I vini di Barone di Villagrande tra Etna e Salina

La storia aziendale di questa bella realtà siciliana si lega indissolubilmente e storicamente alla famiglia Nicolosi che fin dal XVIII secolo, grazie alla produzione di grandi vini etnei, diventa un punto di riferimento importante per il territorio tanto che l'Imperatore Carlo VI d'Asburgo, nel 1726, concesse a Don Carlo Nicolosi il titolo di Barone di Villagrande.


Marco Nicolosi - Foto:www.indianwineacademy.com

Oggi, generazione dopo generazione, spetta al giovane Marco Nicolosi, laureato in viticoltura ed enologia, l'onere e l'onore di portare avanti la produzione e la commercializzazione dei vini "di famiglia" che attualmente provengono da circa 20 ettari di vigneti che si estendono in un ampio anfiteatro, digradante verso sud, ad una quota compresa tra i 650 ed i 700 metri s.l.m.
Il terreno, ovviamente, è di matrice vulcanica per cui è sciolto e profondo, a reazione sub-acida, ricco di microelementi (ferro e rame) e mediamente dotato di potassio, fosforo e magnesio.

Vigneti - Foto: Tripadvisor

Il clima, grazie all'altitudine e all'influenza del vulcano è abbastanza diverso da quello che troviamo nel resto della Sicilia visto che le temperature in inverno sono estremamente rigide (spesso sotto lo zero) mentre in estate, dove c'è grande escursione termica tra il giorno e  la notte, le massime non sono mai elevate,

La cantina, bellissima da visitare vista la sua storicità, accoglie sia grandi botti di castagno, memoria di una "vecchia" enologia etnea, sia "moderne" barrique con le quali Marco produce i suoi vini di punta.


Cantina - Foto: www.storienogastronomiche.it

Coadiuvati da Emanuele Fioretti, novello "brand manager", Barone di Villagrande poco tempo fa ha presentato a Roma i suoi vini più rappresentativi ad un pubblico di esperti del settore ed appassionati che, come vedremo, hanno avuto più di una sorpresa.

Si è partiti, ovviamente, con l'Etna Bianco DOC Superiore 2014 (carricante 100%) che da sempre rappresenta un validissimo biglietto da visita dell'azienda grazie alla struggente territorialità del vino che presenta un ventaglio olfattivo che ci ricorda l'odore del mare, della pietra focaia, delle erbe aromatiche e della mandorla sgusciata. Al sorso è verticale, freschissimo e salato nel superbo finale. Nota tecnica: criomacerazione, fermentazione a temperatura controllata. Imbottigliamento a 6-7 mesi dalla vendemmia.



L'Etna Bianco DOC Superiore "Legno di Conzo" 2011 (carricante 100%) deriva da un singola vigna che Marco ha individuato nel tempo per le sue caratteristiche qualitative. Rappresenta per certi versi un bianco "moderno" perchè, anzichè in acciaio come il vino precedente, viene lasciato fermentare in botti di rovere per affinare successivamente altri due anni tra legno e bottiglia.  Al naso è intenso e boteriano, si percepisce la frutta esotica, il miele, il burro fuso e la mimosa mentre al sorso è sapido, deciso e morbido come una coperta di cashmire. Lunga la persistenza. Nota tecnicafermentazione in botti di rovere e successivo affinamento di un anno in legno, dopo l’imbottigliamento continua l’affinamento in vetro nelle nostre cantine per un altro anno.



Arrivano i rossi e il primo ad essere degustato è l'Etna Rosso DOC 2013 (nerello mascalese 80%, n. mantellato/n. cappuccio 20%) il cui profilo aromatico è decisamente austero e scuro grazie ad una complessità aromatica che non va oltre a sensazioni di grafite, ciliegia nera, carruba ed erbe amare. Sorso deciso, maschio, dal tannino graffiante e dalla mineralità penetrante. Un vino da uomini veri. Nota tecnica: fermentazione a temperatura controllata per 60-10 giorni dopo la svinatura in botti per 12 mesi. Imbottigliamento a 24 mesi dalla vendemmia



L'Etna Rosso "Leza di Mannera" 2010 (nerello mascalese 80%, n. mantellato/n. cappuccio 20%) rappresenta una vino molto più femminile del precedente, un contraltare che molti apprezzeranno per la sua veste aromatica decisamente sensuale che punta dritta sui fiori rossi, la frutta di rovo succosa e le spezie orientali. Sorso di grande equilibrio, vellutato nel tannino e giustamente sapido nel finale. Il vino viene non viene prodotto  tutti gli anni ma solo in concomitanza di grandi millesimi. Affinamento : Botti di castagno da 500 litri per 24 mesi e un anno in bottiglia. 


L'ultimo vino della degustazione ci porta invece a Salina dove la famiglia Nicolosi ha una piccola vigna situata in contrada Vallone Casella e dalla quale nasce il Malvasia delle Lipari Passito che Marco vinifica con grande passione donando al degustatore un nettare di carattere che spiazza, nel senso buono del termine, per il suo essere "dolce non dolce" ovvero con un apparente scarso residuo zuccherino che garantisce un sorso piacevole, non stucchevole, con finale quasi austero.


Prima di andarcene Marco ed Emanuele tirano fuori la sorpresa della giornata ovvero questa bottiglia senza etichetta!


La domanda sorge spontanea: cosa era? Beh ragazzi, un vecchio spumante metodo classico che il papà di Marco ha prodotto partendo da una base di nerello mascalese le cui caratteristiche di acidità, dovute al millesimo, non erano idonee alla produzione di un ottimo Etna Rosso. Il risultato di questo esperimento, che i Nicolosi vogliono condividere con i loro amici e clienti, è molto convincente: lo spumante, datato 1995, è ricco, intenso, con ricordi di mela cotogna, pane tostato, pera e tocchi di miele e zenzero. Il sorso è ampio e appagante. Bella scoperta e chissà se i Nicolosi, con questo risultato, non diano inizio in futuro anche ad una produzione di spumante made in Etna. Chi vivrà vedrà.

A presto e....Prosit!









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