I mejo siamo noi!!! Franco Ricci contro la Giornata dello Champagne a Milano

Il venerdì, oltre che mangiare pesce, è caratterizzato da qualche mese anche dall'uscita di Bibenda7, il settimanale del mondo del vino di cui Franco M. Ricci è direttore. Sì, sempre lui, il Ricci nazionale, che in questo ultimo numero se la prende con l'organizzazione della giornata dello Champagne che si è tenuta a Milano pochi giorni fa. Ecco quello che scrive.

Lo scorso 7 Ottobre al Principe di Savoia a Milano si è tenuta l'ennesima Giornata dello Champagne. Tutti gli importatori italiani hanno partecipato con le loro etichette e con 39 Maison presenti pagando 500 Euro per il rispettivo banco.
Molta gente. Purtroppo la nota stonata, anzi, stonatissima, era la mancanza di sommelier al servizio. Ossia, da parte del CIVC il Centro di informazione Champagne, anima dell'evento, non era stata prevista né organizzata la presenza di sommelier. Quindi, confusione.

Qualche importatore, pochi, ha rimediato pescando qua e là nelle varie associazioni presenti in città un proprio sommelier, i più hanno fatto da soli.
Non so se i produttori di Champagne conoscono la qualità dell’informazione che il CIVC, capitanato da Domenico Avolio, mette in atto da diversi anni nel nostro Paese.

Noi, da sempre, la riteniamo approssimata. Non consona certamente al Paese Italia che meriterebbe rispetto se non altro perché è un grande consumatore di Champagne.
Noi siamo semplicemente indignati per aver assistito ad uno spettacolo poco edificante, nonostante gli attori Champagne e Albergo fossero stelle di prima grandezza.
“Informazione” significa usare tutti i mezzi per comunicare nel modo migliore realtà e novità dei prodotti da presentare e rappresentare con eleganza e cultura.
Questo invece non avviene. Si nota un dolce far niente che di sicuro non aiuta la gente a capire, non aiuta il popolo del vino ad affascinarsi sempre più di questa realtà d'Oltralpe centenaria e unica.

Noi che lo Champagne lo amiamo sul serio, certamente di più di chi lo dovrebbe rappresentare, a Roma abbiamo aperto il Dom Pérignon Tasting Club, in un ambiente elegante, con annesso sommelier di rango.
E abbiamo realizzato il libro dal titolo “Champagne e Champagnes, cultura e fascino del più grande vino del mondo” che, come tutte le nostre Edizioni, è di concreta bellezza, oltre a essere ben scritto da un entusiasta, grande intenditore: Roberto Bellini, Sommelier.

Ma a Milano, l’altro giorno, lo Champagne ha fatto una figuraccia.

Foto: Bibenda.it

Lo posso dire che palle? A Ricci e basta!!! E ogni volta a scrivere e a dire che loro sono i mejo, che la cultura del vino passa solo da loro, che solo loro possono scrivere on line di vino, che solo loro posso avere corsi di Champagne, che solo loro c'hanno il tasting club dello Champagne figo perchè c'è un sommelier tutto per loro a servirli e BLA BLA BLA.


Caro Ricci questo comportamento mi ricorda tanto la favola della volpe e l'uva e, comunque, non mi pare elegante stare sempre a puntare il dito sugli altri quando al tuo interno ci sono cose che nemmeno a Porta Portese. 

Devo parlare dei mercatini enologici?

Ecco, mejo de no!

Rosso Cesanese 2013 ad Anagni


L'Espresso 2014: tutte le eccellenze


VALLE D’AOSTA
Bianchi
18 Valle d’Aosta Chambave Muscat Attente 2008 – La Crotta di Vegneron
Rossi
18 Valle d’Aosta Donnas 2008 – Caves Cooperatives de Donnas
18 Valle d’Aosta Torrette Superiore 2011 – Château Feuillet
18 Valle d’Aosta Torrette Superiore 2011 – Ottin Elio

