Venerdì
15 luglio l’assemblea dei soci VinNatur
– Associazione viticoltori naturali ha approvato a maggioranza il DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL VINO
VINNATUR proposto dal consiglio direttivo.
Angiolino Maule, fondatore e
attuale presidente dell’associazione spiega:“Questo disciplinare di produzione,
e il piano di controlli che lo completa, sono il nostro ulteriore passo nella
direzione della chiarezza e trasparenza verso chi sceglie di bere i nostri
vini. Dal 2008 analizziamo a nostre spese i vini di tutti i soci, ogni anno,
per verificare che siano liberi da residui di principi attivi di pesticidi (ne
ricerchiamo 200) e se qualcuno per tre anni
viene trovato positivo deve lasciare l’associazione. Monitoriamo anche la
presenza di anidride solforosa per comprendere meglio il lavoro del
vignaiolo in cantina.
Questo
documento, sul quale siamo concentrati da oltre un anno, mette nero su bianco
le pratiche di vigna e cantina ammesse e non ammesse, secondo la nostra visione
della viticoltura. Ora che abbiamo avuto l’approvazione dei nostri soci possiamo
procedere con il successivo step, ossia la versione definitiva del PIANO DI CONTROLLI che stiamo elaborando in collaborazione
con alcuni enti certificatori riconosciuti dal MIPAAF; ad esso è affidato il
compito di far rispettare ciò che è consentito dal disciplinare, che sarà in
vigore dall’annata 2017.
Ogni azienda associata, almeno una volta l’anno, riceverà
la visita dell’organo di controllo che verificherà l’operato del vignaiolo sia
in vigna che in cantina.
I
controlli sono un punto fondamentale perché, secondo noi, alle parole vanno
preferiti i fatti: chi sceglie di bere vini naturali ha il diritto di avere garanzie tangibili su ciò che troverà
dentro la bottiglia. Non basta dichiararsi “vignaioli naturali”, è
necessario essere realmente consapevoli della grande responsabilità che si ha nei confronti della salute di appassionati e clienti, e
agire con trasparenza.
Questo disciplinare è uno strumento dinamico, che sarà verificato e aggiornato
in futuro sulla base della collaborazione con gli enti di controllo e del
procedere dell’esperienza negli accertamenti presso la varie aziende, perché
l’obiettivo non è punire a tutti i costi ma far crescere le conoscenze e la
cultura dei nostri produttori in modo che siano in grado di gestire in maniera
consapevole difficoltà e/o problemi che si possono presentare durante il loro
lavoro. Vi è un impegno costante dell’associazione nel fornire agli associati
un supporto tecnico-scientifico per aiutarli a rispettare le norme che abbiamo
insieme definito, sia consentendo loro l'accesso ai risultati e alle esperienze
dei vari progetti di ricerca e delle prove sperimentali che da anni svolgiamo
in collaborazione con ricercatori universitari e professionisti, sia attraverso
convegni di approfondimento tecnico".
Questo, in particolare, il disciplinare adottato dall'Associazione che riporto integralmente:
1. Nel vigneto
L'agronomia in vigneto persegue l'obbiettivo di allevare piante sane e predisposte ad una elevata resistenza
alle avversità (malattie, siccità, carenze), quindi è fondamentale prestare particolare attenzione alla fertilità
biologica del suolo, alla tutela della biodiversità e all'equilibrio dell’ecosistema vigneto.
Pratiche ammesse:
• concimazioni organiche (letame maturo, compost vegetale o misto)
• concimazioni “verdi” (sovesci o cover crop)
• inerbimento autoctono
• ossigenazione e lavorazione autunnale del suolo al fine di migliorare permeabilità e struttura dello
stesso
• gestione dell'erba interceppo con mezzi meccanici (sfalcio o lavorazioni)
• uso di prodotti a base di zolfo per contrastare l'oidio (limitando ad un massimo di 60 kg/ha di zolfo
polverulento all'anno)
• uso di prodotti a base di rame per contrastare peronospora ed escoriosi (limite massimo 3 kg/ha di
rame metallo all'anno) con l’obbiettivo di riduzione dello stesso. Il limite massimo va calcolato sulla
media di rame metallo usata negli ultimi tre anni.
