E' sempre difficile stilare una classifica dei migliori assaggi quando hai a che fare con centinaia di vini in degustazione da ogni parte di Italia soprattutto quando le temperature di servizio, troppo calde per i rossi e fredde per i bianchi, e la calca non ti forniscono le condizioni ideali per capire al meglio i vini presenti ai banchi del Gambero Rosso.
Vabbè, ho dovuto svolgere "duro lavoro" ma....qualcuno dovrà pur farlo per cui di ecco, Regione per Regione (tranne eccezioni), i migliori vini degustati lo scorso sabato a Roma.
Valle d'Aosta
Valle d'Aosta Petite Arvine ’12 Elio Ottin: impianto olfattivo ricco di gelsi bianchi, frutto della passione, litchi e soffi minerali. Profondo, affilato, persistenza ricca e salina.
Piemonte
Carema Et. Bianca Ris. ’09 Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema: nonostante i grande Barolo e Barbaresco presenti, premio questo vino perchè parlare con Gassino, il Presidente della Cooperativa, ti fa comprendere il profondo lavoro di resistenza enologica che questi vignaioli part time stanno svolgendo in questo posto un pò dimenticato del Piemonte. Il vino, poi, è un inno al nebbiolo di montagna dove carattere ed eleganza sopraffina si fondono perdutamente.
Lombardia
Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi Ris.’05 Ca' del Bosco: uno dei pochi Franciacorta che mi riesce sempre ad entusiasmare per profondità e complessità E' uno spumante lussureggiante che soddisfa sempre i miei bisogni edonistici.
Trentino Alto Adige
Carmenère ’07 Tenuta San Leonardo: prodotto solo in Magnum, si caratterizza per una raffinatezza sublime e per un uso magistrale del legno che in questo caso valorizza il vino donando armonia e complessità gustativa.
Veneto
Soave Cl. Staforte ’11 Graziano Prà: bellissima espressione, a mio giudizio, di un vino e una denominazione che meriterebbe più rispetto. Questo Soave mi è piaciuto molto per il suo essere "crudo", quasi clorofillico e per la sua bocca affilata e tagliente come una lama nel buio.
Friuli Venezia Giulia
Breg Anfora ’06 Gravner: non era presente alla manifestazione, e non era il solo, ma avendolo bevuto poco tempo fa e, raffrontandolo ai vari colleghi presenti sabato scorso, non ho difficoltà ad affermare che il vino del Maestro sia di un altro pianeta.
Liguria
Cinque Terre ’12 Samuele Heydi Bonanini: devo dire che ho fatto grande fatica a stabilire il vincitore di giornata in questa Regione vista l'elevata qualità dei (troppo) pochi vini premiati. Tra il Rossese 2012 di Terre Bianche e il Vermentino di Lambruschi ho scelto questo Cinque Terre per il suo modo di essere unico. Macerazione di 4 giorni per un vino intensamente mediterraneo, resinoso, salino, estremo. Grande scoperta per me!
Emilia Romagna
Se non scrivo nulla si offende qualcuno?
Marche
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Il Cantico della Figura Ris. ’10 Andrea Felici: la selezione marchigiana era tutta di grandissimo livello per cui ho fatto davvero fatica a scegliere il migliore. Ho scelto il Verdicchio di Felici perchè, non conoscendolo ancora, mi ha stupito davvero positivamente per il suo essere diversamente minerale e per quei tocchi idrocarburici e lievemente fumè che mi hanno soggiogato fin dal primo sorso. Chiusura bellissima, intensa, sapida. Grande vino
Toscana
Brunello di Montalcino Ris. ’07 Poggio di Sotto: anche in questo caso è stato difficile decretare il vincitore visto il livello dei vini presenti ma dopo aver assaggiato questo grande sangiovese di Montalcino non puoi non capire che sei davanti ad un vero fuoriclasse. Vino immenso per classe, purezza cristallina e freschezza. Uno schiaffo a tutti i Brunello color china...
Abruzzo
Trebbiano d'Abruzzo V. di Capestrano ’11 Valle Reale: volevo decretare vincitore Valentini, anche se non presente, ma la scelta è ricaduta su Valle Reale perchè penso che questa azienda col tempo stia crescendo moltissimo così come il suo Trebbiano Vigneto di Capestrano che, dopo una lunga permanenza sui lieviti, ti conquista alla degustazione per la sua carica olfattiva dove la pietra focaia ben si interseca con sensazioni aromatiche di timo e camomilla. Sapido e caldo al palato, ha un copro esile ma ben disegnato.