PIEMONTE
Bianchi
18.5 Langhe Riesling Hérzu 2011 – Germano Ettore
18 Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2012 – Favaro – Le Chiusure
18 Gavi del comune di Gavi 2012 – Martinetti Franco
18 Gavi Pisé 2011- La Raia
18 Langhe Riesling 2011 – Cà del Baio
Dolci
18.5 Moscato d’Asti Vigna Vecchia 2007 – Cà d’Gal
Rossi
20 Barbaresco Crichët Pajé 2004 – I Paglieri – Roagna
20 Barolo Riserva Vigna Rionda 2007 – Vigna Rionda – Massolino
19.5 Barolo Monprivato in Castiglione Falletto 2008 – Mascarello Giuseppe e Figlio
19.5 Barolo Riserva Monfortino 2006 – Conterno Giacomo
19 Barbaresco Pajé Vecchie Vigne 2008 I Paglieri – Roagna
19 Barbaresco Santo Stefano 2010 – Castello di Neive
19 Barolo Monvigliero 2009 – Alessandria Fratelli
19 Barolo Riserva Le Rocche del Falletto 2008 -Giacosa Bruno
19 Barolo Rocche 2009 – Brovia Fratelli
18.5 Barbaresco Asili Vecchie Vigne 2008 – I Paglieri – Roagna
18.5 Barbaresco Martinenga 2010 – Cisa Asinari
18.5 Barbaresco Montefico Vecchie Vigne 2008 – I Paglieri – Roagna
18.5 Barbaresco Rabajà 2010 – Cortese Giuseppe
18.5 Barbaresco Rabajà 2010 – Rocca Bruno-Rabajà
18.5 Barbaresco Riserva Rabajà 2006 – Cortese Giuseppe
18.5 Barbera d’Alba Cascina Francia 2011 – Conterno Giacomo
18.5 Barbera d’Asti Bricco dell’Uccellone 2011 – Braida
18.5 Barbera d’Asti Superiore Alfiera 2010 – Marchesi Alfieri
18.5 Barolo 2008 – Borgogno Giacomo & Figli
18.5 Barolo Bricco Sarmassa 2009 – Brezza Giacomo & Figli
18.5 Barolo Brunate – Le Coste 2009 – Rinaldi Giuseppe
18.5 Barolo Brunate 2009 – Poderi Marcarini
18.5 Barolo Le Rocche del Falletto 2009 – Giacosa Bruno
18.5 Barolo Parafada 2009 Palladino
18.5 Barolo Prapò 2009 – Ceretto
18.5 Barolo Riserva Lazzarito 2007 – Germano Ettore
18.5 Barolo Riserva Villero 2006 – Vietti
18.5 Barolo Sarmassa 2009 – Brezza Giacomo & Figli
18.5 Barolo Sorì Ginestra 2009 – Conterno Fantino
18.5 Barolo Villero in Castiglione Falletto 2008 – Mascarello Giuseppe e Figlio
18.5 Dolcetto d’Alba Coste & Fossati 2011 – Vajra
18.5 Gattinara Molsino 2006 – Nervi
18 Barbaresco 2010 – Castello di Verduno
18 Barbaresco Gallina 2009 – Poderi e Cantine Oddero
18 Barbaresco Ovello Vigna Loreto 2010 – Rocca Albino
18 Barbaresco Riserva Vigneti in Rio Sordo 2008 – Produttori del Barbaresco
18 Barbera d’Asti Superiore Sansì Selezione 2010 – Scagliola
18 Barolo 2009 – Mascarello Bartolo
18 Barolo Bricco delle Viole 2009 – Vajra
18 Barolo Brunate 2009 – Damilano
18 Barolo Ca’ Mia 2009 – Brovia Fratelli
18 Barolo Camilla 2009 – Grimaldi Bruna
18 Barolo Riserva 2006 – Borgogno Giacomo & Figli
18 Barolo Riserva Bussia 2004 – Parusso Armando
18 Barolo Riserva Bussia 2007 – Fenocchio Giacomo
18 Barolo Riserva Pernanno 2007 – Sobrero Francesco e Figli
18 Carema Etichetta Bianca 2009 – Ferrando
18 Carema Riserva 2009 – Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema
18 Dogliani Superiore Bricco Botti 2010 – Pecchenino Fratelli
18 Felice Na 2011 – Carussin
18 Gattinara Pietro 2009 – Iaretti Paride
18 Ghemme 2007 – Ca’ Nova – Giada Codecasa
18 Ghemme 2009 – Torraccia del Piantavigna
18 Grignolino del Monferrato Casalese Bricco del Bosco Vecchie Vigne 2008 – Accornero
18 Roero Riserva Renesio 2009 – Malvirà

LIGURIA
Bianchi
18 Colli di Luni Vermentino Pianacce 2012 – Giacomelli
18 Portofino Cimixà L’Antico 2012 – Bisson – Piero Lugano
18 Riviera Ligure di Ponente Pigato Arcana Bianco 2010 – Terre Bianche
18 Riviera Ligure di Ponente Pigato Sogno 2011 – VisAmoris
Rossi
18 Rossese di Dolceacqua Superiore Poggio Pini 2011 – Tenuta Anfosso

LOMBARDIA
Bianchi
18 Lombardia Lugana del Lupo 2010 – Ca’ Lojera
18 Lugana Brolettino 2011 – Ca’ dei Frati
Rossi
19.5 Valtellina Superiore Riserva Le Barbarine 2007 – Fondazione Fojanini – La Castellina
18.5 Barbacarlo 2011 – Barbacarlo
18.5 Oltrepò Pavese Buttafuoco Bricco Riva Bianca 2009 – Picchioni Andrea
18.5 Valtellina Superiore Riserva 2010 – Dirupi
Spumanti
18.5 Franciacorta Riserva Brut Cuvée Annamaria Clementi 2005 – Ca’ del Bosco
18 Franciacorta Brut Collezione Esclusiva Giovanni Cavalleri 2005 – Cavalleri
18 Franciacorta Satèn Vintage Collection 2008 – Ca’ del Bosco

TRENTINO
Bianchi
18 Besler Biank 2008 – Pojer & Sandri
18 Isidor 2010 – Fanti Giuseppe
18 Trentino Riesling Le Strope 2010 – Zanotelli
Dolci
18 Trentino Vino Santo 2004 – Poli Giovanni
Rossi
19 Carmenère 2007 – Tenuta San Leonardo
19 Sgarzon 2011 – Foradori
18.5 Terre di San Leonardo 2010 – Tenuta San Leonardo
18 Groppello di Revò Lasterosse 2010 – Pancheri Pietro
18 Pinot Nero 2010 – Vallarom
Spumanti
19 Trento Extra Brut Riserva Lunelli 2006 – Ferrari

ALTO ADIGE
Bianchi
19 Feldmarschall 2011 – Tiefenbrunner
18.5 A.A. Terlano Pinot Bianco Riserva Vorberg 2010 – Produttori Terlano
18.5 A.A. Terlano Réserve della Contessa 2012 – Graf Enzenberg – Manincor
18.5 A.A. Valle Isarco Grüner Veltliner 2012 – Nössing Manfred – Hoandlhof
18 A.A. Pinot Bianco Praesulis 2012 – Prackwieser Markus – Gumphof
18 A.A. Terlano Pinot Bianco Eichhorn 2012 – Graf Enzenberg – Manincor
18 A.A. Terlano Sauvignon Quarz 2011 – Produttori Terlano
18 A.A. Valle Isarco Gewürztraminer Brixner 2012 – Köfererhof
18 A.A. Valle Isarco Sylvaner 2012 – Nössing Manfred – Hoandlhof
18 A.A. Valle Isarco Sylvaner 2012 – Pacherhof
18 A.A. Valle Isarco Sylvaner 2012 – Strasserhof
18 A.A. Valle Isarco Sylvaner Brixner 2012 – Köfererhof
18 A.A. Valle Isarco Veltliner 2012 – Strasserhof
18 A.A. Valle Venosta Gewürztraminer 2012 – Pratzner Franz – Falkenstein
18 A.A. Valle Venosta Riesling Castel Juval Windbichel 2011 – Unterortl – Aurich
Dolci
18 A.A. Moscato Giallo Passito Serenade Castel Giovanelli 2010 – Viticoltori Caldaro
Rossi
18 A.A. Cabernet Riserva Kampill 2010 – Mayr Josephus – Unterganzner
18 A.A. Lagrein Riserva 2009 – Heinrich Mayr – Nusserhof
18 A.A. Santa Maddalena Classico 2012 – Ramoser Georg – Untermoserhof

