Marta Valpiani tra tasting panel e Sangiovese di Romagna

Mi piacciono molto i tasting panel, mi piace vedere il vignaiolo che lancia il guanto di sfida ai vari wine blogger italiani non tanto per farsi lodare, anzi, quanto per capire, comprendere dove sta andando il suo amato vino.
L'ultima a capire l'importanza delle Rete per questo genere di cose è stata Marta Valpiani che nel 1999 fonda una cantina a conduzione familiare a Castrocaro Terme, nel cuore della Romagna. 
Marta e sua figlia Elisa sono oggi proprietarie di circa 6 ettari di vigneto ed uliveto che si affacciano sulla valle del Montone, a due tiri di schioppo dal mar Adriatico. I terreni sono prevalentemente argillosi ed in minima parte sabbiosi.

Il vino che mi è stato chiesto di testare è il Castrum Castrocari 2009 (100% sangiovese) la cui filosofia produttiva segue quella di ogni altro prodotto aziendale: vinificazione di ogni appezzamento ed ogni clone separatamente, criomacerazione con uso di ghiaccio secco, lunghe macerazioni sulle bucce (20 giorni per questo vino in particolare), lunghi periodi di affinamento in acciaio e in parte in barrique di 2° e 3° passaggio (in questo caso 30% della massa per 6 mesi) e successivo riposo in bottiglia per almeno 6 mesi.


Ho sottoposto il Castrum Castrocari al mio "classico" stress test: valutare il vino più volte a distanza di giorni per capire evoluzione e tenuta nel tempo.

GIORNO 1: appena stappato, ho trovato questo sangiovese di un bel colore rosso rubino con un naso abbastanza timido e reticente, qualcuno direbbe chiuso. Col tempo lievemente si apre ed escono aromi scuri di minerale e terra, di frutta nemmeno l'ombra e questo mi fa pensare che il vino abbia già subito una prima evoluzione nonostante la vendemmia non sia così lontana. 
Nota di merito: non ho sentito alcol in eccesso cosa che, spesso e volentieri, ritrovo in altri vini della stessa tipologia.
La bocca è molto meglio del naso, il vino è ben equilibrato, sapido e con tannini di ottima fattura che chiudono leggermente amarognoli nel finale.

GIORNO 2: dopo 24 ore il vino sembra aprirsi leggermente su note di frutta scura, percepisco netta la prugna e la mora di rovo. Rimane comunque netta la vena scura e minerale del sangiovese. Bocca coerente col primo giorno, non perde un colpo e nemmeno il finale amarognolo.

GIORNO 3: dopo 48 ore il vino rimane abbastanza integro, forse in bocca comincia a perdere un pò slabbrandosi nell'equilibrio ma accanto ad una costata di manzo ci sta un gran bene. 

GIORNO 4: il naso regge, lal bocca un pò meno ma devo dire che il vino mi ha sorpreso per tenacia. Difficile trovarne di così vitali in giro, anche tra i "blasonati".

Mi fermo qua con l'esperimento.  

Conclusioni: un sangiovese interessante che ancora deve esprimersi al 100% perchè lo vedo ancora troppo chiuso. Sono contento che Marta mi abbia fornito un'altra bottiglia di prova, la proverò a Natale per capire se e come si è evoluto il vino. Ci vediamo tra 6 nesi. Grazie!

2 commenti:

guly ha detto...

avevo letto di quest'iniziativa della cantina e mi e' sembrata una cosa "rivoluzionaria" e coraggiosa, personalmente la trovo molto valida e auspico abbia i risultati che elisa si aspetta.

riguardo il metodo di degustazione, e' un anno circa che seguo timidamente uno schema simile, con cadenza quasi settimanale, ma in silenzio e senza dir nulla a nessuno :)

Elisa Mazzavillani - Vini Marta Valpiani ha detto...

Grazie mille Andrea innanzitutto per raccolto il mio guanto di sfida tinto di color rubino, e per l'attenzione dedicata a questo mio primo tasting panel.
Questa è la prima annata del nostro Sangiovese Superiore, che coincide tra l'altro con la mia prima vinificazione, in quanto ho affiancato mia madre nel 2009.
Stiamo lavorando tanto sui nostri sangiovesi per far esaltare ogni loro pecualirità, e le caratteristiche dei nostri terreni sono quelle di lunga longevità ed è proprio per questo che i vini sono d'apprima timidi per poi aprirsi lentamente.
Complimenti per l'abbianamento, il prossimo a Natale, ti consiglio un bel pollo saltato in padella con del curry.
Grazie anche a Guly, sto cercando di mettermi in gioco e di sdoganare il Sangiovese anche al di fuori della Romagna, nell'idea del tasting, sono arrivata molto dopo altri che mi hanno preceduto, e in questo Gian Paolo Paglia ha fatto scuola.