Lazio
Poggio della Costa 2012 Sergio Mottura: amo il Romanico 2011 di Coletti Conti, anch'esso 3 bicchieri, ma nel mio Lazio, dove la qualità dei bianchi è ridotta ai minimi termini, trovare questo grechetto in così splendida forma mi scalda il cuore e mi dà tanta speranza per il futuro. Minerale, floreale, fresco, elegante, è un vino che una volta deglutito non scordi con facilità.
Umbria
Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano ’11 Palazzone: altro vino sottovalutato da molti e altro grandissimo bicchiere. Lasciatelo invecchiare come deve e scoprirete uno dei migliori bianchi in Italia. Altro che Cervaro...
Campania
Fiano di Avellino ’12 Pietracupa: ammetto che la batteria dei Fiano presenti non mi ha entusiasmato moltissimo ma il Fiano di Sabino Loffredo rimane sempre grande e marcato territorialmente dal classico sentore fumè. Rispetto alle annate precedenti questo 2012 è ancora giovanissimo e un pò ritratto ma se già oggi è un grande bere non immagino cosa possa esprimere tra 4/5 anni quando il bruco diventerà farfalla.....
Molise
Niente di memorabile a mio avviso. Purtroppo un solo vino premiato.
Basilicata
Aglianico del Vulture Titolo 2011 Elena Fucci: Elena da anni non sbagli un colpo, il suo Aglianico è figlio del vulcano e della fatica e anche in queste annata si conferma un Titolo dalla grande vena minerale e dalla fine speziatura.
Puglia
Primitivo di Manduria Es 2011 Gianfranco Fino: esiste il Primitivo di Manduria ed esiste l'ES di Fino. Che piaccia o meno questo è un vino irripetibile da un terroir unico. La storia è stata tracciata.
Calabria
Moscato Passito ’12 Luigi Viola: in tema di vini unici ho voluto premiare questo Moscato di Saracena che anno dopo anno assume il volto della lussuria applicata all'agricoltura di nicchia. Era un vino a rischio estinzione, oggi è uno dei miei passiti del cuore.
Sicilia
Etna Bianco A'Puddara '11 Tenuta di Fessina: come si fa a non amare questo vino di territorio che sa di bergamotto e cristalli di sale? Palato sapido, fresco, indubbiamente etneo. Grande eccellenza siciliana, lo amo più più della cassata e degli arancini....e ho detto tutto!
Sardegna
Cannonau di Sardegna Mamuthone ’11 Giuseppe Sedilesu: bellissimo naso che ostenta profumi di mirto, mentolo, liquirizia e cioccolato. In bocca è vigoroso, con tannini eleganti e poderosissimi, splendida la nota minerale nel finale. Cannonau allo stato puro.
Vabbè, ho dovuto svolgere "duro lavoro" ma....qualcuno dovrà pur farlo per cui di ecco, Regione per Regione (tranne eccezioni), i migliori vini degustati lo scorso sabato a Roma.
Valle d'Aosta
Valle d'Aosta Petite Arvine ’12 Elio Ottin: impianto olfattivo ricco di gelsi bianchi, frutto della passione, litchi e soffi minerali. Profondo, affilato, persistenza ricca e salina.
Piemonte
Carema Et. Bianca Ris. ’09 Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema: nonostante i grande Barolo e Barbaresco presenti, premio questo vino perchè parlare con Gassino, il Presidente della Cooperativa, ti fa comprendere il profondo lavoro di resistenza enologica che questi vignaioli part time stanno svolgendo in questo posto un pò dimenticato del Piemonte. Il vino, poi, è un inno al nebbiolo di montagna dove carattere ed eleganza sopraffina si fondono perdutamente.
Lombardia
Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi Ris.’05 Ca' del Bosco: uno dei pochi Franciacorta che mi riesce sempre ad entusiasmare per profondità e complessità E' uno spumante lussureggiante che soddisfa sempre i miei bisogni edonistici.
Trentino Alto Adige
Carmenère ’07 Tenuta San Leonardo: prodotto solo in Magnum, si caratterizza per una raffinatezza sublime e per un uso magistrale del legno che in questo caso valorizza il vino donando armonia e complessità gustativa.
Soave Cl. Staforte ’11 Graziano Prà: bellissima espressione, a mio giudizio, di un vino e una denominazione che meriterebbe più rispetto. Questo Soave mi è piaciuto molto per il suo essere "crudo", quasi clorofillico e per la sua bocca affilata e tagliente come una lama nel buio.
Friuli Venezia Giulia
Breg Anfora ’06 Gravner: non era presente alla manifestazione, e non era il solo, ma avendolo bevuto poco tempo fa e, raffrontandolo ai vari colleghi presenti sabato scorso, non ho difficoltà ad affermare che il vino del Maestro sia di un altro pianeta.
