Adoriamo il Gaglioppo per questa sua immediata riconoscibilità, comprensibile anche a chi non ha mai studiato vino. Ma stavolta scegliamo una versione rosata di cui si parla poco e che a noi invece è sempre piaciuta molto. Becchiamo la bottiglia da 28 Posti a Milano, una carta coerentemente estrema ma ricca di spunti, tra cui, appunto, questa bottiglia di uno dei Cirò Boys che hanno contribuito negli anni scorsi a rilanciare la simpatia e l’interesse verso un vino dal grande, grandissimo passato, ma in chiara difficoltà di immagine.
Cote de Franze, Calabretta, Arcuri: ecco i nomi di una linea che ci porta nel mondo del rosato senza lasciarci insoddisfatti, non una cosa a metà tra bianco e rosso come purtroppo spesso accade (fresco come un bianco, sembra un rosso scolorito) ma con una precisa linea identitaria.
Anche in
questo caso il bicchiere di Francesco mantiene queste caratteristiche: al naso
sentori di frutti di bosco, fragoline, ma anche note balsamiche e rimandi
minerali fumé molto interessanti. Al palato il rosato è freschissimo,
piacevole, riprende alcuni temi olfattivi senza amplificarli e chiude in
maniera precisa, amara, che invoglia alla beva. Una bottiglia da bere a tutto
pasto, come in effetti è stato fatto sulla cucina concettuale e strabiliante,
moderna e antica, di Marco Ambrosino.
Alle spalle
di questo risultato c’è tanta buona agricoltura, certificata biologica su sei
ettari sparsi a Cirò Marina tra il mare e le prime colline. Il rosato, neanche
tremila bottiglie, nasce dalla vigna Fego a ridosso del mare su suolo argilloso
e calcareo ed è attenuto dalla fermentazione spontanea dopo una macerazione di
circa 12 ore, a seguire l’affinamento in acciaio. Una bottiglia da non bere
subito ma da conservare anche un paio d’anni per dar modo al vino di assestarsi
e trovare il giusto equilibrio.
Davvero un
gran bel bere.
‘A Vita, sede a Curò Marina, StradaStatale 106, km 279,8. www.avitavini.it Tel.
329.0732474. Ettari: sei di proprietà, bottiglia prodotte 15mila.
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