Per il Chianti Classico di Lamole ho sempre avuto un feeling particolare la cui genesi va ricercata nell'unicità del territorio di appartenenza che fornisce una impronta indelebile al vino che qui viene prodotto con grande fatica.
A Lamole non ci passi per caso ma ci devi arrivare percorrendo una strada stretta che si inerpica tra le colline del Chianti Classico attraverso paesaggi boschivi, quasi montani, che appartengono più a gnomi e fate piuttosto che a piante di vitis vinifera che spesso si confondono con il viola dei giaggioli che fioriscono a maggio.
Pendenze importanti, che variano tra il 30% e il 50%, che nel tempo hanno costretto gli agricoltori della zona a realizzare veri e propri terrazzamenti dove piantare il mitico "sangiovese grosso di Lamole" i cui profumi, definiti anche dall'altitudine media dei vigneti che si aggira sui 500 metri s.l.m., hanno reso famoso il Chianti Classico di questo territorio nel corso dei secoli.
Anche Susanna Fabbri deve essere rimasta incanta dal fascino del vino di Lamole perchè nel 2000, assieme a sua sorella Maddalena, fonda l’Agricola I Fabbri che oggi, grazie ad un'importate opera di manutenzione delle antiche terrazze e al successivo reimpianto dei vigneti effettuato nel 2002 , si estende per circa 35 ettari di cui 9 piantati a vitis vinifera (sangiovese in prevalenza) e 2 ad oliveto.
Di seguito ho riportato, come al solito, le mie note di degustazione.
Chianti Classico Lamole 2012: naso di iris, ribes rosso e ciliegia. Bocca lamolese ovvero caratterizzata da finezza e splendido equilibrio grazie anche alla morbidezza dei tannini. Finale succoso. Grande rapporto q/p visto che a scaffale costa circa 12/13 euro.
A Lamole non ci passi per caso ma ci devi arrivare percorrendo una strada stretta che si inerpica tra le colline del Chianti Classico attraverso paesaggi boschivi, quasi montani, che appartengono più a gnomi e fate piuttosto che a piante di vitis vinifera che spesso si confondono con il viola dei giaggioli che fioriscono a maggio.
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Anche Susanna Fabbri deve essere rimasta incanta dal fascino del vino di Lamole perchè nel 2000, assieme a sua sorella Maddalena, fonda l’Agricola I Fabbri che oggi, grazie ad un'importate opera di manutenzione delle antiche terrazze e al successivo reimpianto dei vigneti effettuato nel 2002 , si estende per circa 35 ettari di cui 9 piantati a vitis vinifera (sangiovese in prevalenza) e 2 ad oliveto.
Le terrazze di Susanna Grassi |
Ho invitato Susanna qualche settimana fa a Roma per una storica verticale dei suoi vini più rappresentativi ovvero il Chianti Classico "Lamole" (vinificazione e affinamento in cemento) e il Chianti Classico "I Fabbri" Riserva (vinificazione in acciaio e affinamento in carati da 500 litri di rovere francese per 10 mesi, seguiti da almeno 5 mesi di bottiglia).
Di seguito ho riportato, come al solito, le mie note di degustazione.
Chianti Classico Lamole 2012: naso di iris, ribes rosso e ciliegia. Bocca lamolese ovvero caratterizzata da finezza e splendido equilibrio grazie anche alla morbidezza dei tannini. Finale succoso. Grande rapporto q/p visto che a scaffale costa circa 12/13 euro.
Chianti Classico Lamole 2011: rispetto al precedente sembra avere maggiore "ciccia" grazie ad una vena fruttata molto più in evidenza a cui fanno da corollario note di cipria e geranio. Palato di grande classe, sinuoso, con tannini levigati e notevole finale sapido.
Chianti Classico Lamole 2009: un vino terapeutico, questa è stata la mia esclamazione dopo aver messo il naso nel bicchiere che, intensamente, pulsava ed emanava sensazioni talmente balsamiche che ti liberava dal raffreddore meglio dell'aspirina. Alle note mentolate, come sempre, si accompagnavano le "tipiche" sensazioni di fiori rossi e fruttini rossi di bosco. Sorso convincete, fresco e solare con tannino di fine estrazione.
Chianti Classico Lamole 2008: il tempo comincia a sentirsi in quanto, rispetto ai precedenti, si cominciano ad intuire gli odori terziari del grande sangiovese del Chianti Classico che si concretizzano in profumi di terra bagnata, tabacco, cuoio assieme agli onnipresenti effluvi di fruttini rossi, quasi disidratati, e fiori rossi da diario. Bocca, invece, ancora molto giovanile, dotata come sempre di grande freschezza e sapidità e di un allungo succoso e pulito.
Chianti Classico Riserva 2011: Susanna Grassi onoro la menzione Riserva del suo Chianti dando vita ad un sangiovese di razza e struttura, più complesso e profondo rispetto al suo fratellino minore "Lamole" grazie ad un naso avvolgente che passa dall'agrume rosso all'iris per poi virare verso sensazioni di ciliegia e fragola di bosco. Palato affilato, teso, dotato di fitti tannini e di una chiusura sapida davvero dirompente.
Chianti Classico Riserva 2008: vigoroso e spigoloso al tempo stesso, sempre essere, tra quelli proposti in batteria, il vino più indietro per via di un equilibrio ancora in fase di definizione che oggi lascia intravedere una componente alcolica ancora troppo in evidenza. La sostanza c'è per cui è solo questione di tempo.
Chianti Classico Riserva 2007 (sangiovese, canaiolo e merlot 5%): metti il naso nel bicchiere e anche tra 1000 Chianti Classico non puoi non riconoscere in questo vino la classe e il terroir di Lamole che esplode aromaticamente con intense sensazioni di fiori rossi dove è facilissimo riconoscere l'iris e la viola a cui si intersecano intriganti noti minerali e iodate. Al sorso c'è tanta eleganza e pienezza, il vino invade il cavo orale come velluto rosso e non se ne va più. Un grande Chianti Classico di Lamole per un grande millesimo.
Chianti Classico Riserva 2006 (sangiovese, canaiolo e merlot 5%): probabilmente ha un naso meno ricco e seducente del precedente vino ma, dal punto di vista della complessità olfattiva, questa annata mi piace moltissimo grazie ad una freschezza di fondo, data dalla vena floreale e balsamica, che bilancia perfettamente i ricordi di foglia di tabacco, corteccia e marasca. Al sorso sguaina corpo e carattere e fini tannini. Finale persistente e sapido. Grande prova.
Chianti Classico Riserva 2005 (sangiovese 100%): annata fredda molto simile alla 2014 che a Lamole, dove i vigneti sono a circa 600 metri, è stata davvero molto difficile. Susanna, con molta amarezza, ci confessa che ha dovuto ridurre dal produzione del 60%. Il risultato di tutto questo, come facilmente prevedibile, lo si testa immediatamente nel bicchiere dove il Chianti Classico si caratterizza per sobrietà e magrezza. Tutto è essenziale ma la colonna vertebrale è ancora ben dritta e solida per cui il sorso, nonostante tutto, rimane piacevolissimo soprattutto nel finale decisamente sapido e austero.