Perché è bello bere i Bordeaux del 1970 - Garantito IGP


Armin Kobler, che ha cantina in Alto Adige e un passato da tecnico del vino, mi ha domandato che cosa io vada cercando quando mi ostino a bere vecchie bottiglie di Bordeaux. Gli ho risposto che rincorro la traccia di una filosofia e di uno stile e di una viticoltura e di un’enologia che non esistono più, travolti dal modernismo più che dalla modernità. Cerco le origini del vino che si beve, che vuole la tavola, che non ha date di scadenza.


Il dialogo è avvenuto durante una delle mie degustazioni di vini d’antan. Nei calici avevamo dei Bordeaux del 1970.
Mi piace bere quei vini. Mi piace trovarli, come spesso accade, perfettamente integri nel colore e nel frutto varietale.
Mi capita di domandarmi sempre se i vini d’oggi saprebbero fare altrettanto. Credo di avere la risposta, ed no. Troppo forzatamente perfettini, i vini che facciamo adesso. Non ce la faranno, in genere, a tenere nel tempo.

Ne ho aperti nove di Bordeaux del 1970, due invece assolutamente spettacolari, e sono questi i vini per cui vale la pena fare queste degustazioni, tre ahimè non a posto (è il prezzo da pagare), buoni gli altri, da bere con piacere.

A Bordeaux quella del 1970 fu la prima vendemmia buona dopo un paio di anni disastrosi. Giugno e luglio furono caldi e secchi, in agosto ecco un succedersi di giornate torride e di temperature più fresche, e venne anche la pioggia al momento giusto. Ancora un’alternanza di caldo e di freddo in settembre. Si attese per la vendemmia, solo che poi ci si accorse che le uve stavano maturando tutte insieme, così le cantine erano piene e ci furono seri problemi con le vinificazioni. Peccato, poteva essere una vendemmia esaltante. Comunque a me i vini del 1970 piacciono. L’assaggio me l’ha confermato anche stavolta. Vediamo com’è andata.

Margaux 1970 Château Ferriere


Colore mostruoso per quanto è giovanissimo e brillante. Profumi terrosi e anche agrumati. Scorza di cedro. Frutto rosso maturo. Poi sale e freschezza. Succoso. Gran bel vino. 92

Saint-Émilion Grand Cru Classé 1970 Château Cadet-Piola


Nero, denso nel colore, impenetrabile. Però ossidativo, ferroso al naso. Alla distanza ha proprio ceduto. Niente da fare.

Graves 1970 Château La Louviere

Una tonalità stupenda, cristallina. Un vino floreale e giovanile. E che freschezza al palato! Non gli daresti che una manciata d’anni, altro che quarantacinque. Apparentemente esile, in realtà elegantissimo. 94

Montaigne Saint-Émilion 1970 Château St. Jacques Calon


Ancora un rubino brillante, incredibilmente integro. L’appellation è di quelle minori, ma il vino si fa piacere per quella sua rustica tannicità che accompagna il frutto. 86

Montaigne Saint-Émilion 1970 Château Plaisance


Che strani profumi. Tartufo, porcino secco, sottobosco, foglie macerate. Rustico, quasi scorbutico. Non gli difetta certamente il carattere. Succoso e salatissimo. Vorrei averne ancora. 87

Pauillac 1970 Château La Couronne

Tappo, purtroppo.

Margaux 1970 Château Rausan-Segla


Un po’ velato nel colore, nel bicchiere s’è mostrato ritroso. Il frutto è apparso esile, ancorché bello nella sua delicata definizione. Una nota di zenzero aggiunge piccantezza. 84

Saint-Émilion Grand Cru Classé 1970 Château Soutard

Tappo, purtroppo, anche qui.

Saint-Émilion Grand Cru Classé 1970 Château Larcisse-Doucasse

Menta, erbe officinali. Però poi in bocca è apparso piccolino e un po’ piegato dalle vene ossidative di crema pasticcera. Comunque si beve. 78



Vignaioli Naturali a Roma 2016: quattro vini da non dimenticare

Anche questa edizione 2016 di Vignaioli Naturali a Roma, evento organizzato da Tiziana Gallo, è stata archiviata con notevole soddisfazione, almeno da parte mia, visto il notevole livello qualitativo dei produttori presenti. 

Purtroppo, come spesso mi capita, le poche ore a mia disposizione per girare la fiera non sono bastate a degustare nemmeno la metà dei vini presenti per cui sono consapevole della parzialità dei miei giudizi che, almeno stavolta, hanno voluto dar luce a vini che solitamente non hanno un grande risalto mediatico. 


