Domaine des Comtes de Lafon - piccola degustazione

Dominique Lafon dirige il Domaine des Comtes Lafon con sede a Meursault , la cui reputazione è da molto affermata. Individualista e perfezionista, pratica dalla fine degli anni ’90 la bio-dynamica e tutte quelle lavorazioni culturali che rispettano gli equilibri della vita del suolo allo scopo di avere delle vigne in buono stato sanitario, acini più concentrati e soprattutto una migliore espressione dei suoi grandi territori attraverso i suoi vini. Dai suoi inizi vicino a Henri Jayer, è convinto che la produzione dei “vins de terroir” passa inevitabilmente per un rigoroso lavoro in vigna e che l’avvento delle tecniche agricole hanno contribuito a confondere la giusta strada. “Per una ventina d’anni abbiamo dimenticato una cosa fondamentale in agricoltura: il suolo vive. Sono convinto che bisogna salvaguardare la fauna microbiologica perché consiste una delle condizioni per esprimere l’espressione del territorio. Per rivitalizzare i terreni abbiamo abolito tutti i trattamenti chimici utilizzando esclusivamente composti di origine naturale che sono prodotti con la collaborazione di altri viticoltori.

Il Domaine dei Conti di Lafon ha contribuito a fare la storia dei vini di Meursault negli ultimi due secoli. Fu fondata da Jules Joseph Barthélémy Lafon, che stabilitosi a Digione, nel 1894 sposa Marie Boch la cui famiglia era proprietaria di vigne a Meursault. Nel 1918 fu attribuito, da parte della Santa Sede il titolo nobiliare di Conte. Dopo essere stato nominato sindaco di Meursault ebbe il merito di ristabilire l’antica tradizione della festa di chiusura della vendemmia. “La Paulée de Meursault” diventò così, con il Gala a Clos de Vougeot e la vendita all’asta dei vini dell’Hospices de Beaune, uno dei tre eventi di più importanti. Nel corso del secolo scorso il patrimonio viticolo fu esteso, dalle generazioni successive, con l’acquisizione di parcelle nelle principali denominazioni di Meursault e Puligny-Montrachet. Quando, nel 1994, Dominique Lafon prende la successione di suo padre alla direzione dell’azienda, ricompone i circa 14 ettari di vigna dati precedentemente in affitto ad agricoltori della zona.

Le vigne di Meursault, Puligny e Montrachet sono logicamente occupati dallo Chardonnay, mentre quelle di Volnay e Monthélie sono lavorate con il Pinot Nero. L’età media è di circa 40 anni, la loro densità, come richiesto dalle denominazioni, è molto elevata infatti tutte le vigne dell’azienda sono piantate a 10'000 piedi per ettaro.

