Il primo contatto con Castello Tricerchi è avvenuto una sera d'estate al Simposio di Roma quando Gianni, mitico oste del wine bar, mi ha piazzato un bicchiere di vino rosso in mano dicendomi:"Andrè, senti questo Rosso di Montalcino quanto è buono, lo produce la persona che è al tuo fianco, l'avvocato Squarcia!!".
Gianni aveva ragione, era un gran sangiovese.
Squarcia, inizialmente, era un pò intimidito da tutti questi complimenti ed è comprensibile se si conosce la sua storia. Lui, che ufficialmente è un uomo di diritto, da poco è diventato anche produttore di Rosso e Brunello di Montalcino. Stop, correggo: è ridiventato produttore. Castello Tricerchi, infatti, era un marchio gestito totalmente dagli Agricoltori del Chianti Geografico e solo pochissimo tempo fa, non sto a scrivere i motivi, è ritornato in mano alla famiglia Squarcia che da secoli è proprietaria della tenuta di Montalcino e dei relativi vigneti. Insomma, Emanuele è ufficialmente un avvocato ma, come mi ha confessato, la sua passione è l'agricoltura e per lui, neo vignaiolo, questa è una sfida stimolante.
Castello Altesi - Foto: |
La nuova vita della famiglia Squarcia oggi gravità attorno al quattrocentesco Castello Altesi,al confine con il comune di Buonconvento, zona nord-est dell'areale di produzione del vino di Montalcino.
Emanuele, la cui azienda confina con Altesino e Caparzo, quando può scappa da queste parti e sovente lo potrete incontrare sopra il trattore mentre cura le sue vigne che, piantate su terreni di medio impasto ad una altezza di circa 250 metri s.l.m., si localizzano più o meno tutte intorno alla storica dimora.
Il primo ettaro e mezzo di sangiovese è stato piantato nel 1998 per arrivare ad oggi a circa 10 ettari a cui si aggiungono piccole percentuali di merlot e colorino per un totale di oltre 12 ettari di vigneto gestito usando i principi di una agricoltura il più possibile rispettosa dell'ambiente.
La cantine di Castello Tricerchi facevano parte degli ex granai della storica dimora dove oggi trovano alloggio vasche d'acciaio, botti e barrique di rovere francese. Lorenzo Landi, consulente enologo dell'azienda, stabilisce un protocollo di vinificazione e affinamento che prevede un anno di affinamento in barrique per il Rosso di Montalcino mentre per il Brunello di Montalcino l'affinamento prevede una parte in barrique (40% circa) e una parte in botti grandi da 20 hl (60% circa).
Per ora si prosegue così ma non è detto che in futuro, soprattutto per quanto riguarda i lieviti usati in vinificazione, non ci siano sorprese....
Con Emanuele Squarcia mi incontro una sera di Luglio a Montalcino per aprire qualche bottiglia nuova e, soprattutto, vecchia del suo sangiovese. Non so perché ha scelto me ma aveva bisogno di capire se la sua azienda era sulla rotta giusta.
Per perseguire questo obiettivo bisognava degustare tutte le annate del vino a disposizione attingendo anche dalla riserva di famiglia. Il futuro dipende fortemente dal passato.
Castello Tricerchi - Rosso di Montalcino 2012: tripudio di frutti rossi, ciliegie, lamponi e more con qualche nota terrosa. Sorso complesso, fresco, di personalità. Buon biglietto da visita!
Castello Tricerchi - Brunello di Montalcino 2003: l'esposizione nord dei vigneti probabilmente non ha fatto soffrire molto le uve in questo millesimo torrido. Il sangiovese, infatti, è strutturato, caldo ma al sorso non cede nulla rimanendo diretto, austero e con un finale balsamico molto intrigante. E' un vino pronto e noi siamo pronti a berlo.
Castello Tricerchi - Brunello di Montalcino 2005: da un millesimo per me sottovalutato nasce ancora una volta un sangiovese di carattere dotato di un'armatura solida, inespugnabile ma, al tempo stesso, di un'anima molto fine ed elegante. In bocca vale la stessa descrizione del naso ovvero duro apparentemente ma dotato di grande materia interiore che potrà solo migliorare col tempo.
Castello Tricerchi - Brunello di Montalcino 2009: giovanissimo ancora, al naso diffonde aromi di viola, ciliegia, resina e lieve sottobosco. Generoso al sorso dotato di grande forza gustativa interpretata da un tannino vigoroso ed in definizione. Finale lungo, persistente, con ritorni importanti di frutta rossa e fiori.
