Mi ricordo perfettamente, a metà anni '90 quando iniziai ad appassionarmi di enogastronomia, che il riferimento ai Colli Tortonesi era scandito dalle "Tre M" ovvero Massa, Mariotto e Montebore.
Per il
timorasso, dopo decenni di oblio dove ha rischiato di scomparire a scapito del
più produttivo cortese, quel periodo coincise con la sua definitiva riscoperta
e consacrazione poiché un po' tutti, critica enologica compresa, avevano capito
che questa uva autoctona, naturalmente ricca di norisoprenoidi, era in
grado di dar vita ad un vino di grande struttura ed eleganza il cui affinamento era
condizione indispensabile per valorizzare al massimo la sua grande
complessità aromatica che in molti casi, col tempo, rimanda alle note
minerali ed idrocarburiche.
Vista dei Colli Tortonesi da Vho |
E' in questo
contesto che Claudio Mariotto, seguendo le orme di Walter Massa, decide di
riprendere in mano le sorti dell'azienda di famiglia al fine di dare continuità
alla tradizione e alla passione per la terra e il vino tramandatagli dai suoi
"vecchi" puntando sia sul timorasso che sulla barbera non trascurando
altri vitigni da sempre coltivati nei Colli Tortonesi come moscato, cortese,
dolcetto, freisa e croatina.
vigneti |
Da quei
tempi, fortunatamente, l'areale del Colli Tortonesi Timorasso DOC, che dal
2015 può chiamarsi Derthona,
si è notevolmente ampliato con la presenza di tanti altri produttori (l’ultimo
aggiunto è un certo Farinetti) che oggi coltivano oltre 100 ettari di
timorasso.
Nonostante
l’odierna “concorrenza”, Claudio Mariotto rimane oggi più che mai un assoluto
punto di riferimento grazie alle sue tre espressioni di Timorasso ovvero Derthona,
Pitasso e Cavallina che, complice
una bella degustazione organizzata dalla FIS di Tivoli qualche tempo fa, ho
potuto (ri)apprezzare anche in annate non recenti.
Claudio Mariotto. Foto: Strada vini colli tortonesi |
Volete
sapere come è andata la degustazione? Basta continuare a leggere. Ne vale
la pena, parola mia!
Claudio
Mariotto - Colli Tortonesi Timorasso DOC Cavallina 2014: questo
Cru di Timorasso è l'ultimo nato in casa Mariotto e, nella gamma, si pone a
metà strada tra il Derthona e il Pitasso visto che l’impianto, come afferma lo stesso
vignaiolo, non è giovanissimo e neppure vecchio, insomma è nell'età (15/20
anni) in cui la pianta inizia a trovare il giusto equilibrio produttivo tra
terreno e microclima. La vigna Cavallina si trova in località Vho, nel comune
di Tortona, ad una altezza di circa 300 metri s.l.m. ed è piantata su terreno
calcareo argilloso. Il vino che ne consegue, figlio di una annata poco felice,
ha un colore leggermente evoluto e fin da subito tira fuori una trama aromatica
fitta dove prevalgono gli idrocarburi e gli sbuffi minerali accanto ad un
leggero ricordo di frutta gialla ed erbe aromatiche. La bocca non tradisce le
attese, è ampia, piena, sapida anche se chiude leggermente corta. Nota tecnica:
le uve vengono diraspate e pigiate, il mosto rimane a contatto con le bucce per
alcuni giorni a temperatura controllata, segue la maturazione in acciaio.
Claudio
Mariotto - Colli Tortonesi Timorasso DOC
Derthona 2010: il Derthona, ovvero quello che
i meno attenti chiamano "vino base", proviene da una selezione di
vecchie vigne (40 anni) dislocate lungo il comune di Tortona con esposizione
sud-est e poste a circa 250-300 metri s.l.m. su terreno calcareo e argilloso.
Da sempre questo è il vino più "classico" e varietale di Mariotto e
questa 2010 fa ben comprendere l'evoluzione del Timorasso che nella sua veste dorata
si esprime con traboccanti profumi di fiori gialli e macedonia di frutta le cui
rotondità, derivanti da una leggera surmaturazione dell'uva in pianta, bilanciano
alla grande un'austerità minerale di fondo. Il sorso è fatto di sostanza
e sensualità e tanta progressione salata. Nota tecnica: vinificazione prevede
una pressatura soffice, sfecciatura,
fermentazione a temperatura controllata e affinamento sulle fecce nobili.
Claudio Mariotto
- Colli Tortonesi Timorasso DOC Pitasso 2006: il
Pitasso rappresenta il Cru storico dei Mariotto e fa riferimento a uve
provenienti da vigne di oltre 40 anni piantate nel tortonese su terreno di
medio impasto e caratterizzate da una bassa resa per ettaro (50 q/ha). Tutto
ciò implica che il Pitasso è da sempre il Timorasso più strutturato e complesso
di casa Mariotto e questo 2006 non fa certo sconti disegnando un quadro
aromatico dove idrocarburi, spezie gialle, selce, cedro ed erbe aromatiche sono
spie olfattive di una evoluzione del vino inappuntabile e priva di sbavature. Bevendolo
ti accorgi come il Timorasso sia un grande vino, non solo italiano, perchè dopo
10 anni scalpita e graffia grazie ad una tensione minerale pazzesca, classe,
pulizia e, soprattutto, equilibrio. Nota tecnica: dopo una pressatura soffice è
avviata la fermentazione alcolica a temperatura controllata. Il vino matura poi
in contenitori d’acciaio, sulla feccia nobile, per diversi mesi e
successivamente, prosegue l’affinamento in bottiglia prima di essere messo in
commercio.
Claudio
Mariotto - Colli Tortonesi Timorasso DOC Pitasso 2004: rispetto al precedente ha una veste cromatica più giovane, meno
dorata, a cui è legato un registro olfattivo mirabolante e puntellato da un
nucleo aromatico di frutta matura, cenni floreali di mimosa e gelsomino ben
incastonati all’interno di una cornice di erbe aromatiche di grande impatto e spessore. Pieno e avvolgente alla
gustativa dove le morbidezze del vino pian piano lasciano spazio alle sensazioni
dure che irrompono solo a centro bocca lasciando il palato velato da uno strato
sapido, quasi salmastro, di assoluta persistenza. Chapeau ad un vino con tanta
strada avanti e ad un esempio, tra i tanti, di come un grande Timorasso possa
progredire nel tempo.
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