• uso di prodotti di derivazione naturale, corroboranti, a residuo nullo, come ad esempio estratti
vegetali, alghe, propoli, funghi o microrganismi antagonisti che permettano di ridurre l'uso di
prodotti a base di rame e zolfo, fino ad eliminarli completamente in condizioni favorevoli
• irrigazione esclusivamente a goccia solo per soccorso
• vendemmia manuale
Pratiche non ammesse:
• concimazioni minerali, organico-minerali e chimiche di sintesi
• diserbi o disseccamenti chimici
• uso di antiparassitari di origine sintetica, sistemici e citotropici, non consentiti in agricoltura biologica
• uso di fosfiti
• uso di insetticidi chimici
• vendemmia meccanica
• coltivazione di viti Cisgeniche ed OGM o uso di prodotti di derivazione OGM.
2. In cantina
Pratiche ammesse:
• fermentazione spontanea con uso esclusivo di lieviti indigeni, quindi già presenti nell'uva e negli
ambienti di vinificazione
• possibilità di modificare la temperatura del mosto o del vino al fine di garantire il corretto
svolgimento delle fermentazioni
• unico additivo/ingrediente ammesso è l'anidride solforosa (sotto forma pura o di metabisolfito di
potassio). Il vino in bottiglia deve avere un quantitativo di anidride solforosa totale non superiore a
50 mg/litro per vini bianchi, frizzanti, spumanti e dolci e non superiore a 30 mg/litro per vini rossi e
rosati. L’impegno verso una riduzione dell’impiego dell’anidride solforosa deve essere costante, fino
al totale abbandono.
• uso di aria ed ossigeno per ossigenazione di mosti o vini
• uso di anidride carbonica, azoto o argon, esclusivamente per mantenere il vino al riparo dall'aria e
quindi per saturare eventualmente contenitori o attrezzature
• filtrazioni con attrezzature inerti aventi pori non inferiori a 5 micrometri (micron) per vini bianchi e
rosati e 10 micrometri (micron) per vini rossi
Pratiche non ammesse:
• chiarifiche tramite prodotti a base di albumina, caseina, bentonite e carbone vegetale oppure con
enzimi pectolitici
• uso di lieviti selezionati commerciali (anche se consentiti dal Regolamento UE sul vino biologico),
enzimi, lisozima e batteri lattici
• uso di qualsiasi additivo estraneo ad esclusione di anidride solforosa, nei limiti prefissati nel
paragrafo sopra
• pratiche invasive atte ad alterare le caratteristiche intrinseche del vino e a modificarne i processi di
vinificazione, ad esempio: dealcolizzazione, trattamenti termici superiori a 30°C, concentrazione
tramite osmosi inversa, acidificazioni o disacidificazioni, elettrodialisi e uso di scambiatori di cationi,
eliminazione dell'anidride solforosa con procedimenti fisici, micro filtrazioni.
Piano di Controlli
Allo scopo di verificare il rispetto del Disciplinare di produzione da parte degli associati, VinNatur ha redatto
uno specifico Piano di Controlli, che sarà applicato da un ente/istituto di certificazione riconosciuto dal
MIPAAF – Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con il quale verrà attivata una
collaborazione.
Identificazione ed etichettatura
L’obiettivo principale di questo disciplinare di produzione è quello di comunicare, con chiarezza e
trasparenza, il nostro operato in vigna e in cantina a chiunque acquisterà una bottiglia di vino naturale
VinNatur.
Per raggiungere questo scopo è necessario rappresentare con un simbolo semplice e riconoscibile le norme
produttive che tutti i soci VinNatur si impegnano a rispettare.
Per questa ragione riteniamo molto utile che ogni socio produttore abbia la possibilità, in modo facoltativo,
dopo la sottoscrizione, di apporre su tutte le etichette dei vini prodotti le seguenti indicazioni:
• quantitativo di anidride solforosa totale al momento dell'imbottigliamento espressa in mg/litro,
determinato dall'analisi ufficiale per l'esportazione (ottenuta con metodo per distillazione) o in
alternativa da analisi ufficiale per l'approvazione del vino a DOC o DOCG
• simbolo approvato dall'Associazione.
L’Associazione VinNatur precisa che i vignaioli che non intendono, o non possono, sottoscrivere gli impegni e
rispettare le norme contenute in questo disciplinare, non potranno essere soci.
Essere produttori di vino naturale VinNatur è una scelta non un obbligo.
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