Beba 99, da Anghiari arriva un vino che sa di amicizia e passione!


Ho conosciuto Paola De Blasi qualche anno fa in uno dei tanti eventi del vino che la Thurner PR, l’agenzia di comunicazione per la quale lavora, ha organizzato a Roma. Come avviene sempre in questi ambiti, spesso per lavoro ci si “segue” anche sui social, soprattutto su Instagram, dove da qualche tempo notavo foto di Paola all’interno di una vigna in Toscana, precisamente ad Anghiari, che lei non faceva fatica ad ammettere pubblicamente di amare. All’inizio, non conoscendola bene, pensavo che quelle immagini fossero legate alla sua attività di PR per una azienda cliente poi, andando a spulciare bene la sua Bio sul sito di Leonardo Romanelli (già, scrive anche di vino), ho capito che quel bellissimo vigneto era proprio il suo, quella della sua famiglia. 


Proprio durante l’ultimo dannato lockdown ho capito, sempre grazie alla sua attività social, che Paola stava realizzando, con fatica, il suo sogno più grande, ovvero far rivivere la sua essenza e le sue emozioni, così come scrive lei, all’interno di un suo progetto vitivinicolo la cui forma aveva i contorni di una bottiglia di vino con su scritto “Beba 99”. 


Quella bottiglia, visto la passione che Paola aveva messo nello scrivere tutte le fasi della nascita del suo progetto, la volevo fortemente e così la De Blasi, dopo mesi di messaggi, probabilmente sfinita dalla mia insistenza, mi ha spedito il suo vino che, come vedremo, ha salde radici toscane ma con un forte richiamo alle Dolomiti dell’Alto Adige. 

Paola De Blasi

Per capire bene la genesi di “Beba 99” ho chiesto a Paola di raccontarmi un po’ la storia del suo vino il cui nome, mi rivela, “è inspirato al soprannome di mia nonna Elena Testerini che oggi, a quasi 102 anni, è ancora molto attiva e fonte di ispirazione. La proprietà di Podere Casaccia, ad Anghiari, poco distante da Arezzo, appartiene alla nostra famiglia da quattro generazioni e io ho deciso di portarla avanti perché ancora credo nelle radici della nostra Terra tanto da continuare a condurre la vecchia vigna di mia nonna di circa due ettari coltivata a sangiovese, canaiolo nero, colorino, aleatico e ciliegiolo, col solo obiettivo di non disperdere il lavoro di mani che da almeno cento anni hanno preservato quelle viti”. 


Beba 99, come scritto in precedenza, è un vino con respiro montano ed infatti Paola mi spiega che “
nasce da una scommessa tra amici che mi hanno spinto a credere nel progetto per cui, ecco svelato il mistero, le uve del Beba 99 sono state portate da Giuseppe Fugatti nella cantina di De Vescovi Ulzbach nel Teroldego a Mezzacorona (TN) dove sono state vinificate da Andrea Moser. Questo intreccio di culture e modi di lavorare, sotto i consigli di un grande maestro come Franz Haas, che purtroppo ci ha lasciato da poco, penso si possa percepire nelle mille sfumature di questo vino prodotto in circa 3000 bottiglie”. 

Beba 99, la cui prima annata è stata la 2019, quando la nonna di Paola aveva 99 anni, è un blend di sangiovese, canaiolo nero, colorino, aleatico e ciliegiolo il cui colore, un rosso rubino trasparente e decisamente brillante, già fa intuire, solo alla visiva, il carattere luminoso di questo vino che ha un ventaglio aromatico composto da rosa canina, ribes, lamponi croccanti, anguria, cola, lavanda e pennellate minerali. Sorso fresco, compatto, coniuga perfettamente dinamismo, complessità a soave leggiadria. 


La bottiglia, soprattutto in estate se avete la premura di lasciarla in frigo per un’ora, finisce in un amen. 

Buona la prima Paola! W Beba!

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