Candidaterra - Pandataria 2016

Vino e mare, un binomio assolutamente intrigante soprattutto se i ricordi dell'estate, non troppo rarefatti dall'imminente stagione autunnale, ancora mi regalano i colori e i sapori di uno dei luoghi più belli del nostro Mediterraneo: l'isola di Ventotene.
Situata al largo della costa al confine tra Lazio e Campania. L'isola ha origini vulcaniche, e fa geograficamente parte dell'arcipelago pontinomentre geologicamente è parte delle isole flegree, insieme a Ischia, Procida e Vivara.


Ventotene - Credit: Corriere.it

Conosciuta sin dai tempi preistorici come tappa commerciale obbligata nelle rotte del Mediterraneo, denominata dai Greci "Pandataria o Pandateria" (dispensatrice di ogni cosa) per la sua floridezza, Ventotene nel corso dei secoli è diventata non solo isola di pescatori ma, strano a dirsi, soprattutto culla di abilissimi agricoltori che hanno cercato sostentamento sfruttando intelligentemente anche la loro terra diventando eccezionali produttori di legumi ed ortaggi. 



L'isola, nonostante l'antica dominazione dei Romani che usavano Ventotene come porto per commercializzare il Garum, non ha mai avuto una grande vocazione per la coltivazione della vite soprattutto, almeno penso, per via del clima non particolarmente facile visto che il vento (da cui deriva il nome Ventotene) da queste parti la fa da padrone rendendo più facile e meno onerosa la coltivazione dei lenticchie e fave che già a partire dagli anni '50 venivano esportate in grande quantità anche negli Stati Uniti. 


Luigi Sportiello

Fortunatamente, la mancata luna di miele tra vino e isola di Ventotene ha subito un brusco stop grazie a Luigi Sportiello, un ragazzo di 25 anni di Ventotene, che assieme al bravo enologo Vincenzo Mercurio hanno dato vita ad un progetto vitivinicolo, nato nel 2012, chiamato Candidaterra (il nome è un omaggio a Santa Candida, patrona di Ventotene) che vede in località "Colle Ulivi, al centro dell'isola, l'impianto di circa un ettaro e mezzo di varietà di greco, moscato di Terracina, falanghina e fiano piantate su aspri terreni di origine piroclastica.



Il primo vino prodotto, un vero e proprio esperimento che ha preso la forma di poco più di 1000 bottiglie, è stato etichettato nel 2016 col nome di Pandataria ed è un blend di fiano, falanghina e greco che si fa apprezzare per la vivacità della sua carica di melone e pesca gialla matura e per una succosità gustativa dove l'ampia carica fruttata viene smussata da veementi nervature sapide che riportano al terroir di appartenenza.
Purtroppo il vino è di difficile reperibilità ma, da quello che ho capito, già la prossima annata  dovrebbe essere in vendita in quantità decisamente più consistenti, circa ottomila bottiglie pronte ad invadere le nostre e le vostre cantine.

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