Il vino dell'Etna a Roma: piccoli appunti di degustazione

I vignaioli dell'Etna sono sbarcati a Roma grazie ancora a Tiziana Gallo che a Roma, cominciando dai Vini Naturali, organizza sempre degustazioni di grande interesse.

Devo dire che la curiosità di partecipare all'evento era tanta, ero curioso di capire la strada che sta intraprendendo questa tipologia di vino che, osannato da alcuni come il Borgogna italiano, ha sofferto un pò del paragone visto che, tranne rare eccezioni, nel lungo periodo non ha mai offerto le risposte che ci si aspettava.

Ma che territorio è quello dell'Etna, una delle più antiche DOC italiane (1968)? 

L'area di produzione interessa parte del territorio dei comuni di Aci, Sant'Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Mascali, Milo, Nicolosi, Paternò, Pedara, Piedimonte Etneo, Randazzo, Sant'Alfio, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea, sulle pendici dell'Etna, in provincia di Catania.


I vitigni, coltivati ad alberello su terreni sabbiosi di origine vulcanica, sono piantati fino ad oltre 1000 metri di altezza, una viticoltura spesso eroica che, anno dopo anno, anche per via del clima sempre più caldo, cerca nuovi spazi scalando quel vulcano che i siciliani chiamano a' Muntagna.

Il patrimonio ampelografico è estramamente interessante e, per quanto riguarda le uve a bacca bianca, è costituito prevalentemente da vitigni anche centenari come il carricante ed il cataratto, le due principali uve con cui si producono le due Doc Etna Bianco ed Etna Bianco Superiore. Più rara è la Minnella bianca.

L'Etna Rosato Doc e l'Etna Rosso Doc, invece, è costituito da due storici vitigni autoctoni come il nerello mascalese e il nerello cappuccio.

Fatta questa premessa un pò didattica, devo dire la degustazione è stata di ottimo livello, nell'areale dell'Etna Doc ci sono aziende estremamente valide con punte di assoluta eccellenza. Di seguito, gli appunti di degustazione dei migliori assaggi

Graci: dei dui vini presentati mi ha colpito moltissimo l'Etna Rosso Doc Quota 600, un nerello mascalese in purezza che colpisce per la sua mediterranea complessità accompagnata da tocchi di fiori viola. Ottimo per equilibrio e persistenza.


Foto: Andrea Federici

Valcerasa: la prima menzione speciale è per il loro l'Etna Bianco Doc 2009 che sprizza territorialità da tutti i pori con un quadro gustativo dove spicca la sapidità del terreno. Il sorso salato dell'Etna. Altra segnalazione per l'Etna Rosso Doc 2007, un mix di frutta rossa e macchia mediterranea che conquista subito il palato..e l'animo

Girolamo Russo: per me una delle sorprese della giornata. a' Rina, Feudo e San Lorenzo (nerello mascalese con piccola percentuale di cappuccio), tutti annata 2010, rappresentano vini di un livello qualitativo medio pazzesco. La mia preferenza va al San Lorenzo, il Cru aziendale, che mostra una profondità intrigante fatto di frutta nera croccante, fiori, spezie e mineralità vulcanica. Fresco, lungo, sapido, inarrestabile.


Foto: Andrea Federici

Tenuta di Fessina: oltre al solito grande Musmeci 2008, volevo segnalare l'Etna Bianco Doc a' Puddara 2010, un esempio di come il Carricante in Sicilia può venire davvero elegante e leggiadro. Ottimo anche il Nakone, uno chardonnay in purezza sapido e fresco che diverge da certe tipologie che possiamo trovare nella stessa isola. A buon intenditor poche parole...

Benanti: l'Etna Bianco Superiore Doc Pietramarina 2008, uno dei grandi vini bianchi italiani, è talmente giovane e citrino che alla cieca non lo piazzerei in Sicilia. Il vero marchio di fabbrica di Benanti è stato invece l'Etna Rosso Doc Serra della Contessa 2004 un vino grandioso che fa comprendere le reali potenzialità dei vari nerello se coltivati ed amati come si deve. Ferroso, mentolato, speziato, bastava un sorso per essersi ripagato l'ingresso.

Feudo Cavaliere: altra azienda a me sconosciuta che invece si è rivelata di grande interesse. Da segnalare il Etna Rosato Doc Millemetri 2010 dal sorso sapido e terroso e l'Etna Rosso Doc Millemetri 2008 dal carattere austero, quasi oscuro, che incanta per la sua scia minerale nell finale di beva.

