Ponza, situata davanti al Golfo di Gaeta, assieme alle isole Gavi, Zannone, Palmarola, Ventotene e Santo Stefano fa parte dell'arcipelago delle isole Ponziane o Pontine. Escludendo la stagione estiva, dove diventa meta turistica di eccellenza grazie alle sue bellissime spiagge sempre troppo affollate, Ponza negli altri periodi dell'anno rimane un luogo tranquillo ed incantato dove passare del tempo alla scoperta delle sue bellezze nascoste come, ad esempio, le splendide Grotte di Pilato di epoca romane la cui visita, da sola, vale già il viaggio da qualunque parte di Italia.
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Il mare di Ponza - Foto: Proloco Ponza |
Per chi, come me, è appassionato di vino questa isola è una rivelazione anche dal punto di vista vitivinicolo: la storia, infatti, narra che già nel 1734 Carlo di Borbone, colonizzando l'isola, assegnò in enfiteusi perpetua vari appezzamenti di terra ai coloni partenopei tra i quali c'era anche il signor Pietro Migliaccio, ischitano doc, che si aggiudicò un bellissimo podere in località Punta Fieno che, a differenza di altri che erano definiti “a bosco” o “incolti”, risultava già vitato con piante di biancolella, per’ ’e palummo, guarnaccia, aglianico e forastera, che ancor oggi Emanuele Vittorio Migliaccio, pronipote di Pietro, assieme a sua moglie Luciana stanno cercando di coltivare e, al tempo stesso, valorizzare grazie al progetto, nato nel 2000, che prende il nome di Antiche Cantine Migliaccio.
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Punta Fieno - Foto: Luciano Pignataro |
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Emanuele Vittorio e sua moglie - Foto: www.wining.it |
Non so chi di voi è andato a trovare Emanuele Vittorio Migliaccio ma, credetemi, arrivare a Punta Fieno non è un gioco da ragazzi e ti fa comprendere come anche a Ponza si debba parlare di viticoltura eroica. Infatti per raggiungere i vigneti (circa 3 ettari) si deve fare un percorso di circa un'ora a piedi su una mulattiera che parte da Via Pizzicato oppure si può andare via mare lanciandosi al volo dalla barca) visto che non esiste un vero e approdo turistico) e salendo successivamente attraverso sentieri sterrati composti da muretti a secco, chiamati localmente parracine, che poco hanno potuto contrastare la furia della Natura che ad inizio Novembre, causa abbondanti piogge, ha provocato danni ingenti a Punta Fieno distruggendo viti, ulivi e piante secolari di lauro e melograno, colpendo soprattutto i terreni delle Antiche Cantine Migliaccio.
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Vigne - Foto: Luciano Pignataro |
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Vigne e pendenze - Foto: Luciano Pignataro |
In questo luogo impervio e difficile, sospeso tra cielo e mare, grazie alla preziosa consulenza enologica di Vincenzo Mercurio, Emanuele Vittorio, ha prodotto fino ad oggi quattro tipologie di vino ovvero l'IGT Lazio Fieno di Ponza Bianco (biancolella e forastera), l'IGT Lazio Biancollella (100% biancolella), l'IGT Lazio Fieno di Ponza Rosato (piedirosso, guernaccia) e l'IGT Lazio Fieno di Ponza Rosso (piedirosso, aglianico, guernaccia rossa, nero d'avola).
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La cantina scavata nella roccia |
Qualche giorno fa, dopo una ricerca non facilissima per le enoteche di Roma, ho potuto apprezzare finalmente l'IGT Lazio Biancolella 2016, dal colore quasi dorato, che come sempre, avendo apprezzato anche annate precedenti, riesce a sorprendermi per essere un vino fuori da qualsiasi schema predefinito.
Il suo carattere d'antan, i suoi pigri aromi di timo, muschio e mandorla, associati ad una scintillante mineralità fanno da sempre da preludio ad un sorso leggiadro, proporzionato e di innata succosità. Indugia senza fretta in persistenza rilasciando lentamente al palato tutti i sapori del mare da cui è nato. L'abbinamento perfetto: su una tagliata di freschissimo tonno rosso!
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