati ottimo è stato l'approccio al Basilisco 2010, un vino dai marcati tratti vulcanici e speziati caratterizzato da tannini di ottima grana perfettamente integrati all'interno di un corpo deciso ma dotato di grande equilibrio e beva. Il Basilisco 2005, bonus prezioso, conferma che l'Aglianico del Vulture, adeguatamente affinato, può dar vita ad emozioni e complessità inaspettate per i neofiti del vino. 


Viviana e Pierpaolo
Annata 2005

Michele Laluce, per mia ignoranza, ancora non lo conoscevo e, dopo averci parlato qualche minuto, ho capito che fino ad oggi mi era mancata la vivacità mentale di questo caleidoscopico produttore di vino che al banco era accompagnato dalle sue due figlie. L'assaggio si è concentrato verso il suo vino di punta, Le Drude 2008, un vino che mi ha davvero colpito per il suo essere polposo, rotondo, succoso e gradevolmente minerale. Un virtuoso equilibrio e una persistenza notevole chiudono la degustazione. Bella scoperta!

Le Drude 2008
L'ultimo sforzo, chiamiamolo così, riguarda la visita al banco di un'altra importante azienda del territorio che prende il nome di Cantine del Notaio. Davanti a me, ancora mezza piena, si stagliava una bottiglia de La Firma 2009. Non ho fatto in tempo ad esclamare:"Voglio quella!!!!" che Amilcare già mi aveva versato mezzo calice di Aglianico del Vulture. Odorando e bevendo il vino non puoi che non constatare che questo è un vino di forte impatto emotivo, ha un estratto importante, una tattilità considerevole ed una persistenza, intarsiata da effluvi di cenere, davvero super. Certo, chi cerca il corpo di una ballerina di danza classica deve stare lontano da prodotti del genere ma se ami il vino non puoi non amare questo aglianico. Nel bene e nel male..



E' ora di tornare in mezzo alla folla, al popolo di Barile che sento festoso sotto la strada che scorre in basso ai bordi del cortile. Cantinando è anche questo, una festa fatta di voci, suoni e, perchè no, da odori di salsicce alla brace che da qualche ora mi stanno soggiogando come sirene. Arrivoooooooooooo!!





Se Fulvio Bressan è colpevole anche io sono colpevole. Come molti altri, del resto...

Sono probabilmente l'ultimo a scrivere qualcosa sul caso Bressan e, se ho aspettato tanto, è perchè sto cercando di riordinare le idee a mente fredda tentando di evitare banalità e frasi retoriche che, sono sicuro, scriverò a momenti.

Fonte: http://www.vinography.com

Bressan ha sbagliato, senza se e senza ma, e le frasi comparse sul suo profilo Facebook, non solo quelle comparse nella foto qua sopra, non lasciano adito a dubbi che trattasi di chiare espressioni di stampo razzistico che vanno condannate senza trovare alcun alibi.

L'azienda Bressan ha sbagliato anche una seconda volta, clamorosamente, perchè ha tentato di prendere le distanze dalle parole di Fulvio dicendo che non gli appartenevano in quanto provenienti dal profilo privato del vignaiolo di Farra di Isonzo. Una cazzata, questa, visto che l'azienda porta stampato il cognome Bressan e Fulvio, da quando ne è alla guida, è sempre stato un tutt'uno con la sua creatura. Non nascondiamoci dietro un dito.

Mi stupisce, in tutta questa vicenda, chi si sorprende (scusate il giro di parole) di ciò che è oggi Bressan. Fulvio è SEMPRE stato così, non è che un giorno si è svegliato razzista e ha scritto quello cose. Fulvio è sempre stato un personaggio contrastante e contrastato, vanitoso, egocentrico, superbo, maleducato. Tempo fa un mio caro amico mi parlava prorpio di lui che, durante lo scorso Vivit, ha cacciato in maniera assurda un delegato AIS dal suo banchetto solo perchè questo aveva la divisa dell'associazione.

Bressan, foto presa dal sito aziendale

Vogliamo poi parlare del rispetto nei confronti dei suoi colleghi? Basta guardare su Youtube le interviste che Bressan mi ha rilasciato qualche tempo fa e che sono costate al vignaiolo friulano la cacciata dai Superwhites.


Bressan non è perciò neanche un abile comunicatore, non c'è furbizia in lui, e di tutto ciò che sta succedendo, da imprenditore del vino, si addosserà tutte le responsabilità visto che la sua reputazione, fuori e dentro internet, è a zero e difficilmente potrà arrivare a uno negli anni. Basta pensare a tutti i siti internet che parlano di lui, dall'Italia agli Stati Uniti (dove esporta moltissimo) auspicando che professionisti del settore e consumatori, giustamente, prendano atto delle sue dichiarazione boicottando i suoi vini.