Passopisciaro: chapeau a questa azienda che ha mi ha incantato con i suoi due vini in degustazione. Il primo, Sicilia IGT Rosso Passopisciaro 2010, è un nerello mascalese in purezza da vecchie vigne che sa di frutta rossa e macchia mediterranea e che conquista il palato per la sua estrema bevibilità. Il Contrada P 2010, da una piccola parcella posta in contrada Porcaria, aggiunge al precedente profondità, mineralità, eleganza e persistenza record. Un vino da ricordare.


Foto:Andrea Federici

I Vigneri di Salvo Foti: anche in questo caso la linea dei vini presentati era di grande livello ma la mia menzione speciale va al Sicilia Rosato IGT Vinudilice 2010 da uve alicante, grecanico, minnella e altre poste ad una altezza di 1.300 metri. E' un rosato spaziale, non convenzionale, una porzione di anima di Sicilia in rosa.

I Custodi delle Vigne dell'Etna: anche se forse l'annata non lo valorizza al massimo, l'Etna Bianco Doc Ante 2010, da uve carricante, grecanico e minnella, rappresenta sempre un gran bel bere. Si propone con toni agrumati, mimosa, erbe mediterranee fresche e sapidità marina. Bocca fresca, intensa, minerale.

Ho saltato, per questione di tempo altri interessanti vignaioli tra cui l'azienda agricola Calcagno e, a giudicare da quello che leggo in internet,  la mia mancanza non ammette perdono. Spero di rifarmi in futuro. Alla prossima!


Gruppo Enoroma


Tre Bicchieri 2012 Veneto Gambero Rosso

Vallée d'Aoste Chambave Muscat Flétri 2010 La Vrille
Vallée d'Aoste Chardonnay Elevé en Fût de Chêne 2011 Anselmet
Vallée d'Aoste Chardonnay Cuvée Bois 2010 Les Crêtes
Vallée d'Aoste Petite Arvine 2011
Ottin Vallée d'Aoste Petite Arvine 2011 Chateau Feuillet
Vallée d'Aoste Pinot Gris Elevé en Barrique 2010 Lo Triolet

Il blog non è una testa giornalistica. Lo dice la Corte di Cassazione, capito!!!?!?

Una sentenza storica su un argomento che sta provocando da anni polemiche continue ha stabilito proprio in questi giorni che i blog non sono un prodotto editoriale e quindi non sono equiparabili alla stampa clandestina.
 
La Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi in merito al caso del sito accadeinsicilia.net (ormai chiuso dal 2004) curato dallo storico siciliano Carlo Ruta. Il blogger aveva dovuto rispondere di un’accusa del procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera per alcuni commenti giudicati diffamatori pubblicati sul suo blog. Il blog era stato giudicato “stampa clandestina”  in ben due gradi di giudizio, facendo riferimento alla legge sulla stampa numero 47 del 1948 che obbliga le testate giornalistiche ad iscriversi in Tribunale. A sei anni dalla prima condanna il giudizio è stato capovolto. E a sentire i motivi che hanno portato a questa decisione sembra incomprensibile come si sia dovuti arrivare in cassazione. 

I giudici, infatti, hanno  preso in considerazione l’articolo 1 della legge 47/1948 che considera “stampe o stampati tutte le riproduzioni tipografiche o comunque ottenute con mezzi meccanici o fisici, in qualsiasi modo destinati alla pubblicazione” e hanno spiegato che “Ai fini della sussistenza in senso giuridico del prodotto stampa necessitano due condizioni: un’attività di riproduzione tipografica e la destinazione alla pubblicazione del risultato di tale attività“.
Detto questo, continuano i giudici “il giornale telematico non rispecchia le due condizioni ritenute essenziali ai fini della sussistenza del prodotto stampa. La normativa di cui alla legge 7 marzo 2001, n. 62 – inerente alla disciplina sull’editoria e sui prodotti editoriali – ha introdotto la registrazione dei giornali online soltanto per ragioni amministrative ed esclusivamente ai fini della possibilità di usufruire delle provvidenze economiche previste per l’editoria.


In pratica, se non si vogliono ricevere contributi all’editoria non si è in obbligo, come testata telematica, alla registrazione presso il Tribunale.
Con questa sentenza Carlo Ruta non dovrà pagare i 150 euro di ammenda, ma la vittoria ha una portata ben più ampia rispetto alla pena pecuniaria evitata.  Come fa notare l’avvocato di Carlo Ruta Giuseppe Arnone: “Questa sentenza, motivata con chiarezza ed essenzialità, è un fatto di portata straordinaria. Abbiamo ottenuto un risultato enorme per la libertà d’informazione, che è un cardine della democrazia. Ora, siamo più liberi ed Internet è riconosciuto come strumento fondamentale per un esercizio maturo dei diritti d’informazione e di espressione.”
Ha poi fatto sottolineato come questa sentenza “susciterà sconcerto negli ambienti che mirano a limitare la libertà sul web, perché è difficile che ne sfuggano le implicazioni ed il valore democratico che spero si traducano in una legge“.

