di Lorenzo Colombo
Sappiamo che è un poco una forzatura, e che così giochiamo facile, inserire questo vino nella rubrica InvecchiatIGP perchè, sebbene siano passati 25 anni dalla vendemmia, si può infatti affermare che un Vino Santo Trentino di quest’età, ovviamente se fatto bene, sia ancora, se non nella sua fase di gioventù, perlomeno in quella della maturità, non certo in quello della vecchiaia. II vino ci è però piaciuto così tanto che non abbiamo resistito.
Il Vino Santo Trentino
Il Vino Santo Trentino può essere considerato una rarità, la sua produzione è ormai assai limitata, sono solamente circa 25.000 le (mezze) bottiglie prodotte annualmente da un pugno di viticoltori riuniti nell’Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino Doc, tra i quali l’Azienda Agricola Francesco Poli, il cui vino ci accingiamo a degustare.
Viene prodotto con uve Nosiola e purtroppo anche questo vitigno sta pian piano diventando raro, è infatti ormai presente unicamente (in pochi ettari purtroppo) in Trentino, nella Valle dei Laghi, quella valle situata lungo il tratto finale del fiume Sarca costellata da una serie di piccoli laghi: Lamar, Santo, Terlago, Santa Massenza, Cavedine, Lagolo, Toblino.
Qui il suolo è asciutto, ricco di ghiaia ed il clima è fortemente influenzato da due venti, l’Ora del Garda, che soffia da mezzogiorno in poi da sud a nord e quello proveniente dalla Dolomiti del Brenta.
Questo favorisce l’appassimento delle uve che, stese sulle arèle, i tradizionali graticci, spesso si spinge sino al periodo pasquale, riducendo drasticamente il peso delle uve e concentrandone zuccheri ed aromi, amplificati quest’ultimi dall’intervento della Botrytis Cinerea, la muffa nobile che sovente colpisce i grappoli.
Il lungo periodo d’appassimento – anche sei mesi- fa si che il mosto che si ricava da questi grappoli sia assai limitato, 10-12 litri per un quintale d’uva, questo, unitamente all’alta concentrazione zuccherina (si superano tranquillamente i 400 gr/litro con punte di 470 gr/litro) fa sì che le fermentazioni, che si svolgono in piccole botti di rovere, siano assai lente.
Anche l’affinamento del vino è molto lungo e sovente si protrae anche per una decina d’anni, alla fine dei quali il residuo zuccherino del vino s’attesta sui 160 gr/litro, ben bilanciato comunque dalla spiccata vena acida che ne smorza la dolcezza percepita. La longevità di questo vino è proverbiale e supera tranquillamente diverse decine d’anni senza nessuna compromissione organolettica.
Il Vino Santo prodotto a Santa Massenza è famoso sin dal 1500, negli “Annali, ovvero cronache di Trento” del 1648, Pincio Giano Pirro scrive: “… un banchetto molto più fastoso e ricco di portate di vini venne predisposto il 12 settembre 1536, per l’arrivo a Trento di re Ferdinando … venivano serviti di norma vini dolci, tra i quali primeggiavano il Moscato, il Bianco di Calavino… l’insuperabile Vino Santo, prodotto sui colli di Santa Massenza”.
E poi ancora, questa volta Michelangelo Mariani in “Trento con il Sacro Concilio” del 1673 scrive: “… dal famosissimo banchetto del 25 luglio 1546 offerto dal Cardinale di Trento… vini squisitissimi, bianchi, rossi e rosati dei colli di Trento e vini dolci di Santa Massenza”.
L’azienda
Quella di Francesco Poli è una duplice azienda, da una parte l’Azienda Agricola, con la produzione di uva e di vini e dall’altra la distilleria, per la produzione della grappa. I vigneti sono coltivati, ormai da quasi 25 anni in regime biologico, quelli dedicati alla Nosiola sono situati in località Sottovi, sulle colline che sovrastano il lago di Santa Massenza, la prima vendemmia di queste uve è stata effettuata nel 1985 e la prima produzione di Vino Santo è del 1990.
Il vino
La vendemmia s’effettua in genere nella prima metà del mese d’ottobre, ed i migliori grappoli rimangono in appassimento per almeno cinque mesi, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio, il vino viene poi posto a maturare in piccole botti di rovere e d’acacia, dove rimane per svariati anni.
Color topazio, intenso, unghia aranciata. Intenso ed amplio al naso, complesso ed elegante, sentori di datteri, fichi al forno, uvetta passa, miele. Strutturato, pastoso, amaricante, miele di castagno, caramella all’orzo, rabarbaro, leggeri accenni piccanti, molto persistente.
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