Yahoo Answers e il vino: altro giro, altre stronzate...

Ogni tanto, per rendere la giornata meno pesante, leggo Yahoo Answers e torna presto il sorriso per le risposte che leggo le quali, in maniera inequivocabile, danno idea dell'ignoranza che giro ancora in materia.

Volete un esempio? Eccolo!!!

Qual è il vino che vi piace di più?

-Klepto - ha risposto a

Dipende... 

Come apertivo spesso amo sorrseggiare del Barbera Bariccato (per chi non l'ha mai provato lo consiglio vivamente) 

Con gli antipasti nulla è meglio di un Prosecco 

Con il pesce amo i vini bianchi freschi 
Falanghina 
Vermentino di Sardegna 
Passerina 
Gustav Traminer 
EST EST EST 
Muller Thurgau 
Con la carne: 
Amarone a parte (che adoro ma non è per ogni carne ma ci vuole qualcosa di "degno") 
-Re Fosco 
-Toreldego 
-Cannonau 
-Brunello 
-Morellino di Scansano 
-Lacrima di Moro 
-Nero D'avola 
-Negromaro 

Non vi basta? E allora eccovene un'altra!!
Vino in polvere...come riconoscerlo?
ciao a tutti,se sui lati di una bottiglia vuota(e anche nel bicchiere) ci sono evidenti tracce di una polverina(tipo zucchero),può essere che ci abbiano rifilato del vino in polvere?(questa polverina aveva un gusto salato...tipo aulin..) premetto che ci trovavamo in un ristorante a livigno e che sul vino(della casa) c'era solamente scritto "terrazze retiche di sondrio-indicazione geografica tipica".nel caso,dovrebbero dirlo o possono spacciartelo per vino locale senza dirti niente?..grazie...
Gli ho risposto io: Flatrix se chiamano tartratiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


Com'è possibile che sia la birra da 33 che quella da 66cl?

dobbiamo ha posto la domanda 14 ore fa - 
3 giorni rimanenti per rispondere
abbiano la stessa gradazione alcolica quando in una c'è il doppio della birra dell'altra?


La Borgogna e le annate 2009 e 2010

Borgogna 2009 o 2010? Giancarlo Marino, una grande guida per tutti gli appassionati, tempo fa all'interno dell'Accademia degli Alterati analizzava le annate e i possibili scenari futuri scrivendo le seguenti righe.

2009
Alcuni la considerano, generalizzando eccessivamente, una annata “calda”. In realtà le temperature furono solo di poco superiori alla media (nulla a che vedere con la 2003, per intendersi), mentre furono nettamente superiori alla media le ore di luce. Le uve, caratterizzate da diffuso millerandage, hanno raggiunto una perfetta maturità fenolica. Decisiva è stata la scelta della data di vendemmia: chi ha optato per una raccolta leggermente anticipata ha mantenuto un buon grado di acidità e di equilibrio, chi ha atteso troppo ha raccolto uva ai limiti, a volte oltre, della surmaturità, perdendo in primo luogo in freschezza e purezza. Il raccolto è stato abbondante, con il conseguente rischio di diluizione per chi non aveva lavorato con buon senso in vigna. Inferiore alla media il contenuto di acido malico, abbondante invece l’acido tartarico. La fermentazione malolattica è stata relativamente precoce e veloce, ma alla fine dell’affinamento il pH si è comunque mantenuto entro limiti più che sufficienti (3.4/3.6). Il buon grado zuccherino ha consentito di evitare, o di contenere al massimo, la pratica dello zuccheraggio. I risultati, come era facile prevedere, sono stati piuttosto eterogenei.
Al meglio, i vini sono pieni di fascino, eleganti, raffinati, aperti, grandi seduttori, connotati da un centro bocca “pieno e voluttuoso”:  Al peggio, i vini sono diluiti o fin troppo maturi (nei miei appunti leggo più spesso del solito richiami alla confettura di frutta), mancanti di freschezza, con tannini non perfettamente levigati, in precario equilibrio. 

