Degustare e testare più di venti Sangiovese di Romagna non è cosa facile soprattutto quando il 20 gennaio, giorno X per la tavola rotonda, viene etichettato come "blue monday" cioè come il giorno più triste dell'anno.
Per tirarci un pò su di morale e, soprattutto, per cercare di capire un pò di più sul territorio (i vini erano divisi per zone di produzione) eravamo tutti muniti dell'indispensabile articolo a firma Francesco Falcone pubblicato su Enogea - II serie - n°37 dal quale estrapolerò alcune parti per contestualizzare la degustazione anche su Percorsi di Vino (se violo qualche copyright me ne scuso e sono pronto ad eliminare tutto).
Scrive Falcone:"La zona di produzione del Sangiovese di Romagna (denominazione d'origine controllata a partire dal 1967) interessa una vasta area collinare che si sviluppa a sud della via Emilia toccando (da nord-ovest a sud-est) una cinquantina di comuni delle province di Bologna (l'Imolese), Ravenna (Il Faentino), Forlì-Cesena (Il Forlivese e Il Cesenate) e Rimini (Il Riminese). Il disciplinare di produzione prevede come vitigno principale il sangiovese, la cui percentuale minima nel vino non deve essere inferiore all'85%. Sempre più spesso viene vinificato in purezza, ma non mancano bottiglie che dichiarano l'aggiunta di altre uve complementari. E se in passato era l'ancellotta la varietà più utilizzata, in epoca più recente è stata affiancata e in molti casi sostituita da merlot, cabernet sauvignon e syrah. L'età media dei vigneti è di poco superiore ai 20 anni e la forma di allevamento più utilizzata è il cordone speronato basso. Non di rado, però, compare l'alberello, reintrodotto negli ultimi due decenni sulla scorta di una tradizione viticola precedente agli anni '50. Assai più raro è invece il Guyot, così come marginali sono i pochi impianti di vecchia concezione (GDC, capovolto e cordone libero). Si può affermare che la fetta più significativa della viticoltura si sviluppa su colline di matrice sedimentario-argillosa, mai troppo elevate, la cui quota altimetrica oscilla tra i 150 e 300 metri s.l.m. Anche se una larga parte dei vigneti si sviluppa a non grande distanza dall'Adriatico (mare troppo ristretto per influire significativamente sulle condizioni termiche della regione), il clima è prevalentemente continentale, con estati molto calde e afose, e inverni freddi e prolungati (rappresentano due eccezioni alla regola il Riminese e alcune zone del Cesenate, dove l'influsso delle brezze è più netto). Le precipitazioni sono in genere contenute nelle prime due fasce collinari del territorio viticolo (circa 700 mm in media per anno), mentre via via che si passa nelle zone più alte i valori aumentano rapidamente fino a superare i 900 mm nelle località prossime all'Appennino. Poco più di 7000 sono gli ettari vitati rivendicati dalla doc, sedici milioni le bottiglie che ogni anno sono immesse sul mercato e tre le principali tipologie prodotte. La versione d'annata (con o senza la dicitura “Superiore”), fruttata, polputa e godibile da bere in gioventù, maturata sempre in vasche di cemento e/o di acciaio e posta in commercio la primavera successiva alla vendemmia. La “selezione” (quasi sempre commercializzata come “Superiore”), di maggiore struttura, intensità e vigore, di tanto in tanto elevata per qualche mese in barrique o tonneaux (più rara è invece la presenza della botte grande) e venduta dopo un breve periodo di affinamento in bottiglia. E infine la Riserva: un vino più potente e profondo, in genere austero nei primi anni di vita ma dotato di buona propensione all'invecchiamento (tra i 10 e i 15 anni)".
Romagna Sangiovese Doc - Fonte: Lavinium |
Il nuovo disciplinare, in vigore dal 2011, ha introdotto due novità importanti: la prima è che dovremmo chiamarlo non più Sangiovese di Romagna ma Romagna Sangiovese. L'altro cambiamento sostanziale riguarda l'istituzione delle sottozone (menzioni geografiche aggiuntive) che sono: Bertinoro, Brisighella, Castrocaro-Terra del Sole, Cesena, Longiano, Meldola, Modigliana, Marzeno, Oriolo, Predappio, San Vicinio, Serra. La sottozona Bertinoro è utilizzabile solo ed esclusivamente per il “Romagna Sangiovese riserva”. Sono escluse da tutto ciò le zone del Riminese e dell'Imolese che hanno una loro Doc provinciale: Colli d'Imola e Colli Riminesi.
Rimane invariata, invece, la possibilità che all'85% di sangiovese possano concorrere fino ad un massimo del 15% altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la Regione Emilia Romagna.
