Non leggete le righe seguenti perché sarò parziale, ma come fare a non essere di parte e un po’ campanilistico quando si scrive un articolo su uno dei migliori vignaioli italiani che, scusate se è poco, è anche della mia Regione?
Anton Maria Coletti Conti (Antonello per tutti i suoi amici) da Anagni discende dalla famiglia Conti, un antico casato che ha dato ben quattro Pontefici alla storia della Chiesa: Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Innocenzo XIII. Cosa ti aspetti da una persona con una storia così? Che faccia come minimo il mestiere il notaio. Antonello questa strada la stava intraprendendo ma, qualcosa, nel suo destino l’ha spinto altrove: “La Caetanella”, il podere di proprietà della famiglia, dato che il padre non poteva più gestirlo, aveva bisogno delle sue cure, non poteva disperdersi così un patrimonio che gli apparteneva da tempo immemorabile. Da quel momento in poi Antonello si è tolto la giacca e la cravatta da aspirante pubblico ufficiale e ha cominciato a diventare quello che è oggi, il deus ex machina della sua azienda vitivinicola: agronomo, enologo e proprietario al tempo stesso di quelle viti, soprattutto di Cesanese, che lui oggi considera delle vere e proprie figlie. Il 2003 per Anton Maria Coletti Conti rappresenta l’anno di svolta, l’anno in cui costruisce la sua cantina e, invece che produrre uve da portare in cantina sociale, inizia a vinificare in proprio senza compromessi, vuole fare il Suo vino. Nasce così il Romanico, frutto della vinificazione in purezza dei migliori Cru di “Cesanese di Affile”, che nel millesimo 2006 si conferma all’altezza delle aspettative anche se siamo tutti coscienti che, una volta aperta la bottiglia, si sia commesso un infanticidio.
Di un colore rubino quasi impenetrabile, il Romanico 2006 si conferma estremamente complesso all’olfatto con il suo ricco ed ampio bouquet aromatico che spazia dalla marasca al ribes, dalla mora di rovo al corbezzolo, poi man mano che si apre emergono note più ammalianti di gelso, viola, liquirizia, cioccolato e spezie dolci. Un naso estremamente variegato ed elegante nonostante il grado alcolico che, in stile Coletti Conti, supera abbondantemente i 15°. Questo però non deve ingannare chi degusta il vino, il Romanico, come gli altri vini aziendali, è tutt’altro che una marmellatona di frutta e ciò si può capire tranquillamente alla gustativa dove il vino si presenta sicuramente di grande estrazione e di estremo, vellutatissimo equilibrio. Grandissima persistenza, chiude con bei richiami di frutta rossa matura, liquirizia e caffè. Un vino da bere a sorsate ora ma che, se adeguatamente atteso, darà grandi emozioni.
Di un colore rubino quasi impenetrabile, il Romanico 2006 si conferma estremamente complesso all’olfatto con il suo ricco ed ampio bouquet aromatico che spazia dalla marasca al ribes, dalla mora di rovo al corbezzolo, poi man mano che si apre emergono note più ammalianti di gelso, viola, liquirizia, cioccolato e spezie dolci. Un naso estremamente variegato ed elegante nonostante il grado alcolico che, in stile Coletti Conti, supera abbondantemente i 15°. Questo però non deve ingannare chi degusta il vino, il Romanico, come gli altri vini aziendali, è tutt’altro che una marmellatona di frutta e ciò si può capire tranquillamente alla gustativa dove il vino si presenta sicuramente di grande estrazione e di estremo, vellutatissimo equilibrio. Grandissima persistenza, chiude con bei richiami di frutta rossa matura, liquirizia e caffè. Un vino da bere a sorsate ora ma che, se adeguatamente atteso, darà grandi emozioni.
1 commento:
Hai ragione..gran vino!!
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