Fonte: Peeplo

Tre Bicchieri 2013 Abruzzo Gambero Rosso

Montepulciano d'Abruzzo Cocciapazza 2009 Torre dei Beati
Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane Adrano 2009 Villa Medoro
Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane Zanna Riserva 2008 Illuminati
Montepulciano d'Abruzzo I Vasari 2009 Barba
Montepulciano d'Abruzzo Cagiòlo Riserva 2009 Cantina Tollo
Montepulciano d'Abruzzo Podere Castorani 2008 Castorani
Montepulciano d'Abruzzo Spelt 2008 La Valentina
Pecorino 2010 Cataldi Madonna
Pecorino 2011 Tiberio
Trebbiano d'Abruzzo Marina Cvetic 2010 Masciarelli
Trebbiano d'Abruzzo Vigna di Capestrano 2010 Valle Reale
Trebbiano d'Abruzzo 2007 Valentini

Tre Bicchieri 2013 Friuli Venezia Giulia Gambero Rosso

Arbis Blanc 2010 Borgo San Daniele
Capo Martino 2010 Jermann
Cof Bianco Biancosesto 2011 La Tunella
Cof Bianco Illivio 2010 Felluga Livio
Cof Friulano 2010 Meroi
Cof Rosazzo Bianco Ellegri 2011 Ronchi di Manzano
Cof Rosso Sacrisassi Rosso 2010 Le Due Terre
Cof Sauvignon Zuc di Volpe 2011 Volpe Pasini
Cof Veduzzo Friulano Cràtis 2009 Scubla
Cof Veduzzo Friulano Crei 2010 Sara e Sara
Collio Bianco Broy 2011 Collavini
Collio Bianco 2011 Colle Duga – Damjan Princic
Collio Friulano Manditocai 2010 Livon
Collio Friulano Zegla Riserva 2008 Keber Renato
Collio Friulano 2011 Kitzmüller Thomas
Collio Friulano 2011 Toros
Collio Malvasia Vigna Runc 2011 Il Carpino
Collio Malvasia 2011 Princic Doro
Collio Malvasia 2011 Raccaro
Collio Malvasia 2011 Ronco dei Tassi
Collio Pinot Bianco 2011 Castello di Spessa
Collio Pinot Grigio 2011 Russiz Superiore
Collio Sauvignon Ronco delle Mele 2011 Venica
Friuli Isonzo Pinot Grigio Gris 2010 Lis Neris
Friuli Isonzo Sauvignon Piere 2010 Vie di Romans
Ograde 2010 Skerk
Prulke 2010 Zidarich

Slow Wine 2013 e il Chianti Classico

Le anticipazioni toscane si aprono con il Chianti Classico. Territorio vasto, complesso che abbiamo percorso in lungo e in largo per cercare di offrire a voi lettori e appassionati un quadro enologico più che esaustivo. Il risultato di tale lavoro è sintetizzato bene da un dato fortemente esplicativo: il Chianti Classico è il territorio che ha raccolto più riconoscimenti complessivi nella Guida Slow Wine 2013, se si considera il numero di cantine recensite.


Molteplici sono i motivi di questo dato che può sorprendere se pensiamo alla non facile situazione economica di questo territorio. E invece il valore economico sembra avere segno opposto a quello viticolo che ormai, dall'inizio della nostra avventura solista nella critica enologica, sembra vivere una splendida crescita.

Una delle cause della nostra inclinazione è sicuramente l'attenzione verso un approccio sostenibile alla viticoltura, favorita da un territorio fortemente vocato dove la biodiversità ha ancora un ruolo di primo piano.

Panzano in Chianti vede tutte le sue Chiocciole confermate. Castello dei Rampolla, Fontodi, Le Cinciole, Monte Bernardi: aziende che hanno fatto di Panzano, da noi promosso "comune" per merito della viticoltura chiantigiana, un'enclave di grande valore naturale ed enologico. Ma attenzione alle piccole realtà, segnalate come Monete, vale a dire Il Palagio e il Vallone di Cecione, da sempre radicate nella Conca d'Oro e testimoni del valore dell'agricoltura reale, oltre le mode e le tendenze. Ma la sensibilità ecologica non è solo una prerogativa "panzanese": anche Gaiole in Chianti, che vede un'altra Chiocciola aggiungersi a Riecine; è Badia a Coltibuono che da sempre unisce l'eccellenza dei suoi vini con il rispetto del territorio.