Terminiamo la degustazione con l'immancabile prova della annate ancora in botte. La 2010, che uscirà a febbraio per l'immancabile anteprima di Montalcino, ha dato vita ad un sangiovese cristallino e floreale che sono sicuro darà molta soddisfazione non solo a Castello Tricerchi. La 2011 è ancora chiusa e dura mentre la 2012, come accaduto anche per altre aziende della zona, ad oggi sembra un vino già pronto per equilibrio e piacevolezza. Infine, la 2013, di grande struttura che solo il tempo potrà dire come evolverà.
Castello Tricherchi è un'azienda che ancora in pochi conoscono ma che, sono sicuro, grazie ad Emanuele Squarcia avrà un futuro molto più fulgido rispetto ai suoi trascorsi che, scusate il giro di parole, probabilmente sono passati un pò troppo sotto traccia. Wine lovers avvistati...
Il primo ettaro e mezzo di sangiovese è stato piantato nel 1998 per arrivare ad oggi a circa 10 ettari a cui si aggiungono piccole percentuali di merlot e colorino per un totale di oltre 12 ettari di vigneto gestito usando i principi di una agricoltura il più possibile rispettosa dell'ambiente.
La cantine di Castello Tricerchi facevano parte degli ex granai della storica dimora dove oggi trovano alloggio vasche d'acciaio, botti e barrique di rovere francese. Lorenzo Landi, consulente enologo dell'azienda, stabilisce un protocollo di vinificazione e affinamento che prevede un anno di affinamento in barrique per il Rosso di Montalcino mentre per il Brunello di Montalcino l'affinamento prevede una parte in barrique (40% circa) e una parte in botti grandi da 20 hl (60% circa).
Per ora si prosegue così ma non è detto che in futuro, soprattutto per quanto riguarda i lieviti usati in vinificazione, non ci siano sorprese....
Per perseguire questo obiettivo bisognava degustare tutte le annate del vino a disposizione attingendo anche dalla riserva di famiglia. Il futuro dipende fortemente dal passato.
Castello Tricerchi - Rosso di Montalcino 2012: tripudio di frutti rossi, ciliegie, lamponi e more con qualche nota terrosa. Sorso complesso, fresco, di personalità. Buon biglietto da visita!
Castello Tricerchi - Brunello di Montalcino 2003: l'esposizione nord dei vigneti probabilmente non ha fatto soffrire molto le uve in questo millesimo torrido. Il sangiovese, infatti, è strutturato, caldo ma al sorso non cede nulla rimanendo diretto, austero e con un finale balsamico molto intrigante. E' un vino pronto e noi siamo pronti a berlo.
Castello Tricerchi - Brunello di Montalcino 2005: da un millesimo per me sottovalutato nasce ancora una volta un sangiovese di carattere dotato di un'armatura solida, inespugnabile ma, al tempo stesso, di un'anima molto fine ed elegante. In bocca vale la stessa descrizione del naso ovvero duro apparentemente ma dotato di grande materia interiore che potrà solo migliorare col tempo.
Castello Tricerchi - Brunello di Montalcino 2006: sangiovese sanguigno in tutti i sensi visto che al naso è talmente ematico che potrebbe diventare il vino simbolo di CSI Miami. A parte gli scherzi, è un Brunello molto più austero degli altri, più chiuso e minerale rispetto al precedente dal quale si differenzia anche per una complessità olfattivo diversa. In questo millesimo, infatti, ci sono toni impregnanti di prugna scura ed erbe aromatiche con un sorso dal tannino vivo e dal finale decisamente sapido. Intrigante!
Castello Tricerchi - Brunello di Montalcino 2009: giovanissimo ancora, al naso diffonde aromi di viola, ciliegia, resina e lieve sottobosco. Generoso al sorso dotato di grande forza gustativa interpretata da un tannino vigoroso ed in definizione. Finale lungo, persistente, con ritorni importanti di frutta rossa e fiori.
Castello Tricherchi è un'azienda che ancora in pochi conoscono ma che, sono sicuro, grazie ad Emanuele Squarcia avrà un futuro molto più fulgido rispetto ai suoi trascorsi che, scusate il giro di parole, probabilmente sono passati un pò troppo sotto traccia. Wine lovers avvistati...