Tra i bianchi in degustazione quello che mi ha stupito di più per originalità è questo Albariño galiziano chiamato Sesenta e Nove Arrobas 2013. L'Arrobas, così ho letto, è un'antica unità di misura spagnola che corrisponde a circa 14,5 litri e il numero 69, facendo i bene conti, sta a significare che di questo vino sono stati prodotti circa 1000 litri. Altra particolarità: le uve sono state selezionate da tre vigneti antichissimi di albariño di età media di circa 50 anni di cui, mi dicono, uno ancora a piede franco. Minimi interventi in cantina e un affinamento di circa sei mesi sui lieviti hanno generato questo vino estremamente diretto che odora di alghe e calce. Sorso penetrante come una lama e sapido come un chicco di sale. Bella scoperta!



L'altro vino che mi ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore è stato il Cornalasca 2013 (grignolino 100%) di Daniele Saccoletto. Il suo colore rosso, quasi trasparente, i suoi profumi di geranio e scorza di arancia uniti ad una schiettezza d'altri tempi me lo ha fatto subito amare al pari dello stesso produttore che, all'interno del fastoso The Westin Excelsior, sembrava un alieno sceso sul pianeta Terra con la sua astronave. 



Il suo grignolino è unico perchè oggi risulta un vino per pochi, troppo demodé in un mondo in cui concentrazione e alcol ancora sembrano essere parametri qualitativi importanti per un grande rosso. 

Aveva ragione, in questo, il grande Veronelli quando scriveva del Grignolino così:"....Vino Testabalorda, anarchico e individualista; rosso chiaro, vivo di trasparenza porporina alla nascita, subito asciutto senza cedimenti ed asprezze, vuole essere bevuto da giovane; uno, due, cinque anni secondo volontà sua (capace, in certe annate, di andare avanti, a dispetto), si fa colore rosso rubino  (se ne ha voglia), si smorza (se ne ha voglia) nell’aristocrazia; solo se ti riconosce amico, per come lo ascolti, per cure che gli dai, svela tutto il bouquet sottile di verde nocciola ed il gusto lieve amarognolo, pacato, e attento, controllato (finalmente) e armonico!”

Le altre due piacevoli conferme, per fortuna, riguardano due vini a base cesanese di Affile (uva autoctona del Lazio) provenienti da territori vicini ma al tempo stesso differenti. 

Il primo è il Cesanese di Olevano Romano "Cirsium" 2012 di Damiano Ciolli che ormai, anno dopo anno, conferma come in questo territorio sia una sorta di faro il cui fascio di luce, ancora oggi, dopo tanti anni, è ancora troppo solitario e non riesce quasi mai ad indirizzare nella giusta direzione le altre imbarcazioni che vagano nella nebbia più fitta.


Ci spostiamo di qualche chilometro e arriviamo in zona Cesanese del Piglio DOCG dove, tra i tanti produttori, operano da qualche anno Rosa e Piero Macciocca de La Visciola. La loro batteria di vini, durante la manifestazione, è quella che più mi ha entusiasmato per qualità generale. Il loro Cesanese del Piglio "Priore" 2013, declinato nei tre Cru chiamati Ju Quarto, Vignali e Mozzatta, ha una eleganza straordinaria e sembra viaggiare tre metri sopra il cielo. Qualcuno un giorno ha scritto che il Cesanese del Piglio ha molti punti in comune con il grande Pinot Nero. Vero se, e solo se, si fa riferimento a questi tre vini con i quali, prima o poi, infinocchierò i miei amici borgognofili. Vincerò la sfida? Vedremo! 



Rivoluzione alla Guida Vini d'Italia de L'Espresso: entrano Paolini e Grignaffini ed escono Rizzari e Gentili

Luciano Pignataro stamattina esce con una notizia che forse era nell'aria tra gli addetti al settore: Rizzari, Gentili e tutto lo staff (Pardini, Falcone, Gravina, Zanichelli, etc..) che per anni hanno garantito alla Guida Vini d'Italia de l'Espresso di essere un punto di riferimento per tutta una grande fetta di appassionati di vino stufi di una certa omologazione "garantita" dalle altre guide del settore.


I motivi, sempre secondo Pignataro, sono strettamente legati alle vendite della guida che non è mai decollata grazie a scelte editoriali troppo alternative e settoriali che, in fin dei conti, tiravano fuori molti Signori del Vino.