VENETO
Bianchi
18 Breganze Vespaiolo Angarano Bianco 2012 – Villa Angarano
18 Soave Classico Contrada Salvarenza Vecchie Vigne 2011 – Gini
18 Soave Classico Le Bine de Costìola 2011 – Tamellini
18 Soave Classico Monte Sella 2011 – Le Mandolare
Dolci
18 Antico Pasquale 2006 – Masari
19 Recioto della Valpolicella Classico 2001 – Quintarelli Giuseppe
18 Recioto della Valpolicella Metodo Classico Cuvée 1998 – Villa Rinaldi
Rossi
19 Amarone della Valpolicella Classico 2006 – Bertani
18.5 Amarone della Valpolicella Classico Morar 2008 – Cubi Valentina
18.5 Valpolicella Classico Superiore 2004 Quintarelli Giuseppe
18 Amarone della Valpolicella 2007 – Trabucchi
18 Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi 2008 – Tedeschi Fratelli
18 Amarone della Valpolicella Classico Fracastoro 2005 – Villabella
18 Amarone della Valpolicella Cl. Scarnocchio Tenuta Lena di Mezzo 2008 – Monte del Frà
18 Amarone della Valpolicella Vigneto di Campo delle Strie 2008 – Tenuta Chiccheri
18 Bardolino 2011 – Tantini Giovanna
18 Colli Euganei Rosso Gemola 2009 – Vignalta
18 Colli Euganei Rosso Villa Capodilista 2010 – Emo Capodilista – La Montecchia
18 Relogio 2011- Ca’ Orologio
Spumanti
18 Conegliano Valdobbiadene Prosecco Sup. Brut Dosaggio Zero 2010 – Follador Silvano

FRIULI VENEZIA GIULIA
Bianchi
18.5 Collio Bianco 2012 – Colle Duga
18.5 Collio Bianco Andritz 2012 – Sturm Oscar
18.5 Malvasia 2009 – Podversic Damijan
18.5 Malvasia 2011 – Skerk
18 Collio Friulano Clivi Brazan 2011 – I Clivi – Zanusso Ferdinando
18 Collio Malvasia 2012 – Raccaro Dario
18 Collio Pinot Grigio 2011 – Schiopetto Mario
18 Isonzo del Friuli Friulano La Vila 2011 – Lis Neris
18 Isonzo del Friuli Pinot Grigio 2011 – Borgo San Daniele
18 Isonzo del Friuli Rive Alte Pinot Grigio Sot Lis Rivis 2012 – Ronco del Gelso
18 Isonzo del Friuli Rive Alte Pinot Grigio Dessimis 2011 – Vie di Romans
18 Vitovska 2011 – Zidarich
Rossi
18.5 Colli Orientali del Friuli Pinot Nero 2011 – Le Due Terre
18.5 Colli Orientali del Friuli Schioppettino di Prepotto 2010 – Petrussa
18 Terrano 2010 – Skerlj

EMILIA ROMAGNA
Dolci
18.5 Colli Piacentini Malvasia Passito 2011 – Il Negrese
18.5 Colli Piacentini Vin Santo Albarola Val di Nure 2003 – Barattieri di S. Pietro
Rossi
18 Don 2010 – Villa Liverzano – Marco Montanari
18 Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Il Grasparossa della Tradizione – Ten. Pederzana
18 Poggio Tura 2009 – Vigne dei Boschi
18 Sangiovese di Romagna Riserva Superiore “7” 2007 – Calonga
18 Sangiovese di Romagna Riserva Superiore Ombroso 2009 – Madonia Giovanna
18 Sangiovese di Romagna Ris. Sup. Pruno 2010 – Drei Donà – Tenuta La Palazza

