Fattoria Sardi: la passione per i vini rosati arriva dalle colline lucchesi

Non è certo un segreto e nemmeno un'affermazione diffamatoria se scrivo che la maggior parte dei rosati italiani sono prodotti per rispondere a pressanti richieste di marketing al fine completare la gamma dei vini con prodotti "estivi" di costo basso così come la loro qualità. 

Pertanto, potrete capire il mio grande stupore quando, poche settimane fa, mi arriva la mail dalla Fattoria Sardi la quale mi viene presentata dalla famiglia Giustiniani, proprietaria di circa 45 ettari di cui 18 di vigneto gestito in maniera biologica certificata e biodinamica a pochi km da Lucca, come una azienda il cui focus principale è la produzione di vini rosé di qualità dal 2011. 



Urca, non ci posso credere, controllo anche il loro sito internet  e scorrendo vedo questa scritta: Il Rosato e gli altri Vini. Allora è proprio vero, quante sono le aziende vinicole in Italia che si propongono con una messaggio del genere?

L'occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire per cui, curioso come una scimmia, mi faccio mandare dalla gentile Mina Giustiniani una campionatura (vale come disclaimer vero?) dei loro due vini rosati: il Rosé 2016 e "Le Cicale" 2015.


Il Rosé 2016, IGT Toscana da uve sangiovese, ciliegiolo e piccole quantità di bacche bianche, dal suo colore, rosa pallido, tradisce fin da subito la sua vocazione provenzale che si conferma al naso, sommesso ma al tempo stesso diretto, dove si scorgono rimandi al lampone e ai fiori rossi che ben si esaltano all'interno di un quadro gustativo gradevole, ben bilanciato e, soprattutto, di facile beva. Come aperitivo potrebbe essere sprecato perchè per la sua versatilità potrebbe essere un ottimo jolly per un pranzo estivo magari accompagnato da una succulenta caprese. 


Nota tecnica: le uve sono vendemmiate manualmente. Una buona parte del rosato è ottenuto attraverso macerazioni più o meno lunghe a seconda delle annate, in pressa pneumatica. Una piccola parte è invece ottenuta salassando le vasche destinate a dare vini rossi. Nel caso della macerazione a freddo il succo ottenuto è fermentato a temperatura controllata in contenitori di cemento ed acciaio inox. Nel caso dei salassi il succo è fermentato in legno. In entrambi i casi la sfecciatura del succo è fatta a bassa temperatura e la fermentazione è spontanea attraverso l’aggiunta di pied de cuve nati in vigna. Affinamento su fecce fini per 4 mesi. Chiarificato con bentonite e filtrato. 


Con "Le Cicale" 2015, IGT Toscana da sangiovese e piccole quantità di bacca bianca, è un'altro rosato in stile provenzale ma, rispetto al precedente, saliamo decisamente di vari gradini qualitativi grazie ad un vino straripante di rimandi minerali, fruttati (lampone e fragola) senza tralasciare la purezza e la delicatezza floreale a ricordo di iris e geranio. Rispetto al Rosé 2015 al sorso è più strutturato, gagliardo ma ben dimensionato grazie ad una vivida spinta acido-sapida che fa da tracciante in tutta la fase gustativa regalando una persistenza esemplare per un rosato grazie anche anche un finale salino che stenta a terminare rapidamente. Senza dubbio, almeno fino ad oggi, uno dei migliori rosati italiani degustati quest'anno.


Nota tecnica: le uve sono vendemmiate manualmente. Macerazioni più o meno lunghe a seconda delle annate, in pressa pneumatica. Sfecciatura del succo a bassa temperatura e fermentazione spontanea attraverso l’aggiunta di pied de cuve nati in vigna. La fermentazione e l’affinamento sono svolti in legno su fecce fini. Chiarificato con bentonite e filtrato.


P.s.: di Fattoria Sardi ho bevuto con piacere anche il loro Valle Buia 2016, vino rosso senza solfiti aggiunti da uve sangiovese, colorino e altre varietà a bacca rossa, che ho apprezzato per "crudezza" e lealtà ovvero per il suo essere spoglio di ogni orpello stilistico tanto da farmelo ricordare come un vino eccezionalmente (e finalmente) immedesimato nella sua bellezza contadina.

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