Vignaioli di Langa e Piemonte: piccoli appunti di degustazione

Non è più una novità, nè l'ottima organizzazione di Tiziana Gallo, nè la qualità  media elevatissima dei produttori presenti a Vignaioli di Langa e Piemonte, evento tenutosi lo scorso week end a Roma.
Difficile dire che mi è piaciuto di più, sul mio Moleskine nero sbiadito ho sottolineato più volte i seguenti vini:

Cieck - Calliope Brut (100% erbaluce): ottimo metodo classico di questa azienda che punta molto su questo vitigno da troppi sottovalutato. Naso dove si interseca la frutta bianco con una vena minerale, a tratti marina, di grande fascino. Bocca piena, fresca, persistente. Bella sorpresa.


Trediberri - Langhe Sauvignon 2011 (100% sauvignon blanc): solo un pazzo pianterebbe sauvignon in Piemonte all'interno di quel terroir meraviglioso per il nebbiolo che prende il nome di Rocche dell'Annunziata. Beh, quel visionario ha dato vita ad un bianco di stile francese, altro che pipì di gatto, qua c'è mineralità e tensione a go go. Ottimo rapporto q/p. Bravi.


La Colombera - Il Montino 2010 (100% timorasso): corpo ed eleganza per questo grande timorasso dei . Elisa Semino è brava e non è lontano il momento in cui supererà il Maestro Massa. Anche il Derthona, il suo "base" è davvero sorprendente per la vena minerale.


Castello di Verduno - Barbaresco Rabaja 2009 (100% nebbiolo): naso fine, floreale, poi timo, violetta, tabacco, liquirizia. Bocca potente e decisa, tannino corroborante e grande persistenza. Piaciuto un fracco!

Giacomo Fenocchio - Barolo Bussia 2008 (100% nebbiolo): tra Cannubi, Villero e Bussia non sapevo veramente quale premiare, la gamma presentata da Claudio Fenocchio è davvero da lacrimuccia. Ho preferito il Bussia perchè a mio giudizio è un Barolo che unisce potenza ed eleganza allo stesso tempo. Dello stesso Cru ho provato anche la versione con macerazione sulle bucce per 90 giorni circa. Vino per ora introvabile (circa 500 bottiglie prodotte) che, se può, aggiunge profondità e polpa ad un campione assoluto. La Riserva 2006 è ancora giovanissima ma promette grandi cose.



Giuseppe Rinaldi - Barbera d'Alba 2011 (100% barbera): Marta non porta mai il Barolo di famiglia ma questo Barbera non fa rimpiangere le assenze. Succoso e fresco, ha una bevibilità mostruosa.


Brezza - Barolo Sarmassa 2008? (100% nebbiolo): grande fascino per un Barolo che sa di erbe officinali, spezie e frutta rossa. Tannini fitti, eleganti, ben inseriti nella struttura di ottimo vigore e sostanza. Persistenza imponente.

Teobaldo Rivella - Barbaresco Montestefano 2008 (100% nebbiolo): tre righe non offrono giustizia a Baldo e Maria Rivella, due persone umili quanto grandi. Con una gentilezza di altri tempi mi hanno offerto il loro Barbaresco Montestefano, un vino straordinario che nasce da un territorio unico. E' un nebbiolo granato intenso con un naso articolato di sentori balsamici, legni preziosi, rosa, alloro, una sequenza coinvolgente. Il tannino è in gioventù ma l'eleganza, la compattezza e la persistenza di questo vino sono fulgidi come l'aurora. 

Giuseppe Cortese - Barbaresco Rabajà Riserva (100% nebbiolo): mi rendo conto, da quanto scritto, che questo giro sono stato folgorato dai Barbaresco d'autore. E come non esserlo, soprattutto quando nel bicchiere hai il Rabajà Riserva di Cortese, non ancora in commercio, che ti fulmina per l'austerità delle essenze iodate che si fondono con la terra umida, gli aghi di pino e la fragola macerata.  Fresco, di altri tempi, è ancora in fasce vista l'indomabilità attuale della sua trama tannica. Chiude sapido, infinitamente persistente.


Le Piane - Boca 2007 (nebbiolo, vespolina e bonarda): amo il nord Piemonte e amo Christoph Künzli, il gigante buono del Boca che, complice l'annata straordinaria, regala ancora una volta un Boca esemplare per eleganza e cristallinità. Bocca fiera, minerale, equilibrata quanto basta per berlo a secchi. Vino di splendida aderenza territoriale, figlio dei porfidi da cui nasce. 

Castello Conti - Boca 1998 (70% di nebbiolo,  25% vespolina e 5% di uva rara): quando il mago Silvan l'ha tirato fuori dal cilindro magico tutta la platea, dopo averlo bevuto, ha esclamato:"Ma questo vino non invecchia mai?". Parole sante!

Tenute Sella - Bramaterra 2008 (nebbiolo 70%, croatina 20%, vespolina 10%): gran vino dove freschezza, balsamicità e mineralità fanno la parte del padrone. Bocca intensa, piena, agile. Grande bevibilità.

Ezio Cerruti - Moscato Passito 2007 (100% moscato): fare un moscato passito è difficile, soprattutto perchè si potrebbe sconfinare nel banale. Cerruti, invece, riesce in questo piccolo miracolo producendo uno dei migliori vini dolci italiani.


Infine, due segnalazioni: se le incontrerete sulla vostra strada non fatevi scappare l'intera gamma dei vini di Cascina delle Rose e dell'azienda biodinamica La Raia. Di quest'ultima non ho fatto in tempo a degustare nulla ma me ne parlano molto bene.

2 commenti:

Roberto Giuliani ha detto...

Bravo Andrea,
condivido praticamente tutto quello che hai scritto. Sono d'accordo con te sul Bussia (non a caso lo abbiamo premiato proprio pochi giorni fa), anche se sono certo che gli altri due arriveranno a stretto giro di posta.
Il Rabjà di Cortese è una pietra miliare, uno di quei vini che devi andare indietro negli anni per capire fino in fondo quanto sia grande.
Quello di Castello di Verduno è una sicurezza, come un po' tutti i vini di una delle migliori aziende di questo piccolo, delizioso, comune.
Ezio Cerruti, che dire, aveva lì la 2007, ma la 2008 sarà sicuramente ancora migliore, più acidità e quindi maggiore equilibrio e freschezza...
Su Marta e papà Beppe c'è poco da dire, ho appena assaggiato il loro Barolo Brunale-Le Coste 2008, un gioiello autentico, viscerale, come sempre.
Mi è mancato il sauvignon, purtroppo, non ero stato bene e ho preferito limitarmi ai rossi. Ma non mancherà occasione.

Roberto Giuliani ha detto...

Dimenticavo... Baldo e Maria sembrano rispecchiare perfettamente l'eleganza, la grazia e allo stesso tempo la forza del loro Montestefano, che vino!