2010
Ad un inverno freddissimo, durante il quale alcune violente gelate hanno addirittura distrutto alcuni vigneti, si sono succedute una primavera e una estate con temperature nettamente inferiori alla media: in particolare, ad un agosto fresco, asciutto e luminoso è seguito un settembre più dolce ma anche più umido. Il tempo inclemente all’epoca della fioritura ha accentuato il fenomeno, già notato nel 2009, del millerandage. Alla vendemmia, particolarmente tardiva, è stata così raccolta poca uva, con tannini abbondanti ma finissimi, e alta acidità malica. La fermentazione malo-lattica è stata tardiva e molto lenta e ha consentito di riequilibrare e bilanciare l’acidità (pH finale compreso tra 3.5 e 3.6). Il buon grado zuccherino ha consentito di evitare, o di contenere al massimo, la comune pratica dello zuccheraggio. Al termine dell’affinamento, i risultati hanno superato le più rosee previsioni, confermando il detto che nelle annate ad alta acidità malica è indispensabile attendere la conclusione della malo-lattica per emettere un giudizio minimamente affidabile.
Nel complesso, la produzione è stata più omogenea di quella delle annate precedenti, 2009 compresa. Non ricordo di aver assaggiato vini del 2010 davvero deludenti. In compenso ne ho assaggiati moltissimi di qualità eccelsa.
Al meglio i vini sono trasparenti, territoriali, equilibrati, di grande freschezza, energia e tensione, vibranti, con trama tannica di finezza superba. Al peggio si avverte una certa durezza e una maturità fenolica non perfetta (la imponente presenza tannica e l’abbondante acido malico richiedevano in vinificazione grande sensibilità e accuratezza)
La longevità è assicurata e molto probabilmente si avrà una fase di chiusura più o meno drastica, anche se il senso di grazia che traspare da molti vini fa pensare ad una bevibilità permanente nel tempo. Al contrario del 2009, nel 2010 la gerarchia è assolutamente rispettata, con questo confermando che trattasi di annata dove il terroir ha prevalso sulla componente varietale.
Dopo questa breve ma intensa lezione era abbastanza scontata la riprova nel bicchiere di quanto scritto da Marino. C'è sempre una buona scusa per bere Borgogna e, con alcuni amici, abbiamo aperto le seguenti bottiglie.
Bourgogne 2009 Mugneret-Gibourg: anche se fa parte della base della piramide qualitativa dell'AOC vins de Bourgogne, questo vino, distribuito in Italia in pochissimi esemplari, ha un naso di frutta leggermente più scura di quanto mi aspettassi e questi tratti, solari e profondi, li ritrovo anche al gusto che è leggermente inficiato da una nota alcolica non ben integrata. Finale lievemente austero.

Bourgogne 2010 Mugneret-Gibourg: già dal colore, rubino limpidissimo, si nota come cambia il tempo ed, infatti, odorare questo vino significa spalancare le finestre di casa e inebriarsi della primavera. Pinot Nero dalla frutta rossa croccante, balsamico, minerale con una bocca più classica, fresca, magari non complessa ma diretta e ficcante come una lama calda nel burro. 



Gevrey Chambertin 1er cru "Les Goulots" 2009 Fourrier: rispetto al precedente si respira (giustamente) una maggiore complessità formata stavolta da un cesto di frutta di rovo, succosa e croccante, mineralità scura e una sventagliata di fiori "cimiteriali" che rendono l'olfattiva molto sobria e solenne. Al sorso dominano struttura ed equilibrio che sfuma verso una rotondità che ben tipizza l'annata. Se vogliamo proprio trovare un difetto direi che manca il guizzo fresco finale ma il vino è comunque molto molto buono lo stesso.

