La differenza tra un "si dice" e la ricerca della verità la fa una telefonata al diretto interessato, quel Walter Massa che può piacere oppure no ma al quale non possiamo addebitare il reato di "amicizia farinettiana" rivolgendogli vagonate di social-merda. Quale sarebbe la sua colpa? Essere vicino di casa della Borgogno? Aver attirato importanti investimenti nell'areale del Derthona V.B.? Prima dare risposte affrettate io, prima di tutto, mi leggerei attentamente quanto mi ha voluto riferire ieri Walter Massa.
Con questo prolisso comunicato intendo chiarire la posizione della mia azienda che e’ onorata di aver come prossimo collega di avventura e confinante di terreni l’azienda Borgogno di Barolo. I vigneti Massa dal 1879 sono della mia famiglia e oggi sono ancora serenamente posseduti al 50% da mia sorella Paola e per il resto dal sottoscritto, entrambi abbiamo competenze specifiche e ruoli ben chiari nella conduzione.Tra le altre cose, mai e stato preso inconsiderazione di variare l’assetto societario al di fuori della famiglia. Proprio per questo, dopo aver letto alcune notizie su internet, vorrei smentire categoricamente di aver in corso operazioni finanziarie, societarie, consulenze scientifiche e collaborazioni di vigna e cantina con la Borgogno, con la famiglia Farinetti, con Eataly.
Ritengo l’azienda Borgogno strutturata, rodata con risorse umane ed intellettuali tali da per continuare a dare valore aggiunto all'economia italiana e, da oggi, contribuire a dare la giusta visibilità alle mie colline e valli, culla naturale del vitigno timorasso.Collaborare per noi vuol dire stare bene al mondo, con noi stessi e con gli altri. Quando uno scambio non reca negatività e può a chi dona e donar sollievo a chi lo riceve, perché non dare, negarsi e negarci.Approfitto di questo illogico polverone per esternare il mio pensiero per il prossimo futuro del vitigno timorasso, le strategie e gli obiettivi del Derthona V.B.Ciao a tutti.
Walter Massa
Il mondo, tutto sta cambiando….
Il mondo del vino sta cambiando alla velocità della luce…
Il vino sta cambiando il mondo, con consumi salubri, ludici, culturali… sempre più consapevoli, sempre meno da sballo
…..con il vino si è capito che non si “deve mai essere “contro” ma “versus”, è la stessa roba, ma molto più fine, direi civile.
Il mio mondo , le mie colline tortonesi non sono mai cambiate, sono sempre state spremute, direi “munte” senza riconoscenza per 4.000 anni, pur con 4.000 anni di storia di agricoltura , di vigna e di cantina.
Io, per rispetto, forse amore verso di loro , 40 anni or sono o forse più ho detto
…………………………………………………………………………………………..B A S T A SOPRUSI, MILLANTAZIONI, VIOLENZE, legge del taglione,………………………ce la debbo fare………………………………………………………
Io, sono stato fortunato e premiato……, dovrò pur essere riconoscente verso chi pur essendo come me, non ha avuto i miei privilegi; ho avuto un genoma su cui costruire un percorso imprenditoriale, enologico, culturale positivo.
Madre Natura e Sorella Cultura mi han dato un genoma da plasmare a mia immagine e somiglianza, ed io, non solo parafrasando Erasmus da Rotterdam so che “il vino e’ il riflesso della mente”;
quel genoma si chiama TIMORASSO, che e’ il nome di un’uva che io coltivo dagli anni ottanta con cui , meglio “da cui” ottengo un vino che per volontà popolare senza targhe ed essere taggato si chiama DERTHONA V.B.
Sono intervenuto nella coltivazione della vite, meglio, direi nella gestione del vigneto, nell’approccio in cantina mettendo a punto un protocollo di produzione che esalta l’interazione TERRENO TORTONESE E VITIGNO, poi la comunicazione, e li, colpo di fortuna all’ennesima potenza, la storia ci ha donato il nome DERTHONA V.B. per DIFENDERE il vino di uva timorasso ottenuto nella sua culla originale, le valli del Borbera, Curone, Grue, Ossona, Scrivia e Spinti. Con 240 euro ho registrato il marchio all’ufficio brevetti per la categoria merceologica Vini Spiriti e Liquori e questo nome contribuisce da 15 anni a comunicare al mondo e nel mondo la bellezza delle nostre colline, e se per una parte troppo piccola, la gioia delle nostre colline, da un verso immensamente grande la tristezza, l’abbandono dei nostri villaggi.
