Slow Wine 2017 e il Lazio

“Forza Lazio!”, verrebbe da dire, senza alcuna implicazione calcistica. Un incitamento che sentiamo come atto dovuto per stimolare i produttori di una regione che, grazie a condizioni pedoclimatiche pressoché uniche al mondo (lo dicono anche i francesi, sia pure a denti stretti). Nei rari casi in cui la regione riesce a esprimere una voce univoca, compattezza, unità d’intenti, profondità di progetto e lungimiranza, i risultati si fanno subito molto, molto interessanti.
È che ci vorrebbe più continuità, da parte sia umana, sia di… madre natura: perché tra un 2015 che ha fatto impazzire le menti bianchiste e un 2014 e un 2013 (talvolta anche 2012) che non hanno agevolato il compito ai produttori di rossi, a volte viene da chiedersi: “Ma di cosa stiamo parlando?”. Nel dettaglio, il Viterbese si difende, pur forse mancando quest’anno, nello sprint finale, di alcuni dei baldi giovani che ci avevano fatto ben sperare per il futuro, e che comunque stanno sempre di più lavorando con cognizione di causa e con la massima attenzione. Rieti e provincia continuano a stare alla finestra, ma i segnali che sia stata imboccata la strada della qualità si fanno sempre più tangibili.
L’Agro Pontino stavolta soffre un po’, ma probabilmente a causa della “crisi del settimo anno” (tante, infatti, le edizioni della guida), a conferma di un matrimonio su cui contiamo molto. I Castelli Romani sfoderano qualche Frascati davvero niente male, anche nella versione languida del Cannellino, mentre la Ciociaria resta forse la zona più meritevole grazie a un Cesanese, oramai quasi completamente domato, e soprattutto grazie al lavoro in loco dei bravi pionieri di sempre, su lieviti, maturazioni, macerazioni, selezioni clonali… alla fine sta portato seri frutti, e non solo metaforicamente.
Foto: www.cittadelvino.it
Certo, le ambiguità sono molte: ad iniziare da questa nuova Doc Roma, che ancora non s’è capito dove voglia andare a parare come identità, marchio, tipicità. Anche alcuni baluardi degli anni scorsi (ci riferiamo a produttori che, nonostante i grandi numeri, si rivelavano costantemente affidabili) quest’anno passano il turno, visti i troppi chiaroscuri dei vini presentatici.

VINO SLOW
Cesanese del Piglio Sup. Torre del Piano Ris.2013Casale della Ioria
Cesanese di Olevano Romano Sup.2014Proietti
Cesanese di Olevano Romano Sup. Silene2014Damiano Ciolli
Latour a Civitella2014Sergio Mottura
 
VINO QUOTIDIANO
Capolemole Bianco2015Marco Carpineti
Cesanese del Piglio Velobra2014Giovanni Terenzi
Frascati 4962015De Sanctis
Frascati Sup. Racemo2015L’Olivella
Grechetto2015Trappolini
Maturano2015Cominium
Regius2015Donato Giangirolami

La Toscana di Slow Wine 2017

Visitare le numerose aziende toscane ci regala sempre continui stimoli e il desiderio di individuare nuove prospettive per la viticoltura regionale. Se l’aspetto enologico si colloca oramai da tempo su livelli di eccellenza con denominazioni e zone vitate affermate in tutto il mondo, è nella parte agronomica che la Toscana può indicare un inedito modo di concepire la viticoltura. L’approccio biologico è oramai diffuso sia in aziende piccole sia in realtà molto estese. A margine, per ora, di questa virtuosa situazione si stanno formando altri impulsi che teniamo a sottolineare. Il primo è la volontà di recuperare le vecchie vigne, azione impensabile fino a qualche anno fa. 

Un secondo aspetto interessante che abbiamo colto nel nostro peregrinare è dato dalla nuova coscienza agricola di molti produttori. Alcune cantine stanno costruendo intorno al nucleo della loro attività viticola un modello complesso di azienda, immettendo altre pratiche come l’allevamento e la cerealicoltura. Non si tratta di vago idealismo, né di tornare a una confusa idea di “coltura promiscua”, anzi: parliamo di una forma di agricoltura moderna e razionale che garantisce, tra l’altro, quella biodiversità fondamentale per la salute dell’ambiente e delle piante. Estendere il concetto di viticoltura al di là della vite è un passo necessario per ricucire lo strappo che la redditività del vino rispetto a tutti i prodotti della terra ha creato tra le discipline agricole, con ripercussioni negative su paesaggio e occupazione. In questo senso la viticoltura toscana si pone come virtuoso laboratorio per garantire un futuro all’agricoltura tutta.