Il responsabile delle guide Espresso Enzo Vizzari confermando le voci aggiunge questo: “Più che un avvicendamento si tratta di qualcosa di completamente nuovo che presenteremo ufficialmente a breve. Si tratta di un nuovo prodotto editoriale, non sarà più una guida e si chiamerà, appunto, I Vini dell’Espresso”.

Ovviamente, da parte mia, grande solidarietà a tutti coloro che sono usciti da questo ambizioso progetto ora nelle mani di Paolini e Grignaffini ai quali va il mio più grande in bocca al lupo per una sfida che spero non prenda la strada imboccata da tante altre guide concorrenti.

Dirò di più: riallacciandomi a quanto scritto anche dall'IGP Carlo Macchi, spero proprio che Rizzari, Gentili, Gravina e tutti gli altri stiano già pensando a qualcosa di diverso perchè, come tutti sappiamo, la vera sfida oggi è proporsi sul web con progetti seri e, soprattutto, onesti intellettualmente. Fateci un pensiero, ragazzi!

Barolo Riserva Docg 2008 Cannubi “1752” Damilano - Il VINerdì di Garantito IGP

Di Lorenzo Colombo


“1752” ovvero:

1 – Vigna storica
7 – Anni minimi d’affinamento
5 – Anni in una botte di rovere austriaco da 50 ettolitri
2 – Anni di sosta in bottiglia

1752 – Anno a cui risale la prima bottiglia con in etichetta il nome Cannubi


Tutta l’eleganza del Barolo. Ecco il Cannubi “1752” di Damilano.

Masterclass sui vini svizzeri a Villa d'Este- Garantito IGP

Anche quest’anno (2015) siamo stati gentilmente invitati al Villa d’Este Wine Symposium, l’evento creato dal fondatore e presidente del Grand Jury Europeen, Francois Mauss e che si tiene nei primi giorni di novembre nel prestigioso Hotel sul Lago di Como.
Noi ci siamo stati sabato 7 novembre, di ritorno d una settimana in Langa, ed oltre ad aver partecipato a due interessanti seminari, il primo sulla “Rivoluzione digitale all’interno del mondo del vino” ed il secondo su “Planck Wall and the Expansion of the Universe” condotto quest’ultimo dal filosofo e fisico Etienne Klein e dal Premio Nobel 2011 per la fisica Brian Schmidt, abbiamo seguito con estremo interesse il Masterclass – Swiss Wines.

Villa d'Este

La viticoltura ed i vini svizzeri in effetti sono assai poco conosciuti da noi, in buona parte questo è dovuto alla loro limitata produzione (930.000 ettolitri nel 2014, meno di quanto prodotto nel solo Trentino-Alto Adige) e di conseguenza alla limitatissima esportazione.
La produzione elvetica copre infatti appena il 40% del consumo interno e solamente l’1% è destinato all’esportazione, mentre il 60% del vino viene importato.
Quale occasione migliore quindi per approfondire l’argomento e per assaggiare qualche vino introvabile da noi?

La presentazione, assai approfondita ha toccato diversi aspetti della vitivinicoltura elvetica, sono stati presentati molti dati relativi ai vitigni presentati, come la loro diffusione sul territorio, la loro (presunta) provenienza, l’etimologia e molto altro.

La superficie del vigneto elvetico è di circa 14.850 ettari (poco più di quello del solo Chianti Docg), le zone maggiormente vitate si trovano nella Svizzera Romanda (poco meno di 5.000 ha nel Vallese, 3.800 nel Vaud, 1.400 sul Lago di Ginevra) e nel Ticino (1.100 ha).
I vitigni più coltivati sono principalmente a bacca rossa (58%), con il Pinot noir al primo posto(29%), seguito da Gamay (10%) e Merlot (7%); lo Chasselas (27%) è il primo vitigno a bacca bianca. Vi si coltivano inoltre una ventina di varietà indigene, spesso limitate a pochi ettari vitati ed un pugno di vitigni recentemente creati tramite incroci tra varietà dagli istituti nazionali di ricerca.


Nel corso della degustazione abbiamo potuto degustarne alcuni.

Ecco quanto abbiamo assaggiato. 

I vini sono riportati in ordine di servizio e, nonostante la degustazione non fosse in blind tasting, abbiamo riportato le nostre personali valutazioni, non essendo in questo caso assolutamente influenzati da etichette comunque a noi sconosciute.