Gevrey Chambertin 1er cru "Les Goulots" 2010 Fourrier: il vino sembra un quadro astratto dove prevalgono i colori rossi della frutta e blu dei fiori. C'è luce in questo vino e quando lo bevo sembra vibrare per la sferzante acidità che rappresenta la vera colonna vertebrale di questo Borgogna. Anche in questo caso, se bisogna trovare un difetto, ritengo il vino troppo verticale, dritto, manca di quella dose di panza che, come si dice, dà molta sostanza!



Vosne Romanée 1er Cru "Rouges du Dessus" 2009 Cecile Tremblay: odoro, bevo, e penso che sia un peccato. Già, il vino se scavi in profondità ha le classiche note femminile ed eteree di Tremblay ma ad oggi è un un pò troppo coperto dal legno che sembra usato in maniera poco coerente. 

Vosne Romanée 1er Cru "Rouges du Dessus" 2010 Cecile Tremblay: stessa questione precedente ovvero un cielo offuscato da smog che copre il sole e l'azzurro. 


Volnay 1er Cru Champans 2009 Voillot: Giancarlo Marino, che ci fornisce queste chicche, ama alla follia questo produttore e non possiamo non dargli torto visto che le bottiglie di Voillot rappresentano sempre una grande emozione. Questo Borgogna sembra uscire da una accademia di belle arti dove, per disegnare, è stata usato un pastello dal tratto scuro ma raffinato. Profondo, tridimensionale, complesso, conserva in sè tutto il terroir di Volnay. Andrà avanti per tanti anni.

Volnay 1er Cru Champans 2010 Voillot: stile e raffinatezza, questo è quello che mi viene in mente dove aver odorato e bevuto questo vino che sembra prendere le sembianze di Mata Hari che, avvolta in un candido vestito bianco, danza suadente risvegliando tutti i sensi umani. Ancora giovanissimo può vantare un tannino ben calibrato ed una succosità davvero imponente. Difficile dice quanto potrà diventare grande ma, a mio giudizio, il miglior vino della serata assieme al suo fratellone 2009.


Entrata della cantina di Voillot. Foto: Andrea Federici

Vini di Vignaioli: a Roma l'8 e 9 marzo la fiera dei vini naturali

Alla scoperta del vino naturale, quello che proviene da uve coltivate senza l'ausilio della chimica, sia in vigneto che in cantina: Vini di Vignaioli, la fiera del vino naturale, si terrà a Roma, l'8 e 9 marzo 2014.



Gli artigiani del vino si sono dati appuntamento nel cuore della capitale, nel rione Testaccio, in Largo Dino Frisullo, presso la Città dell’Altra Economia.
Nel manifesto dell'evento, dieci aggettivi per definire il vino proposto all'assaggio: naturale, vero, sincero, biologico, biodinamico, appassionato, autentico, semplice, ricco, umano.
Saranno presenti 50 produttori provenienti da tutte le regioni italiane.
Due giorni intensi nei quali i visitatori potranno degustare ed acquistare vini unici e evocativi, prodotti nel rispetto della terra e dell’uva, lontano da logiche industriali ed omologazioni del gusto ma con la cura, l'attenzione e il tempo richiesti dal lavoro artigiano.
L'evento è stato organizzato direttamente dai vignaioli che saranno dietro i banchi di assaggio, a diretto contatto con il pubblico, per raccontare attraverso i loro prodotti la scelta di assecondare la natura, sia in vigna che in cantina.
Scopo della fiera è quello di favorire il contatto diretto tra produttore e consumatore, nel rigoroso rispetto di una agricoltura biologica e biodinamica, fatta di lieviti naturali e fermentazioni spontanee.

Le degustazioni saranno libere e il prezzo di ingresso è stato volutamente contenuto in 10 euro.

La lista dei produttori presenti la trovate a questo LINK

La Città dell’Altra Economia mette a disposizione dei visitatori 3.500 metri quadrati dedicati a esposizioni e altri servizi ed è uno dei primi spazi in Europa interamente dedicato alle pratiche economiche che si caratterizzano per l’utilizzo di processi a basso impatto ambientale.