VINO SLOW
Bolgheri Sup. Podere Ritorti
 
2013
 
I Luoghi
Bolgheri Sup. San Martino2013La Cipriana
Brunello di Montalcino2011Fattoi
Brunello di Montalcino2011Gianni Brunelli – Le Chiuse di Sotto
Brunello di Montalcino2011Le Chiuse
Brunello di Montalcino2011Le Macioche
Brunello di Montalcino2011Mastrojanni
Brunello di Montalcino2011Piancornello
Brunello di Montalcino Ad Alberto Ris.2010Caprili
Brunello di Montalcino Ris.2010Terre Nere
Caiarossa2012Caiarossa
Carmignano Montalbiolo Ris.2012Fattoria Ambra
Chianti Cl.2013Buondonno
Chianti Cl.2013Il Palagio
Chianti Cl.2013Val delle Corti
Chianti Cl. (N)Uovo2013Poggerino
Chianti Cl. Aluigi Ris.2012Le Cinciole
Chianti Cl. Badia a Coltibuono Ris.2012Badia a Coltibuono
Chianti Cl. Borro del Diavolo Ris.2012Fattoria Ormanni
Chianti Cl. Caparsino Ris.2012Caparsa
Chianti Cl. Le Vigne Ris.2013Istine
Chianti Cl. Ris.2013Querciabella
Chianti Cl. Ris.2013Vignavecchia
Chianti Cl. Ris.2013Villa Calcinaia
Chianti Cl. Ris.2013Villa Pomona
Chianti Classico Ris.2013Volpaia
Chianti I Tre Borri Ris.2013Corzano e Paterno
Colline Lucchesi Levato di Majulina2013Calafata
Colline Lucchesi Rubino2012Fabbrica di San Martino
Cortona Syrah2013Stefano Amerighi
Maremma Toscana Ciliegiolo Vigna Vallerana Alta2014Antonio Camillo
Melograno2014Podere Concori
Montecucco Sangiovese Grotte Rosse2013Salustri
Morellino di Scansano Roccapesta Ris.2013Roccapesta
Nobile di Montepulciano2013Avignonesi
Nobile di Montepulciano2013Boscarelli
Odyssea2014Macchion dei Lupi
Pinot Nero2013Macea
Pinot Nero2013Podere della Civettaja
Rosso di Montalcino2014Fornacina
Rosso di Montepulciano2014Poderi Sanguineto I e II
San Lorenzo2013Sassotondo
Sassocarlo2014Fattoria di Bacchereto Terre a Mano
Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve2014Il Colombaio di Santa Chiara
Vernaccia di San Gimignano Fiore2014Montenidoli
Vernaccia di San Gimignano Sanice Ris.2013Vincenzo Cesani
 
GRANDE VINO

 
Brunello di Montalcino2011Agostina Pieri
Brunello di Montalcino2011Fuligni
Brunello di Montalcino2011Poggio di Sotto
Brunello di Montalcino2011Tenuta Le Potazzine
Brunello di Montalcino Bassolino di Sopra Ris.2010Pian dell’Orino
Brunello di Montalcino Fornace2011Le Ragnaie
Brunello di Montalcino Phenomena Ris.2010Sesti – Castello di Argiano
Brunello di Montalcino Ris.2010Stella di Campalto
Brunello di Montalcino Ris.2010Tenuta di Sesta
Brunello di Montalcino Riserva2010Jacopo Biondi Santi Tenuta Greppo
Brunello di Montalcino Trentennale2011Talenti
Brunello di Montalcino Ugolaia2010Lisini
Caberlot2013Podere Il Carnasciale
Cepparello2013Isole e Olena
Chianti Cl. Poggio ai Frati Ris.2013Rocca di Castagnoli
Chianti Classico Campitello Ris.2013Monteraponi
Chianti Classico Ris.2010Castell’in Villa
Chianti Classico Ris. Il Poggiale2013Domini Castellare di Castellina
Colline Lucchesi Tenuta di Valgiano2013Tenuta di Valgiano
Flaccianello della Pieve2013Fontodi
Nobile di Montepulciano Pietra Rossa2013Contucci
Pergole Torte2013Montevertine
Riecine2012Riecine
Sammarco2012Castello dei Rampolla
Tenuta di Trinoro2014Tenuta di Trinoro
Valdarno di Sopra Bogginanfora2014Petrolo
 
