Bellissimo!! Forse, se fosse vero, è l'unica malattia alla quale potrei scampare!!!
Grattatio pallorum fugatio malorum
Buone notizie per gli amanti delle bollicine: i vini spumanti e lo Champagne, se bevuti regolarmente, pare possano migliorare la memoria spaziale, scongiurare l’insorgere di demenza, o deficit cognitivo, e l’Alzheimer.
Questo quanto suggerito da uno studio pubblicato sulla rivista Antioxidants & Redox Signaling e condotto dei ricercatori britannici dell’Università di Reading: Giulia Corona, Jeremy Spencer, David Vauzour, Justine Hercelin e Claire M. Williams.
Corona e colleghi hanno scoperto che un composto presente nelle uve a bacca nera, come il Pinot Nero e Pinot Meunier, è attivo nel contrastare i disturbi del cervello. Queste uve – in particolare il Pinot Nero – sono utilizzate nella produzione di Spumante e Champagne.
«La demenza – spiega il prof. Spencer nella nota Reading – probabilmente inizia intorno ai quarant'anni, prosegue verso gli ottant'anni. Si tratta di un declino graduale, per cui più precocemente si assumono questi composti contenuti nello Champagne, meglio è».
Il merito di questi effetti benefici sul cervello e la memoria sarebbe dovuto a una sostanza antiossidante chiamata acido fenolico.
Gli antiossidanti – come i polifenoli – contenuti nelle uve avevano mostrato in un precedente studio del team di Reading di essere attive nel ridurre l’azione nociva dei radicali liberi e contro l’ossidazione del corpo.
Il recente studio è stato condotto su modello animale, e ha mostrato che l’acido fenolico ha migliorato in modo significativo la memoria spaziale nei topi. I test, condotti dopo aver somministrato nella dieta lo Champagne, hanno rivelato che i topi invecchiati ricordavano l’ubicazione del cibo all’interno di un labirinto in due momenti diversi.
Quando invece non erano presenti le uve nella dieta le cose andavano diversamente.
Con l’apporto dello Champagne, prima dei test, i topi avevano un tasso di successo del 70 per cento nel ricordare dove si trovava il cibo nascosto nel labirinto; senza l’apporto dello Champagne, il successo era del 50 per cento.
L’azione sulla memoria spaziale era dunque significativa, per i ricercatori, i quali ipotizzano che se nei topi tutto questo si è verificato dopo 6 settimane di somminstrazione dello Champagne, per ottenere gli stessi risultati nell’uomo ci vorrebbero circa tre anni.
Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di condurre uno studio clinico sull’uomo, coinvolgendo persone in età pensionabile per osservare gli effetti del vino sulla memoria spaziale e la prevenzione della demenza.
Nel frattempo, ricordando che l’alcol è comunque una sostanza da assumere con moderazione, possiamo brindare alla salute mentale non solo nelle occasioni di festa, ma anche nei giorni normali.
Fonte: LA STAMPA