Cru del l’Hopital – Chasselas de Fichillien - 2012

Vitigno: Chasselas – Regione di provenienza: Neuchätel & Three-Lakes
Lo Chasselas, coi suoi 3.850 ettari, è il secondo vitigno svizzero per estensione vitata, è diffuso principalmente nei cantoni del Vaud (2.304 ha), Vallese (967 ha), Ginevra (306 ha) e Neuchâtel (177 ha).
Nel vallese, con questo vitigno si produce il Fendant, mentre nella Svizzera tedesca il vitigno è conosciuto come Gutedel.
Molto bello il colore, paglierino carico luminoso.
Discreta l’intensità olfattiva, pulito, fruttato (frutto giallo maturo), pesca, note di frutta tropicale.
Vegetale, sentori di fieno, sapido, fruttato, buona la persistenza. 83-84/100

Cave Mabillard-Fuchs – Humagne Blanc - 2014

Vitigno: Humagne Blanc - Regione di provenienza: Valais
Ce ne sono circa trenta ettari, tutti situati nel Vallese.
Color giallo limone luminoso.
Intenso al naso, fresco, pulito, sentori di frutta fresca (pesca bianca), agrumato. Alla distanza escono note che ricordano un poco la colla.
Fresco alla bocca, agrumato (arancio), note affumicate, buona la persistenza. Interessante. 83-84/100


Benoît Dorsat – Petite Arvine de Fully “Les Perches” - 2013

Vitigno: Arvine - Regione di provenienza: Valais
Centosessantasei gli ettari vitati, praticamente tutti nel Vallese, che sembrerebbe anche la sua zona d’origine.
Giallo intenso e luminoso, note dorate.
Non molto intenso al naso, note affumicate, fieno, erbe officinali, frutto giallo maturo.
Strutturato, alcolico, frutta tropicale e note vegetali (erbe secche), chiude un poco amaro. 81-82/100

Provins - Petite Arvine Maître de Chais R. Spéciale - 2014

Vitigno: Arvine - Regione di provenienza: Valais
Color giallo dorato luminoso.
Di media intensità olfattiva, sentori d’erbe officinali e di frutta gialla matura.
Di buona struttura, sapido, con bella vena acida, note aromatiche. 80/100

Domaine La Colombe – Amédée VI - 2012

Vitigni: Savagnin 90%, Chardonnay 10% - Regione di provenienza: Vaud
Centotredici gli ettari vitati per il Savagnin, centootto dei quali si trovano nel Vallese. 
Lo Chardonnay invece (351 ettari in Svizzera) è diffuso principalmente nei cantoni di Ginevra (101 ha), Valais (68 ha), Ticino (48 ha) e Vaud (40 ha).
Giallo limone luminoso.
Di media intensità olfattiva, fresco, pulito, frutta bianca ed accenni officinali.
Fresco ed alcolico, fruttato-agrumato, morbido(residuo zuccherino). Molto interessante. 85-86/100


Domaine Grand’ Cour - Grand’ Cour blanc - 2014

Vitigni: Kerner, Sauvignon Blanc, Riesling - Regione di provenienza: Geneva
Ventitre gli ettari vitati a Kerne, diffusi a macchia di leopardo sul territorio elvetico.
Centosessantadue gli ettati di Sauvignon blanc, anche questi sono piuttosto sparpagliati su tutto il territorio nazionale.
Solamente sedici gli ettari di Riesling, pure questi piuttosto sparpagliati.
Color paglierino luminoso.
Intenso al naso, pulito, aromatico, sentori di confetto e d’agrumi canditi.
Di buona struttura, morbido (residuo zuccherino), alcolico, note di canditi e di pasticceria. 84-85/100

Maison Carrée – Auvernier Rouge - 2011

Vitigno: Pinot Noir - Regione di provenienza: Neuchätel & Three-Lakes
E’ il vitigno più coltivato in Svizzera, ce ne sono 4.260 ettari. Ovunque diffuso, anche se la zona di maggior diffusione è il Valais (1.597 ha).
Granato di buona intensità, riflessi color rubino.
Bel frutto (ciliegia matura), frutti di bosco, accenni speziati,buona complessità.
Di discreta struttura, tannini un poco asciuganti e legno in evidenza, note affumicate. Meglio al naso. 84-85/100

Cicero Weinbau  - Pinot Noir M - 2013

Vitigno: Pinot Noir - Regione di provenienza: Grisons
Color granato profondo.
frutto rosso maturo al naso, note speziate, accenni balsamici.
Fruttato, note di rifermentazione. Problemi alla bottiglia. Senza voto

