Sono sicuro che questo vino lo conosceranno in pochi e, a dirla tutta, se non fosse stato per Armando Castagno e il suo corso sul Chianti, fino a pochi giorni nemmeno il sottoscritto ne aveva consapevolezza.
Oggi parliamo di nuovo di Chianti Classico puntando il faro dell'attenzione verso una delle aziende meno comunicate di Gaiole in Chianti: Le Miccine.
Paola Papini Cook, canadese di nascita ma di origini italiane, è la giovane proprietaria ed enologa della piccola tenuta che si estende per circa 7 ettari di vigneto, esposizione sud sud-ovest, piantato prevalentemente a sangiovese, presente con sei cloni, e in via residuale a malvasia nera, colorino, merlot e vermentino.
Paola, dopo aver studiato enologia in Francia, ha acquisito la tenuta nel 2008 e fin da subito, assieme alla sua famiglia, ha cercato di gestire Le Miccine nel modo più naturale possibile attraverso l'ausilio di pratiche colturali biologiche che, come scrive lei stessa, hanno il compito di tutelare le biodiversità del territorio, ridurre la perdita di terreno fertile, favorire la presenza e l'attività dei microrganismi che consentano al vigneto di vivere quasi come un sistema autosufficiente al fine di adattarsi, anno dopo anno, ai cambiamenti del clima e produrre così sempre la migliore uva possibile.
In cantina, ovviamente, si lavora costantemente per preservare la purezza e la qualità delle uve che vengono sempre vinificate in acciaio. Il vino, a seconda della tipologia, verrà poi affinato in tonneaux o botti grandi di rovere da 20 hl.
Paola Papini Cook produce un vino bianco a base vermentino, un rosè, un rosso a base merlot (Carduus) e due tipologie di Chianti Classico (annata e riserva).
Grazie ad Armando e all'AIS Roma ho potuto bere, scoprire e, di conseguenza, innamorarmi del Chianti Classico 2012 (85% Sangiovese, 5% Merlot, 5% Malvasia nera, 5% Colorino) de Le Miccine che in questa versione "basic", a mio parere, è in grado di leggere schiettamente le potenzialità del terroir di Gaiole in Chianti.
Il colore rubino del vino, già così vivo ed brillante, premette e prometto un olfatto dove emergono intense fini sensazioni che hanno nella violetta e, in generale, nella florealità rossa la propria centralità che viene puntellata da una cornice formata da una marea di agrumi rossi e ricchi spunti speziati e minerali.
Al sorso non può che conquistare chiunque grazie ad un timbro tannico di razza e ad una freschezza quasi citrina che sembra amplificare, nel finale, la dimensione irradiante del vino al quale, se proprio vogliamo trovare un difetto, manca un pizzico di persistenza gustativa. Quella che resta, comunque, è un Chianti Classico tipicamente gaiolesco la cui beva, dirompente, rappresenta un ulteriore ed importante bonus per questo piccolo grande vino uscito dalle cantine di Paola Papini Cook.
Piccolo dato tecnico: il vino, nel 2012, è stato affinato per circa 14 mesi in tonneaux e botti grandi di rovere da 20 HL a cui sono seguiti ulteriori 6 mesi di bottiglia.