In termini di novità abbiamo voluto premiare con il nostro massimo riconoscimento anche Isole e Olena il cui fondatore Paolo de Marchi ha da sempre creduto nelle potenzialità di questo territorio. Ecco, infatti, un'altra motivazione alla nostra predilezione il Chianti Classico. La bontà dei vini prodotti. Come i vini di Montevertine, che, di consueto, ci hanno stupito per senso di appartenenza e assoluta finezza. È proprio Radda in Chianti uno dei territori che negli ultimi anni si sta affermando come splendido terroir. Accanto a Val delle Corti di Roberto Bianchi e Caparsa di Paolo Cianferoni, Chiocciole inossidabili, sottolineiamo la Bottiglia a Monteraponi del giovane Michele Braganti. Pur giovane, questa azienda si è resa protagonista di un'ascesa qualitativa senza precedenti e ogni vino prodotto rappresenta un sorso cristallino di territorio.

Paladine del territorio, esaltato attraverso l'approccio biologico condiviso, sono le altre due Chiocciole: la Fattoria di Rodàno, a Castellina in Chianti, Corzano e Paterno a San Casciano Val di Pesa e Fèlsina a Castelnuovo Berardenga.

Abbiamo parlato di approccio sostenibile ed eccellenza produttiva. Ma un altro motivo dell'amore che ci lega a questi luoghi è rappresentato dal fatto di trovare vini splendidi a prezzi giusti. Bandini Villa Pomona a Castellina in Chianti e Castello della Paneretta nel comune di Barberino Val d'Elsa sono, forse, i casi più lampanti. Provare per credere. A loro e ai già citati Il Palagio e Vallone di Cecione, si uniscono Bibbiano a Castellina in Chianti e I Fabbri, situata in quella splendida area che è Lamole, nel comune di Greve in Chianti.
Lamole è un territorio splendido e l'ingresso dell'azienda Castellinuzza, insieme a I Fabbri, alla Fattoria di Lamole e a Castellinuzza e Piuca, rappresenta il nostro omaggio a un territorio che vale la pena visitare non solo per i suoi vini, qui il Chianti Classico ha una delle sue culle, ma anche per un paesaggio senza uguali.

Tra i nuovi ingressi segnaliamo in quel di San Casciano, Montesecondo, che promette molto bene e la cui naturalezza espressiva dei vini sembra abbia trovato una correttezza formale adeguata.

Ecologia, qualità, prezzo e capacità di trasmettere l'essenza di un territorio sono state le nostre direttrici nella scelta delle aziende e dei vini da segnalare. Insomma una situazione di bellissima complessità difficilmente riassumibile in modo univoco che giustifica, se ancora una volta ce ne fosse bisogno, la nostra scelta di dare più chiavi di lettura al nostro pubblico.

Vini Slow

Chianti Classico 2010 - Badia a Coltibuono
Chianti Classico 2010 - Bibbiano

Chianti Classico 2010 - Buondonno
Chianti Classico 2010 - Vallone di Cecione
Chianti Classico 2010 - Villa Pomona
Chianti Classico 2009 - Le Cinciole
Chianti Classico 2009 - Riecine
Chianti Classico 2009 - Val delle Corti
Chianti Classico Il Campitello Ris. 2009 - Monteraponi
Chianti Classico Borro del Diavolo Ris. 2008 - Ormanni
Chianti Classico Caparsino Ris. 2008 - Caparsa
Montevertine 2009 - Montevertine
Terrine 2006 - Castello della Paneretta

Tanti "base" in questa lista, perché ci piace segnalare vini dal prezzo abbordabile, ma dalle qualità organolettiche eccelse. E secondo noi il Chianti Classico è proprio la denominazione che riesce a regalarci queste perle uniche. Vini che spesso e volentieri costano in enoteca meno di 20 euro, ma che in degustazione si comportano spesso e volentieri molto meglio di etichette ben più care. Sia Montevertine sia il Terrine sono due Supertuscan che contemplano la presenza di soli vitigni autoctoni e parlano il linguaggio di questa magnifica terra.

