Tra le colline di San Donato, Castellina in Chianti e Panzano c'è un posto chiamato Fattoria Nittardi dove il canone estetico del bello trova la sua massima fonte di ispirazione.
Nel cuore del Chianti Classico, nella sua splendida tenuta, mi aspetta Leon Femfert che durante la passeggiata all'interno del Parco delle Sculture, con opere firmate da artisti come Miguel Berrocal e Horst Antes, mi racconta un pò della sua vita e della sua azienda.
"Sai, Andrea, è da poco che sono alle redini di Fattoria Nittardi, prima ho lavorato in giro per il mondo per farmi un pò le ossa, la mia ultima esperienza l'ho fatta in Cile presso Lapostolle. Mio padre Peter e mia madre Stefania hanno acquistato la tenuta nel 1981 e da allora si sono divisi tra la Germania, dove lavorano come editori di arte, e la Toscana, perchè il vino per loro è un'altra espressione del genio umano, proprio come queste sculture o i dipinti che dopo ti mostrerò".
Mentre andiamo a visitare le vigne attorno alla proprietà, passiamo accanto ad una bellissima torre fortificata. Non faccio in tempo a girarmi per chiedere lumi che Leon, con un sorriso, mi dice che:"....qua il connubio tra arte e vino è sempre stato di casa. Nel XII secolo la struttura era nota come 'Nectar dei' e, pensa, nel XVI secolo divenne di proprietà di Michelangelo che nel 1559, mentre realizzava la Cappella Sistina, scrisse al nipote Lionardo di preferire due botti di vino piuttosto che 8 camice. Per l'occasione si fece inviare il vino di Nittardi per fare un dono genuino a Papa Giulio II".
Una breve passeggiata in mezzo al bosco ci conduce verso i vigneti, tutti di proprietà, che si estendono per circa 12 ha tra Nittardi e Castellina in Chianti ad altezze di circa 450 metri s.l.m. La maggior parte sono a sangiovese, con piante sia giovani che vecchie, mentre una zona residuale è dedicata al canaiolo e al merlot.
Passando tra i filari si nota come le vigne poggiano sul "classico" terreno ricco di alberese anche se, a distanza di pochi metri, non mancano zone maggiormente ricche di argilla e ferro.
La cantina, costruita nel 1995, dista solo un centinaio di metri dai vigneti e dalla casa padronale. Questo è il regno di Carlo Ferrini, che segue l'azienda fin dall'inizio, anche se ad attenderci c'è Roberto Geloni, il fido cantiniere.
Prima di entrare nella sala di fermentazione, composta esclusivamente da vasche d'acciaio a temperatura controllata, superiamo un piccolo cortile con all'interno tre sculture di ceramica firmate Friedensreich Hundertwasser. Arte e vino, il legame continua.
Da notare che in questa cantina vengono vinificate anche le uve della tenuta maremmana di Nittardi che dal 1996, tra Magliano e Scansano, ha messo a dimora circa 17 ha di vigneto diviso tra uve "autoctone" (sangiovese ed alicante) e internazionali (merlot, cabernet sauvignon, syrah, petit verdot, cabernet franc).
La sala affinamento, ça va sans dire, rispecchia molto la filosofia enologica di Ferrini per cui spazio all'uso di barrique e tonneaux di vari legni e diverse tostature.
Decidiamo che è giunta l'ora di andare di bere. Un'altra breve passeggiata ci riporta verso la casa padronale, adibita anche ad agriturismo di charme, dove ci accoglie una bellissima sala degustazione con all'interno una miriade di quadri colorati inerenti al vino. Leon mi spiega che la sua famiglia, fin dal 1981, chiede annualmente ad un artista di fama internazionale di realizzare per il Chianti Classico "Casanuova di Nittardi" l'etichetta e la velina che avvolge le bottiglie. In questi anni hanno collaborato con l'azienda artisti come Yoko Ono, Günter Grass (Premio Nobel per la Letteratura) e il nostro Dario Fo.
