Alla fine l'ho fatto, ho seguito il Ciuccio lucano di Cantinando che in un caldo sabato di agosto, tra Autogrill affollati di turisti in vacanza e strade dai panorami mozzafiato, mi ha portato fino a Barile per farmi scoprire ancora una volta la grandiosità dell'Aglianico del Vulture.
La location, e passatemi il termine anglosassone, è davvero bellissima e suggestiva: siamo nel Parco Urbano delle Cantine, ovvero all'interno di un'area di grande importanza storico e culturale visto che queste grotte, interamente scavate nel tufo, sono stati i primi rifugi degli albanesi e dei greci che sono immigrati a Barile a partire dal XIV secolo e che, tuttora, ancora conservano in loco le tradizioni etno-linguistiche arbëreshë.
La bellezza del posto, inoltre, è talmente dirompente che nel 1964 Pier Paolo Pasolini girò da queste parti alcune scene della natività e della strage degli innocenti del film II Vangelo secondo Matteo.
Foto: www.phototrip.it |
Foto: http://www.basilicatanet.com |
Cantinando, arrivato se non erro alla settima edizione, è stato organizzato in maniera egregia dall'Associazione Sisma all'ombra del maestoso Monte Vulture non è solo una festa popolare ma, sopratutto, una iniziativa socio culturale che tende a snodarsi in un percorso fatto di musica di qualità (quest'anno bellissima la partecipazione di Giovanna Marini), arte, storia, poesia e, soprattutto, degustazione di Aglianico del Vulture che, come per lo scorso anno, ha avuto come palcoscenico di eccezione la Terrazza dei DOC e dei DOP ovvero il cortile dell'ex Locanda del palazzo oggi di proprietà dell’Azienda Basilisco.
L'entrata, dal costo di 7 euro, permetteva di degustare un solo vino delle nove aziende presenti. Superato questo limite, che per me rimane molto stringente, si dovevano pagare 2.5 o 3.5 euro per bere i vini base o i vini selezione/riserva.
L'entrata, dal costo di 7 euro, permetteva di degustare un solo vino delle nove aziende presenti. Superato questo limite, che per me rimane molto stringente, si dovevano pagare 2.5 o 3.5 euro per bere i vini base o i vini selezione/riserva.
Il cortile. Fonte: Cantinando.it |
Appena superato l'ingresso, sulla sinistra, trovo subito la grande Elena Fucci che tra abbracci e sorrisi mi presenta il pluripremiato Titolo 2010, un Aglianico del Vulture che per finissimo equilibrio, regale eleganza e piacevolezza di beva conferma la grande maturità che Elena ha raggiunto nel corso del tempo e che, ne sono sicuro, permetterà a lei di togliersi tante soddisfazioni fino a diventare una delle regine indiscusse del vino italiano. A soli 30 anni, intanto, per molti è diventata il punto di riferimento di tutta le denominazione. What else?
Elena Fucci |
Titolo 2010 |
L'azienda vinicola Paternoster, che non ha bisogno di presentazioni essendo una dei fari storici della denominazione, si trova accanto ad Elena e, come facile immaginare, era abbastanza presa d'assalto dai vari appassionati per cui, dopo un pò di fila, arriva il mio turno. Non riesco a degustare il Don Anselmo perchè mi dicono avere "prezzo a parte" per cui mi devo "accontentare", se non voglio sborsare 3.5 euro, del Synthesi 2012. Ok, affare fatto! Il vino, affinato in botti grandi di rovere di Slavonia per l'80% e per il restante in barrique francesi, ha profumi di macchia mediterranea e pietra lavica e si caratterizza per una bocca di ottimo spessore e durevole persistenza. E propria questa la...sintesi del territorio (?).