TOSCANA
Bianchi
18 Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2011 – Il Colombaio di Santa Chiara
18 Vernaccia di San Gimignano Montenidoli Fiore 2011 – Montenidoli
Dolci
19.5 Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice 1999 – Avignonesi
19 La Sorpresa 2007 – Pacina
18 Il Passito di Corzano 2001 – Corzano e Paterno
Rossi
19 Carmignano Riserva Piaggia 2010 – Piaggia – Vannucci Silvia
19 Chianti Classico Riserva 2008 – Castell’in Villa
19 Chianti Classico Riserva 2009 – Val delle Corti
19 Il Caberlot 2010 – Podere Il Carnasciale
18.5 Bilaccio 2010 – Il Borghetto
18.5 Brunello di Montalcino 2008 – Biondi Santi
18.5 Brunello di Montalcino 2008 – Cerbaiona
18.5 Brunello di Montalcino Riserva 2007 – Biondi Santi
18.5 Brunello di Montalcino Riserva 2007 – Lisini
18.5 Brunello di Montalcino Riserva 2007 – Querce Bettina
18.5 Caiarossa 2010 – Caiarossa
18.5 Chianti Classico 2010 – Val delle Corti
18.5 Masseto 2010 – Ornellaia
18.5 Montechiari Cabernet 2010 – Montechiari
18.5 Stielle 2009 – Rocca di Castagnoli
18.5 Suisassi 2010 – Duemani
18.5 Vino Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli 2009 – Boscarelli
18 Avvoltore 2010 – Moris Farms
18 Boggina Anfora 2011 – Tenuta di Petrolo
18 Bolgheri Rosso Superiore Campo al Fico 2010 – I Luoghi
18 Bolgheri Rosso Sup. Grattamacco 2010 – ColleMassari – Podere Grattamacco
18 Bolgheri Sassicaia 2010 – San Guido
18 Brunello di Montalcino 2008 La Cerbaiola – Salvioni
18 Brunello di Montalcino La Casa 2007 – Tenuta Caparzo
18 Brunello di Montalcino Piaggione 2008 – Podere Salicutti
18 Brunello di Montalcino Riserva 1 2 3 2007 – Cencioni Patrizia – Solaria
18 Brunello di Montalcino Riserva 2006 – Gorelli – Tenuta Le Potazzine
18 Brunello di Montalcino Riserva 2007 – Poggio di Sotto
18 Brunello di Montalcino Ugolaia 2007 – Lisini
18 Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2008 – Mastrojanni
18 Campo alla Sughera 2009 – Campo alla Sughera
18 Cepparello 2010 – Isole e Olena
18 Chianti Classico 2009 – Castell’in Villa
18 Chianti Classico 2010 – Castello d’Albola
18 Chianti Classico 2011 – Badia a Coltibuono
18 Chianti Classico 2011 – Riecine
18 Chianti Classico Riserva 2010 – I Fabbri
18 Chianti Classico Riserva Lamole 2009 – Lamole di Lamole
18 Chianti Rufina Riserva Vigneto Bucerchiale 2010 – Selvapiana
18 d’Alceo 2009 – Castello dei Rampolla
18 Guardiavigna 2010 – Podere Forte
18 Haiku 2010 – Castello di Ama
18 Montecucco Sangiovese Riserva Cenere 2008 – Amiata
18 Montevertine 2010 – Montevertine
18 Morellino di Scansano Brumaio 2010 – Tenuta Pietramora di Collefagiano
18 Rosso di Montalcino Ciampoleto 2011 – Tenuta San Giorgio
18 Salamartano 2010 – Montellori
18 Tignanello 2010 – Marchesi Antinori
18 Vino Nobile di Montepulciano 2010 – Podere Lamberto
Dolci rossi
18.5 Cristino 2012 – La Piana
18 Elba Aleatico 2009 – Acquabona

MARCHE
Bianchi
18.5 Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva San Paolo 2010 – Pievalta
18 Capovolto 2012 – La Marca di San Michele
18 Offida Pecorino Mida 2012 – Allevi Maria Letizia
18 Onirocep 2011 – Pantaleone
18 Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci 2010 – Bucci
18 Verdicchio di Matelica 2012 – Collestefano
Rossi
18.5 Nocenzio 2011 – La Distesa

UMBRIA
Bianchi
18 Cervaro della Sala 2011 – Castello della Sala
Rossi
18 Montefalco Sagrantino 2009 – Romanelli
Spumanti
18 Gran Cuvée Brut Metodo Ancestrale 2010 – La Palazzola

ABRUZZO E MOLISE
Bianco
19 Trebbiano d’Abruzzo 2011 – Pepe Emidio
18 Trebbiano d’Abruzzo 2011 – Valentini
Rosati
18 Cerasuolo d’Abruzzo 2012 – Pepe Emidio
18 Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo 2012 – Praesidium
Rosso
18.5 Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2010 – Torre dei Beati
18.5 Montepulciano d’Abruzzo Riserva 2008 – Praesidium
18 Montepulciano d’Abruzzo Prologo 2011 – De Fermo
18 Montepulciano d’Abruzzo Tonì 2010 – Cataldi Madonna

CAMPANIA
Bianchi
18.5 Fiano di Avellino 2012 – Pietracupa
18.5 Fiano di Avellino Aipierti 2012 – Vadiaperti
18 Fiano di Avellino 2011 – Di Prisco
18 Fiano di Avellino 2012 – Tenuta Ponte
18 Greco di Tufo 2012 – Pietracupa
18 Greco di Tufo Scipio 2011 – Di Marzo
18 Greco di Tufo Terrantica Etichetta Bianca 2012 – I Favati
18 Greco di Tufo Vigna Cicogna 2012 – Ferrara Benito
18 Tresinus 2012 – Agricola San Giovanni
Rossi
19 Irpinia Campi Taurasini Satyricon 2010 – Tecce Luigi
18.5 Campi Flegrei Pèr‘e Palummo Vigna delle Volpi 2011 – Agnanum
18.5 Taurasi 2006 – Perillo

PUGLIA
Rossi
18.5 Maccone Primitivo 2011 – Angiuli Donato
18.5 Gioia del Colle Primitivo “17” 2010 – Polvanera
18 Capoposto 2011 – Longo Alberto
18 Copertino Rosso Riserva 2007 – Cantina Sociale Cooperativa Copertino
18 Primitivo di Gioia del Colle Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto 2010 – Chiaromonte
18 Primitivo di Manduria Es 2011 – Fino Gianfranco
18 Squinzano 2010 – Vinicola Resta
Dolci
18 Capasonato Vinicola Savese

BASILICATA
Rossi
18 Aglianico del Vulture Donato D’Angelo 2009 – D’Angelo – Ruppi
18 Aglianico del Vulture Titolo 2011 – Fucci Elena

CALABRIA
Rossi
18 Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Duca Sanfelice 2011 – Librandi
18 Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Volvito 2010 – Caparra & Siciliani
18 Lacrima Nera 2010 – Feudo dei Sanseverino
Dolci
18 Moscato Passito 2012 – Viola Luigi & Figli