Dodici le aziende in degustazione in rappresentanza delle varie sottozone indicate nel disciplinare (unica eccezione il Cesenate di cui non ci sono stati forniti i vini):
Azienda Agricola Stefano Berti
Sangiovese di Romagna 2011 “Bartimeo”
Sangiovese di Romagna sup. 2009 riserva “Calisto”
Sangiovese di Romagna sup. 2010 “Ravaudo”
Azienda Agricola Marta Valpiani
Sangiovese di Romagna sup. 2010 “Castrum Castrocari”
Sangiovese di Forlì 2011
Sangiovese di Forlì 2009 vendemmia tardiva “Castrum Castrocari”
Azienda Agricola Villa Papiano
Sangiovese di Romagna sup. 2011 “Le Papesse di Papiano”
Sangiovese di Romagna 2010 riserva “I Probi di Papiano”
Azienda Agricola Costa Archi
Sangiovese di Romagna 2011 “Assiolo”
Sangiovese di Romagna sup. 2009 riserva “Monte Brullo”
Azienda Agricola Gabellini
Sangiovese di Romagna sup. 2009 riserva “P. Onorii”
Sangiovese di Romagna sup. 2011 “Il Colombarone”
Azienda Agricola Giovanna Madonia
Sangiovese di Romagna sup. 2009 riserva “Ombroso”
Sangiovese di Romagna sup. 2011 “Fermavento”
Azienda Agricola Cà di Sopra
Sangiovese di Romagna sup. 2010 riserva “Cadisopra”
Sangiovese di Romagna sup. 2011 riserva “Crepe”
Azienda Agricola Casetto dei Mandorli
Sangiovese di Romagna 2010 riserva “Vigna del Generale”
Azienda Agricola Drei Donà Tenuta La Palazza
Sangiovese di Romagna sup. 2008 riserva “Pruno”
Tenimenti S. Martino
Sangiovese di Romagna 2010 riserva “Torre – Vigna 1922”
Azienda Agricola Tre Monti
Sangiovese di Romagna sup. 2009 riserva “Thea”
Azienda Agricola Vigne dei Boschi
VDT “Poggio Tura”
La degustazione, devo essere onesto, è stata lunga e certamente non facile visto che, tirando le somme e con le dovute cautele, ho apprezzato solo cinque vini su ventuno e, di questi, solo uno ha preso un punteggio di 86/100. Gli altri, purtroppo, sono dietro, oppure quel giorno non li ho capiti io.
Le cause sono tante ma, in generale, ho notato che molti Romagna Sangiovese peccano di abbondanza di alcol, scarsa acidità (vabbè questo magari è il territorio) e un uso non proprio felice del legno piccolo che spesso dona al vino un eccesso di amaro abbastanza sgradevole al palato. Poi, in ultimo, ci sono i vini della serie "ma che li fai uscire a fare" ma quello è un discorso a parte...
Nella Top 5 di Percorsi di Vino metterei:
Azienda Agricola Stefano Berti - Sangiovese di Romagna sup. 2009 riserva “Calisto”: gli altri due vini in degustazione non mi hanno particolarmente colpito ma questo Romagna Sangiovese Riserva (90% sangiovese e 10% cabernet sauvignon) si fa apprezzare per un frutto deciso seguito da toni speziati e da una bocca abbastanza equilibrata che forse paga pegno in un finale caldo, deciso ma un pò troppo amarognolo. La materia c'è eccome, bisogna cercare di esaltarla al meglio.
Azienda Agricola Stefano Berti - Sangiovese di Romagna sup. 2009 riserva “Calisto”: gli altri due vini in degustazione non mi hanno particolarmente colpito ma questo Romagna Sangiovese Riserva (90% sangiovese e 10% cabernet sauvignon) si fa apprezzare per un frutto deciso seguito da toni speziati e da una bocca abbastanza equilibrata che forse paga pegno in un finale caldo, deciso ma un pò troppo amarognolo. La materia c'è eccome, bisogna cercare di esaltarla al meglio.
Azienda Agricola Marta Valpiani - Sangiovese di Romagna sup. 2010 “Castrum Castrocari”: ho conosciuto i loro vini due anni fa durante un curioso tasting panel e, devo dire, che i suoi vini, prodotti assieme ad Elisa Mazzavillani, stanno assumendo uno stile ben definito caratterizzato da sentori di frutta rossa croccante, fiori rossi, terra e cola. La bocca è estremamente equilibrata e ben disegnata. Chiusura sapida, calda.
Azienda Agricola Costa Archi - Sangiovese di Romagna 2011 “Assiolo”: il fratellino "piccolo" del "Monte Brullo" riesce ad incantare (quasi) tutti per una maggiore complessità olfattiva giocata su richiami di ciliegia, rosa canina, pizzico di china in una cornice balsamica e minerale. Bocca intrigante, tesa, convince il tannino e la progressione. Persistenza lunga e sapida. Il Monte Brullo 2009 è più profondo e austero ma avrà bisogno di bottiglia per sprigionare tutto il suo valore.
Azienda Agricola Drei Donà Tenuta La Palazza - Sangiovese di Romagna sup. 2008 riserva “Pruno”: il sangiovese più blasonato di Romagna fa la sua sporca figura e si fa apprezzare per una sensazioni scure, profonde, di prugna secca, humus, dattero, viola macerata. Bocca di impatto, progressiva, di sostanza. Bernabei marca bene il vino.
Azienda Agricola Vigne dei Boschi - VDT “Poggio Tura”: l'ultimo vino in batteria, da agricoltura biodinamica, è prodotto da Paolo Babini nella zona di Brisighella. Nonostante sia un vino da tavola molti sono rimasti entusiasti di questo Sangiovese che, rispetto alla media generale, è risultato dotato di grande freschezza (le vigne sono a 450 metri s.l.m.), solare, dinamico con un palato la cui struttura, per una volta, ben sostenuta da acidità e sapidità. Ha ancora un tannino ruvido ma se il tempo farà la sua parte avremo in futuro un bel cavallo di razza. Produttore da segnare in agenda.