Synthesi 2012 |
E' tempo di passare da Grifalco che, dopo la visita che mi avevano organizzato la mattina (seguirà report a breve) pensavo non avesse più segreti per me. Sbagliato. Durante il tour avevo mancato di degustare il Gricos 2010 che, quella sera, mi viene presentato umilmente come un "aglianico base che spesso e volentieri ci aiuta col mercato statunitense non troppo avvezzo, ancora, a tannini e strutture importanti....". Bevendo questo vino, purtroppo, capisci come spesso il concetto di "base" in alcune aziende debba essere rivisto verso l'alto. E' buonissimo e dalla beva assassina. Ad un prezzo di circa 8 euro è un regalo!
Luca Carbone mi aspetta al banco successivo, stasera è senza Sara che è in ferie con la famiglia. Meritate vacanze. Parliamo un pò di tutto, pianifichiamo per il giorno dopo la visita presso la sua bellissima cantina. Ho un solo jolly da giocare e, visto quello che mi aspetterà il giorno dopo (verticale di Stupor Mundi e non solo) mi lascio affascinare dal loro Rosa Carbone 2012. Beh, se state cercando i soliti rosati al sapor di Zigulì alla fragola le prossime righe non sono per voi. Il Rosa Carbone 2102 è un vino piacevolissimo, austero, salato e poco femminile. Già, le donne non dovrebbero bere "a canna" la bottiglia come ho fatto io...
Rosa Carbone 2012 |
Dopo un breve ma intenso passaggio per il bancone di Slow Food Potenza per una serie di assaggi di Presidi campani e lucani, arrivo da Viviana Malafarina e Pierpaolo Sirch, i "nuovi depositari" della tradizione dell'azienda agricola Basilisco che qualche anno fa è stata ceduta a Feudi di San Gregorio. Tra i vari assaggi presentati ottimo è stato l'approccio al Basilisco 2010, un vino dai marcati tratti vulcanici e speziati caratterizzato da tannini di ottima grana perfettamente integrati all'interno di un corpo deciso ma dotato di grande equilibrio e beva. Il Basilisco 2005, bonus prezioso, conferma che l'Aglianico del Vulture, adeguatamente affinato, può dar vita ad emozioni e complessità inaspettate per i neofiti del vino.
Viviana e Pierpaolo |
Annata 2005 |
Michele Laluce, per mia ignoranza, ancora non lo conoscevo e, dopo averci parlato qualche minuto, ho capito che fino ad oggi mi era mancata la vivacità mentale di questo caleidoscopico produttore di vino che al banco era accompagnato dalle sue due figlie. L'assaggio si è concentrato verso il suo vino di punta, Le Drude 2008, un vino che mi ha davvero colpito per il suo essere polposo, rotondo, succoso e gradevolmente minerale. Un virtuoso equilibrio e una persistenza notevole chiudono la degustazione. Bella scoperta!
Le Drude 2008 |
L'ultimo sforzo, chiamiamolo così, riguarda la visita al banco di un'altra importante azienda del territorio che prende il nome di Cantine del Notaio. Davanti a me, ancora mezza piena, si stagliava una bottiglia de La Firma 2009. Non ho fatto in tempo ad esclamare:"Voglio quella!!!!" che Amilcare già mi aveva versato mezzo calice di Aglianico del Vulture. Odorando e bevendo il vino non puoi che non constatare che questo è un vino di forte impatto emotivo, ha un estratto importante, una tattilità considerevole ed una persistenza, intarsiata da effluvi di cenere, davvero super. Certo, chi cerca il corpo di una ballerina di danza classica deve stare lontano da prodotti del genere ma se ami il vino non puoi non amare questo aglianico. Nel bene e nel male..
E' ora di tornare in mezzo alla folla, al popolo di Barile che sento festoso sotto la strada che scorre in basso ai bordi del cortile. Cantinando è anche questo, una festa fatta di voci, suoni e, perchè no, da odori di salsicce alla brace che da qualche ora mi stanno soggiogando come sirene. Arrivoooooooooooo!!