Ormai non ci sono più dubbi, è la Falanghina la
locomotiva del vino campano: 3000 ettari, di cui 2700 nel solo Sannio, hanno
permesso di toccare e superare quota sei milioni di bottiglie che recano il
riconoscimento della Doc. Un allungo confortato dai dati che danno ragione al
“sistema Sannio”, l’unica zona che oltre a riorganizzare in maniera razionale
le denominazioni è riuscita a dotarsi di un Consorzio in grado di incidere sui
controlli e nelle scelte promozionali. Motivi politici, dunque, ma anche strutturali
rispetto allo stile scelto dalla quasi totalità dei produttori campani, che
hanno eliminato dolcezze e note esotiche concentrandosi su mineralità e la
freschezza . E poi la Falanghina di oggi si beve perché è ben abbinabile alla
cucina della regione. Un controtendenza marcata anche dal forte calo produttivo
generale, che segna un meno 20% nell’annata 2016. In cinque anni la produzione
è scesa da 1,8 a 1,3 milioni di ettolitri, e a soffrire sono soprattutto i
rossi strutturati delle zone interne.
Al di là
delle considerazioni economiche, il quadro è comunque decisamente confortante
perché il Fiano di Avellino si presenta sempre in grande spolvero nelle
degustazioni, toccando spesso le corde dell’emozione. Un patrimonio olfattivo
che deve essere rafforzato da una saggia politica sui tempi di uscita e sui
cru, anche perché ormai anche altre zone, il Cilento in particolare, hanno
dimostrato di voler puntare su questo vitigno. Più definito e rappresentativo
dell’Irpinia invece il Greco di Tufo, un grande bianco capace di mettere in
riga molti rossi e che ha fornito un’ottima prova anche in questa annata..
Tra le tendenze in atto questa edizione sottolinea la continua crescita del
Piedirosso dei Campi Flegrei e del Vesuvio, un vino antico e al tempo stesso
moderno, anch’esso identitario, grazie all’impegno di una piccola pattuglia di
produttori che hanno superato con precisione e pignoleria le difficoltà che
pone la lavorazione di questo vitigno.
E, per
restare alle tendenze ormai decisamente consolidate, non possiamo non
sottolineare la grande crescita qualitativa della Costiera Amalfitana: anche in
questo caso grazie al protagonismo spontaneo di un orgoglioso gruppo di aziende
che non si accontenta di vendere sul facile mercato locale, puntando invece su una
qualità figlia innanzitutto di un’agricoltura vera, eroica e, per quanto possa
sembrare paradossale, figlia del freddo proprio come quella irpina.
Le
caratteristiche della Campania sono al tempo stesso la forza e la debolezza di
una viticoltura tutto sommato di nicchia, appollaiata sulla dorsale
appenninica: frammentazione e piccole dimensioni aziendali, anche per le
cantine considerate “grandi”, ampio patrimonio ampelografico e difesa ostinata
della biodiversità in vigna. La viticoltura campana resta insomma un viaggio
nel tempo, con espressioni uniche in grado di emozionare.
VINO SLOW
Campi Flegrei Falanghina 2016, Agnanum
– Raffaele Moccia
Greco di
Tufo 2016, Cantine di Marzo
Fiano di
Avellino Ciro 906 2013, Ciro Picariello
Campi
Flegrei Falanghina 2015, Contrada Salandra
Fiano di
Avellino 2014, Guido Marsella
Phos
2015, I Cacciagalli
Taurasi
Poliphemo 2013, Luigi Tecce
Cilento
Fiano Kratos 2016, Maffini
Sabbie
di Sopra il Bosco 2015, Nanni Copè
Fiano di
Avellino 2015, Rocca del Principe
Tresinus
Aureus 2015, San Giovanni
Costa
d´Amalfi Tramonti Rosso 2015, Tenuta San Francesco
GRANDE VINO
Fiano di
Avellino Pietracalda 2016, Feudi di San Gregorio
Costa d´Amalfi Furore Bianco 2016, Marisa
Cuomo
Taurasi
Radici Ris. 2011, Mastroberardino
Fiano di
Avellino 2016, Pietracupa
Greco di
Tufo Giallo D´Arles 2016, Quintodecimo
VINO QUOTIDIANO
Irpinia Aglianico Magis 2014, Antico
Castello
Falanghina del Sannio Taburno 2016, Cantine
Tora
Falanghina
del Sannio Fois 2016, Cautiero
Sannio
Coda di Volpe Jenn’èmois 2016, Fattoria Ciabrelli
Falanghina
del Sannio Taburno 2016, Fontanavecchia
Costa
d´Amalfi Tramonti Bianco 2016, Giuseppe Apicella
Greco di
Tufo 2016, Petilia
Falanghina
del Sannio Taburno 2016, Torre del Pagus
Falanghina
del Sannio Taburno 2016, Torre Varano
Bacioilcielo
Rosso 2016, Viticoltori De Conciliis