Vini Quotidiani

Chianti 2010 - Fattoria San Pancrazio
Chianti Classico Olinto 2010 - I Fabbri
Chianti Classico 2009 - Villa Montepaldi
Chianti Monrosso 2010 - Monsanto

Spendiamo volentieri una parola su Monsanto, che oltre a produrre grandi vini di fascia alta ci sa deliziare anche con un "base" di altisismo livello organolettico. Un plauso a Laura Bianchi che conduce, con il padre Fabrizio, questa splendica cantina, che quest'anno ha festeggiato anche i 50 anni di vendemmie.

Grandi Vini

Castello San Sano Borro al Fumo 2008 - Rocca di Castagnoli
Cepparello 2009 - Isole e Olena
Fontalloro 2009 - Fèlsina
Pergole Torte 2009 - Montevertine

Il Borro al Fumo è alla sua prima uscita: un vino realizzato seguendo la vecchia ricetta di Bettino Ricasoli, che contempla la presenza anche della malvasia bianca. Un vino strepitoso. Su livelli altissimi i "soliti" Cepparello e Fontalloro. Per chi ci chiederà come mai Pergole Torte è Grande Vino, ricordiamo che da quest'anno i Vini Slow devono rispondere anche a un criterio di rapporto tra la qualità e il prezzo ben preciso, che il Pergole Torte, pur non costando certo uno sproposito (tanti vini italiani sono più cari e molto meno buoni...) non può vantare.

Sorsi di Chianti Classico

L'AIS Roma ha riaperto l'anno accademico portando nella capitale una nutrita truppa di produttori chiantigiani che hanno presentato al fino troppo nutrito pubblico romano le ultime annate in commercio.

Purtroppo questo tipo di degustazioni a banchi di assaggio, con tanto di folla sgomitante alla ricerca dell'aperitivo fighetto, non mi hanno permesso di avere una panoramica completa dell'offerta enologica della serata. Anzi, posso dire che mi è andata di culo se sono riuscito ad approfondire cinque/sei produttori sui cinquanta presenti per cui, di seguito, le note di degustazione sono estremamente parziali e riguardano solo la mia personale selezione chiantigiana.

Chianti Classico "Coltassala" 2008 - Castello di Volpaia (sangiovese e mammolo): da un solo vitigno posto a 450 metri s.l.m. nasce questo vino che sprigiona sentori di prugna, marasca, pepe nero. Bocca abbastanza fresca, sapida, con fitti tannini e chiusura speziata. Sarà apprezzato dagli amanti dei Chianti "pop". 


Chianti Classico Riserva "Rancia" 2009 - Felsina  (100% sangiovese): non c'è nulla da fare, questo Chianti rimane sempre buono e di grande bevibilità anche quando è giovane e scalpitante. Elegante, minerale, succoso, fresco, cosa chiedere di più ad un vino che è già leggenda?


I Sodi di S. Niccolò 2008 - Castellare di Castellina (sangioveto 85%-90% e malvasia nera 15-10%): non è un Chianti Classico ma, come per altri vini mito, rimane un sorso emozionante. Quest'annata, in particolare, genera un vino molto mediterraneo a cui si aggiungono tracce di sandalo e tabacco. In bocca è equilibrato, sapido, con tannini di buona fattura. Ancora giovane darà il meglio di sè tra qualche anno.

Chianti Classico Riserva "Borro del Diavolo" 2008 - Ormanni (100% sangiovese): anche con questo Chianti non si sbaglia (quasi) mai. Questa annata regala un vino profondo, minerale, con velati profumi di terra rossa, sottobosco, spezie e sprizzante balsamicità. In bocca è compatto, caldo, sontuoso. Ha tutto le caratteristiche per farci godere a  lungo.


Chianti Classico Riserva 2008 - Castello della Paneretta (90% sangiovese e 10% canaiolo): in molti di indicavano di passare al banco n°10 dove c'era un Chianti davvero interessante. Avevano ragione. Questa Riserva, affinata in botti grandi di 30 Hl, ha un naso fresco con ricordi di frutta di rovo, foglie di tabacco, corteccia di pino, violetta. Bocca elegante, equilibrata, scorrevole, con notevole nota sapida e freschezza in chiusura di sorso. L'Espresso lo scorso hanno gli ha dato 18.5. Bravi, piacevole sorpresa davvero!


Chianti Classico 2010 - Monteraponi  (90% sangiovese e 10% canaiolo): il vino del  Braganti è davvero buono, a partire da questo Chianti base che, sebbene in bottiglia da pochi mesi, è davvero buono e dotato di bevibilità sorprendente. Se tanto mi dà tanto, questa annata promette davvero bene. 

