I vini vulcanici, negli ultimi tempi, stanno avendo un grande richiamo tra gli appassionati tanto che, nel 2012, è nata una vera e propria associazione per promuovere i c.d. “Volcanic Wines” attraverso degustazioni ed iniziative promozionali. Tra i tanti territori vulcanici italiani, che vanno da Soave a Pantelleria, probabilmente quello con le maggiori potenzialità di sviluppo e promozione si trova in Campania, nella zona del Vesuvio, vulcano ancora attivo che dal 1944 si trova in stato di quiescenza.
I vigneti, per la maggior parte coltivati a pergola vesuviana e rigorosamente a piede franco, sono terrazzati su tre livelli, tutti esposti a sud-ovest con un’altitudine di 250-300 metri s.l.m., in un ambiente soleggiato e sempre ventilato, perfetto per la coltivazione di uve autoctone come piedirosso, aglianico, caprettone e falanghina, varietà antichissime tradizionalmente utilizzate per la produzione del Lacryma Christi del Vesuvio, il cui adattamento alle condizioni pedo-climatiche della zona è garantito da millenni di permanenza e di coltivazione.
Il motivo per cui amo particolarmente Villa Dora è legato al fatto che dal 2001, grazie all’ausilio di Roberto Cipresso, ha intrapreso un progetto assolutamente all’avanguardia per l’areale vesuviano e, in generale, per la Campania: produrre solo vini da invecchiamento, bianchi e rossi, con l’obiettivo di uscita sul mercato almeno dopo 2/3 anni la vendemmia.
Lacryma Christi del Vesuvio DOC Bianco “Vigna del Vulcano” 2016: annata regolare e vino assolutamente diverso dal precedente grazie ad una maggiore estroversione. La mineralità vulcanica, timbro territoriale e costante di questo vino, stavolta gioca e viene quasi messa da parte da una carica fruttata e floreale di grande ampiezza che viene amplificata da una scia mentolata, di erbe aromatiche, molto pronunciata man mano che il questo bianco si apre con l’ossigenazione. Sorso elegantissimo, misurato, tipico ed armonico in ogni aspetto, con chiusura salmastra persistentissima.
Lacryma Christi del Vesuvio DOC Bianco “Vigna del Vulcano” 2015: annata più calda della media e un vino che si caratterizza per un panorama aromatico di pietra focaia ed erbe aromatiche impreziosito da the nero, spezie gialle, zafferano soprattutto, e sensazioni iodate. Quando accarezza il palato si rivela corposo e saporito anche se crolla leggermente a centro bocca non fornendo la consueta e lunga persistenza sapida.
Lacryma Christi del Vesuvio DOC Bianco “Vigna del Vulcano” 2014: annata contraddistinta, causa piogge e basse temperature, ad un calo della produzione del 25% in Campania. Il vino molto originale sembra essere impossessato da due anime. Al naso, infatti ha un bouquet aromatico molto matura che ricorda le spezie dolci, il frutto bianco sciroppato, la cera d’api e la canfora. Sembra una evoluzione olfattiva quasi da distillato. Al gusto, invece, sorprende per freschezza, dinamismo e tensione acido/sapida.
Lacryma Christi del Vesuvio DOC Bianco “Vigna del Vulcano” 2009: vendemmia che può definirsi in Campania decisamente importante con diverse punte di eccellenza. Se qualcuno, dopo questo salto temporale di quattro anni, si aspettava un vino stanco e terziarizzato è sicuramente rimasto piacevolmente deluso perché questo Lacryma Christi del Vesuvio, dopo oltre dieci anni dalla sua vendemmia, sembra rinascere sempre più forte e deciso. Naso assolutamente integro, senza cedimenti, finemente minerale e avvolto da articolati sentori di resina, glicine, foglie di the e sensazioni di erboristeria e finocchietto selvatico. Il sapore è ancora ricco, vivace, accarezza ed avvolge come una coperta invernale tutte le papille gustative lasciando a noi degustatori un finale lungo e salino. Grande vino! Nota a margine: prima vendemmia di Fabio Mecca, attuale consulente enologo.
Lacryma Christi del Vesuvio DOC Bianco “Vigna del Vulcano” 2008: grazie ai continui ammodernamenti dei sesti di impianto e ai numerosi interventi in vigna ed in cantina votati alla qualità e voluti da Roberto Cipresso, qua al suo ultimo anno di consulenza, si è arrivati ad una 2008 decisamente originale con un profilo olfattivo e gustativo molto austero ed essenziale, quasi da grande bianco mitteleuropeo. I profumi del vino, infatti, richiamano la torba, il tabacco da pipa, il the nero, il floreale giallo secco e lo iodio. Al sorso è pieno, piacevole, salino, fresco e di grande persistenza salmastra. Un vino intimo, quasi da meditazione.
Lacryma Christi del Vesuvio DOC Bianco “Vigna del Vulcano” 2005: vendemmia di grande qualità e un vino dove si intercettano inizialmente aromi molti suadenti di crema pasticcera, lievito, cannella, zafferano per poi virare decisamente, grazie al giusto tempo di ossigenazione nel bicchiere, in profumi più rigorosi di idrocarburo e canfora. Al gusto è maturo, bilanciato, graffiante ancora di acidità e mirabolanti tensioni sapide nel finale.
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