INFORMAZIONI

Orari di apertura: sabato 8 marzo dalle ore 11 alle ore 20; domenica 9 marzo dalle ore 11 alle ore 19.

Incontri: domenica 9 marzo, ore 9.30 - 11.00, incontro/dibattito con e tra i vignaioli su "l'etichettatura dei vini naturali".

Indirizzo: Largo Dino Frisullo, Città dell’Altra Economia, nel Rione Testaccio, all'interno del Campo Boario dell'ex-Mattatoio.

Come arrivare: la Città dell'Altra Economia è raggiungibile in bicicletta (rastrelliere all'interno) e in macchina. Parcheggio da Largo Frisullo o dal Lungotevere Testaccio. Dalla stazione Termini: Metro, linea B, fino alla fermata Piramide. Autobus: linea 719 fino alla fermata Macro oppure linea 170 fino alla fermata Ponte Testaccio.



Il Sorì e il Barolo Fossati di Dosio

A Il Sorì si sta sempre bene, non solo perchè questa bottega eno-gastronomica dà luce ad un quartiere come San Lorenzo ma, soprattutto, perchè Pasquale "Paki" Livieri è un appassionato come noi e quando organizza una degustazione, stavolta in collaborazione con EnoRoma, è sempre un successo.

Paki all'azione!

Il nome del locale, che si ispira chiaramente al Piemonte, non poteva non richiamare una serata a base di Barolo, era tanto che gliela chiedevo e, così, eccomi accontentato con una piccola grande verticale di Barolo "Vigna Fossati" di Dosio Vigneti
Fondata nel 1974 da Beppe Dosio e situata sulle colline di La Morra, l'azienda oggi si estende per circa 15 ettari di vigneti (più cinque in affitto) situati nei comuni di La Morra e Barolo, in cru storici quali Fossati, Serradenari e Nassone coltivati sotto la supervisione dell'enologo Marco Dotta.

Il Cru Fossati, in particolare, è situato nel Comune di Barolo, ha un'altezza media di 350 metri s.l.m. con esposizione Sud-Est ed è caratterizzato da un terreno ricco di marne azzurre dove sono piantate viti con una media di 55 anni di età.

Gianpiero Morbello, attuale proprietario dell'azienda che ha rilevato nel 2010, ci ha portato in degustazione quattro annate di Barolo Vigna Fossati: 2007, 2003, 1999 e 1993.

Gianpiero Morbello

Barolo Vigna Fossati 2007 - Dosio Vigneti: il vino si presenta molto chiuso, trincerato in un mezzo mutismo che sa più di ripicca che di tratto caratteriale. Solo il tempo scalfisce il suo manto olfattivo che, gratta gratta, si rivela molto crudo e terroso. Al sorso la componente acida riesce a smorzare solo in parte un tannino ancora da smussare segno evidente che questo Barolo, a mio gusto, è ancora troppo giovane e, se proprio va bevuto, sarebbe importate abbinarci qualcosa di veramente sanguinolento. Bistecca di brontosauro andrebbe bene! Affinamento: 40 mesi in botti di rovere di Slavonia da 25 HL e successivi 12 mesi in bottiglia.


Barolo Vigna Fossati 2003 - Dosio Vigneti: dopo un 2002 dove quasi nessun produttore ha dato vita a nebbiolo di qualità, la 2003 si presenta come un'annata dove non era prevista la parola sbagliare visto che nessuno in zona poteva permettersi due millesimi senza Barolo. I risultati di questo lavoro "preventivo" si sono visti anche in questo vino che risulta solare senza appesantimenti con ventaglio aromatico che va dalla viola passita fino ad arrivare al balsamico e al tabacco trinciato. Bocca sicuramente maschile con un tannino graffiante che, a differenza del Barolo precedente, non è corroborato da una sferzante acidità. La mancanza di questa coesione non lo rende, a mio giudizio, di grande prospettiva per cui è meglio berselo oggi. Non ve ne pentirete! Affinamento: 40 mesi in botti di rovere di Slavonia da 25 HL e successivi 12 mesi in bottiglia.