VINO QUOTIDIANO
 
Barco Reale di Carmignano2015Tenuta di Artimino
Briglia2014Terre Dell’Etruria – Il Poderone
Canaiolo2015La Querce
Chianti Il Gargaiolo2014San Ferdinando
Chianti A Vento e Sole2013Podere Alberese
Chianti Cl.2014Castellinuzza e Piuca
Chianti Cl.2014Vallone di Cecione
Chianti Monsonaccio2013Fattoria Varramista
Chianti Poggio ai Grilli2014Tenuta San Jacopo
Chianti Rufina2014Fattoria Selvapiana
Chianti Rufina Colognole2013Colognole
Chianti Rufina Grignano2013Fattoria di Grignano
Chianti Rufina Podere il Balzo2013Podere Il Balzo
Maremma Ciliegiolo2015Vegni e Medaglini
Maremma Toscana Ciliegiolo Capoccia2015Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano
Montecucco Rosso Rigoleto2014Collemassari
Montescudaio Rosso Montaleo2014Pagani De Marchi
Morellino di Scansano2015Terenzi
Morellino di Scansano Bellamarsilia2015Poggio Argentiera
Morellino di Scansano Villa Granducale2014Agricola Alberese
Ottomani Bianco2015Ottomani
Petali2015Cantalici
Rosso Vigliano2013Paolo e Lorenzo Marchionni a Vigliano
Rubino2014Bulichella
Vernaccia di San Gimignano2015La Lastra
Vernaccia di San Gimignano2015San Benedetto
Vernaccia di San Gimignano2015Tenuta Le Calcinaie
Vernaccia di San Gimignano Ciprea2014Alessandro Tofanari
Vernaccia di San Gimignano Fontaleoni2015Fontaleoni

Mito e storia del Fiorano Rosso 1956

Il Fiorano Rosso è, con molta probabilità, il primo taglio bordolese in Italia proposto alla vendita al pubblico con una sua etichetta e che continua tutt’ora ad essere prodotto: il suo “genitore” fu il principe Alberico Boncompagni Ludovisi, la “continuità”, con stessa etichetta, uvaggio, filosofia e maestranze in vigna e in cantina, è opera del nipote Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi.

La storia moderna della Tenuta di Fiorano risale alla prima metà del secolo scorso: “[..] a Fiorano, il vino si cominciò a produrlo all’incirca nel 1930, ma da viti locali. Fu nel 1946, quando ricevetti da mio padre la proprietà agricola di Fiorano, che giudicai scadente il vino prodotto e consultai l’enologo dottor Giuseppe Palieri, il quale mi propose di innestare sulle viti di Fiorano il cabernet e il merlot alla proporzione reciproca del 50% e, separatamente, la malvasia di Candia e il sémillon per il vino bianco. Così feci subito e mi valsi del dott. Palieri finché visse [..]”. [da Fiorano, memorie e girandole di A. Castagno - Vitae - settembre 2014]



Di Giuseppe Palieri - direttore dell’azienda vitivinicola di Maccarese dove nel 1960 produceva il San Giorgio, un taglio bordolese che però non è arrivato fino a noi - e del suo lavoro, si parlava già in un volume del 1935 di Vittorio Racah: “Varietà di viti a doppia funzione”. Il Principe Alberico si rivolse a lui per impiantare un vigneto completamente differente dalle tradizioni locali che producesse un vino di grandissima qualità.
Intanto, negli stessi anni, anche il marchese Mario Incisa della Rocchetta aveva lavorato appassionatamente al “suo” taglio bordolese (in terra bolgherese troviamo il cabernet franc a far da vassallo al cabernet sauvignon) per la produzione del Sassicaia: "Dal 1948 al 1967, il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta", si apprende dal sito della Tenuta San Guido. Infatti la prima bottiglia in commercio del Sassicaia fu quella relativa all’annata 1968.


Il Marchese Mario e il Principe Alberico frequentavano verosimilmente lo stesso ambiente aristocratico romano, per cui si può dire che l'idea di voler produrre grandi vini in Italia -all’epoca identificati nel blend bordolese- si riconduce a quella cerchia molto legata alla Francia con la quale poter condividere una certa idea di qualità, di bello e di rinascita dalla Guerra. L’impronta di una visione più personale, tra Mario e Alberico, si può cercare nella ricerca dei consulenti: il primo si avvale di professionisti internazionali e fa uso di barrique, il secondo segue una strada più italiana avvalendosi anche della consulenza di Tancredi Biondi Santi e optando per l'utilizzo di botti grandi.

Dunque due storie fondamentali per la nascita di una nuova era del vino italiano, della quale, per fortuna, abbiamo ancora testimonianza concreta delle storiche origini: meno di un anno fa, l’8 novembre 2015, all'asta internazionale di vini ad Hong Kong, organizzata dalla Gelardini&Romani Wine Auction, il lotto 285, relativo ad una singola bottiglia di Fiorano Rosso 1956 ha fatto salire la febbre agli appassionati di vini storici; partendo da una base d’asta di 1,400 HK$ è stato alla fine battuto a 9,000.00 HK$, pari ad un valore di circa 1.070 euro.