SICILIA
Bianchi
18.5 Etna Bianco A’ Puddara 2011 Tenuta di Fessina
18.5 Etna Bianco Arcuria 2011 Graci
18 Grappoli del Grillo 2011 De Bartoli Marco
Dolci
20 Moscato Passito di Pantelleria 2009 – Ferrandes
19 Marsala Superiore Riserva 1987 – De Bartoli Marco
18 Malvasia delle Lipari Passito 2011 – Caravaglio
18 Marsala Superiore Donna Franca Riserva – Cantine Florio
Rossi
18.5 Cerasuolo di Vittoria Classico 2010 – COS
18.5 Contrada Rampante 2011 – Passopisciaro
18.5 Etna Rosso 2008 – Valcerasa
18 Cabernet Sauvignon 2010 – Tasca d’Almerita
18 Cerasuolo di Vittoria 2012 – Gulfi
18 Etna Rosso ‘a Rina 2011 – Russo Girolamo
18 Faro 2011 – Bonavita
18 Il Frappato 2011 – Occhipinti Arianna

SARDEGNA
Bianchi
18 Santigaini 2009 Capichera
18 Vermentino di Sardegna Kanimari 2011 Tresmontes – Nuraghe Crabioni
Dolci
18.5 Malvasia di Bosa 2010 Porcu F.lli
Rossi
19 Cannonau di Sardegna Barrosu Riserva 2010 Montisci Giovanni-Barrosu
18 Cannonau di Sardegna Ballu Tundu Riserva 2010 Cantina Giuseppe Sedilesu
18 Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena Sos usos de una ia 2009 Gostolai

Barolo e Barbaresco secondo Slow Wine 2014

Ed eccoci qui a raccontare finalmente la Langa, che dobbiamo dire non ci delude mai. Mettiamo subito a zittire coloro i quali, e sono tanti, dicono che la 2009 per il Barolo sia un’annata brutta, addirittura secondo alcuni la peggiore del decennio dopo la 2002. Per noi non è così, non è forse sui livelli del 2001, del 2004 o del 2006 e sicuramente non del 2008, ma è meglio del 2002, del 2003, del 2007 e se la può giocare con il 2005. Insomma, prima delle degustazioni eravamo un po’ preoccupati, poi man mano che passavano i campioni sotto le nostre narici il sorriso si è palesato.

Sorriso che se possibile è stato ancor più ampio di fronte alla degustazione dei Barbaresco 2010, figli di un’annata perfetta e ottima. Forse non così completa come la 2008 ma di sicuro impatto sui nostri cuori. Insomma la Langa esce come al solito davvero alla grande con sempre maggiori aziende che si confermano al vertice delle rispettive denominazioni.
A margine segnaliamo che la cantina Brezza è la nostra nuova Chiocciola di Langa.

BARBARESCO
Vini Slow
Barbaresco Albesani Borgese 2010 – Piero Busso
Barbaresco Asili 2010 – Ca’ del Baio
Barbaresco Basarin 2010 – Marco e Vittorio Adriano
Barbaresco Campo Quadro 2005 – Punset
Barbaresco Manzola 2009 – Fiorenzo Nada
Barbaresco Montestefano 2009 – Serafino Rivella
Barbaresco Montestefano Ris. 2008 – Produttori del Barbaresco
Barbaresco Pajorè 2010 – Sottimano
Barbaresco Pora 2010 – Gigi Bianco
Barbaresco Rabajà 2010 – Giuseppe Cortese
Barbaresco Serraboella 2010 – Fontanabianca
Grandi Vini
Barbaresco 2010 – Gaja
Barbaresco Camp Gros 2009 – Marchesi di Grésy
Barbaresco Crichet Pajé 2004 – Roagna – I Paglieri
Barbaresco Gallina 2010 – Castello di Neive

BAROLO
Vini Slow
Barolo 2009 – Renato Corino
Barolo Bricco Ambrogio 2009 – Bruna Grimaldi
Barolo Brunate 2009 – Poderi Marcarini
Barolo Cannubi 2009 – Giacomo Brezza & Figli
Barolo Cannubi 2009 – Giacomo Fenocchio
Barolo Rocchettevino 2009 – Gianfranco Bovio
Barolo San Lorenzo 2009 – Alessandria Fratelli
Barolo Serralunga 2009 – Ferdinando Principiano
Barolo Serralunga 2009 – Osvaldo Viberti
Barolo Vigna Lazzairasco 2009 – Guido Porro
Barolo Vigneto Monvigliero 2009 – G.B. Burlotto
Grandi Vini
Barolo 2009 – Bartolo Mascarello
Barolo Aeroplanservaj 2008 – Domenico Clerico
Barolo Bricco delle Viole 2009 – G.D. Vajra
Barolo Bricco Pernice 2008 – Elvio Cogno
Barolo Campé Ris. 2004 – La Spinetta
Barolo Cannubi 2009 – E. Pira & Figli – Chiara Boschis
Barolo Cannubi 2009 – Paolo Scavino
Barolo Ginestra 2009 – Paolo Conterno
Barolo La Serra 2009 – Giovanni Rosso
Barolo Lazzarito 2008 – Casa di E. Mirafiore
Barolo Le Rocche del Falletto 2009 – Bruno Giacosa
Barolo Lecinquevigne 2009 – Damilano
Barolo Liste 2008 – Borgogno & Figli
Barolo Margheria 2009 – Massolino
Barolo Margheria 2009 – Azelia
Barolo Monfortino Ris. 2006 – Giacomo Conterno
Barolo Mosconi 2009 – Conterno Fantino
Barolo Prapò 2009 – Ettore Germano
Barolo Rocche 2009 – Brovia
Barolo Vigna Rionda 2009 – Luigi Pira
Barolo Villero 2008 – Giuseppe Mascarello e Figlio
Barolo Villero Ris. 2006 – Vietti

Tre Bicchieri 2014 Marche

Marche uguale Verdicchio, un'equazione che porta diretta verso i Castelli di Jesi. Le straordinarie interpretazioni di queste uve così eclettiche quest'anno ci hanno regalato vini dal registro freschissimo e affilato, interpretazioni più sottili e raffinate, di sobria eleganza o dall’intensa estensione aromatica. Ma Verdicchio è anche Matelica: l’Alta Vallesina si affida ai suoi nomi più rappresentativi per confermare al mondo intero la vocazione del proprio terroir. Il Pecorino conclude il quadro dei bianchi. La controparte rossa risponde giocando tanto la carta della continuità tanto quella delle new entry. Belle prove anche tra i dolci, ottenuti soprattutto da uve appassite di verdicchio e lacrima di Morro d’Alba. Meno presenti zone come il pesarese e del maceratese. Attenzione, però: una cantina su cinque non era presente nella Guida 2013, segno di un panorama tutt'altro che statico.


