InvecchiatIGP: Vigneti Massa - Costa del vento Timorasso 2013


di Carlo Macchi

Ho una teoria che spesso fa sorridere e alzare un dubbioso sopracciglio ma che altrettante volte ci azzecca: i vini assomigliano ai produttori che li fanno (realmente!) e viceversa.
Questa teoria applicata al Costa del Vento 2013 di Walter Massa (nonché a tutti gli altri suoi vini) mi porta inizialmente a non parlare molto bene, dal punto di vista estetico, del mio amico Walter. Diciamoci la verità, se uno incrocia Walter per la strada certamente non si gira a guardarlo, non è un adone, non colpisce l’occhio da un punto di vista puramente estetico, e se specialmente sta parlando con qualcuno il suo modo di esprimersi e di gesticolare non lo mette certo nel mirino di donne in cerca dell’anima gemella.


Il Costa del Vento 2013, scoperto in cantina sotto cartoni pieni di tutto è, all’inizio, proprio così. Non colpisce l’occhio in maniera favorevole perché ha un colore dorato solo un po’ brillante, inoltre il naso sembra tra l’ossidato e il maturo.
Ma prima di proseguire su questa strada due parole su questo vino che oggi si porta in dote 12 primavere. Si parla naturalmente di timorasso, cioè il "Walterigno" ovvero il vitigno che Walter ha riesumato dal niente o quasi circa 30 anni fa e che oggi non è solo il fiore all’occhiello dei produttori del Tortonese, non è solo l’oggetto del desiderio di tanti consumatori, ma lo è anche di qualsiasi azienda langarola di alto lignaggio che ha comprato, compra e comprerà terre nei Colli Tortonesi per produrre questo bianco, la cui storia coincide inopinatamente col suo presente e col suo futuro.


Comunque, la storia di Walter e del Timorasso è stata scritta e riscritta e quindi è inutile tornarci sopra, meglio tornare sopra al Costa del vento 2013, figlio di un’annata fresca/fredda, forse l’ultima che c’è stata in Piemonte fino ad oggi. Mentre sproloquiavo è successo quello che succede quando Walter non solo lo guardi per strada ma ci parli: come Walter ti incanta con la sua profonda conoscenza del vino e del mondo e ti stupisce con le sue idee che spesso sono avanti anni rispetto agli altri, così il Costa del Vento 2013 mi ha incantato perché non solo la pseudo-ossidazione è svanita ma ha tirato fuori aromi in primis di frutta, poi di miele e al massimo dell’espressività note minerali e di idrocarburo di grande finezza e profondità.


L’ho assaggiato e, proprio come Walter, ha stupito me e i commensali perché ha unito a un equilibrio incredibile una profondità di beva che parte dalla grassezza del vino ma si sviluppa grazie alla sua colonna vertebrale acida, che ancora oggi lo sorregge perfettamente. Aprirla, ma soprattutto finirla è stata un vero onore e un grande piacere.


A proposito di aprire, Walter è in prima linea da sempre per quanto riguarda i tappi da usare ed è ormai convinto sostenitore del tappo a vite, però questo vino venne tappato con un Diam 30 (addirittura!) e forse la sua “chiusura” iniziale è dovuta proprio a questo. La morale è che Walter Massa e i suoi vini hanno sempre belle sorprese in serbo (anche in croato… ops!): l’ultima la troviamo sull’etichetta del Costa del vento, che è scritta anche in alfabeto braille. Del resto, anche ad occhi chiusi si capisce che è un grande vino.

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