Continuano, con EnoRoma, le serate di degustazione con tema L'Alto Piemonte organizzate grazie al patrocinio dell'omonimo Consorzio.
Qualche giorno fa è stata DOCG Gattinara ad entrare sotto la lente di ingrandimento di venti appassionati romani che, coadiuvati dalla tavola del Simposio di Piazza Cavour, hanno potuto apprezzare varie sfaccettature di questo grande vino piemontese il cui disciplinare di produzione, lo ricordiamo, prevede che debba essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti, aventi in ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: vitigno Nebbiolo (Spanna) dal 90 al 100%. Alla produzione del Gattinara DOCG possono concorrere anche le uve provenienti da vitigni Vespolina per un massimo del 4% e/o Uva Rara, purché detti vitigni complessivamente non superino il 10% del totale.
La DOCG GAattinara. Foto: Lavinium |
Il Gattinara DOCG, prodotto nell'intero comune di Gattinara (Vercelli), è un vino che è stato storicamente sempre apprezzato e, a testimonianza di ciò, negli archivi vescovili di Vercelli si trova scritto che vigne in zona si trovavano fin dai tempi di Carlo Magno diventando famoso alla corte del Re di Spagna grazie al Marchese di Gattinara cardinale Mercurino Arborio che lo offrì come mezzo di trattativa diplomatica.
Oggi la DOCG Gattinara può vantare su circa 100 ettari di vigneto in produzione la cui radici poggiano su un terreno di formazione vulcanica (parliamo di 270 milioni di anni) ricco di graniti, porfidi ed abbondanti minerali di ferro che conferiscono il tipico colore rossiccio al suolo a forte reazione acida causata dall'assenza di calcare.
Terreno tipico del Gattinara. Foto:http://www.arsvivendiclub.it |
Per avere un'idea generale della denominazione abbiamo aperto, scegliendo tra alcuni dei produttori più rappresentativi, Gattinara di diverse annate e, grazie agli amici di The Great Gig in The Wine, abbiamo fatto un importante approfondimento della produzione di uno dei vignaioli emergenti della denominazione: Paride Iaretti.
Cantina Sociale Gattinara - Gattinara 2006: per capire fino in fondo un territorio e una denominazione devi anche partire dal basso e questo nebbiolo in purezza si conferma come me lo aspettavo e cioè abbastanza anonimo e scomposto se paragonato ai vini successivi. L'unico odore che abbiamo trovato è stato quello di armadio chiuso della nonna. Può bastare e....avanzare.
Travaglini - Gattinara Riserva 2007: se volete ritrovare l'eleganza nel Gattinara allora la Riserva di Travaglini è il vino che fa per voi. Il naso è una miscela lussuriosa di fiori secchi, fruttini rossi disidratati e soffi minerali mentre al sorso il nebbiolo e le sue durezza sembrano mediate da una mano di velluto che accompagna e rende provocante la beva. La Riserva di Travaglini è vinificata in serbatoi di acciaio inox per circa 15 giorni a temperatura controllata, con affinamento di 4 anni, di cui 3 anni in botti di Rovere di Slavonia e una piccola percentuale con affinamento in legni più piccoli. Affinamento in bottiglia di 8 mesi.
Antoniolo - Gattinara "San Francesco" 2008: altra azienda storica del territorio, fondata nel 1948 da Mario Antoniolo, la quale, rispetto a Travaglini, fin dagli anni '70 cerca di diversificare il suo patrimonio ampelografico creando dei veri e propri Cru di Gattinara come l'Osso San Grato, il Castelle e, ovviamente, il San Francesco. Rispetto al vino precedente, Antoniolo sembra essere molto più giovane della sua età sia per il colore, più intenso e quasi rubino, sia per lo spettro olfattivo dove spicca un cesto di frutta rossa e caratteristica mineralità. Al sorso dimentichiamoci il velluto della Riserva di Travaglini perchè il San Francesco è dirompente nella struttura e nel vigore di una finale teso e di grande prospettiva. E' un Gattinara che fa scoprire il lato selvaggio del territorio. Vinificazione: : in vasche di cemento, fermentazione del mosto a contatto con le bucce 14 gg. Affinamento in tonneaux da 350/500 Lt. per 18 mesi e poi in botte grande per ulteriori 18 mesi.
