Ma davvero siamo tutti così enosboroni?

Lo scorso venerdì, mentre prendevo un aperitivo da Settembrini a Roma, accanto al mio tavolo si sono seduti alcuni dei più importanti sommelier dell'AIS Roma, tra cui spiccava Alessandro Scorsone, sempre più pettinato e patinato e per l'occasione orfano della giunica Antonella Clerici.
Pochi minuti, il tempo di leggere la carta dei vini, e dietro le mie spalle si è scatenato un vero e proprio "inferno" dialettico fatto di boria e ostentazione, tutti che cercavano di dimostrare la loro bravura, la loro preparazione, esaltandosi di aver bevuto vini epici in annate introvabili.
Mi è venuta in mente l'immagine dei pescatori che con i loro amici si vantano, senza dimostrarlo, di aver pescato pesci giganteschi, lunghi e pesanti come balene.
Alsazia, Borgogna, Bordeaux, Barolo, Sassicaia, Toscana, spezie impossibili, odore di cuoio russo, enogossip, tutti a gonfiarsi il petto con paroloni e teorie che, sono sicuro, nemmeno loro capivano.
Ho vissuto un'ora di puro fanatismo enologico e ho pensato se, anche io con i miei amici, sono così o, per dirla meglio, se col passare del tempo, affinando le mie capacità enologiche, diventerò così come loro.
Non voglio fare questa fine, il vino non si ostenta perchè è cultura, e tutto questo non aiuta chi , anche solo per gioco, vuole iniziare ad entrare nel "nostro" mondo, fatto di terra, sole, lavoro e tanta passione. Il vino di qualità non è e non deve diventare un prodotto elitario, deve rimanere popolare.
Ah, solo per informazione, da Settembrini ho bevuto un interessate Riesling Brut Spumante "La Palazzola" 2003 un metodo classico caratterizzato da note minerali, di frutta tropicale e fiori di acacia. In bocca è ampio, di carattere, tornano le note olfattive e, cosa che mi ha lasciato favorevolmente impressionato, lo spumante è dotato di bella persistenza lasciando la bocca fresca e gradevolmente sapida.
L'ho provato abbinandolo ad un Grana Padano di media stagionatura e devo dire che il matrimonio era più che discreto. Voglio riprovarlo più attentamente perchè, secondo me, ha potenzialità ancora inespresse.
Chi glielo diceora a quelli seduti vicino a me che non c'è solo il Krug?

7 commenti:

Alessandro ha detto...

Conosco la Palazzola, è ottimo!!
Per il resto, no comment...

vancilea ha detto...

E pensare che durante il corso ci ripetevano continuamente di essere umili, di non ostentare, di fare cultura...il bue che dice cornuto all'asino! :-)

Nonsolodivino ha detto...

Concordo pienamente con te Andrea, questo è il risultato dell'effetto mediatico su queste persone, oggi si credono delle "star".

Perchè le riviste specializzate italiane sul hanno bisogno, per comunicare, delle "veline, attori, conduttori TV, madrine, padrini, ..." chi più ne ha ne metta.

Persone che poco ne capiscono o che apprezzano solamente perchè il vini fa "in".

Questo in Francia non succede ...

Vini d'Arte Cascina Carpini ha detto...

Caro Andrea,
per come ti conosco io credo che l'ostentazione sia una delle cose più lontane dal tuo carattere.

Non mi preoccupo più di tanto se una certa cerchia di professionisti si riunisce e da sfoggio della propria esperienza, dopotutto noi produttori ci facciamo un mazzo tanto perchè nel bicchiere si ritrovino tutti quei sentori che è anche una ricompensa per noi che qualcuno si alleni per scoprirli.

Mi preoccupa di più che nella relazione con il pubblico, si faccia tanta fatica ad esser magari più umili, evitando tanto sfoggio che non serve e rende il vino incomprensibile, per dare spazio alla informzione e alla formazione.

Inutile dire ad un profano curioso quanta banana, ciliegia, pietra focaia o goudron c'è in qul vino, tanto non le potrà sentire senza un adeguato addestramento.

Meglio suggerire di provare a riconoscere sentori immediati, per poi allenarsi a cercarne altri, con pazienza, ricordandosi sempre il nostro "primo giorno" ...

Ciao
Paolo

Andrea Petrini ha detto...

@nonsolodivino: come si comunica il vino dalle tue parti? che differenze ci sono?

@Paolo: il problema è che così facendo andiamo a far sì che il vino di qualità sia qualcosa solo per l'elite, tutti, io per primo, dovremmmo imparare non tanto a descrivere i sentori di un vino ma, soprattutto, la storia e la cultura che c'è dietro quella bottiglia di vino. Sicuramente la gente apprezzerà meglio la bevuta, soprattutto se di un grande vino

Anonimo ha detto...

Bravo, questo post è un bell'esempio di miopia intellettuale e, soprattutto, di... invidia.

Prima di sparare a zero dovrebbe informarsi, non glielo ha mai detto nessuno?

Inoltre, per aver attaccato gratuitamente il solo sig. Scorsone (e nessuno degli altri), deve avercela con lui in particolare, o no?

PS: non mi firmo (e non sono il sig. Scorsone, questo glielo garantisco) non per timore, ma per non alzare minimamente il livello di questo post.

Andrea Petrini ha detto...

basterebbe solo il fatto di non firmarsi per non risponderele però, caro anonimo, vorrei che lei sappia questo:
- considero il Sig. Scorsone un grande professionista e l'articolo non è stato scritto per mancargli di rispetto. Non ho nulla contro di lui perchè non lo conosco, non l'ho mai frequentato e per questo non posso avere nè rancori nè tantomeno invidie. Se devo essere invidioso di una persona allora preferirei esserlo di Rita Levi Montalcini.
- ho già chiarito in privato alcune questioni con uno dei partecipanti
- i suoi amici non hanno bisogno di un avvocato difensore visto che si difendono bene da soli e sono dei gran signori
- ho solo riportato delle mie impressioni che, al momento, sono state confutate anche da tutte le persone che erano con me. Se poi ho frainteso non devo chiedere scusa a lei!