Ferragosto con Cupano e il suo Brunello di Montalcino 2007

Pranzo di Ferragosto, di quelli seri e belli, in famiglia, lontano dalla spiaggia e immerso nella campagna cilentana ai piedi del monte Gelbison. Il capretto locale con le patate è d'obbligo, ma con cosa abbinarlo?



Gira e rigira tra le bottiglie, questa no, è troppo giovane, questa no perché è troppo fine, questa no perché estrema...ecco, questa magnum 2007 di Brunello di Montalcino di Cupano che giace da tempo ormai immemorabile nella vecchia cantina di casa potrebbe andare. Daje!


Ornella e Lionel - Foto: montalcino news


La storia di Cupano nasce negli anni '70 quando Lionel, allora direttore della fotografia di film francesi, e sua moglie  Ornella visitano le terre di Montalcino grazie alla presenza del loro amico pittore Yoran Cazac che li farà innamorare del territorio tanto che, nel 1996, circa venti anni più tardi, la coppia acquisterà la loro tenuta. La proprietà è di 34 ettari con un casale, all'epoca era ancora possibile fare questi acquisti, a 200 metri di altezza con sguardo sul fiume Ombrone in direzione mare. Ma non è solo la storia di Lionel e Ornella ad essere interessante: anche la filosofia di approccio alla produzione è stata pionieristica visto che i circa sette ettari di vigneto, già nel 1998, fanno riferimento alla filosofia biodinamica di François Bouchet In cantina, poi, fin dall'inizio si è fatto uso di lieviti non selezionati e delle barrique di media tostatura che mostrano immediata simpatia per il sangiovese allevato in queste specifiche condizioni pedoclimatiche su suolo argilloso e in parte ciottolato.


Foto: 67 Pall Mall


La 2007 è ufficialmente annata a cinque stelle per il Brunello di Montalcino. Pur non volendo dare un credito definitivo a questa classificazione (ma a quale altra se no?) sappiamo tutti che per gli enologi è stata una vendemmia di incorniciare, estate particolarmente calda, la più calda dopo la 2003 e prima della 2011, che ha portato a piena maturazione le uve. Caldi, ma anche le giuste piogge, con frutta sana in cantina quasi ovunque. Le annate calde non sono di per se una tragedia se si impara a difendere l'uva, anzi sono spesso un trampolino di lancio per chi ha saputo fare bene il lavoro in vigna come dimostrano ancora oggi tanti rossi (ma anche bianchi) del 2003.



In questo caso Cupano ci è apparso un vino connotato da due elementi immediati: la grande bevibilità e la perfetta integrazione tra il frutto e il legno. Al naso ancora note di ciliegia matura, ma anche di tabacco, rimandi balsamici e spezie dolci a contorno di un naso dominato dalla percezione gradevole fruttata. Al palato è morbido, i tannini sono presenti ma perfettamente risolti e levigati dal buon uso del legno e dallo scorrere del tempo. La frutta scorre su una rinfrancante sensazione di freschezza, il vino è tonico, non ha segni di cedimento e vanta un finale piacevole, lungo, pulito. 


Un difetto, se tale vogliamo considerarlo, è la presenza di un po' di residui, ma la vecchia regola di tenere la bottiglia vecchia in orizzontale dal giorno prima ha funzionato bene. Insomma, che dire, un vino di stampo tradizionale, senza colpi di scena olfattivi, ma vero, assolutamente efficace sul capretto al forno. 

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