Barolo Vigna Fossati 1999 - Dosio Vigneti: le cose ora cambiano, il nebbiolo ha avuto il giusto tempo per esprimersi e ora si rivela a noi in tutta la sua ampiezza e complessità dove, le appena accennate note terziare di sottobosco, appena si confondono con un secondario giocato su ciliegia, tabacco, ribes, viola, anice, soffi balsamici e tratti ematici. La bocca è di corpo pieno, sublime, fitta di tannino e di dilagante equilibrio e profondità. Non smetteresti mai di berlo. Piccola curiosità che potrebbe fornire un indizio importante: l'affinamento è stato effettuato in botti di rovere di Slavonia di 60 HL.


Barolo Vigna Fossati 1993 - Dosio Vigneti: la supremazia del nebbiolo, questo ho esclamato appena ho bevuto un sorso di questo grande Barolo che, rispetto al precedente, si ha in dote una luminosissima e vivida nota di arancia rossa sanguinella che dona freschezza e gioventù in tutte le fasi della degustazione. Un sorso di equilibrio sopraffino, corroborante, lungo, sapido con finale floreale di viola. Di terziario ha veramente poco questo '93, una bottiglia da bere a casse e da mantenere in cantina....a casse! Nota: anche in questo caso affinamento in grandi botti da 60 HL. 



Alcuni formaggi e salumi degustati in abbinamento:






Giovanna Morganti e il Chianti Classico "Le Trame"

Avere a cena Giovanna Morganti non è cosa da tutti i giorni, difficile farla allontanare da Castelnuovo Berardenga, la sua Terra, il suo piccolo grande mondo.
Soprattutto è molto difficile, e per questo ringrazio i TDC, Giampiero Pulcini in primis, avere contemporaneamente a tavola sia lei che la verticale storica di Le Trame, il suo Chianti Classico.
Giovanna, così come abbondantemente scritto da altri, è una donna straordinaria e nonostante la sua timidezza l'abbiamo "costretta" a parlare di lei e di Podere Le Boncie, la sua azienda, probabilmente la sua vita. Pochi minuti di video dove c'è tutta la personalità di questa vignaiola toscana.


Giovanna ci hanno portato ben 11 millesimi del Chianti Classico "Le Trame" la cui prima annata, mitica, risale al 1990. Solo la 1991 è stata saltata.
Il vino, composto da un sapiente mix di sangiovese, colorino, mammolo e foglia tonda, viene fermentato con lieviti indigeni in botti aperte di rovere di Allier da 500 e 700 litri per circa 15/20 giorni (non esiste ricetta specifica) per poi affinare circa due anni in vecchie botti di legno di diversa capacità. Produzione media: 20.000 bottiglie all'anno.

Iniziamo la degustazione con queste parole:"Il Chianti di Giovanna è ormonale, mentale, è un vino con il quale devi entrare in empatia, o si instaura tra di voi un feeling emozionale oppure sarà un prodotto che quasi odierai....".

Giovanna Morganti. Foto: gustodivino.it

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 1999: il vigneto ad alberello, piantato nel 1996, ancora non era entrato in produzione per cui Giovanna fa nascere questo vino da mezzo ettaro di Poggio Rosso (vino dell'azienda agricola San Felice di cui Enzo Morganti, suo padre, era stato direttore) più altre vigne in affitto. Al naso ha tutto del grande Chianti d'antan, si odono trame olfattive di viola macerata, torrefazione, frutta rossa secca, iodio, erbe aromatiche. Al sorso è un cavallo chiantigiano di razza, fresco, dritto e dall'equilibrio sopraffino. Commovente per integrità e personalità.

Foto: Andrea Federici

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2001: la seconda annata del vigneto ad alberello ci mostra un vino austero e composto, dall'anima terrosa, un perfetto quadro bucolico dove si snodano sensazioni di radici, erbe di campo, humus, fiori e frutta rossa di rovo. In bocca è sapido, ponderato, la frequenza gustativa è giocata su toni bassi ma decisi. Lunga la chiusura.