Insomma, Bressan questo era e questo sarà, non ha mai mentito a se stesso, ai suoi amici, ai suoi colleghi e a tutti coloro che hanno avuto rapporti di lavoro con lui che non potevano non sapere. Se lui è colpevole anche noi, tutti noi che in passato lo abbiamo recensito, esaltato, fatto diventare un produttore di culto dentro e fuori la Rete, abbiamo la colpa di ciò che sta accadendo e di ciò che è stato scritto.

Fulvio Bressan ha fatto comodo a molti, a chi millantava la sua amicizia, a chi si professava "esperto" perchè citava i suoi vini e, soprattutto, ai tanti che vendevano i suoi prodotti. Un esempio su tutti: SorgentedelVino.it, un'associazione di certo non è vicina a Forza Nuova, non si è mai accorta delle sue esternazioni? 

Tanta gente, quel pubblico e quella critica che ieri lo aveva esaltato, oggi sta abbandonando la barca Bressan, insultandolo e rinnegando per un passato che oggi deve essere convenientemente scabroso.

No, caro amico, te come me sei colpevole. Tutti noi, volendo, potevamo fermare l'onda della sottocultura prima che questa diventasse alta come un grattacielo di merda. Non l'abbiamo fatto e ora ci prendiamo le nostre responsabilità.

Quanto ai vini di Bressan, mi spiace, sarò impopolare, ma  se capiterà continuerò a bere i suoi vini. Oggi, più di prima, non vorrei girare le spalle a Fulvio, continuerò ancora a parlarci come ho fatto anche in passato per cercare di fargli capire che ha sbagliato e che è ora di cambiare perchè è il mondo che deve cambiare. Anche con lui.

Non farlo mi renderebbe colpevole due volte.

P.S.: evidentemente le mie ultime tre righe possono essere fraintese. La mia tesi è che di quello che ha scritto Bressan non condivido nulla e ogni forma di razzismo è da condannare fermamente. Quello che vorrei dire è che se un giorno incontrerò di nuovo Bressan non farò finta di non conoscerlo come faranno in tanti. No, andrò da lui e gli chiederò spiegazioni del suo gesto, vorrei capire cosa cazzo gli è passato in mente. Posso? Rimane fermo il fatto che su Percorsi di Vino non verranno più recensiti i suoi vini. Le sue bottiglie che ho a casa, mi spiace, ma se capita me le bevo..

A Tokyo gli appartamenti a portata di vino

Il Giappone è un paese affascinante ma per chi volesse acquistare o affittare un appartamento la questione non è affatto romantica visto che questo Paese, per la sua geografia offre poco spazio per costruire ed i prezzi del mercato immobiliare sono davvero alti anche per gli stessi abitanti che spesso, dopo essersi sposati, rimangono a vivere presso le loro famiglie in attesi di tempi migliori. 

Ogni mondo è paese!

Se, nonostante tutto, cercate casa a Tokyo e siete amanti del buon vino probabilmente non può esservi sfuggito il progetto di Takayuki Suzuki, agente immobiliare e direttore del comparto giapponese della Bordeaux Winebank, che a Marzo 2012 a dato via al progetto denominato Shibuya Shinsen Wine Apartment. 

Foto: http://japanpropertycentral.com

Di che si tratta? Semplice, all'interno del quartiere di Shinbuya, cuore pulsante della capitale nipponica, si sta costruendo un residence composto da 18 appartamenti di circa 45 metri quadri adatti a soddisfare ogni esigenza legata al vino e alla sua conservazione.

Foto: http://japanpropertycentral.com

Infatti, questo lussuoso condominio avrà a disposizione un sommelier dalle 11 alle 20 di ogni domenica così come ogni primo, terzo e quindi sabato del mese. In ogni momento il sommelier potrà rispondere via mail alle domande enologiche dei residenti i quali avranno anche a disposizione una cantina centralizzata i cui spazi potranno essere affittati per circa 22.000 yen al mese (circa 170 euro). 

Foto: http://japanpropertycentral.com

I residenti, per 10.000 yen all'ora, possono richiedere il servizio del sommelier in occasioni di cene e degustazioni con la possibilità, ovviamente, di affittare bicchieri, decanter e tutti gli accessori che possano servire in tali occasioni.

Tutti gli appartamenti privati, che possono solo solamente affittati per circa 260.000 yen al mese (3000 euro), disporranno di pavimento in legno di rovere, piccola cantinetta frigo, armadio per i bicchieri e piccola zona degustazione. 
A settembre 2013, probabilmente, saranno pronti.

Foto: http://japanpropertycentral.com

Chissà se in Italia un progetto così prenderebbe piede. Nel frattempo non ci resta che valutare il margine di successo che avrà in Giappone. Da quelle parti, si sa, stanno avanti....

Lo Champagne adatto per i rave di Ibiza? Pare sia già in commercio..

Cercherò di non essere troppo ironico ma sono costretto a farlo, devo tentare di spiegare l'idea che sta alla base di questa nuova iniziativa commerciale di stampo "sciampagnoso".