Liguria
Cinque Terre ’12 Samuele Heydi Bonanini: devo dire che ho fatto grande fatica a stabilire il vincitore di giornata in questa Regione vista l'elevata qualità dei (troppo) pochi vini premiati. Tra il Rossese 2012 di Terre Bianche e il Vermentino di Lambruschi ho scelto questo Cinque Terre per il suo modo di essere unico. Macerazione di 4 giorni per un vino intensamente mediterraneo, resinoso, salino, estremo. Grande scoperta per me!
Emilia Romagna
Se non scrivo nulla si offende qualcuno?
Marche
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Il Cantico della Figura Ris. ’10 Andrea Felici: la selezione marchigiana era tutta di grandissimo livello per cui ho fatto davvero fatica a scegliere il migliore. Ho scelto il Verdicchio di Felici perchè, non conoscendolo ancora, mi ha stupito davvero positivamente per il suo essere diversamente minerale e per quei tocchi idrocarburici e lievemente fumè che mi hanno soggiogato fin dal primo sorso. Chiusura bellissima, intensa, sapida. Grande vino
Toscana
Brunello di Montalcino Ris. ’07 Poggio di Sotto: anche in questo caso è stato difficile decretare il vincitore visto il livello dei vini presenti ma dopo aver assaggiato questo grande sangiovese di Montalcino non puoi non capire che sei davanti ad un vero fuoriclasse. Vino immenso per classe, purezza cristallina e freschezza. Uno schiaffo a tutti i Brunello color china...
Trebbiano d'Abruzzo V. di Capestrano ’11 Valle Reale: volevo decretare vincitore Valentini, anche se non presente, ma la scelta è ricaduta su Valle Reale perchè penso che questa azienda col tempo stia crescendo moltissimo così come il suo Trebbiano Vigneto di Capestrano che, dopo una lunga permanenza sui lieviti, ti conquista alla degustazione per la sua carica olfattiva dove la pietra focaia ben si interseca con sensazioni aromatiche di timo e camomilla. Sapido e caldo al palato, ha un copro esile ma ben disegnato.
Lazio
Poggio della Costa 2012 Sergio Mottura: amo il Romanico 2011 di Coletti Conti, anch'esso 3 bicchieri, ma nel mio Lazio, dove la qualità dei bianchi è ridotta ai minimi termini, trovare questo grechetto in così splendida forma mi scalda il cuore e mi dà tanta speranza per il futuro. Minerale, floreale, fresco, elegante, è un vino che una volta deglutito non scordi con facilità.
Umbria
Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano ’11 Palazzone: altro vino sottovalutato da molti e altro grandissimo bicchiere. Lasciatelo invecchiare come deve e scoprirete uno dei migliori bianchi in Italia. Altro che Cervaro...
Campania
Fiano di Avellino ’12 Pietracupa: ammetto che la batteria dei Fiano presenti non mi ha entusiasmato moltissimo ma il Fiano di Sabino Loffredo rimane sempre grande e marcato territorialmente dal classico sentore fumè. Rispetto alle annate precedenti questo 2012 è ancora giovanissimo e un pò ritratto ma se già oggi è un grande bere non immagino cosa possa esprimere tra 4/5 anni quando il bruco diventerà farfalla.....
Niente di memorabile a mio avviso. Purtroppo un solo vino premiato.
Basilicata
Aglianico del Vulture Titolo 2011 Elena Fucci: Elena da anni non sbagli un colpo, il suo Aglianico è figlio del vulcano e della fatica e anche in queste annata si conferma un Titolo dalla grande vena minerale e dalla fine speziatura.
Puglia
Primitivo di Manduria Es 2011 Gianfranco Fino: esiste il Primitivo di Manduria ed esiste l'ES di Fino. Che piaccia o meno questo è un vino irripetibile da un terroir unico. La storia è stata tracciata.
Calabria
Moscato Passito ’12 Luigi Viola: in tema di vini unici ho voluto premiare questo Moscato di Saracena che anno dopo anno assume il volto della lussuria applicata all'agricoltura di nicchia. Era un vino a rischio estinzione, oggi è uno dei miei passiti del cuore.
Sicilia
Etna Bianco A'Puddara '11 Tenuta di Fessina: come si fa a non amare questo vino di territorio che sa di bergamotto e cristalli di sale? Palato sapido, fresco, indubbiamente etneo. Grande eccellenza siciliana, lo amo più più della cassata e degli arancini....e ho detto tutto!
Sardegna
Cannonau di Sardegna Mamuthone ’11 Giuseppe Sedilesu: bellissimo naso che ostenta profumi di mirto, mentolo, liquirizia e cioccolato. In bocca è vigoroso, con tannini eleganti e poderosissimi, splendida la nota minerale nel finale. Cannonau allo stato puro.