Chianti Classico Riserva “Il Campitello” 2008 – Monteraponi (90% sangiovese, 8% canaiolo, 2% colorino): è il vino che più mi è piaciuto tra quelli degustati durante la serata romana. Non c’è nulla da fare, il terroir di Monteraponi riesce a sfornare dei vini di rara eleganza e profondità. Tutto in questo vino è al punto giusto anche se non è certo un mostro di complessità come la Riserva “Baron Ugo” che a sto punto aspetto con grande ansia.  


Chianti Classico Riserva “Il Poggio” 1998 - Castello di Monsanto (90% sangiovese, 7% canaiolo, 3% colorino)  : appena l’ho visto ho gridato:”E’ mio!!!. Era, penso, l’unica vecchia annata presente in degustazione e, per chi come me ha partecipato alla verticale di un anno fa a Roma, questo vino rappresentava una perla di riprovare. Naso affascinante, ferroso, terroso, sembra di entrare in una vecchia cava abbandonata. Poi, col tempo, escono le note di fiori secchi e spezie nere. Bocca tradizionale, imponente, morbidezze e durezze del vino sono quasi perfettamente fuse per donare un sorso di grande eleganza e persistenza. E’ un vino mito e questo assaggio, per l’ennesima volta, lo ha dimostrato.

Tre Bicchieri 2013 Lombardia Gambero Rosso

Franciacorta Brut Collezione Esclusiva 2004 Cavalleri
Franciacorta Brut Nature 2008 Barone Pizzini
Franciacorta Cellarius Brut 2008 Berlucchi
Franciacorta Dosaggio Zero Francesco Iacono Riserva 2004 Villa Crespia – Fratelli Muratori
Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto 2006 Ricci Curbastro
Franciacorta Extra Brut 2006 Ferghettina
Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé 2006 Bellavista
Franciacorta Pas Dosé N.M. Cavalleri
Franciacorta Rosé Extra Brut Cuvée Annamaria Clementi Riserva 2004 Ca' del Bosco
Franciacorta Satèn Soul 2006 Contadi Castaldi
Lugana Brolettino 2010 Ca' dei Frati
Lugana Fabio Contato 2010 Provenza
Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut 1870 Gran Cuvée Storica 2008 Giorgi
Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut Classese 2006 Monsupello
Oltrepò Pavese Pinot Nero Metodo Classico Brut More 2008 Castello di Cigognola
Oltrepò Pavese Pinot Nero Noir 2009 Tenuta Mazzolino
Sforzato di Valtellina Sfursat 5 Stelle 2009 Negri Nino
Sfurzat di Valtellina 2008 Rainoldi
Valtellina Superiore Riserva 2009 Dirupi
Valtellina Superiore Riserva 2009 Mamete Prevostini

Tre Bicchieri 2013 Sardegna Gambero Rosso

Alghero Rosso Marchese di Villamarina 2007 Sella & Mosca
Buio Buio 2010 Mesa
Cannonau di Sardegna Dule Riserva 2009 Gabbas
Cannonau di Sardegna Josto Miglior Riserva 2009 Antichi Poderi di Jerzu
Capichera 2011 Capichera
Carignano del Sulcis Is Arenas Riserva 2008 Sardus Pater
Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2009 Cantina Santadi
Carignano del Sulcis Tupei 2010 Cantina Calasetta
Carignano del Sulcis 2009 6Mura
Hortos 2008 Cantina Dorgali
Surrau 2009 Vigne Surrau
Turriga 2008 Argiolas
Vernaccia di Oristano Riserva 1988 Contini

Ho bevuto i vini turchi e.....

....forse dovrebbero rivedere qualcosa anche se, la premessa è d'obbligo, bere quattro o cinque vini locali non significa avere una panoramica completa della loro produzione. Anzi.

Però quattro indizi, cioè i vini da me degustati, fanno una prova, cioè che in Turchia si produce vino senza una personalità specifica e strizzando l'occhio alla massa, turisti non islamici in primis, con un uso del legno tarato per il mercato anglossassone. Parker da queste parti lo vedono come una sorta di ancora di salvezza e, a ben vedere, non posso dar torto ai pochi produttori presenti che, da veri reazionari, cercano di vendere alcol in un paese dove la religione lo vieta.

Il consumo di alcolici non è frenato solo dall'Islam ma anche dallo stesso Stato che tassa in maniera imbarazzante le poche bottiglie di vino che trovi in commercio nei supermercati col rischio di pagare un Tavernello locale come un Supertuscan. Non vi dico poi cosa significhi prendere del vino, se lo trovi, al ristorante. 150/170 lire turche, circa 80 euro, per vini che in Italia farebbero fatica a vendersi in qualsiasi ipermercato.

