Si è ormai quasi compiuto un anno, un ciclo intero,
dall'inizio della crisi. Quali sono le cose che ti ha insegnato la nuova
situazione. Ossia, c'è qualcosa che hai iniziato a fare, considera, che
prima non facevi o che avevi rimandato?
Nella
primavera del 2020 la pandemia ci ha colto di sorpresa. Tutti noi, in prima
linea la politica e chi ci governa, non avevamo punti di riferimento né
esperienza su come comportarci in una situazione di emergenza come quella del
Covid19. Molte decisioni sono state prese in preda al panico, senza analizzare
il peso delle stesse e le conseguenze. Inoltre, in quel periodo l’allora
ministra Bellanova era indaffarata con i problemi dei lavoratori agricoli in
Puglia che sicuramente andavano messi a posto, ma non si è occupata (così come
tutti i rappresentanti di categoria) di comprendere e trovare soluzioni a
diverse problematiche di altre zone d’Italia. La mancanza di personale
specializzato in viticoltura era ed è un problema rimasto tuttora irrisolto e,
finiamola di nasconderci dietro un dito e fare polemica, i nostri connazionali
da decenni non vogliono più svolgere lavori manuali in vigna. Inoltre, per
soffocare la polemica sul nascere, questi lavori nei vigneti non sono né da “spaccatore
di pietre” né da “padrone sfruttatore di manodopera estera a basso costo”.
Per quest’anno, visto che ora un po’ di “esperienza Covid” ce l’abbiamo
tutti, non prevedo grandi disagi nel fare arrivare via terra i nostri fidati
collaboratori stagionali in Italia dalle loro patrie. Per quanto mi riguarda,
la mia squadra prima di partire dalla sua nazione di residenza è tenuta a fare
un test e poi, una volta arrivati a destinazione, facciamo fare un ulteriore
test. Poi il lavoro in vigna viene suddiviso in più gruppi di piccole dimensioni
ed i singoli collaboratori vengono fatti alloggiare in strutture aziendali
sempre in gruppi più piccoli che in passato, con i dovuti e necessari
distanziamenti.
Molte aziende hanno scoperto, o rafforzato, l'e-commerce.
Pensi che sia una attività complementare o è destinata a diventare il canale di
vendita principale
Mi
collego a quello che ho detto poco sopra: la digitalizzazione non si fermerà
più nel mondo vitivinicolo. L’e-commerce in futuro sarà onnipresente anche nel
nostro settore e darà un sostanziale supporto alle aziende. L’e-commerce,
secondo me, sarà complementare ai canali tradizionali, che saranno sempre
prioritari come in passato. Sono convinto, che l’e-commerce e la
digitalizzazione daranno molte opportunità di fare business a tutti,
dall’enotecario fino al ristoratore. È importante non opporsi a priori alle
novità, ma riflettere come poter al meglio adattare le nuove tecnologie ed
opportunità nel e per il proprio business.
Tanti hanno riconsiderato
la partecipazione alle fiere, ai convegni, al world show. Qual strategia pensi
per la tua azienda? Confermerai tutto o rinunci a qualcosa?
Sinceramente
le fiere ed i grandi incontri mi sono meno mancati dal punto di business, ma
più da un punto “umano” di incontro personale con i clienti. Le fiere, e anche
questa tematica non è nuova, vanno ripensate: più business e meno festa. Se in
futuro sarà di nuovo possibile partecipare alle principali fiere del settore,
io sarò il primo ad essere presente. L’aspetto “d’incontro” nel mondo del vino
è importante e va curato.
Cosa avrebbe potuto fare
lo stato italiano per stare più vicino al mondo del vino che non ha fatto?
Questa
tematica è direttamente collegata alle chiusure di ristoranti e alberghi.
Questi settori hanno fatto l’impossibile per mettere in sicurezza i loro locali
ed alla fine sono rimasti i settori più penalizzati dai vari decreti. Per quel
poco che oggi si sa della divulgazione del Covid, i contagi in queste strutture
statisticamente sono minimi. Seppur con severe restrizioni e controlli da parte
delle autorità, la ristorazione si poteva anche tenere in vita e con ciò tenere
in vita tutta la filiera collegata ad essa: dei fornitori di alimentari,
bevande, vino, ecc.
Tu lavori anche in Germania: con il passare dei mesi le due
situazioni, anche dal punto di vista numerico, sembrano abbastanza simili. Qual
è il tuo bilancio: ci sono, e quali, differenze per chi opera nel settore
vitivinicolo?
I
vini della mia azienda tedesca vengono prevalentemente venduti in Italia.
Parlando con i miei colleghi viticoltori tedeschi però vedo molta
preoccupazione, poiché una grossa fetta delle loro vendite, così come per la
mia azienda altoatesina in Italia, viene generata dal reparto Ho.Re.Ca. .
Quello che però differenzia l’Italia e la Germania è che la vendita a clienti
privati in e dalla cantina in Germania ha molta più tradizione che in Italia.
Questa fascia di clientela è rimasta molto fedele alle sue cantine anche e
soprattutto in tempi di lockdown.
Infine: quali programmi per la tua azienda?
Digitalizzazione,
digitalizzazione, digitalizzazione, non avere paura del futuro e convincere la
propria clientela del settore Ho.Re.Ca. che il futuro ci ha già raggiunti e
sorpassati. È ora di prendere questo treno ad alta velocità….
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