In sintesi, la ricchezza dei cimiteri, la povertà dei battisteri.
Il derthona V.B. è da qualche lustro considerato tra i migliori vini bianchi d’Italia, risultato ottenuto nel Tortonese, con le uve di timorasso e prodotto da una squadra di aziende e di vignaioli autoctoni.
Questa alta considerazione può risultare sorprendente per i “normali”, ma non appagante per chi vuole, per chi sa, per chi può osare……perché crescita e dialogo vanno a braccetto per portare sorrisi, cultura, economia, appartenenza in tutto il territorio tortonese, direi italiano.
Noi, e quando scrivo NOI, intendo i vignaioli, i viticoltori, gli imprenditori vinicoli, la cantina cooperativa di Tortona che, tutti tortonesi fino al midollo abbiamo dimostrato che si puo’….
Oggi si “deve” fare il salto per dimostrare e collocare il vino derthona nell’olimpo dei piu’ grandi vini bianchi del mondo.
Non e’ detto che vinca anche questa partita, quella che darà anche senso quantitativo alla mia vita, ma è dovere, e per rispetto all'umanità che devo, dobbiamo provarci.
La Scuderia Ferrari, icona del made in Italy, dopo una partenza a fine anni '40 con tecnici, meccanici, piloti italiani, per essere competitiva verso Lotus, McLaren, Mercedes, Williams e C. ha assunto, piloti, manovalanze e tecnici anche stranieri, per un certo periodo anche il portavoce.
L’internazionale F.C., per ritornare sul trono d’Europa 45 anni dopo, ha dato ad un’allenatore portoghese una rosa di calciatori cosmopoliti e multirazziali.
Il mio tortonese per affrancarsi nel salotto buono del vino mondiale, ossia nelle migliori enoteche, sulle carte vini dei ristoranti che pagano e contano, nelle più importanti cantine private del mondo e battuto alle aste del vino in tutti i continenti deve crescere.
Il mio tortonese da sempre coltiva in maniera significativa 7 cultivar da sempre presenti sulle colline e coltiva ancora circa 2.000 ettari di vigneto, negli anni '50 erano oltre 5.000.
5000 ettari di grandissima potenzialità per uve bianche e nere a disposizione dell’umanità da bere, e delle imprese da coltivare, per produrre uva, vino, ma su tutto P.I.L.
Senza andare in Portogallo, Francia, Brasile, Germania, Inghilterra, il tessuto umano del tortonese si e’ arricchito innestando la conoscenza, la cultura, l’amicizia, la rodata struttura di tre aziende piemontesi. eccoci pronti a partire verso mete, che farebbero felice Martin Luther King, la realizzazione di un sogno.
Una serie di concause, tra cui anche una anche triste, ha fatto sì che tre aziende piemontesi con vigne e cantine in Langa e Monferrato, con presenza commerciale in oltre 50 nazioni al mondo investissero nel tortonese, coltivando il timorasso e ampliando la loro prestigiosa gamma con la referenza Derthona V.B.
Le tre aziende in rigoroso ordine alfabetico sono: Borgogno di Barolo, la Ghersa di Moasca, Alfredo e Luca Roagna, di Barbaresco.
Io rimango nella mia bergere di Monleale, correndo nelle mie vigne, nella mia cantina, e partecipando a tutti i consessi del vino che mi vorranno, con la libertà produttiva, imprenditoriale e culturale che mi ha accompagnato per oltre 40 anni di vita produttiva, con altri sogni, come poter portare gente di tutte le etnie a parlare DIALETTO tortonese sulle colline tortonesi, perché con i se, i ma, le cinture di castita’ e le vessazioni ed i preconcetti abbiamo toccato il fondo.
Intanto, il genoma del timorasso interessa altri territori, spero non ci credano per moda, ma per qualità e forza espressiva. Spero che chi comunicherà il frutto di queste nuove interazioni abbia la cultura, la saggezza di comunicare il vitigno tra gli ingredienti perché a furia di comunicare il vino con gli ingredienti e non con il territorio, delocalizzeremo in altri continenti pure vigneti ed a questo punto sarà la fine della nostra agricoltura, quella etica. Rimarrà quella estetica, ma per rimediare gli sbagli quella epica non e’ sempre a disposizione.
Sveglia ITALIA.
Walter Massa