Un pò spauriti da questo contesto "contro" abbiamo acquistato al market di Oludeniz il nostro primo vino turco, un Anfora (maestro perdona loro) 2009 della cantina Pamukkale da uve autoctone Öküzgözü e Boğazkere. Prendere uno shiraz o un merlot turco..no grazie.

Anfora 2009

Sia al naso che in bocca questo blend di uve autoctone conferma la premessa al post di oggi, si tratta di un vino semplice, dagli aromi di fruttini rossi "tostati" da un legno ancora percettibile. Al palato risulta snello, quasi privo di tannino, scorrevole come una bevanda fruttata. Devo ammettere che con i 43° dell'estate turca il vino, leggermente freddo, scendeva giù discretamente. Vino privo di difetti, facile ma poco emozionale.

Gli altri tre vini li ho degustati ad Istanbul grazie ai miei amici Gianluca e Özke di Scoprire Istanbul che ci hanno portato in un bellissimo wine bar del quartiere Beşiktaş (si, proprio quello della squadra di calcio).

Stavolta abbiamo bevuto un pò di vino della produzione dell'azienda Corvus, situata sull'isola di Bozcaada e di proprietà del designer turco Res it Soley.

Di questa cantina molto trendy il primo vino degustato è stato l'AEGEA 2007 (100% Kuntra), un rosso più interessante dell'Anfora bevuta in precedenza se non altro per una maggiore complessità olfattiva che qua richiamava le note di liquirizia e pepe. In bocca questo Kuntra rimane abbastanza anonimo, leggero, poco tannico, con una nota amare finale da digestivo che presumo dipenda da un legno forse mal digerito.


AEGEA

L'altro vino bevuto è stato il Rarum 2007, blend di Kuntra e Karalahna, un bicchiere moooolto di stile internazionale che ad occhi chiusi, potresti scambiare per un qualsiasi cileno o argentino. Quando parlavo di personalità del vino turco mi riferivo a questo assaggio in particolare.
 
Rarum

Un Passito 2008 (100% Vasilaki) ha terminato la nostra degustazione. Non ho sbagliato nome, la Corvus ha esattamente usato il termine passito per indicare il loro unico vino dolce e anche questo, permettetemi, rappresenta un furbizia evitabile. Chiamate il vino dolce col vostro nome senza scimmiottare produzioni e tradizioni alloctone. 

Sì, vabbè, ma come era sto Passito? Onesto, forse troppo  morbido per i miei gusti.

Nota finale: spesso e volentieri al ristorante e anche al supermercato si trovano vecchie annate dei vini, non rarissimo trovare anche millesimi anteriori al 2007. Il motivo non deve essere rintracciato nella volontà di scimmiottare la scuola francese ma, semplicemente, alla mia domanda mi è stato risposto che i vini vintage li trovi perchè non si riescono a vendere e le cantine traboccano di stock di "vecchi" vini...


Tre Bicchieri Campania 2013 Gambero Rosso

Greco di Tufo 2011 - Di Prisco
Greco musc’ 2010 -  Contrade di Taurasi
Cupo  2010 - Pietracupa
Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2010 - Villa Diamante
Fiano di Avellino 2010 - Ciro Picariello
Cilento Fiano Pietraincatenata 2010 - Maffini
Costa d’Amalfi Fiorduva 2010 - Marisa Cuomo
Taurasi Radici 2008 - Mastroberardino
Taurasi Vigna Macchia dei Goti 2008 - Caggiano
Taurasi Poliphemo  2008 - Tecce
Taurasi Renonno 2008 - Molettieri
Taurasi Piano di Montevergine Ris. 2007 - Feudi di San Gregorio
Taurasi Riserva  2006 - Di Meo
Montevetrano 2010 - Montevetrano
Terre di Lavoro 2010 - Galardi

Pallagrello Nero Ambruco 2010 - Terre del Principe
Sabbie di Sopra il Bosco 2010 - Nanni Copè

Tre Bicchieri Marche 2013 Gambero Rosso

Barricadiero 2010 Aurora

Il Pollenza 2009 Il Pollenza

Kurni 2010 Oasi degli Angeli

Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2009 Velenosi

Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Ubaldo Rosi Riserva 2006 Colonnara

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Crisio Riserva 2010 Casal Farneto

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Il Cantico della Figura Riserva 2009 Felici And
rea

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico San Sisto Riserva 2009 Fazi Battaglia

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Stefano Antonucci Riserva 2010 Santa Barbara

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Capovolto 2010 La Marca di San Michele

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Pallio di San Floriano 2011 Monteschiavo