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2002: vino molto delicato e dal tratto sapido che denuncia il millesimo difficile solo alla gustativa dove non ritrovo il solito equilibrio. Ciò non pregiudica una beva assassina del vino che è da bere oggi o mai più!

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2003: l'annata non certo fresca regala un Chianti diverso dai precedenti per calore, rotondità e nota alcolica che, sopratutto in bocca, non è perfettamente supportata dalle altre componenti strutturali. Come per la 2002, queste divagazioni climatiche non infieriscono mortalmente sul vino che vicino ad una bella tagliata di manzo fa la sua sporca figura.

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2004: il Chianti di Giovanna in questa annata mette le ali e spicca il volo. Etereo, femminile, mettendo il naso nel bicchiere sembra di entrare in un campo di fiori rossi che solo col tempo lasciano spazio alla ciliegia croccante e alla gradevole balsamicità. Bocca suadente, misurata, di invidiabile equilibrio e dotata di un tannino fine e levigato. Lunga scia sapida in chiusura. Bono!!!

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2005: rispetto al precedente soffre un pò la maggiore evoluzione. Le note olfattive, infatti, sono più scure della 2004 con sensazioni minerali e di terra a farla da padrone. Al sorso rimane comunque gradevole soprattutto grazie alla vena minerale che diventa via via più evidente e va a fondersi con le note acido/sapide del vino.

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2006: questo Chianti sembra nascere con un'anima dal carattere vegetale in quanto si odono scie odorose dove le erbe aromatiche sono ben evidenti. A queste, col tempo, si aggiungono note fumè e sfumature di frutta nera di rovo. Bocca di buona struttura che fornisce rotondità al sorso caratterizzato da un tannino deciso che sostiene il finale fruttato e corroborante.

Foto: www.wineanorak.com

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2007: parte con un naso ritroso e finisce...con un naso ritroso che non esprime molto se non un tono foxy che, per molti, caratterizza i Chianti di Giovanna Morganti. Mah. Anche al sorso non convince al 100%, la freschezza e la gioventù del vino sono un pò minate da un centro bocca che sembra non avere la spinta per caratterizzare una adeguata persistenza gustativa. Da risentire.

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2008: tanta gioventù al naso dove i profumi intensi di viola mammola, more, ribes rosso e ciliegia sono caldi ed intensi. Al sorso appare un adolescente che ha trovato già la sua maturità, ha tannini ampi, decisi e fusi a persistenti note fruttate. Chiude sapido. Buona le beva.

Foto: www.vinoir.com 
Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2009: rispetto al precedente l'irruenza giovanile è corroborata una spinta alcolica che mette la frutta sotto spirito e rende la beva più difficoltosa visto che l'equilibrio, questa volta, è ancora in divenire. Da aspettare (?).

Podere Le Boncie - Chianti Classico Le Trame 2010: avete presente un grande Chianti Classico rigoglioso, espressivo, vitale, euforico e generoso? Ecco, avete davanti Le Trame 2010. Grande futuro!

Postilla finale: sono entrato in sintonia con Giovanna e il suo Chianti. Finalmente, direbbe qualcuno!

Il Barolo nel cuore a Roma. 1-2 Marzo 2014 tutto il Nebbiolo che ci piace al Radisson Blu Hotel


L’Agenzia RISERVA GRANDE e l’Associazione ENOCLUB SIENA promuovono, per la prima volta a Roma, l’evento “IL BAROLO NEL CUORE”.
Dopo diverse manifestazioni dedicate al Sangiovese, “Sangiovese Purosangue”, con “IL BAROLO NEL CUORE - Vini e Vignaioli di Barolo”, vogliamo concentrare l'attenzione sul Nebbiolo, cominciando proprio dalla sua più alta espressione: il Barolo.
Il nome che abbiamo deciso di dare all’evento manifesta la nostra passione per quello che viene definito, con cognizione di causa, il Re dei Vini italiani, con l’intento di promuoverne l’aspetto culturale, partendo dalla sua terra di elezione. Un territorio del vino più di ogni altro legato ai numerosi e diversi terroir che lo caratterizzano. Da sempre un esempio di  grande valorizzazione del nostro patrimonio vinicolo.

