E lo sapevo che alla fine la si buttava in politica, ancora destra contro sinistra e io ne ho le …… piene.
Non sono un militante di sinistra ma Carlin Petrini (stesso mio cognome anche se non è nemmeno un lontano parente) ha ragione: basta con le mega produzioni che non fanno altro che alimentare il mercato dei bottiglioni di vino che fa cagare venduto nei discount.
Non sono un militante di sinistra ma Carlin Petrini (stesso mio cognome anche se non è nemmeno un lontano parente) ha ragione: basta con le mega produzioni che non fanno altro che alimentare il mercato dei bottiglioni di vino che fa cagare venduto nei discount.
Non sono un enogastro-chic, non pretendo vino buono solo per i ricchi, voglio solo produzioni rispettose di tre componenti: lavoro, vigna e cantina. La qualità sarà una conseguenza logica sia per i vini da ricchi sia per i vini sfusi, da “poveri”.
Luigi Mascheroni, nel suo articolo su “Il Giornale”, critica l’uomo d’affari Petrini incolpandolo di volere prezzi alti per il vino buono che, in tal caso, rappresenterebbe solo un prodotto di elite, la stessa alla quale appartiene il fondatore di Slow Food.
Tratta da Sorgentedelvinolive.org |
Questo è un estratto dell’articolo di Mascheroni:
“Che gusto c’è a poter bere tutti meglio? A pensarci bene, nessuno. Almeno per i veri vignerons, per i gourmet più raffinati, per gli enogastro-chic... per quelli che il cibo e il vino li vogliono di qualità ma non di quantità, per pochi e non per tutti, «bio» ma non anche tuo, di lusso ma non di massa, quelli del «che bello stare a tavola ma solo con chi dico io»... Lo insegnano due-tre millenni di civiltà: le cose, più sono per pochi più sono ricercate. E quindi inevitabilmente più buone. Se sono alla portata di tutti, perdono «sapore». Da chic diventano cheap. Così, che il 2010 si preannunci un’annata speciale, con tanto vino e di buona qualità, ai radical-food and wine la cosa non va giù”.
Carlin Petrini |
Diciamo che forse Mascheroni non ha capito o letto alcuni passaggi dell’articolo di Petrini.
Sulle colonne di Repubblica si sostiene che produrre tanto non conviene perché le cantine sono piene di vino che non si vende, cosa che favorirebbe la diffusione di commercianti spregiudicati e industriali che speculano sul lavoro dei vignaiolo e che mettono in giro vino a basso costo tutt’altro che ottimo. Volete bere mondezza? Prego, accomodatevi, tanto c’è vino per tutti.
Quanto al presunto rialzo dei prezzi auspicato da Petrini è possibile che non sia stato letto questo suo passaggio:”in realtà, in un momento così drammatico, i vigneron italiani dovrebbero prendere esempio dai cugini francesi: qualche anno fa, in un momento di vacche magre, i produttori di Champagne decisero di diminuire la produzione del 30%. Una scelta come quella francese sarebbe non solo auspicabile, ma anche possibile, perché i produttori potrebbero declassare una parte dei loro grandi vini potendo contare su denominazioni meno importanti che in gergo vengono chiamate di ricaduta: basti pensare al Langhe Nebbiolo, al Rosso di Montalcino o di Montepulciano, così come al Valpolicella Rosso”.
Quanto al presunto rialzo dei prezzi auspicato da Petrini è possibile che non sia stato letto questo suo passaggio:”in realtà, in un momento così drammatico, i vigneron italiani dovrebbero prendere esempio dai cugini francesi: qualche anno fa, in un momento di vacche magre, i produttori di Champagne decisero di diminuire la produzione del 30%. Una scelta come quella francese sarebbe non solo auspicabile, ma anche possibile, perché i produttori potrebbero declassare una parte dei loro grandi vini potendo contare su denominazioni meno importanti che in gergo vengono chiamate di ricaduta: basti pensare al Langhe Nebbiolo, al Rosso di Montalcino o di Montepulciano, così come al Valpolicella Rosso”.
Caro Mascheroni sai questo cosa vuol dire? Bere meglio, tutti, e a basso prezzo. Strano che ti occupi di vino dopo aver letto le tue perle nell'articolo su Balotelli apparso sempre su Il Giornale. Di cosa ti occupi? Di vino o di calcio?
Per concludere inviterei i lettori a dare uno sguardo anche al blog Sapori del Piemonte e a questo manifesto. Forse prima di prendere la penna bisognerebbe informarsi ed accendere il cervello?