Arshura ’11 Valter Mattoni
Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Crisio Ris.’11 Casalfarneto
Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Plenio Ris. ’10 Umani Ronchi
Castelli di Jesi Verdicchio Cl. V. Novali Ris. ’10Terre Cortesi Moncaro
Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Villa Bucci Ris.  ’10 Bucci
Il Pollenza ’10 Il Pollenza
Kupra ’10 Oasi degli Angeli
Offida Pecorino Artemisia ’12 Tenuta Spinelli
Rosso Piceno Sup. Roggio del Filare’10 Velenosi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Il Cantico della Figura Ris. ’10 Andrea Felici
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. San Paolo Ris. ’10 Pievalta
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. San Sisto Ris. ’10 Fazi Battaglia
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sel. GG Ris. ’08 Gioacchino Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Ylice ’12    Poderi Mattioli
Verdicchio di Matelica Collestefano ’12  Collestefano
Verdicchio di Matelica Meridia ’10 Belisario
Verdicchio di Matelica Mirum Ris. ’11 La  Monacesca
Verdicchio di Matelica Vign. Fogliano ’10 Bisci

Champagne Lenoble? Oui, merci!

Capita che un giorno, da Albano Laziale, un tuo caro amico alzi il telefono e ti dica:"Vieni da Danilo che oggi abbiamo una bella degustazione dedicata allo Champagne Lenoble".
Capita anche che al ciao di commiato io stia già prendendo le chiavi della macchina e sia pronto a partire!
Ad aspettarci. in una bella sala già pronta con i calici, c'era Antoine Malassagne che, assieme alla sorella Anne, rappresentano oggi la quarta generazione di una delle poche Maison ancora totalmente famigliari ed indipendenti.
Attualmente l'azienda gestisce in Champagne circa 18 ettari di vigneto suddiviso tra chardonnay proveniente da Chouilly, uno dei sei villaggi Grand Cru della celebre Côte des Blancs, pinot nero proveniente dal terroir di Bisseuil, zona di Premier Cru situata nelle Montagne di Reims e pinot meunier di Damery.
Anche il processo di vinificazione, a sentire le parole di Antoine, è tradizionale: dopo la vendemmia manuale, le uve arrivate in cantina vengono separate per provenienza e qualità e, successivamente, vengono pressate manualmente all'interno di torchi verticali in legno. 
Da quel momento in poi inizia la produzione delle varie cuvée della Maison.


Antoine Malassagne

Il primo champagne degustato è stata la Cuvée Nature (chardonnay 40%, pinot nero 30% e pinot meunier 30%) che, oltre a non avere dosaggio, si caratterizza per una assemblaggio di vini della vendemmia 2009 (80%) e vini di riserva delle annate 2008 e 2007 (20%) di cui un terzo fanno passaggio in legno. Il risultato è uno champagne di grande secchezza e verticalità, primario per le sue note di pane tostato e fiori bianchi. Bocca freschissima e diretta. Uno Champagne come piace a me!


La Cuvée Intense ha lo stesso assemblaggio del precedente solo che i vini hanno un anno di vendemmia in meno. E' un grande classico e, come tale, attesta le sue virtù su un grande equilibrio visto che la morbidezza che prende le forme della frutta gialla e degli agrumi al sole viene ben compensata da una decisa nota sapido-minerale. Al palato rimane composto, ampio, fresco e con una persistenza che termina su note di bergamotto e bianca mineralità. 



Le cose cominciano a farsi più "serie" quando Antoine ci versa il Grand Cru - Blanc de Blancs (100% chardonnay), assemblaggio di vini di riserva (2006 e 2007) di cui il 13% subisce un breve passaggio in legno. La nobiltà del vino la si capisce tutta già al naso che è il più austero di quelli sentiti fino ad ora grazie alle sue note "fredde" di gesso e sale. Col tempo, ossigenandosi e scaldandosi, offre sensazione di nespola e fiori bianchi. Bocca granitica, dura, fresca e ben misurata. A trovare un difetto, forse, manca un pò più di persistenza. Ma va bene già così!


La Cuvée Gentilhomme Grand Cru BdB 2002 (100% chardonnay) è uno champagne prodotto solo nelle grandi annate a partire da una accurata selezione delle uve provenienti dai vecchi vigneti situati a Chouilly. Sia al naso che in bocca il vino si caratterizza per il suo essere al tempo stesso ricco ed elegante, fresco e potente e dotato di aromi di frutta fresca che non fanno notare assolutamente gli oltre 10 anni di età del vino. Il passaggio in legno del vino, circa il 22%, rende il sorso piuttosto rotondo e setoso, con una persistenza molta lunga e calibrata. Bella scoperta!


Il Premier Cru BdN 2006 (100% pinot nero di Bisseuil) rappresenta l'omaggio della Maison Lenoble alla potenza del Pinot Nero. Un unico vitigno, un unico Cru ed un'unica annata che offrono un profilo gustativo tutto giocato sulla virilità e sulla freschezza del vino che al naso è ricco e coriaceo con un profilo aromatico di frutta gialla matura, cannella e sottobosco. Sorso di struttura, più orizzontale che verticale, e persistenza di anima cristallina grazie ad un dosaggio ridotto al minimo (3 g/l).


