di Lorenzo Colombo
Conosciamo Cristina
Inganni da molti anni, praticamente dall’inizio della sua avventura nel mondo
del vino; ci era stata presentata da un’amica produttrice in quel di Lugana e
quindi abbiamo potuto assaggiare i suoi vini diverse volte nel corso degli
anni.
Più tardi
abbiamo conosciuto anche Diego Lavo che è diventato successivamente
comproprietario dell’azienda Cantrina.
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Cristina Inganni e la sua famiglia |
Cantrina è
una piccola frazione del comune di Bedizzole, qui nel 1999 Cristina Inganni
decide di portare avanti il sogno del marito Dario Dattoli ristoratore
bresciano -morto in un incidente l’anno prima- appassionato di vini francesi, aveva
impiantato una decina d’anni prima alcune vigne per la produzione di vini da
consumarsi nei propri locali.
In
quest’impresa le viene in aiuto Diego Lavo, che aveva un’azienda specializzata
in impianti di vigneti.
Nascono così
i primi tre vini, commercializzati a partire dall’annata 1999.
Nel corso
degli anni la superficie vitata è aumentata, ora sono otto gli ettari a
vigneto, divisi in tre diversi appezzamenti, per una produzione di circa 40
mila bottiglie, suddivise in otto diverse etichette.
In occasione
del ventennale della cantina, sono stati proposte tre verticali dei primi vini
prodotti dall’azienda, dalla prima annata, ovvero la 1999, sino a quelle
attualmente in commercio.
I tre vini,
che nel corso degli anni hanno visto notevoli cambiamenti nella loro
elaborazione sono: Igt Benaco Bresciano Bianco “Rinè”, Igt Benaco Bresciano
Rosso “Nepomuceno” e Vino Bianco Passito “Sole di Dario”.
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Degustazione del ventennale |
Noi
c’eravamo, ecco quindi quant’abbiamo riportato:
Rinè
Attualmente il vino, che nel corso degli anni ha visto diverse modifiche, sia
nella sua composizione, come nello stile produttivo, è composto da un blend di Riesling
(65%), Chardonnay (30%) e Incrocio Manzoni (5%).
Riesling ed Incrocio Manzoni fermentano in acciaio, dove
maturano sulle proprie fecce per sei mesi, mentre parte dello Chardonnay
fermenta in tonneaux dove poi sosta per cinque mesi. La resa è di 40 hl/ettaro e le bottiglie prodotte sono
3.500. Parte delle uve provengono dai primi impianti, quelli del
1991.
1999 – Color
giallo dorato luminoso.
Intenso al
naso, presenta decise note tostate e di caffè, il legno, ancora in evidenza,
non è stato completamente assorbito.
Discretamente
strutturato, sapido e succoso, ancora decisamente fresco, con legno in evidenza
e lunga persistenza.
2002 – Color
oro antico, intenso e luminoso.
Mediamente
intenso al naso, presenta note tostate ed affumicate, con leggeri accenni
d’idrocarburi.Succoso e
fresco, con sentori di legno dolce e note aromatiche, buona la persistenza. E’ il vino
che abbiamo preferito in questa batteria, ci ha ricordato stilisticamente
alcuni Borgogna.
2005 – Color
oro luminoso.
Di media
intensità olfattiva, si colgono leggere note di legno ed accenni idrocarburici. Fresco e
sapido, leggermente esile, con sentori d’idrocarburi su lunga persistenza.
2008 –
Giallo dorato.
Discretamente
intenso al naso, con note tostate-vanigliate e sentori di fiori appassiti.
Succoso e
molto fresco, verticale, con bella vena acida e note minerali, lunga la sua
persistenza. Altra annata
da porre ai vertici.
2013 – Color
paglierino scarico, con riflessi verdolini.
Di buona
intensità olfattiva, minerale, elegante, con sentori d’idrocarburi. Discretamente
strutturato, fresco, sapido verticale, con spiccata vena acida (citrino) e
lunga persistenza.
2017 (Non
ancora in commercio) – Verdolino luminoso.
Di buona
intensità olfattiva, fresco e minerale, presenta sentori d’agrumi.
Fresco,
succoso, agrumato, minerale, leggermente esile, di media persistenza. Il vino che
maggiormente abbiamo apprezzato è stato quello dell’annata 2002, seguito a
ruota a quello del 2008.
