Di Carlo Macchi
Non sono un sostenitore di quelli che chiamo
“autolibri”, cioè quelle pubblicazioni che ogni tanto i produttori
autoproducono per dirsi quanto sono stati bravi, come sono bravi a fare vino,
quanta storia hanno alle spalle etc.
Per questo ho accettato quasi con
titubanza il libro che gentilmente Cristina Oddero mi ha regalato durante la
mia ultima visita in cantina. Di bello aveva le misure contenute e quindi il
fatto che non fosse una semplice apologia fotografica, magari bella ma
profondamente inutile.Curioso come sono l’ho aperto immediatamente e l’occhio
mi è caduto su questa frase “A La Morra, negli anni del Risorgimento si
costituì un gruppo di acquisto con altri comuni per ottenere prezzi più
vantaggiosi dalle solfatare siciliane.”
Quindi ero davanti ad un libro di storia, magari locale, ma sicuramente
interessante. Quel discorso dello zolfo mi aveva incuriosito e così la sera
l’ho aperto e me lo sono letto di un fiato. Il libro di per sé non è enorme e
le molte foto d’epoca ne alleggeriscono la lettura: lettura comunque molto
interessante perché coniuga la storia della famiglia Oddero con i fatti che
hanno colpito o interessato il Piemonte e l’Italia, da praticamente l’inizio
del XIX° secolo ai giorni nostri.Alcune pagine ti presentano una situazione contadina
che fa riflettere, per esempio quando, sempre riferendosi al periodo
rinascimentale , si fa notare che i contadini sparsi nelle varie borgate
langarole vivevano costantemente nella paura “
Paura della natura per le
grandinate terribili che in un attimo distruggevano il raccolto…paura dello
Stato che oltre a non assistere i cittadini si faceva vino solo per le tasse e
il precetto militare… e paura della Chiesa che alla domenica predicava
solamente l’inferno e l’eterna pena e mai il paradiso e la gioia.” Come potete
capire c’è di che riflettere su come siano cambiate le cose da allora e in
questo libro lo si vede costeggiando la storia della famiglia. Famiglia
composta anche da donne, silenziose ma di carattere, a cui viene dedicato un
bellissimo capitolo.
Una parte del libro è scritta dall'attuale patriarca degli
Oddero, Giacomo e anche qui ho trovato un tema interessantissimo: di cosa
poteva parlare un personaggio che è vissuto sempre nel mondo del vino?
Naturalmente d’acqua. Giacomo Oddero dedica pagine molto interessanti a quella
che lui chiama “la battaglia dell’acqua”. Chi frequenta oggi la Langa non
immagina minimamente cosa era appena 50 anni fa: mancavano tante cose ma
soprattutto mancava un acquedotto che portasse l’acqua in collina. “Non c’era
acqua potabile…si raccoglieva così l’acqua piovana dai tetti, la si convogliava
nei pozzi disinfettandola di tanto in tanto con un po’ di calce
viva…”.Addirittura non avevano l’acqua per far lavare le mani al dottore dopo
la visita, insomma era più facile offrire un bicchiere di vino che d’acqua.
Questa situazione inizio a mutare solo nei primi anni Settanta del secolo
scorso (sembra lontano ma non sono passati nemmeno 50 anni!) con il Consorzio
Acquedotto delle Langhe e delle Alpi cuneesi di cui Giacomo è stato presidente
per quasi 20 anni, ma ancora nel 1991 alcuni comuni di Langa non avevano un
acquedotto!
Questa storia dell’acqua che manca nella patria del vino mi ha
appassionato, perché presenta in maniera chiara e netta le difficoltà che
dovevano superare non molti anni fa i contadini per vivere in quella che adesso
sembra un eden enoico. Tutto questo e molto altro (per esempio le belle foto
d’epoca) lo potrete trovare in “Oddero, una storica cantina Italiana”, un libro
che non si compra in libreria ma solo andando a degustare i buoni vini che
Giacomo, Mariavittoria, Mariacristina, Isabella, Pietro e Giacomo giovane (per
citare testualmente l’elenco dei familiari a fine libro) producono. Dopo tutto
non mi sembra un gran sacrificio!
Oddero, Poderi e Cantine, Fraz. Santa Maria, 28 La Morra (CN). www.oddero.it ,info@oddero.it
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