Schlossgut Bachtobel – Pinot Noir N°3 - 2012

Vitigno: Pinot Noir - Regione di provenienza: Eastern Switzerland
Color granato scarico.
Bel naso, elegante, leggermente affumicato, frutto rosso speziato.
fresco e pulito, di media struttura, piacevolmente affumicato, elegante, buona la persistenza. 88-89/100

Tom Litwan – Thalheim “Chalofe” – 2013

Vitigno: Pinot Noir - Regione di provenienza: Eastern Switzerland
Color granato scarico con unghia aranciata.
Di media intensità olfattiva, legno dolce in evidenza, frutto rosso in sottofondo.
Di media struttura, fresco, fruttato (ciliegia), sapido, con bella vena acida e buona persistenza. Molto meglio alla bocca. 86-87/100

Kopp von der Crone Visini – Balin – 2012

Vitigno: Merlot - Regione di provenienza: Ticino
1.085 gli ettari vitati, 872 dei quali nel solo Ticino.
Color rubino-violaceo, profondo e luminoso.
Balsamico, legno dolce, bel frutto.
Strutturato, sapido, con bella vena acida, vegetale-affumicato, lunga la persistenza. 85-86/100

Domaine le Satyre – Carminoir – 2014

Vitigno: Carminoir - Regione di provenienza: Vaud
Incrocio tra Cabernet sauvignon e Pinot noir, creato nel 1982 dalla Stazione Nazionale di Ricerca Agroscope.
Undici gli ettari vitati, sette dei quali nel Valais ed altri due e mezzo nel Ticino.
Rubino-violaceo profondissimo.
Intenso al naso, pulito, frutto rosso maturo in evidenza (ciliegia e mora).
Fruttato, note vegetali, tannini un poco verdi, lunga persistenza su note di liquirizia. 85

13 Cave la Romaine – Humagne Rouge Cuvée des Empereurs – 2010

Vitigno: Humagne Rouge - Regione di provenienza: Valais
Centotrentacinque gli ettari vitati, praticamente tutti nel Valais. Il vitigno è originario della Valle d’Aosta dov’è conosciuto col nome di Cornalin.
Rubino profondissimo con unghia violacea.
Legno dolce al naso, leggere note affumicate, buona l’eleganza.
Di buona struttura, bel frutto (frutto rosso speziato), accenni vegetali e di legno, bella vena acida e buona persistenza. 84-85/100

Denis Mercier – Cornalin – 2010

Vitigno: Cornalin - Regione di provenienza: Valais
Centoventinove gli ettari vitati, praticamente tutti nel Valais.
Curiosamente non c’entra nulla con il Cornalin Valdostano sopramenzionato (Humagne Rouge), il suo corretto nome ampelografico infatti è Rouge de Pays.
Impenetrabile il colore, quasi nero.
Intenso al naso, vanigliato, balsamico, legno dolce, di buona eleganza.
Buona la struttura, morbido, con bella trama tannica, legno dolce, lunga la persistenza su sentori di bastoncino di liquirizia. 87/100

Les Frères Dutruy – Gamaret Les Romaines – 2012

Vitigno: Gamaret - Regione di provenienza: Vaud
Incrocio tra Gamay e Reichensteiner, creato nel 1970 dalla Stazione Nazionale di Ricerca Agroscope.
Ce ne sono quattrocentoventitre ettari in Svizzera, principalmente nel Vaud (144 ha), Ginevra (122 ha) e Valais (104 ha).
Purpureo profondissimo e luminoso.
Intenso e pulito al naso, frutto rosso speziato (pepe).
Di buona struttura, sentori di legno dolce e liquirizia forte, lunghissima la persistenza. 87-88/100

Didier Joris – Syrah Pré-des-Pierres – 2014

Vitigno: Syrah - Regione di provenienza: Valais
187 gli ettari vitati, centosessanta dei quali nel vallese.
Purpureo-violaceo, profondissimo e luminoso.
Di buona intensità olfattiva, speziato, sentori di legno dolce.
Buona la struttura, speziato, quasi piccante, liquirizia forte su lunga persistenza. 86-87/100

Vignaioli Naturali a Roma 2016

Eccoci pronti per una delle manifestazioni enologiche più attese della Capitale!

Il 6 e il 7 febbraio ci sarà l’ottava edizione di Vignaioli Naturali a Roma, l’evento creato e organizzato da Tiziana Gallo, che raccoglie ogni anno un afflusso sempre crescente di pubblico.