E poi la volta di Paride Iaretti e la verticale del suo Gattinara Riserva dal 2006 al 2001.
Gattinara Riserva 2006 - Paride Iaretti: non è semplice per nulla approcciarsi alla Riserva di Paride soprattutto se iniziamo al verticale con questo vino che giudico dirompente e con una austerità e una severità che al confronto i quadri di Velasquez sono pura arte futurista. Ancora indietro e da equilibrarsi ma la classe e la purezza di tutte le sue componenti fanno di questo Gattinara un punto fermo il cui apice, probabilmente, raggiungerà dopo la mia morte. Oh, sono giovanissimo io eh!!
Gattinara Riserva 2005 - Paride Iaretti: complice probabilmente l'annata ci ritroviamo nel bicchiere un vino molto diverso dal precedente visto che in questo caso si è raggiunta una giusta mediazione tra le durezze e le morbidezze del vino che odora di ruggine, viola appassita e rosa. Al gusto rivela gusto pieno e tensione nell'equilibrio. un tocco di austerità non manca comunque anche in questa versione grazie ad un finale che volge verso una amara mineralità nera. Da bere subito.
E poi la volta di Paride Iaretti e la verticale del suo Gattinara Riserva dal 2006 al 2001.
Gattinara Riserva 2006 - Paride Iaretti: non è semplice per nulla approcciarsi alla Riserva di Paride soprattutto se iniziamo al verticale con questo vino che giudico dirompente e con una austerità e una severità che al confronto i quadri di Velasquez sono pura arte futurista. Ancora indietro e da equilibrarsi ma la classe e la purezza di tutte le sue componenti fanno di questo Gattinara un punto fermo il cui apice, probabilmente, raggiungerà dopo la mia morte. Oh, sono giovanissimo io eh!!
Gattinara Riserva 2005 - Paride Iaretti: complice probabilmente l'annata ci ritroviamo nel bicchiere un vino molto diverso dal precedente visto che in questo caso si è raggiunta una giusta mediazione tra le durezze e le morbidezze del vino che odora di ruggine, viola appassita e rosa. Al gusto rivela gusto pieno e tensione nell'equilibrio. un tocco di austerità non manca comunque anche in questa versione grazie ad un finale che volge verso una amara mineralità nera. Da bere subito.
Gattinara Riserva 2004 - Paride Iaretti: l'annata non è certo di quelle minori ma il vino, almeno all'olfatto, è leggermente "sporcato" da un carattere "Brett" che con i suoi odori sgraziati pone una sorta di velo ad un contesto olfattivo di grande carattere e personalità. Meglio, molto meglio al sorso dove viene fuori tutto il territorio racchiuso nella Spanna di Iaretti che sfoggia un vigoroso tannino con lunga e pulita persistenza minerale.
Gattinara Riserva 2003 - Paride Iaretti: un Gattinara in sintonia con l'annata per via di alcuni sbuffi alcolici al naso che si compone anche con sensazioni di spezie dolci, prugna essiccata e fiori rossi da diario. In bocca è caldo e registra una fase acida/tannica ancora da definirsi. Finale sapido e un filo corto. Tra quelli degustati fino ad ora è il peggiore.
Gattinara Riserva 2001 - Paride Iaretti: quando pensi a Paride Iaretti non puoi non prendere in considerazione questo millesimo per tantissimi motivi. Primo: per Iaretti è il millesimo di debutto dopo aver rilevato la gestione della sua azienda familiare. Secondo: come scrive lui stesso su Facebook, il 2001 è un anno che gli cambierà la vita (in negativo) visto che viene operato per un carcinoma spinocellulare alla lingua. Un'annata di grandi travagli e sofferenze può portare ad un grande risultato? Beh, la risposta è sì. Caro Paride, questa Riserva 2001 è un Gattinara di grande carisma dove ritrovo tutti le sfaccettature del grande nebbiolo associato al fascino minerale del territorio. Sublime per struttura, freschezza e succosità, si estende come un elastico infinito così come la sua persistenza. Grazie Paride.