Nepomuceno
Anche questo
vino ha subito diverse modifiche nel corso degli anni, la sua composizione
attuale prevede: 70% Merlot, 15% Rebo e 15% Marzemino.
Le uve
provengono da un vigneto di 1,35 ettari, collocato a circa 200 metri
d’altitudine che fornisce una resa di 50 ettolitri/ha.La
fermentazione avviene in acciaio, con lieviti indigeni, mentre l’affinamento,
per 18 mesi in tonneaux. Dopo
l’assemblaggio la massa riposa per ulteriori 18 mesi in botti di grandi
dimensioni. Se ne
producono circa 6.000 bottiglie/anno.
1999 –
Bellissimo il colore, rubino-purpureo luminoso. Quasi impensabile per un vino
di vent’anni d’età.
Intenso al
naso, vegetale (peperone), con frutto rosso ancora in evidenza (altra cosa
impressionante). Freschissimo
e succoso, con un bel frutto rosso e sentori di radici, buona la persistenza. In tutta
onestà non ci aspettavamo una simile tenuta nel tempo, soprattutto su simili
livelli.
2001 –
Campione purtroppo ingiudicabile, tutte le bottiglie aperte presentavano
purtroppo sentori di riduzione e ossidazione piuttosto pronunciati. Peccato.
2005 –
Rubino-granato, intenso e luminoso.
Mediamente
intenso al naso, elegante, presenta leggere note balsamiche e di confettura.
Fresco,
balsamico, succoso, con un bel frutto rosso ed una buona trama tannica, note
dolci su lunga persistenza.
2007 –
Profondissimo il colore, unghia purpurea.
Bel naso,
intenso e balsamico, con accenni di radici e di salamoia.
Molto
fresco, elegante e complesso, con tannini importanti ma mai fastidiosi, sentori
di radici su lunghissima persistenza.
2011 – Color
rubino-purpureo, di discreta intensità.
Mediamente
intenso al naso, delicato, con accenni aromatici e leggere note balsamiche.
Fresco,
pulito, fruttato, succoso, con tannini in perfetto equilibrio e buona
persistenza. 86-87
2015 (Non
ancora in commercio) – Rubino-purpureo-violaceo.
Di media
intensità olfattiva, fruttato, presenta note balsamiche. Fresco e
pulito, con un bel frutto ed una buona persistenza. Ancora molto giovane.
Grandi vini
quelli delle annate 1999, 2007 e 2005.
Sole di Dario
Suavignon,
Semillion e Riesling compongono questo vino. Piantato nel 1991 con densità di
5.000 ceppi/ettaro, il piccolo vigneto, collocato accanto alla casa padronale
s’estende su 0,3 ettari, la resa è di 16,5 ettolitri/ha. Prodotto
unicamente in annate che possono garantirne la qualità, dopo un’accurata
selezione le uve vengono poste ad appassire in cassette per tre mesi, l
fermentazione avviene in barriques nuove, dove il vino rimane in affinamento
per ventiquattro mesi. Nell’annata
2012 ne sono state prodotte 1.290 (mezze) bottiglie.
1999 – Color
ambrato scarico.
Intenso al
naso, presenta elegantissime note ossidative e sentori di caramella al
rabarbaro.
Fresco,
verticale, succoso, elegantissimo, si colgono sentori di rabarbaro e di
caramella all’orzo, lunghissima la sua persistenza. Un prodotto
di classe assoluta che ha retto meravigliosamente il passare del tempo.
2001 –
Ambrato-topazio di buona intensità.
Intenso al
naso, con sentori di caramella all’orzo. Molto
intenso al palato, piacevolmente ossidativo (ci ricorda uno Sherry).
2006 – Color
ambrato-topazio.
Discretamente
intenso al naso, elegante, con sentori di caramella all’orzo, datteri e fichi
secchi. Fresco al
palato, dove presenta una leggera pungenza, lunga la persistenza.
2009 –
Ambrato luminoso.
Mediamente
intenso al naso, dove si coglie frutta secca e sentori d’orzata. Fresco ed
intenso alla bocca, discreta la persistenza.
2012 –
Colore tra l’ambrato e l’oro antico.
Discretamente
intenso, al naso presenta sentori di canditi, datteri e fichi secchi. Fresco e
succoso, si colgono note di scorza d’arancio candito, lunghissima la sua
persistenza.
Grandissimo
(secondo noi) il 1999, seguito dal 2012.