Terminiamo la degustazione con il "classico" Champagne Rosè che la Maison crea grazie ad un sapiente assemblaggio di pinot nero (11%) e chardonnay (89%) proveniente dalla riserve del 2008 e 2009. Al naso, alla cieca, potremmo scambiare il vino per un rosè provenzale visto che assume la stessa eleganza declinata negli odori di rosa e ribes. La bocca sorprende per complessità, mineralità e per un fine equilibrio che rende la beva affatto pesante. Finalmente uno Champagne Rosè non scontato che gioca tutte le sue carte sulla grande abbinabilità a tavola. 
















Tre Bicchieri 2014 Campania

Finalmente la Campania che avevamo immaginato: quella in cui ogni provincia riesce a esprimere al meglio le sue potenzialità vitivinicole. È questo il primo anno in cui i Tre Bicchieri sono distribuiti in tutte e cinque le provincie, a testimonianza di un panorama ampelografico straordinario. Oltre mille assaggi e sessanta finalisti hanno raccontato una realtà ricchissima fatta di vini contemporanei, gustosi, perfetti per la tavola e, per di più, adatti a tutte le tasche: bianchi croccanti e slanciati, rossi di indole solida e golosa, e alcuni vitigni letteralmente salvati dall’estinzione. Protagonisti Fiano di Avellino, del Sannio e del Cilento, e i Greco di Tufo. Tra i rossi naturalmente grande protagonista l’Aglianico, declinato in interpretazioni di grande valore: potente e affumicato; ellittico e tabaccoso, o più austero ed energico.

Aglianico del Taburno    ’10    Fattoria La Rivolta
Aglianico del Taburno Delius    ’09    Cantina del Taburno

Casavecchia Centomoggia    ’11    Terre del Principe
Falerno del Massico Rosso Et. Bronzo    ’10    Masseria Felicia
Fiano di Avellino     ’12    Pietracupa
Fiano di Avellino Pietramara    ’12    I Favati
Fiano di Avellino Selvecorte    ’12    Michele Contrada
Fiano Tresinus    ’12    San Giovanni
Greco di Tufo Cutizzi    ’12    Feudi di San Gregorio
Greco di Tufo V. Cicogna    ’12    Benito Ferrara
Ischia Biancolella Tenuta Frassitelli    ’12    D'Ambra Vini d'Ischia
Montevetrano    ’11    Montevetrano
Pian di Stio    ’12    San Salvatore
Sabbie di Sopra il Bosco   ’11    Nanni Copè
Taburno Falanghina   ’12  Fontanavecchia
Taurasi Coste    ’08    Contrade di Taurasi
Taurasi Fatica Contadina    ’08    Terredora
Taurasi Radici Ris.    ’07    Mastroberardino
Terra di Lavoro    ’11    Galardi
Trebulanum   ’10   Alois

Luigi Tecce e quel Poliphemo 2010......

Luigi Tecce è un personaggio affascinante ed al tempo stesso controverso all'interno del mondo del vino, vuoi per il suo modo di essere anarchicamente e filosoficamente controcorrente, vuoi per alcuni fatti di cronaca relativi alla sua vita privata che in passato lo hanno portato, suo malgrado , alle luci della ribalta.

C'è una cosa, però, che mette d'accordo critica e pubblico quando si parla di Tecce: il suo Aglianico. Territoriale, razionale, per certi versi arcaico, bere il vino è indiscutibilmente un'esperienza unica, pura poesia contadina.

Se lo passi a trovare a Paternopoli, così come abbiamo fatto noi, ti aspetti di incontrare quel personaggio sopra le righe che tutti decantano ed invece ti trovi di fronte una persona umile, per certi versi timida, che ama profondamente il suo lavoro che, a partire dal 20 marzo 1997, giorno della morte di suo padre, lo ha richiamato alla Terra che in precedenza aveva trascurato per incarichi ben diversi e più formali.

Tecce, da dietro i suoi occhialetti da sole, ci studia per un pò, gli basta poco per capire che siamo lì per scoprire il suo mondo e non per misurare i suoi atteggiamenti.

Rassicurato, ci porta subito in nella "sala di affinamento". Varcare la (malandata) porta di legno verde significa entrare all'interno di una macchina del tempo che ci trasporta all'interno di una vecchia cantina dove tutto, a partire dall'odore, trasuda storia e vecchie tradizioni contadine.


Ci troviamo in un ambiente composta da pietre scalfite dal tempo, vecchi attrezzi agricoli ritrovati in loco ed appesi alle pareti, botti di legno, angoli bui e un tavolo per sedersi, bere, e riflettere sui comportamenti della Natura...e dell'Uomo.

La cantina

Tecce è uno sperimentatore e il suo essere "contro" certi schemi lo si nota appena gli domanda su come vinifica il suo Poliphemo.

Mi guarda, con aria trasognante, e mi dice: "Dipende, ogni anno posso cambiare metodo, l'uva che raccolgo non è sempre la stessa, ci sono tante variabili che entrano in gioco che, spesso, mi fanno adottare metodi di affinamento diversi. Un esempio è l'annata 2009 del Poliphemo: il vino non è stato affinato in tini di castagno ma in botti grandi da 50 hl appena arrivate da Gamba. Stessa cosa per la 2008 dove usavo in vario modo i tini di castagno e così, sempre per farti un esempio, per l'annata 2007 dove metà Aglianico l'ho affinato per 24 mesi in carati da 500 litri (nuovi per i primi 12 mesi) mentre l'altra è andata in tonneau di rovere. La 2006?  Ho usato i carati da 500 ettolitri per un quarto di nuovo passaggio mentre per il millesimo 2005 l'invecchiamento è stato di di 12 mesi in carati nuovi per il 40%, e in barrique e carati di secondo e terzo passaggio per il restante 60%".

