Sono quasi le 15, siamo andati via da circa un'ora dalle cantine del Castello Conti e dal suo Boca, ma il nostro #AltoPiemonteWineTour non prevede molte soste sopratutto se ad aspettarci è Lorella Antoniolo, una delle persone che stimo di più nel mondo del vino per la sua tenacità e, ovviamente, per il vino che la sua famiglia, dal 1948, produce senza esser mai giunta a compromessi. Amo visceralmente il loro Gattinara per cui potrete capire bene l'emozione quando la stessa Lorella, che oggi gestisce l'azienda assieme al fratello Alberto, mi dice senza pensarci su due volte:"Andrea, montiamo nella mia macchina che ti faccio vedere i nostri vigneti".
Dopo qualche minuto, inerpicandoci con il fuoristrada su strade strette ed impervie, arriviamo fino alla Torre delle Castelle che dall'alto, dominando Gattinara, ci offre una vista che spazia a 360° su questo bellissimo areale da dove è possibile ammirare, più o meno da vicino, i vigneti da cui Antoniolo fa derivare i suoi tre Cru: Osso San Grato, San Francesco e Castelle.
Questo pomeriggio non visiteremo solo il primo dei tre menzionati perchè troppo difficile da raggiungere con la Jeep vista la sua ripidità del terreno che supporrebbe l'uso di mezzi di locomozione maggiormente idonei. Nonostante ciò, dalla collina dove ci troviamo, possiamo ammirare in tutta la sua struggente bellezza la vigna Osso San Grato, uno dei Cru italiani maggiormente venerati dagli appassionati, il cui terreno, ricco di porfido di origine vulcanica, è coltivato totalmente a nebbiolo, con ceppi di circa 60 anni di età e per un'estensione che sfiora i cinque ettari totalmente esposti a sud. Mi ricordo anche la verticale del vino organizzata a Roma...
Il vigneto "Castelle", l'altro Cru coltivato a nebbiolo che si estende per circa 1,3 ettari, è localizzato accanto a dove abbiamo parcheggiato la Jeep e, mentre parlo con Lorella, calpestiamo il suo suolo che è diverso sia dal San Francesco che dall'Osso San Grato per via della sua maggiore profondità e ricchezza che, assieme ad una maggiore gioventù delle piante, parliamo di circa 40 anni di età, determinano da sempre un Gattinara più estroverso e pimpante rispetto agli altri. "E' per tale motivo" - commenta Lorella - "che mia mamma Rossana, fin dal 1985, ha voluto affinare il Castelle in barrique..".
San Francesco, il terzo Cru di Antoniolo, si trova qualche metro sotto il Castelle e ci impieghiamo due minuti per raggiungerlo a piedi attraverso una stretta stradina pedonale. La vigna ha un'estensione di circa 3,5 ettari ed è piantata, ovviamente, sempre a nebbiolo le cui piante, stavolta, hanno una esposizione ovest e poggiano sul "classico" terreno ricco di porfidi vulcanici. Da questo Cru, solitamente, escono i Gattinara più austeri di Antoniolo.
Riprendiamo la macchina perchè la cantina ci aspetta. Gli Antoniolo, da sempre, in tema di vinificazione hanno avuto sempre le idee molto chiare anche in tempi in cui era facile e conveniente tradire il proprio credo che, invece, privilegia metodi assolutamente tradizionali che prevedono esclusivamente l'uso di lieviti non selezionati e macerazioni, per circa due settimane, in vasche di cemento.
L'affinamento, invece, a seconda della tipologia di vino, viene effettuato per un periodo che varia tra i 18 e i 30 mesi in legno di diversa capacità a cui segue un ulteriore riposo del vino in bottiglia per circa un anno.
La cantina, come potete vedere dalle foto, è sobria e passeggiare al suo interno è un po' respirare la storia di questo territorio e del suo Gattinara.
Si è fatto troppo tardi e gli impegni sia miei che di Lorella non ci permettono di degustare tutti i vini che vorremmo. Iniziamo con il rosato Coste della Sesia "Bricco Lorella" 2014 (100% nebbiolo) che si caratterizza per un profilo aromatico floreale e per un sorso in cui la territorialità si concretizza in una pregevolissima vena acido/sapida che invita continuamente alla beva. Un rosato fatto da chi crede realmente in questa tipologia di vino.
Passiamo al primo Gattinara, la versione "base", che Lorella ci fa degustare relativamente all'annata 2010. Profilo olfattivo molto maschio dove predominano le note minerali, quasi di ruggine, che poi virano verso la frutta di rovo e il melograno. Bocca coerente col naso, virile, di sostanza e di grande allungo sapido nel finale. Grandissimo rapporto q/p. 30 mesi di botte grande.
Il Gattinara "San Francesco" 2010 ancora non è uscito sul mercato per cui ci ritroviamo con piacere a bere una assoluta anteprima. Come scritto in precedenza, da questo splendido Cru nascono i Gattinara più austeri di Antoniolo e anche in questo millesimo, molto promettente, il discorso non cambia di una virgola. Il naso, infatti, è dominato da profumi di terra rossa e spezie mentre la frutta, di grande maturità, rende il contesto aromatico molto viscerale e carnoso. Al gusto denota già un ottimo equilibrio ed ampiezza che viene per certi versi esaltata da un finale saporoso e minerale che stenta a lasciare la nostra memoria. Promettente. 30 mesi di botti di diversa capacità.
Il Gattinara "Osso San Grato" 2010 è il solito diamante grezzo dalle mille sfaccettature che alla territorialità, espressa con grande purezza, abbina una capacità evolutiva davvero invidiabile. Questo millesimo si caratterizza per una sinfonia di fiori rossi e frutta che, uniti alla traccia minerale del nebbiolo di Gattinara, a cui si aggiungono sensazione di radici e spezie, creano un vino dalla forte personalità fin dal suo esordio. Sorso in bilico tra eleganza e potenza, dove gli autorevoli tannini e la corroborante freschezza tengono su una struttura come al solito ben definita e superba. Chiusura lunghissima e struggente. Da seguire attentamente nell'evoluzione futura perchè darà grandi soddisfazioni sto vino a chi avrà la pazienza di aspettarlo. Ce la faremo? Mah, è già buonissimo oggi così....
E' davvero tempo di andar via, il mio #AltoPiemonteWineTour non conosce sosta. Prossima tappa...
La cantina, come potete vedere dalle foto, è sobria e passeggiare al suo interno è un po' respirare la storia di questo territorio e del suo Gattinara.
Si è fatto troppo tardi e gli impegni sia miei che di Lorella non ci permettono di degustare tutti i vini che vorremmo. Iniziamo con il rosato Coste della Sesia "Bricco Lorella" 2014 (100% nebbiolo) che si caratterizza per un profilo aromatico floreale e per un sorso in cui la territorialità si concretizza in una pregevolissima vena acido/sapida che invita continuamente alla beva. Un rosato fatto da chi crede realmente in questa tipologia di vino.
E' davvero tempo di andar via, il mio #AltoPiemonteWineTour non conosce sosta. Prossima tappa...