Ben 2012 (100% vermentino): al naso rivela profumi molto franchi di melone bianco, pesca, mandorla con l'aggiunta di sbuffi salmastri. Al sorso si rivela molto territoriale, la salinità del vino passa in evidenza e mantiene il sorso fresco e in ottimo equilibrio. Finale abbastanza persistente e sapido. Il vino fa solo acciaio.
Ad Astra 2011 (50% sangiovese, 25% cabernet sauvignon, 12,5% alicante, 12,5% syrah): naso molto giovane dove ancora evidenti emergono le note di legno, tabacco trincerato, frutta di bosco e liquirizia. La bocca è di bella struttura, avvolgente, equilibrata e dotata di un finale molto persistente dove ritornano le spezie dolci e la frutta nera matura. Affinamento: parte del vino in contenitori di acciaio inox e parte in barriques di rovere francese da 225 l per 6 mesi.
Prima di entrare nella sala di fermentazione, composta esclusivamente da vasche d'acciaio a temperatura controllata, superiamo un piccolo cortile con all'interno tre sculture di ceramica firmate Friedensreich Hundertwasser. Arte e vino, il legame continua.
Foto: Hermann Hops |
La sala affinamento, ça va sans dire, rispecchia molto la filosofia enologica di Ferrini per cui spazio all'uso di barrique e tonneaux di vari legni e diverse tostature.
Il quadro con l'etichetta di Dario Fo |
L'etichetta di Yoko Ono |
Il wine tasting proposto da Leon Femfert ha previsto sia vini chiantigiani che maremmani. Qui seguito le mie considerazioni.
Ben 2012 (100% vermentino): al naso rivela profumi molto franchi di melone bianco, pesca, mandorla con l'aggiunta di sbuffi salmastri. Al sorso si rivela molto territoriale, la salinità del vino passa in evidenza e mantiene il sorso fresco e in ottimo equilibrio. Finale abbastanza persistente e sapido. Il vino fa solo acciaio.
BEN 2012 |
Ad Astra 2011 |
Chianti Classico "Casanuova di Nittardi" 2011 (97% sangiovese, 3% canaliolo): naso molto territoriale dove spiccano le note di fiori, ciliegia, muschio, note terrose e spezie orientali. Sorso molto equilibrato, dinamico, con una portante nota fresco-sapida a dare slancio ad un finale di buona persistenza con ritorni minerali. Affinamento: 6 mesi in barriques di rovere francese (secondo passaggio), 6 mesi in bottiglia.
Casanuova di Nittardi 2011 |
Chianti Classico Nittardi Riserva 2010 (95% sangiovese, 5% merlot): rispetto al suo "fratellino minore" degustato in precedenza questo vino si caratterizza per una maggiore profondità e per una diversa struttura. C'è più concentrazione, nel frutto, nel floreale, nel minerale prevale una componente più maschia e più virile che solo il tempo potranno "alleggerire". Sorso morbido con ampi tannini ad accompagnare un finale lungo dai toni di china e rabarbaro. Da aspettare, rigorosamente, Affinamento: 2 anni in tonneaux, 1/3 di primo passaggio.
Nectar Dei 2010 (40% cabernet sauvignon, 30% merlot, 20% syrah, 10% petit verdot): il "supermaremmano" di casa Nittardi si rivela ricco fin dall'impenetrabile colore, che ricorda il succo di mirtillo. Segue una avvolgente naso di mora, macis, pepe nero, cioccolato, curcuma e liquirizia. Bocca piena, vellutata, con potenti venature fruttate e minerali e tannini fitti e abbastanza dolci. Chiude, lunghissimo, su note di spezie nere e china. Da provare su una bistecca di vacca Maremmana. Affinamento: 16 mesi di barrique a cui seguono 6 mesi di bottiglia.
Nittardi Riserva 2010 |
Nectar Dei 2010 |