di Carlo Macchi
Molti di voi durante le feste saranno o andranno a sciare e così mi è venuto in mente di cercare in cantina una vecchia bottiglia che ricordasse a me e a voi in qualche modo la montagna, “abbinandola” ad una foto di quando il vostro Giovane Promettente era veramente giovane e anche promettente sugli sci.
Ecco quindi la scelta di questo Lagrein Riserva con ben 27 anni sulle spalle, di una cantina che di vini invecchiati se ne intende. Però il Lagrein non era in passato un vino da invecchiamento e proprio in quegli anni subiva una vera e propria metamorfosi, spesso condita con dosi non omeopatiche di legno nuovo.
Avevo sinceramente qualche dubbio sulla tenuta ma appena stappato e visto il colore i dubbi sono svaniti come neve (appunto) al sole. Era un porpora addirittura brillante e appena nel bicchiere mi sono addirittura arrivati al naso profumi di frutta nera e poi liquirizia, sottobosco e la classica nota di terra del Lagrein. Il legno, che in quegli anni imperava, era un ricordo del passato e chiudeva con note balsamiche e un leggero vegetale con ricordo di cassis , quasi volesse far finta di essere un cabernet sauvignon. In bocca non era certo straripante ma bensì elegante, con tannini perfetti e ottima freschezza, nonostante l’annata non certo fredda.
Un buonissimo vino di 27 anni per fare gli auguri a tutti voi, agli altri Giovani Promettenti e anche a quel giovane sciatore che venti anni prima della nascita del vino veniva immortalato ancora in bianco e nero.
Buon 2025, buone sciate e buone bevute!
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