Il quarto appuntamento di Studio Marche, in collaborazione con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, si tinge di nuovo di rosso attraverso un approfondimento della Lacrima di Morro d’Alba DOC. Con una superficie vitata di 258 ettari, la Doc ritaglia il proprio areale nella provincia di Ancona e comprende i comuni di Morro d'Alba, Monte S. Vito, S. Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia, ad esclusione dei fondi valle e dei versanti collinari di Senigallia rivolti verso il mare.
Questo vino si ottiene da un vitigno autoctono antico, il Lacrima, il cui nome deriva dal fatto che la buccia dell’uva, quando arriva al punto di maturazione, si fende, lasciando gocciolare, lacrimare, il succo contenuto. Tradizionalmente maritato all’olmo e all’acero, non si ha conoscenza da quando il vitigno Lacrima iniziò ad essere coltivato in quella che è la sua attuale area di elezione, ma sappiamo con precisione che la sua importanza e i suoi pregi erano già ben noti nel territorio regionale nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Infatti, nel volume “La esposizione ampelografica marchigiana-abruzzese tenuta in Ancona il settembre 1872 e studi sulla vite e sul vino della provincia anconitana” pubblicato nel 1873 è già inserita la descrizione del vitigno Lacrima che troviamo menzionato, come uno dei tre vitigni più coltivati nelle Marche, anche nel primo volume dell’Ampelografia italiana, pubblicato a Torino nel 1879, a cura del Comitato Ampelografico Centrale.
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Il vitigno |
Il Lacrima è un vitigno non facile coltivazione a causa della notevole precocità di germogliamento ed è per questo che nel corso del tempo, soprattutto dopo la secondo dopoguerra, ha visto un periodo di contrazioni delle sue superfici e solo attorno alla metà degli anni ‘80, grazie al rinnovato interesse di un piccolo gruppo di produttori, si è cominciato di nuovo a valorizzare questo vino tanto che, nel 1985, si è ottenuto il riconoscimento della denominazione d’origine controllata “Lacrima di Morro” o “Lacrima di Morro d’Alba” che a sua volta ha dato ulteriore impulso allo sviluppo del territorio e al perfezionamento delle tecniche di gestione dei vigneti e di vinificazione delle uve.
La DOC Lacrima di Morro d’Alba è riferita a 3 tipologie di vino ottenuto con almeno l’85% di uve Lacrima:
- Lacrima di Morro d’Alba
- Lacrima di Morro d’Alba Superiore
- Lacrima di Morro d’Alba Passito
Ultima curiosità prima di passare alla degustazione dei sei vini: la buccia dell’uva Lacrima ha uno spessore notevole, il che, in fase di macerazione, fa sì che la cessione di antociani, tannini e sostanze coloranti, sia enorme. In particolare, tra le sostanze aromatiche, viene rilasciata una grande quantità d geraniolo che conferisce il classico odore di rosa attribuito al vino.
Lucchetti - Lacrima di Morro d’Alba DOC “Fiore” 2020: l’azienda Agricola Lucchetti è una famiglia di vignaioli che ha fortemente creduto nella viticoltura indigena tanto che oggi, guidata da Paolo e Loretta, coltivano, in maniera biologica, 30 ha di vigneto solo a lacrima e verdicchio. Il vino, l’unico con tappo a vite, è un compendio di come deve essere un buon Lacrima di Morro d’Alba appena svinato ovvero una spremuta alcolica di rosa e frutti rossi. Sorso diretto, brioso, che sa di festa e domenica con gli amici accanto a del buon ciauscolo.
Conte Leopardi Dittajuti - Lacrima di Morro d’Alba DOC 2020: l’Azienda Agricola Conte Leopardi Dittajuti oltre ad essere una dei maggiori produttori di Rosso Conero DOC, produce anche piccole quantità di Lacrima di Morro D’Alba come questo che ho nel bicchiere che vanta un ventaglio aromatico di rosa, geranio, frutti di bosco in composta, pepe rosa su sfondo vinoso. Fresco e beverino.
Tenute Cesaroni - Lacrima di Morro d’Alba DOC “Le Barbatelle” 2019: la Tenuta Cesaroni è un’azienda a conduzione familiare con vigne che baciano il Trabocco, una piccola cascata naturale che appartiene ad un presto promosso Parco Nazionale. Naso ancora giovanissimo, giocato su note di ciclamino, rosa, lampone e noce moscata. Il palato è di pregevole freschezza, con i tipici aromi varietali che ritornano in chiusura.
Moncaro - Lacrima di Morro d’Alba DOC Superiore “Gaudente” 2019: l’azienda cooperativa, che oggi gestisce oltre a 1.200 ettari di vigneti nelle aree a più alta vocazione viticola della regione, si propone in degustazione con questo interessante Lacrima di Morro D’Alba Superiore che inizia a farci capire le reali potenzialità di questo vino in termini di complessità aromatica. Infatti, il bicchiere nel corso del tempo si esprime su eleganti ed intense note floreali di iris, rosa e sentori fruttati lampone, more, mirtilli, ciliegia in confettura a cui seguono bagliori speziati. Morbido e carnoso, regala un sorso pieno e suadente e di grande persistenza fruttata.
Stefano Mancinelli - Lacrima di Morro d’Alba D.O.C. Superiore 2018: quando il Lacrima non era di moda e la superficie vitata era forse 1\20 di quella attuale, Stefano Mancinelli era l’unico a puntare sul vitigno in purezza tanto che nel 1985, all’epoca del riconoscimento della DOC, l’azienda possedeva quattro ettari sui sette totali. Dei tanti Lacrima di Morro d’Alba prodotti dall’azienda, tra cui un metodo classico, questo Superiore si fa apprezzare per trillante nota floreale di rosa e viola, seguita da un cesto succoso di more, mirto, rabarbaro e pepe rosa. In piena corrispondenza, il palato si sviluppa elegante, fresco, dinamico, per nulla intralciato da tannini filigranati, deliziando con dissolvenza sapido-amaricante di radice di liquirizia e confettura di frutti di bosco.
Marotti Campi - Lacrima di Morro d’Alba D.O.C. Superiore “Orgiolo” 2017: la Marotti Campi nasce dalla fattoria di famiglia di metà ‘800 e solo nel 1999, dopo aver coltivato la vite per generazioni, si è deciso finalmente di costruire una cantina moderna per vinificare le proprie uve da 70 ettari di vigneto dove vengono coltivati solo verdicchio e lacrima. L’Orgiolo è il loro Lacrima di Morro D’Alba da lungo affinamento e infatti la 2017 è l’ultima annata in commercio. Il vino, dopo tre anni di affinamento, esprime totalmente le potenzialità evolutive del Lacrima, smussandolo della carica aromatica giovanile che viene sostituita da sensazioni più eleganti ed austere dove ritrovo la carruba, il caffè in grani, gerle di petali di rosa appassita, noce moscata ed erbe aromatiche. Al sorso è slanciato, teso, avvolgente, ben delineato nel tannino e dalla chiusura sapidamente accattivante.