Nonononononoo, non aspettatevi un articolo in francese perchè tutte le mie conoscenze sulla lingua sono state espresse nel titolo di questo post che, oggi, vuole tributare tutti gli onori ad una delle zone "bianchiste" più importanti del mondo: Sancerre!
Ci troviamo a duecento km a sud di Parigi, sulle colline della Loira ma, a differenza della scorsa volta dove ho parlato dello Chenin Blanc coltivato nella zona dell'Anjou-Saumur e di Touraine, oggi vorrei approfondire un altro vitigno storico della zona, il Sauvignon Blanc che, a detta di moltissimi appassionati, viene molto bene all'interno dell'AOC Sancerre istituita nel 1936!
Attualmente l'AOC Sancerre si estende per oltre 2700 ettari all'interno di 14 comuni del dipartimento del Cher. I vigneti, situati sulla riva destra della Loira, hanno un'altezza che varia tra i 200 e i 400 metri s.l.m. e sono piantati su terreni che, dal punti di vista geologico, si dividono:
- Terres Blanches: terreni ricchi di calcare ed argilla. La caratteristica di questo terroir è quella di rallentare la maturazione dell’uva con la conseguente possibilità di vendemmie tardive. I vini hanno una evoluzione lenta, subito sono un poco nervosi e necessitano di almeno un anno di maturazione. Gli aromi sono floreali e fruttati e solo leggermente vegetali. In bocca sono rotondi di corpo, molto fini ed equilibrati. Reggono un grande invecchiamento;
- Les Griottes: suolo calcare tenero, su questo terreno troviamo La Côte des Monts Damnés, l’appellation più conosciuta e i suoi vini prodotti solo da una dozzina di produttori sui quattrocento dell’area sono difficilissimi da reperire. Vini di grande personalità richiedono pazienza perché riescono a esprimersi solo dopo parecchi anni. Equilibrati e rotondi offrono una gamma olfattiva in continuo divenire;
- Les Caillottes: suolo calcareo composto di pietre. I vini di questa zona sono molto aromatici con sentori di bosso e di agrumi e sono subito pronti al consumo.
- Silicio: terreno più giovane, situato nelle zone più vicine alla riva della Loira, è un suolo pietroso comunemente chiamato "cailloux. Su questo terreno che ha una grande capacità ad accumulare il calore, le uve maturano molto in fretta. Gli aromi sono su note speziate molto forti nel primo periodo e spesso si riscontra un eccesso di durezza. Dopo un periodo di invecchiamento i vini si aprono ed esprimono in pieno la loro potenza. Reggono bene l’invecchiamento.
Les Caillottes |
Terres Blanches |
Les Griottes |
Silex |
Assieme
al gruppo TDC, sì sempre lui, abbiamo cercato di approfondire il discorso sui
principali produttori di Sancerre. Ovvio, è solo l'inizio di un lungo percorso
conoscitivo.
La Grande Côte 2001 - Pascal Cotat: la Grande Côte è uno dei due Cru di Cotat (l'altro è il Mont
Damnèe) ed è composto da una vigna di circa 60 anni di età piantata all'interno
del terroit di Chavignol. Pascal Cotat è un produttore tradizionale, vinifica
con lieviti autoctoni in botte di rovere vecchie. Nientre filtrazione, niente
barbatrucchi, solo pura espressione del terroir che dopo oltre un decennio dà
vita ad un vino dal profilo ancora giovanile con la sua nota di mela grattata,
pompelmo, erbe fresche e ficcante mineralità. Sorso tridimensionale, elegante,
lunghissimo su note citrine. Grande vino senza se e senza ma.
Les Monts Damnes 2000 - Francois Cotat: l'altro
Cru della famiglia Cotat, una vigna piantata su Terres Blanches all'interno
delle "montagne dannate", colline talmente ripide e difficoltose che
la vendemmia rappresenta sempre una sfida entusiasmante. Il vino, come al
solito, ha una durezza di fondo che non lascia scampo a chi cerca in questo
sauvignon ritratti da gentildonna. Ha un naso che somiglia all'odore
dell'asfalto di estate, è idrocarburico, duro e asettico come il calcare che si
trova nel suolo della collina da cui nasce. Bocca di grande freschezza e
dinamicità, è ancora giovane, si tenderà ancora per anni. Granitico.
Clos la Neore 1997 - Edmond Vatan: da uno dei grandi vignaioli di Sancerre nasce un vino intramontabile e mitico, apparentemente semplice come la bottiglia da cui sgorga. Ha complessità da vendere, il naso cambia ogni dieci minuti, può prendere la forma del fieno bagnato, del limone, del tiglio, dell'acacia, dell'erba di campo. Rispetto a Cotat noto una maggiore rotondità, l'acidità e l'anima minerale sono meno taglienti e più inglobate nella struttura che rimane imponente ma al tempo lineare e proporzionata. Grande vino da un grande uomo che dovrò sbrigarmi a conoscere.
Generation XIX 2000 - Alphonse Mellot: la famiglia Mellot produce e commercia vino a Sancerre da oltre cinqucento anni e questa cuvée, Generation XIX, ci ricorda che Alphonse, attualmente, rappresenta la diciannovesima generazione della famiglia. Questo vino nasce da una vigna di circa un ettaro di quasi 90 anni piantata su terreno di tipo "caillottes". Rispetto ai colleghi precedenti questo sauvignon blanc è più facile, è un bel cesto di frutta gialla che aspetta di esser bevuta. Bocca esile che finisce troppo presto. Lasciato nel bicchiere per oltre due ore il vino comincia a trasformarsi, almeno nell'odore, ad un whisky torbato. Scendiamo di livello, senza dubbio.
Les Romains 2006 - Domaine Vacheron: biodinamici dal 2005 (certificazione BIODYVIN ), si caratterizzano per il fatto che i loro vini sono espressione dei vari tipi di terreni presenti nell'AOC Sancerre. Al naso sfilano sensazioni di pera, marmellata di limoni ed una certa "fumosità" che dà al vino carattere e spessore. In bocca è caldo, maturo, sapido, è sicuramente ottimo ma, rispetto al Sancerre di Cotan e Vatan, come nel caso precedente, il vino sembra avere qualcosa in meno in termini di emozione. Il progetto è comunque interessante e sono curioso di degustare le nuove annate del Domaine.
Fonte: www.originalverkorkt.de |
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