La produzione si basa su ben 13 denominazioni di cui le più prestigiose sono situate nel comune di Meursault oltre alla parcella del mitico Montrachet.
Meursault Charmes è frutto di una vigna di 1.7 ettari impiantata in tre epoche diverse situata nella frazione di Charmes du Dessous, dove le pendenze sono quasi nulle e rivolte verso est. Il vino si presenta in una veste d’orata intensa e consistente, il naso è complesso, denso e di grande maturità, in bocca è grasso e di grande struttura sempre ben equilibrato da una pregevole freschezza. Il finale è di eccellente qualità con ritorni di frutta bianca matura e miele. Un vino che generalmente deve maturare almeno 6-7 anni prima di esprimere le sue potenzialità.
Meursault Perrières proviene da due diverse parcelle (0.77 ettari) situate nella frazione di le Perrières-Dessous: una relativamente giovane, l’altra, situata più a nord della denominazione, è più estesa con ceppi impiantati nel 1955. Vino di grande potenza e vigore accompagnati da un’elegante nota minerale propria del territorio, il finale è lungo, complesso e fine.
Meursault Genevrières sono due vigne confinanti con quelle di le Perrières esposte in pieno est. La parte più vecchia (1946) ed estesa ha ripreso vigore dopo le pratiche colturali previste dalla bio-dynamica. Il vino è di estrema finezza che seduce per le note boisé ben equlibrate, la struttura ben marcata ma raffinata.
La vigna di Montrachet si trova all’estremità sud della denominazione nel comune di Chassagne-Montrachet. L’80% dei ceppi furono impiantati nel 1953, sono rivolti verso sud su un terreno di buona profondità con molti ciottoli. Danno un vino di grande ampiezza, profondità e maturità; la bocca è grassa e potente, il finale è impressionante e interminabile. Un grande vino.
Iniziamo la degustazione con un trio di Genevrieres. Il Lafon Meursault Genevrieres 2001 è molto fresco in bocca ed è caratterizzato da una naso che va dal citrico al minerale, dalla frutta gialla matura (mela cotogna) ai fiori gialli di campo. Ricco e potente, in bocca si conferma comunque un vino molto elegante che ha tutto il carattere per evolvere ancora nel tempo per anni.
Il Lafon Meursault Genevrieres 2000 presenta un naso maturo di frutta esotica, di anice e cannella. Bellissima anche la nota minerale. In bocca il vino conferma la sua grande struttura con una bellissima nota fruttata, ma quello che impressiona è la sua grandissima acidità che farà sì che questo vino possa vivere tranquillamente per altri 20 anni.
Il Lafon Meursault Genevrieres 1999 ha il naso più inteso dei precedenti vini, con una bella nota agrumata e intensi effluvi vegetali. Col passare del tempo il vino si apre ancora ed escono gli aromi minerali di roccia bianca di fiume mentre si fa largo anche una leggera note di pain grillé. Al palato il vino è molto concentrato con una bellissima spalla acida. Ben equilibrato chiude molto lungo.
Proseguiamo la degustazione con due Montrachet: il Lafon Montrachet Gran Cru 1997 presenta un colore abbastanza evoluto e all'olfattiva, inizialmente, è un pò chiuso. Successivamente il vino "esce" con tutta la sua eleganza, con note tostate, di burro fuso, di grano e di muschio dolce. Al palato il vino è elegante, armonico, con una bocca che ricalca precisamente l'olfattiva. Chiude lungo su note burrate.
Il Lafon Montrachet Gran Cru 1996, di un giallo ancora molto luminoso, presenta un naso molto complesso di note di fiori bianchi e gialli, sembra quasi di mettere il naso in un campo primaverile. Aprendosi il vino mostra anche un olfatto dominato dalla frutta gialla tropicale. Al palato il vino è di una purezza e di un equilibrio incredibile, e la struttura è sorretta da una bellissima nota acida. Chiude lunghissimo su note che ricordano la cera d'api.




4 commenti:

MAC ha detto...

Gran belle bevute. Mi viene la voglia tremenda di partire per la Borgogna a visitare cantine!

Nonsolodivino ha detto...

"Mitica", Andrea non ho parole, solo invidia.
Il produttore è considerato una delle icone di Meursault, io ho avuto l'opportunità di parlargli e di fargli degustare qualche Merlot ticinese alla scorsa Paulée di Meursault, è però un personaggio che non da grande confidenza anche se alla fine della serata era anche lui

Sono stati i suoi antenati che hanno dato orgine a questa festa.

Ora mi leggo bene la degustazione poi ...

Nonsolodivino ha detto...

Conosci Andrea la leggenda sui nomi dei Montrachet?

Tutti i vigneti sono situati a cavallo tra i villaggi di Puligny e Chassagne comuni a cui, nel 1878, è stato permesso di associare il loro nome con quello del cru più prestigioso, "il Montrachet".

Solo la leggenda, diffusa all’inizio del XX secolo da Jacques Prieur e da Vincent Leflaive, può spiegare l’origine dei nomi di questi vigneti.
“Il signore di Puligny per consolarsi della morte dell’unico figlio (le chevalier) avvenuta durante le crociate ebbe da una vergine (la pulcelle) un figlio illegittimo (le bâtard). Al momento del riconoscimento del piccolo la popolazione si riunì al castello per dare il proprio benvenuto (bievenue au bâtard)”. Fu così definito: Montrachet, il padre, Chevalier-Montrachet, il figlio scomparso e Bâtard-Montrachet, il figlio illegittimo."


Dai, è affascinante persare a questa versione.
Ve lo immaginate il Signore di Puligny che arriva in quella zona a cavallo e ...

Anonimo ha detto...

... minchia , che bella bevuta...l'unica perplesità è per il Montrachet 1997 che , seppur bevuto solo una volta , non l'ho notato così apparentemente decadente , anzi , in controtendenza rispetto agli altri rappresentanti della divina collina ( solo Prieur , in una recente deg , ha mostrato segni di sofferenza on note surmature ) . Bella sorpresa Genevrieres , solitamente , per me , sì il più fine ma meno ridontante delle altre belve di Meursault e più vicino , stilisticamente , al Clos de la Barre , confermando caratteristiche senz'altro fortemente prospettiche ...