Banchi di Assaggio, Seminari e Laboratori

Ci proponiamo dunque di analizzare e comunicare tutti gli aspetti legati al Barolo, sia attraverso la classica degustazione a banchi di assaggio, ma soprattutto durante i seminari didattici di approfondimento. Con i seminari avremo modo di focalizzarci su un terroir così peculiare come quello del Barolo, per conoscerne la sua storia e il processo evolutivo attraverso la comparazione dei vini. Inoltre, una tavola rotonda darà spazio alla voce dei Produttori per un’analisi della situazione attuale e per discutere insieme le tematiche inerenti la comunicazione e  la commercializzazione del Barolo. Mentre per i banchi di assaggio, vista l’importanza e le declinazioni del territorio, si è pensato ad una nuova modalità: mettere in evidenza i vari Cru delle principali zone di produzione, quindi oltre al banco di assaggio tradizionale, ci saranno dei banchi con Sommeliers molto preparati che introdurranno i vari Cru.

Sabato 1 marzo 2014

ore 11:00 Apertura banchi di assaggio
ore 15:00 Seminario di degustazione. Le zone e i terroirs del Barolo
ore 17:00 Seminario. Verticale storica di Barolo Monprivato di Giuseppe Mascarello 
ore 20:00 Chiusura dei banchi di assaggio
  
Domenica 2 marzo 2014
ore 11:00 Apertura banchi di assaggio
ore 11:00 Seminario di degustazione. Storia e Personaggi di Langa
ore 15:00 Seminario di degustazione. I grandi Cru di Barolo
ore 17:45 Seminario di degustazione. Orizzontale storica di un'annata di grandi Barolo 
ore 19:00 Chiusura dei banchi di assaggio

*Info e prenotazioni: eventi@riservagrande.com
*maggiori info sulla manifestazione sul sito dell'evento: www.barolonelcuore.com
•Ingresso alla manifestazione del 1/2 marzo 2014 (non occore prenotazione): costo 25€  
Acquisto doppio ingresso sabato 1 e domenica 2 marzo: 40€
Acquisto on line: sconto del 20% Disponibilità fino al 28 febbraio

•Convenzioni:
-Soci Enoclub ingresso 20€ previa prenotazione con nome e cognome: eventi@riservagrande.com
-Amici RiservaGrande 20€ previa prenotazione con nome e cognome: eventi@riservagrande.com
-Sommelier Ais/Fisar/Fis e soci Onav 20€ (Previa dimostrazione con tesserino valido anno corrente)
•Con l'acquisto di almeno due seminari, il biglietto di ingresso avrà il costo di 15€

•Per partecipare ai seminari occorre prenotazione.

•E' possibile acquistare il biglietto d'ingresso e i singoli Seminari direttamente alla manifestazione previa disponibilità dei posti. Facciamo presente che se si desidera partecipare ai Seminari, è obbligatorio comunque l'acquisto del biglietto di ingresso alla manifestazione.

•A chi prenota i seminari via e-mail, facciamo presente che è necessario accreditarsi presso il desk accoglienza entro e non oltre 30 minuti prima dell'inizio del semiario stesso. Oltre tale limite non è più garantita la prenotazione.

 •All'ingresso della manifestazione è richiesta una cauzione di 5€ per il calice di degustazione. Tale cauzione verrà restituita al termine della degustazione, previa restituzione del calice.

•E' possibile prenotare gli ingressi alla manifestazione e la partecipazione ai Seminari attraversol'acquisto on-line  nella pagina  SHOP del sito oppure tramite bonifico bancario, in tal caso, inviare una e-mail e richiedere info a eventi@riservagrande.com