C'è un tizio che lavora ad Ibiza di nome Jorge Vallet che, nel 2011, pensando e ripensando ai motivi dell'esistenza umana, si è ritrovato a riflettere sul fatto che nessuna marca di Champagne che girava tra i vari club dell'isola fosse significativa per la movida del posto.

Cerco di spiegarmi meglio.

Questo signor Vallet, come folgorato sulla via di Damasco, ha ritenuto che Ibiza, nota per la musica elettronica, dovesse legarsi con questa bevanda in modo viscerale ed.....UNICO.

L'obiettivo di questo tizio, pertanto, è stato quello di aggiungere, si avete capito bene, la musica di Ibiza allo Champagne.

Vallet, per soddisfare questa sua innata esigenza, per oltre un anno (!!) ha fatto ricerche e ha intervistato sommelier, tecnici del suono e ricercatori della  "Ciencias de la Alimentacion".

Volete sapere il risultato di questo lavorone?

Bene!! In accordo con Nicolas Maillart, produttore di Champagne, sono state piazzate all'interno di grotte sotterranee 3000 bottiglie che sono state fatte fermentare con, nientepopodimenoche, un mix della migliore musica elettronica proposta dai migliori DJ internazionali. Musica sparata attraverso potenti altoparlanti!!!
Secondo quanto mi riferiscono sono state proprio le onde sonore e le vibrazioni ad aver catalizzato il processo di fermentazione. 

Lo Champagne non poteva avere nome migliore: DECIBEL



In giro ho trovato anche questo video dove ci sono alcune interviste a vari sommelier e DJ che decantano le virtù del vino.



Ah, sul sito aziendale ricercano 100 DJ che vogliano provare durante questa estate lo champagne. Solo se siete ad Ibiza però, altrimenti tutto questo lavoro non avrebbe senso.....




Vino ed Eros

Vino ed eros, il binomio perverso era conosciuto fin nell’antichità visto che questa bevanda a Babilonia era assunta durante le celebrazioni pubbliche e nei templi, dove gli ebbri si univano alle sacerdotesse di Ishtor, dea dell’amore. Re e dignitari erano i primi a soddisfare le proprie brame, poi con la distribuzione del vino anche al popolo la festa si trasformava in un’orgia collettiva.
Ippocrate, poi, ribadì il concetto che il vino era sinonimo di civiltà e buona salute, anche sessuale, riportando un’opinione comune secondo la quale questa bevanda, e non l’acqua, era adatta all’umanità civilizzata.
Greci e Romani dedicarono al vino il culto erotico del dio fallico Dioniso o Bacco, i cui effetti erano potenziati aggiungendo ingredienti afrodisiaci come cannella, mandorle o rosmarino. Addirittura Ovidio, nei suoi versi, suggeriva di ricorrere al vino come alibi per compiere i primi approcci o preparare all’amore: “Come se è vera nuocer può l’ebbrezza, così giova se è finta... i vini preparano gli animi e li rendono aperti agli ardori… e Venere nei vini diviene fuoco aggiunto al fuoco”.
Se il legame tra alcol e sesso è noto fin dalla notte dei tempi, solo da pochi anni si sono messe in piedi valide indagini scientifiche volte a capire il legame tra le bevande alcoliche, non solo vino, e sessualità.

Fonte: blitzquotidiano.it

La ricerca italiana più recente si chiama “L’utilizzo moderato e regolare di vino rosso è collegato a una migliore salute sessuale femminile“ ed è stata condotta da Nicola Mondaini e dai ricercatori dell’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze.
Lo studio ha preso in esame 800 donne dai 18 ai 50 anni, residenti nel Chianti, e attraverso l’utilizzo del “Female Sexual Function Index”, strumento di indagine utilizzato in ambito medico, ha definito la salute sessuale di ciascuna donna. Ognuna, dopo aver dichiarato se beve abitualmente vino o meno, ha dato un punteggio a ogni elemento compreso nell’atto sessuale, tra cui soddisfazione, interesse, dolore, eccitazione, orgasmo. Tutte coloro che hanno affermato di bere uno o più bicchieri di vino al giorno hanno ottenuto un punteggio più alto (27,3), rispetto alle donne che bevono occasionalmente (25,9) o non bevono del tutto (24,4).
I motivi? Sono da ricercare in alcune delle componenti polifenoliche del vino tra le quali emerge il resveratrolo, già balzato agli onori della cronaca alcuni anni fa, quando fu riconosciuto come elemento benefico per il funzionamento delle arterie. Oggi lo si celebra invece quale responsabile dell’afflusso di sangue nel membro maschile, favorendone così il rilascio e la conseguente erezione. L’unica accortezza da adottare è quella di evitare di “fare il pieno”: i dottori consigliano un consumo distribuito sui due pasti, evitando quindi di concentrare tutto alla cena, per esempio, pena l’ottenimento dell’effetto contrario!

Quindi, mi raccomando, bevete responsabilmente non solo per evitare seccature con l’alcol test ma, soprattutto, per scongiurare problemi di letto con la vostra partner!!!