Molti i professionisti e gli appassionati attratti dall’evento decisamente imperdibile per l’ampia scelta di etichette, italiane e straniere, proposte direttamente dai produttori naturali presenti ai banchi d’assaggio.

Tantissime aziende rappresenteranno la maggior parte delle regioni italiane affiancate da una bella selezione di cantine provenienti da Francia, Spagna, Austria, Germania, Georgia e Portogallo, che offriranno al pubblico la possibilità di degustare vitigni diversi vinificati secondo le tradizioni di ogni singolo paese.

Il vino naturale nasce nel rispetto del contenuto della bottiglia, della salute, del territorio e del consumatore; da anni ha smesso di essere un prodotto di nicchia per trasformarsi in una necessità per chi ama la qualità, in Italia come all’estero. Ecco il motivo per cui Tiziana Gallo ha scelto di prestare cosi tanta attenzione anche ad aziende di altri paesi europei, per permettere al suo pubblico di cogliere  i diversi aspetti del vino naturale.
Numerosissimi i produttori partecipanti: ai banchi d’assaggio saranno presenti un centinaio di cantine, 2 birrifici ,3 aziende alimentari e 1 dolciaria.

La location di Vignaioli Naturali a Roma è ormai una garanzia: il prestigioso The Westin Excelsior Rome, nella suggestiva cornice di Via Veneto 125, gli orari saranno sabato 6 e domenica 7 febbraio dalle 12 alle 19.

Anche per questa ottava edizione, Vignaioli Naturali a Roma sarà un evento unico, a cui nessun appassionato di vino potrà rinunciare!

Per informazioni:
Tiziana Gallo – 338/8549619

info@vininaturaliaroma.com

http://www.vininaturaliaroma.com/

Brunello di Montalcino 2010 Vs 2011: degustazione alla cieca di 44 campioni

Riprendo, ringraziandoli, l'articolo di Maurizio Valeriani e Antonio Di Spirito che mi hanno invitato a questa degustazione alla cieca di 44 campioni di Brunello di Montalcino che abbiamo degustato non sapendo quale fosse l'annata 2010 e la 2011. 

Un gioco, così deve rimanere, che ha avuto però qualche importante conferma. 

di Maurizio Valeriani e Antonio Di Spirito

Certo fa notizia che la tanto celebrata annata 2010 di Brunello soccomba in una degustazione alla cieca alla nuova 2011.
Quando abbiamo organizzato questa degustazione, dopo aver fatto un giro a Montalcino ed assaggiato un po’ dei nuovi Brunello, pensavamo che la distanza qualitativa tra le due annate non fosse così grande, ma non immaginavamo che addirittura la nuova annata potesse superare la precedente.


Vi raccontiamo dunque della degustazione avvenuta il 19 gennaio scorso presso la Taverna Portuense a Roma, in cui sono stati messi alla cieca 44 campioni di Brunello (22 del 2010 e 22 del 2011), senza sapere etichette ed annate.

Giornalisti/degustatori esperti presenti

Fabio Casamassima (Ristorante BaccanoDoctor Wine)
Luciano Di Lello (La Repubblica; www.lucianodilello.com)
Daniele Moroni (Vino da Bere)
Gianmarco Nulli Gennari (www.lucianopignataro.it; Slow Wine)
Giuseppe Picconi (giornalista freelance)
Luciano Pignataro (Il Mattino, Slow Wine, www.lucianopignataro.it)
Stefano Ronconi (Radio Città Aperta; Slow Wine; www.lucianopignataro.it)
Fabrizio Russo ( Athenaeum – L’Ateneo dei Sapori)
Maurizio Valeriani (Slow Wine; www.lucianopignataro.itEpulae)


Cominciamo dalla notizia bomba, la 2011 viene preferita alla 2010 con un punteggio medio in centesimi di 87,9 contro 87,3.
Ma la situazione ovviamente non cambia se guardiamo la faccenda vino per vino e così la partita finisce 14-8, cioè in 14 casi su 22 viene preferita l’annata 2011 all’annata 2010.

