di Luciano Pignataro
Per la rubrica Delivery IGP abbiamo intervistato Daniela e Antonio De Gruttola, punti di riferimento della viticoltura naturale in Campania.
Sì, siamo stati i primi in Campania, abbiamo puntato ogni cosa sull’agricoltura pulita senza prodotti chimici di sintesi, sulla vinificazione naturale*, sulle vigne vecchie ed oggi dopo vent’anni e questa inaspettata pandemia possiamo testimoniare che questa crisi non ci ha toccati, anzi ci ha fatto crescere. In passato ci hanno giudicati per le nostre scelte, molti consideravano le nostre vinificazioni senza aggiunta di solforosa impossibili, una viticoltura senza l’utilizzo di prodotti sistemici addirittura veniva vista come la fine.Oggi la nostra piccola azienda irpina si ritrova un patrimonio unico al mondo. Nel nostro fascicolo abbiamo 10 ettari di vigne storiche, piante di 80/100 anni, dunque vitigni autoctoni, dove ci sono l’Aglianico, il Greco, il Fiano, la Coda di Volpe bianca e rossa e tantissime altre varietà di vite e di alberi da frutto che non espianteremmo per nessun motivo al mondo, perché la “multicolturalità” è una delle bellezze del terroir irpino! Produciamo più di 20 tipologie di vini, anche questa scelta è vista dal mercato tradizionale come un errore ma la domanda tipica di uno nostro distributore è “quale vino avete disponibile in questo momento?” e puntualmente l’ordine riguarderà le disponibilità. Ma chi sono i nostri distributori italiani e i nostri importatori esteri? Sono degli appassionati di vino naturale, sono dei bevitori, dei grandi conoscitori, sono giovani ma hanno un’esperienza di degustazione davvero ampia e continuano a crescere, sono dei curiosi e soprattutto sono molto dinamici, quando è arrivato il virus nei loro mercati si sono attrezzati al commercio online in pochissimo tempo. La nostra impostazione in questi tempi è vincente ma certo vogliamo come tutti ritornare alla normalità.
*vinificazione naturale(secondo noi): le uve sane vengono portate in cantina, pigiate e fatte fermentare senza aggiunta di lieviti, in nessuna fase viene aggiunta la solforosa, non avviene alcuna filtrazione o chiarificazione o alcun intervento che prevede l’utilizzo di un prodotto chimico. Un solo ingrediente: l’uva.
C’è qualcosa che il governo e le istituzioni avrebbero potuto fare e che non è stata fatta?
Noi riteniamo che sicuramente non è stato semplice gestire la pandemia e il governo ha aiutato inizialmente in maniera sufficiente le realtà commerciali. Nel settore agricolo tutte le misure messe in campo non sono state sufficienti e purtroppo è proprio quello il settore che doveva essere rivalutato in questa crisi pandemica. Sono molti gli Stati che si sono fatti un esame di coscienza sui sistemi di produzione alimentare ed aspettiamo che anche l’Italia faccia questa riflessione fino ad arrivare a bandire un’agricoltura che utilizza prodotti chimici di sintesi.
Pensate che i mercati alternativi, tipo gdo e e-commerce, possano essere una soluzione nell’immediato e possono cambiare il modo di vendere il vino?
Per noi il commercio online si è subito attivato durante il primo lockdown, lavorando in circa 30 Stati, ognuno di essi ha risposto in tempi differenti, ma hanno tutti puntato su questa forma di vendita che era l’unica possibile. Si è dunque superato il tabù dell’acquisto del vino online in stati dove non era mai avvenuto come ad esempio in Inghilterra, sono nati negozi virtuali con selezioni di vini naturali molto accurate dove alle spalle c’erano già degli esperti importatori o enotecari. Anche qualche ristoratore ha cominciato a contattare i propri clienti via mail pensando a delle formule di vendita alternative sia per il food che per il vino. In tutto questo però la gdo non c’entra nulla, chiaramente noi ci riferiamo al mercato di piccole aziende artigianali che non avrebbero i numeri per entrare nella gdo. Il commerciante di questa tipologia di vini online ci tiene ad avere una selezione specifica, ama dare la propria impronta a quella carta di vini, l’acquirente di questi tipi di vino non è uno che compra a caso, si affida ad un esperto oppure ha le idee chiare e cerca da solo le specifiche bottiglie. Ipotizzando un cliente che vuole uno nostro vino da acquistare online, inserendo su internet le informazioni principali oggi si ritrova molteplici possibilità che prima non esistevano.
Qual è, a vostro giudizio, lo stato attuale dei vini naturali? Moda o tendenza definitiva?
Crediamo che il pubblico di interesse di questi vini sia indubbiamente cresciuto e in questo pubblico ci sono dei consumatori più giovani che cercano vini semplici e freschi, i cosìddetti glou glou wine e poi c’è una parte che ha delineato uno stile di consumo permanente e senza tempo. Con questo vogliamo dire che secondo noi in questa fetta ci si è riappropriati del termine vino che finalmente può non essere affiancato all’aggettivo “naturale”, per loro questo è il vino, una fotografia di un’annata capace di attraversare il tempo. Come tanti vini del passato che sono stati fatti con una vinificazione che oggi definiamo per forza “naturale” ma che prima era la stilistica consolidata. E quando un consumatore acquisisce questo stile di consumo non lo lascia più.
Quali sono le novità di Cantina Giardino?
Ogni annata porta una novità nelle nostre produzioni. Quest’anno ad esempio durante il lockdown, avendo molto tempo a disposizione, abbiamo pensato di fare qualche cambiamento di immagine e di reintrodurre la forma della bottiglia renana per i vini bianchi ed un restyling del logo e delle etichette. Invece per la produzione a settembre abbiamo presentato la nostra prima falanghina in purezza ed introdotto dei contenitori di cemento.
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