Il DNA del "personaggio" Tecce è ben ricompreso in quelle frasi che sembrano una vera e propria confessione di irrequietezza ma anche di sensibilità perchè solo chi calpesta la vigna ogni giorno, solo chi conosce la sua Terra come suo figlio, può prendere per mano la Natura e condurla sempre verso risultati affascinanti, a volte grandiosi.

Ovviamente, ogni botte che troviamo in cantina è un mondo a sé stante visto che al suo interno possiamo trovare vino proveniente da viti giovani oppure dal vigneto storico a raggiera del 1930, vino che a sua volta può essere racchiuso all'interno di legni di varia grandezza, provenienza ed età.


Ci viene spillato Aglianico da un pò tutte le botti, ognuno sorso ha le sue caratteristiche e, se provi a chiedere come riuscirà a dipanare questo mosaico etereogeneo, Tecce ti risponderà con  un sorriso ed una pacca sulle spalle. Tutti noi, in quel momento, abbiamo capito che, tra i vari, ha anche il pregio di esser alchimista.


Ci accomodiamo nella piccola sala degustazioni/cucina attigua alla cantina. In mano ha una bottiglia di Poliphemo 2009, un vino che in Rete, e non solo, ha fatto discutere e dividere la critica perchè giudicato "diverso" o "strano".
Chiedo a Luigi di parlarmi di questa annata e del suo vino e, tagliando una fetta di una splendido salame che ha tirato fuori da chissà quale anfratto della stanza, mi risponde semplicemente che:"....questa annata ha tirato fuori un aglianico di terra, materiale, maschile, irruento!"
Ovviamente non ha torto, al naso si fa notare per la sua austerità e ritrosia essendo tratteggiato da aromi a connotazione scura di ciliegia nera, rabarbaro, china, liquirizia e cenere. Assaggio dove emerge la struttura e la nervosità del vino che rimane duro, sapido, con sostenuta acidità e progressione. Esemplare  e rigoroso, solo il tempo ci dirà quanto è grande questo vino.

Il tempo di degustare due "sperimentazioni fuori commercio" come l'Acquerello (vino di origine medievale bevuto dal popolo ottenuto aggiungendo acqua alla poltiglia delle vinacce) e un passito realizzato con un blend di moscato, fiano, greco e coda di volpe.


Sala degustazione


Non gli stai appresso, nemmeno quando si alza di colpo e con passo deciso ci porta a visitare la sala di fermentazione che dista pochi metri da noi. 

Appena si entra si notano subito i vecchi tini di castagno scolmi dove avviene la fermentazione senza ausilio di lieviti selezionati e senza controllo della temperatura. Le follature, come si vede anche dalle foto, sono totalmente manuali e....ben vigorose.

Vasche di acciaio
Botti di fermentazione

Le cinque vasche di acciaio, usate per stabilizzare il vino dopo che è stato tolto dalle botti, rappresentano le solo attrezzature "moderne" presenti in sala. 
Tecce prende un bicchiere e si avvicina ad una di queste. "Ti faccio sentire il Poliphemo 2010. Se il 2009 era terrestre, questo sarà....celeste"

Aveva ragione, questo Aglianico è spiazzante, già dal colore più trasparente sembra un altro vino. Al naso ti vengono in mente gli odori del grandi vini piemontesi con questa scorza di arancia, il timo e la violetta a definire dei contorni olfattivi che mi fanno ricordare il Barolo di Mascarello. Nonostante sia ancora in affinamento, al gusto è fine e proporzionato, con tannini già ben definiti e dolci e una progressione commovente. 

Il Poliphemo 2010 sarà, se tutto rimane così, un grandissimo vino. Tecce ha ancora voglia di sbalordire, statene certi!


Cantine Lupo e il suo Terra Marique

Solitamente i vini del Lazio non trovano molto spazio sul blog in quanto, e lo scrivo con la morte nel cuore, la mia Regione soffre più di altre nell'offrire al pubblico vini di buona qualità. Basta leggere i risultati delle ultime guide per capire di cosa sto parlando.

Ultimamente, grazie ad Emanuele Fioretti di Bancovino che me lo ha fatto degustare, mi sono imbattuto in un bianco quanto meno interessante che può rappresentare una valida alternativa alla classiche, e spesso poco esaltanti, proposte enologiche laziali che frequentemente fanno rima con malvasia, trebbiano e bellone.

Il Terra Marique di Cantine Lupo, giovane realtà vinicola che ci estende per 26 ettari (di cui 18 vitati) nel territorio di Campoverde, vicino Latina, è un vermentino in purezza le cui uve provenienti da un vigneto situato all'interno del territorio dei Colli Albani, sono macerate a freddo prima della fermentazione in acciaio a cui segue un affinamento per circa 6 mesi.

Degustandolo, seduto nel quartiere Prati durante un caldo pomeriggio romano di fine settembre, ho subito apprezzato il carattere per nulla scontato del vino a partire dall'olfatto che dona sensazioni di litchi, albicocca disidratata, fiori di acacia, bergamotto e con un corredo iodato e minerale, quest'ultimo derivante dai terreni vulcanici dei Colli Albani, che ben identificano il nome del vino che in latino significa "per terra e per mare". 

Foto: stradavinolatina.it 

Al gusto le sensazioni vellutate di frutta zuccherina che inizialmente percepiamo sono subito bilanciate dalla prorompente vena sapido/acida del vermentino che rende rende il sorso di estrema piacevolezza e dinamicità. Non si riesce ad opporgli troppa resistenza e a me, quel finale salino, di buona persistenza, piace da morire.è

Il Terra Marique, pertanto, può diventare sicuramente un ottimo vino quotidiano soprattutto se lo abbiniamo a formaggi non troppo stagionati come una bella Robiola di Roccaverano.