I 14 Casi in cui vince la 2011:

Barbi 2011 batte Barbi 2010 (88 vs 87,4)
Caparzo 2011 batte Caparzo 2010 (88,4 vs 84,2)
Col d’Orcia 2011 batte Col d’Orcia 2010 (88,4 vs 84)
Corte dei Venti (base) 2011 batte Corte dei Venti Riserva 2010 (90,4 vs 88,1)
Fattoi 2011 batte Fattoi 2010 (89,3 vs 88,7)
Il Poggione 2011 batte Il Poggione 2010 (87,8 vs 87)
Le Macioche 2011 batte Le Macioche 2010 (88,4 vs 86,3)
Martoccia 2011 batte Martoccia 2010 (87,7 vs 86,9)
Pietroso 2011 batte Pietroso 2010 (89,2 vs 85,6)
Poggio di Sotto 2011 battePoggio di Sotto 2010 (89,6 vs 89,2)
Tenuta di Sesta 2011 batte Tenuta di Sesta 2010 (87,7 vs 86,6)
Tiezzi Vigna Soccorso 2011 batte Tiezzi Vigna Soccorso 2010 (88,1 vs 87,7)
Tiezzi Poggio Cerrino 2011 batte Tiezzi Poggio Cerrino 2010 (86,9 vs 86,2)
Val di Suga/Angelini 2011 batte Val di Suga/Angelini 2010 (88,5 vs 85,8)

Gli 8 Casi in cui vince la 2010:

Biondi Santi 2010 batte Biondi Santi 2011 (88,7 vs 86,5)
Donatella Cinelli Colombini 2010 batte Donatella Cinelli Colombini 2011 (88,7 vs 87,4)
Fuligni Riserva 2010 batte Fuligni (base) 2011 (88,3 vs 88,1)
Le Chiuse 2010 batte Le Chiuse 2011 (86,7 vs 83,9)
Le Potazzine 2010 batte Le Potazzine 2011 (88,6 vs 87,3)
Sesti 2010 batte Sesti 2011 (88,9 vs 88,2)
Terre Nere 2010 batte Terre Nere 2011 (88,7 vs 87,8)
Tornesi 2010 batte Tornesi 2011 (88,2 vs 86,8)

Veniamo ora al capitolo dei migliori assaggi; riportiamo tutti i vini che hanno riportato un punteggio medio di almeno 88 centesimi.
Dopo il nome del vino/azienda tra parentesi il numero del campione in ordine di servizio nella degustazione alla cieca. Alla fine del commento, tra parentesi, è indicato il punteggio risultante dalla media dei punteggi assegnati ai singoli vini da ogni giornalista/degustatore.

1) Corte dei Venti 2011   (campione n.35 nell’assaggio alla cieca)
La materia prima è di grandissima qualità; il tannino imponente e di grande finezza e la decisa acidità, tutto molto in armonia, lo rendono già godibile e tutto lascia presagire che sarà così per molti anni a venire! (90,40).

2) Poggio di Sotto 2011 (campione n.12 nell’assaggio alla cieca)
Questo vino, che gioca molto sull’eleganza, ha tutte le armi segrete di un grande Brunello; al naso offre profumi di viola, cuoio, grafite ed una bella nota fumè a completare. Armonico ed equilibrato al palato; appagante (89,56).

3) Fattoi 2011 (campione n.33 nell’assaggio alla cieca)
L’eleganza dei profumi di viola e goudron, fanno scendere anzitempo il calice verso le labbra; frutta, tannino ed acidità ben calibrati lasciano una sensazione di succosità (89,30).

4) Pietroso 2011 (campione n.20 nell’assaggio alla cieca)
Floreale e fruttato, con piacevoli richiami balsamici; al palato il tannino in evidenza viene bilanciato da un sorso succoso e fresco (89,20).

5) Poggio di Sotto 2010 (campione n.42 nell’assaggio alla cieca)
Rosa e ciliegia sono i profumi che colpiscono il naso; al palato è fruttato, fresco e succoso; minerale e piacevolmente sapido chiude con slancio con una piacevole speziatura (89,17).

6) Sesti 2010 (campione n.41 nell’assaggio alla cieca)
Profumi di ciliegia e cuoio sono l’impatto olfattivo; al palato è il gran tannino a dominare la scena, ma la componente fruttata e l’acidità, in grande equilibrio, accompagnano il sorso in un lungo finale speziato (88,89).

7) Donatella Cinelli Colombini 2010 (campione n.3 nell’assaggio alla cieca)
Floreale e fruttato al naso, in bocca esprime grande piacevolezza ed equilibrio (88,72)

8) Fattoi 2010 (campione n.6 nell’assaggio alla cieca)
Viola, nocciola ed una leggera nota ematica caratterizzano il naso; il sorso è fruttato, fresco e vibrante, il tannino è imponente e chiude con una piacevole speziatura (88,72).

