Il Nobile di Montepulciano è un vino che difficilmente è riuscito a piacermi, spesso, soprattutto nelle nuove annate, è troppo legnoso e, comunque, troppo internazionalmente pompato per poter piacere alle mie papille gustative.
Tutto questo fino a poco tempo fa, fino al giorno in cui Armando Castagno mi fa fatto bere q
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Per amore di un cavallo, dal '95 la figlia Chiara cominciò a passare i fine settimana a Montepulciano, cominciando a scoprire una realtà di vita ben diversa da quella cittadina di Roma. Sarà proprio lei ad affiancarsi successivamente al padre nella gestione dell'azienda. Oggi sono 13 gli ettari in produzione su questo altopiano a sud di Montepulciano posto a circa 400 metri s.l.m dove, con una media di 34 anni, possiamo trovare solo vigneti di Sangiovese, Canaiolo e Mammolo. Nulla di internazionale.
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Nulla di pirotecnico, di gridato, così come il Vino Nobile di Montepulciano 2006 che ora è nel mio bicchiere, una giusta combinazione di prugnolo gentile (80%), canaiolo (15%) e mammolo (5%) che creano una finezza aromatica e gustativa tutta da scoprire.
L’impatto olfattivo non è da vinone, anzi, tutto è sussurrato, le pennellate aromatiche sono lievi ma decise, ci sento il ferro, una bella nota minerale, cenni di spezie e di un frutto maturo che è lontano dall’essere stucchevole, sciropposo. In bocca si conferma ampio e vellutato, non invade la bocca come un barbaro, la vena acida è sorprendente come la bevibilità del vino che, per un Nobile di Montepulciano, non è cosa da poco.
Un vino certamente non facile, per chi cerca potenza e immediatezza consiglierei di virare verso altri prodotti. Se, invece, volete cercare, scavare tra le intime emozioni di ciò che bevete, questo è il mio e il vostro vino.
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