Ormai c’è una vera e propria mobilitazione contro le sagre paesane, troppe e soprattutto troppo poco controllate dagli enti competenti.
La media è altissima, in Toscana ad esempio si fanno circa mille sagre all’anno e, se moltiplichiamo tutto questo per le varie Regioni di Italia, possiamo ben capire la portata del fenomeno che è soprattutto concentrato in estate e durante i periodo festivi. Ma perché le sagre sono oggi contestate? Per vari e ragionevoli motivi:
- solo due su tre sono autentiche, le altre sono “false“ sagre e propongono prodotti o piatti che non sono del territorio;
- non c’è alcuna attenzione alle questioni ambientali o di igiene;
- si crea danno alla ristorazione per via di una concorrenza a volte “troppo” sleale. I menù, infatti, durante queste feste vengono proposti dalle Pro loco a prezzi popolari grazie alla minor presenza di costi e tasse;
- a volte gli incassi non sono destinati a fini umanitari ma vengono destinati ad “altro”;
Ma perché sta Percorsi di Vino si interessa delle sagre ora? Semplicemente perché non capisco il senso della Sagra del Vino di Marino. Sicuramente è una delle sagre
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Di cosa stiamo parlando allora? Di rilanciare e valorizzare un territorio ed un vino?
1 commento:
sottoscrivo in pieno.
Come ho già avuto modo di scrivere il rispetto delle tradizioni passa, sopratutto per il vino laziale, per l'innovazione (e di qualità).
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