9) Biondi Santi 2010 (campione n.30 nell’assaggio alla cieca)
Viola e leggere note ematiche e balsamiche al naso; grande complessità e profondità al palato: materia fine, acidità e tannini levigati sono le componenti ben fuse di questo grande vino (88,70).

10) Terre Nere 2010 (campione n.34 nell’assaggio alla cieca)
Variegato e complesso al naso con profumi di viola, frutta rossa e grafite; al palato la frutta succosa è ben amalgamata con tannini setosi e sorretta da una sottile acidità per un sorso persistente (88,70).

11) Le Potazzine 2010 (campione n.28 nell’assaggio alla cieca)
Viola e nocciole sono il quadro olfattivo di questo elegante vino; al palato è fruttato e fresco, ha un tannino ancora molto potente, ma chiude fresco e succoso (88,55)

12) Angelini – Val di Suga 2011 (campione n.39 nell’assaggio alla cieca)
Espressione molto tipica di brunello: fruttato e floreale al naso, con qualche nota balsamica; i sapori di frutta rossa, il tannino levigato e la freschezza, il tutto in una cornice equilibrata, rendono questo vino molto piacevole (88,45).

13) Le Macioche 2011 (campione n.1 nell’assaggio alla cieca)
Olfazione molto tipica: viola, ciliegia, nocciola e nota fumè; stupisce l’equilibrio raggiunto al palato con le note fruttate, il tannino morbido e sensuale e la disinvolta acidità accompagnati da speziatura fine in chiusura (88,44).

14) Caparzo 2011 (campione n.29 nell’assaggio alla cieca)
Una nota balsamica accompagna frutta e grafite al naso; succo e spezia fanno da contraltare ad un tannino vibrante ed ad una piacevole freschezza (88,40).

15) Col d’Orcia 2011 (campione n.43 nell’assaggio alla cieca)
Profumi di rosa, ciliegia e note di humus solleticano il naso; al palato è piacevole e succoso; il tannino è ottimo e l’acidità completa il sorso (88,35).

16) Fuligni Riserva 2010 (campione n.32 nell’assaggio alla cieca)
Viola e ciliegia sono affiancate da note di grafite; sorso equilibrato, dinamico elegante e lungo (88,30).

17) Sesti 2011 (campione n.9 nell’assaggio alla cieca)
Viola e ciliegia al naso, con leggera nota fumè; equilibrato, con tannino ancora giovane e finale speziato (88,22).

18) Tornesi 2010 (campione n.26 nell’assaggio alla cieca)
Note nocciolate, frutta rossa e nota fumè caratterizzano l’olfazione; frutta croccante sul fine bocca; il sorso è deciso, con tannino in evidenza e spezie dolci sul finale. Succo e profondità di beva completano il queadro di questo brunello di grande carattere (88,20).

19) Fuligni 2011 (campione n.8 nell’assaggio alla cieca)
Frutta rossa e nota fumè al naso; frutta carnosa, freschezza esuberante, mineralità e tannino incisivo in perfetto equilibrio (88,11).

20) Corte dei Venti – Riserva 2010 (campione n.40 nell’assaggio alla cieca)
Viola, ciliegia e lauro al naso; finale di frutti di bosco, lamponi, grande acidità ed un ottimo tannino deliziano il palato (88,10).

21) Tiezzi – Vigna Soccorso 2011 (campione n.4 nell’assaggio alla cieca)
Questo vino è come quando si va a trovare un vecchio amico d’infanzia: si torna da lui sempre volentieri. Profumi soffici di viola e ciclamino; frutta succosa, tannino e freschezza in perfetto equilibrio si riuniscono in un appagante sorso (88,06).

22) Barbi Colombini 2011 (campione n.22 nell’assaggio alla cieca)
Vino di grande blasone; si caratterizza al naso con profumi di viola, ciliegia e lauro; il sorso è un perfetto equilibrio di frutta rossa, acidità e tannino già maturo (88,00).


Tenuta di Fiorano - Fiorano Rosso 2010

Il nome del produttore, Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi, dimezzerebbe lo spazio da dedicare a questo rosso da 5mila bottiglie che nasce alle porte di Roma, 35% Merlot e 65% Cabernet Sauvignon, 30 mesi in botti grandi: battezzato negli anni ’60 da Veronelli e reinventato nel 2002, ha naso speziato e balsamico, bocca importante e complessa che non stanca mai. 


Nemmeno il cantiniere si è mai stancato: è lì da sempre.
 
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