Dopo il Brunello, è la volta del Chianti DOCG e l’IGT Toscano. Nel corso di alcune perquisizioni svolte nell’ambito del filone investigativo che ha visto coinvolto qualche tempo fa il Brunello di Montalcino, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Siena, in collaborazione con l’Ispettorato del Ministero delle politiche agricole - (ICQ-RF), ha acquisito altri, distinti elementi investigativi che l'hanno condotta a concentrare l’attenzione sul Chianti DOCG e l’IGT Toscano.
In estrema sintesi, è emerso che alcuni degli indagati hanno sistematicamente reperito sul mercato delle enormi quantità di vino non rispondente al disciplinare IGT o DOCG, talvolta di bassissima qualità, per poi procedere ad una sua miscelazione con dei vini da taglio e quindi creare degli assemblaggi per un quantitativo stimato pari a circa 10 milioni di litri, poi rivenduti sul mercato con denominazioni di pregio (tra le quali anche Brunello e Rosso di Montalcino).
Per nascondere i reali trasferimenti del vino da un’area geografica all’altra, sono stati usati sistemi di falsificazione di registri di produzione, di vinificazione e di fatture fiscali.
Dopo un’attenta ed accurata analisi degli elementi acquisiti dagli inquirenti, il GIP presso il Tribunale di Siena ha accolto le richieste di sequestro preventivo avanzate per le ipotesi di reato di associazione a delinquere e frode in commercio aggravata.
Gli attori di questa nuova inchiesta sono di diverso genere e dislocati in diverse parti d’Italia (in prevalenza in Toscana, ma anche in Abruzzo, Trentino, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna). Tra loro ci sono enologi e imprenditori vinicoli anche di rilievo internazionale. Sono 17 i soggetti indagati, 42 le aziende vinicole interessate presso le quali sono state eseguite altrettante perquisizioni e sequestri.
Le indagini proseguono sotto la guida della Procura della Repubblica di Siena ai fini dell’accertamento dei profili di responsabilità anche con riguardo agli illeciti di natura tributaria.
Come dire...nulla di nuovo sotto il sole visto che ogni anno escono queste notizie per poi....PUF...
Fonte: http://www.sienafree.it/
In estrema sintesi, è emerso che alcuni degli indagati hanno sistematicamente reperito sul mercato delle enormi quantità di vino non rispondente al disciplinare IGT o DOCG, talvolta di bassissima qualità, per poi procedere ad una sua miscelazione con dei vini da taglio e quindi creare degli assemblaggi per un quantitativo stimato pari a circa 10 milioni di litri, poi rivenduti sul mercato con denominazioni di pregio (tra le quali anche Brunello e Rosso di Montalcino).
Per nascondere i reali trasferimenti del vino da un’area geografica all’altra, sono stati usati sistemi di falsificazione di registri di produzione, di vinificazione e di fatture fiscali.
Dopo un’attenta ed accurata analisi degli elementi acquisiti dagli inquirenti, il GIP presso il Tribunale di Siena ha accolto le richieste di sequestro preventivo avanzate per le ipotesi di reato di associazione a delinquere e frode in commercio aggravata.
Gli attori di questa nuova inchiesta sono di diverso genere e dislocati in diverse parti d’Italia (in prevalenza in Toscana, ma anche in Abruzzo, Trentino, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna). Tra loro ci sono enologi e imprenditori vinicoli anche di rilievo internazionale. Sono 17 i soggetti indagati, 42 le aziende vinicole interessate presso le quali sono state eseguite altrettante perquisizioni e sequestri.
Le indagini proseguono sotto la guida della Procura della Repubblica di Siena ai fini dell’accertamento dei profili di responsabilità anche con riguardo agli illeciti di natura tributaria.
Come dire...nulla di nuovo sotto il sole visto che ogni anno escono queste notizie per poi....PUF...
Fonte: http://www.sienafree.it/