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2010 Garofoli

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 2010 Vallerosa Bonci

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2010 Umani Ronchi

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Vigna Novali Riserva 2009 Terre Cortesi Moncaro

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2009 Bucci

Verdicchio di Matelica Mirum Riserva 2010 La Monacesca

I Vignaioli dell'Etna a Roma questo fine settimana

La stagione autunnale 2012 inizia con un nuovo evento voluto da Tiziana Gallo e legato a una delle massime espressioni della vitivinicoltura siciliana, quella etnea. Il 15 e il 16 settembre saranno due giornate dedicate ai vini del Vulcano, una terra magica, antica, dove l’uomo ha dovuto convivere per millenni con lo sguardo rivolto verso l’alto, perennemente attento all’attività dei crateri.

Vignaioli dell'Etna vuole portare a Roma gli straordinari vini di una realtà in cui gli impervi vigneti delimitati da muretti in pietra lavica sono coltivati ad alberello sulle pendici della montagna, secondo la tradizione iniziata dalla dominazione greca. Siamo nella patria di vitigni autoctoni come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Carricante e la Minnella, che su questo terreno vulcanico sabbioso riescono a raggiungere la loro massima espressione. La “Montagna di Fuoco”, cosi definita da Salvo Foti - uno dei pionieri del recupero della viticoltura etnea - sulla costa orientale della Sicilia è un maestoso punto di riferimento, un dominatore silenzioso capace di condizionare, nel bene e nel male, l’esistenza di migliaia di abitanti: dal Vulcano gli anziani agricoltori per secoli hanno ricavato premonizioni, auspici e previsioni climatiche, tramandandone il fascino e cercando di concentrarlo nei prodotti della terra e soprattutto nel vino.

Ogni versante che si dirama dalla cima del cratere regala dei vigneti singolari e diversi nelle loro espressioni, anche solo per pochi metri di distanza l'uno dall'altro. A rappresentare la sorprendente esperienza delle viticoltura etnea saranno diciassette produttori, appartenenti alle quattro pareti del vulcano, che proporranno sui banchi d’assaggio le differenti e personali interpretazioni delle varietà che contraddistinguono l’enologia etnea: Barone di Villagrande, Benanti, Calcagno, Ciro Biondi, I Custodi delle Vigne dell’Etna, Edomè, Feudo Cavaliere, Girolamo Russo, Graci, Mannino Giuseppe, Passopisciaro, Tasca d’Almerita, Tenuta di Fessina, Terrazze dell’Etna, Terre dell’Etna, Valcerasa e I Vigneri, oltre alle prelibatezze dolciarie di Donna Elvira, una delle migliori pasticcerie dell’isola e alle specialità gastronomiche del Corriere Marchigiano, che ormai abbiamo imparato a conoscere negli eventi organizzati da Tiziana Gallo.


L’appuntamento è nelle eleganti sale dell’Hotel Victoria, in via Campania 41, di fronte a Villa Borghese e a cento metri da Via Veneto, e gli orari previsti sono sabato 15 settembre dalle 14 alle 20 e domenica 16 settembre dalle 12 alle 20.
È la prima volta che a Roma si possono assaggiare, tutti assieme, i vini dei più importanti produttori del Vulcano ed è per questo che Vignaioli dell’Etna è un evento a cui gli enofili di tutte le categorie non possono proprio mancare!

Tutte le info sull'evento le trovate al seguente link.

Io ci sarò sabato e so che anche qualche sbevazzone sarà dei nostri...Beoni compresi!!

La Festa de la Fil Loxera in Spagna

Una delle feste del vino più originali si tiene in Spagna a Sant Sadurní d'Anoia, 50 Km da Barcellona: La Festa de la Fil·loxera. 

Oddio, detta così sembra un controsenso visto che la fillossera è un fitofago della vite che negli anni passati ha creato dei veri e propri disastri agricoli.

La fillossera. Foto: http://www.fil-loxera.com

Ma perchè allora da quelle parti in Spagna c'è tripudio? Semplicemente si festeggia l'aver sconfitto la fillossera che, a ben vedere, nel piccolo paesino di Sant Sadurní d'Anoia ha portato sopratutto cambiamenti positivi visto che, da quel momento in poi, sono stati impiantati in zona vitigni come Macabeo, Xarel.lo e Parellada. Grazie alla fillossera, pertanto, Sant Sadurní d'Anoia ha imboccato la strada della grande produzione di Cava, una scelta che oggi garantisce al territorio grandi profitti e notorietà. 

Perchè non festeggiare allora?? Via con i carri a forma di insetto per tutta la città!!!