Odilio Antoniotti e suo figlio Mattia li avevo conosciuti pochi mesi fa a Roma durante la premiazione dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Odilio era dietro al banchetto col suo Bramaterra e, mentre il resto dei produttori era indaffarato nelle pubbliche relazioni, lui smaniava per poter tornare al più presto in cantina perchè, mi diceva, doveva fare i rimontaggi ed era in ansia per quel vino che stava nascendo così bene dopo le fatiche della vendemmia 2014.
Come fai a non essere conquistato da un uomo così?
Come fai a non essere conquistato da un uomo così?
Il mio #AltoPiemonteWineTour, infatti, non poteva prescindere da una visita a lui e Mattia che mi aspettano in un luogo incantato che prende il nome di Casa del Bosco, un paesino di poche anime che, come dice bene il nome, sbuca dopo aver percorso qualche chilometro di strada all'interno di splendidi ed isolati boschi che una volta, purtroppo, lasciavano il posto a molti ettari di vigneti ormai abbandonati.
Dopo i classici e calorosi saluti di rito e con l'apprensione, visto il contesto, che prima o poi sbuchi da qualche parte uno gnomo, saliamo sul fuoristrada (utilissimo visto le strade che affronteremo) e andiamo a visitare i vigneti di proprietà che, in totale, si attesta sui cinque ettari divisi in vari fazzoletti di terra localizzate nelle DOC Bramaterra e Coste della Sesia.
Attraversando viuzze sterrate, dove il porfido emerge da ogni lato della strada, arriviamo al primo vigneto di proprietà che prende il nome di Pramartel. Le vite, tutte giovani essendo state reimpiantate circa due anni fa, sono divise in base all'uvaggio tipico del Bramaterra: nebbiolo 80%, croatina 10%, vespolina 7% ed infin 3% di uva rara. Il vigneto, con esposizione sud - sud/ovest è a circa 400 metri di altezza. Girare per questa terra ti fa comprendere come la Natura da queste parti regni incontaminata ed incontrastata.
Odilio in vigna Pramartel |
La vigna |
I colori del porfido |
Cambiamo zona e arriviamo nel vigneto più importante e storico della famiglia Antoniotti. Siamo in località Martinazzi dove Odilio e Mattia gestiscono 3 ettari di vigneto, età media 40 anni circa, coltivato sempre a nebbiolo (70%), croatina (20%), vespolina (7%) e uva rara (3%). Da questo splendido versante nasce il loro premiato Bramaterra la cui produzione futura, probabilmente, verrà ampliata in quanto, appena al di sopra, in zona Cincignone, è stata acquistato poco più di un ettaro di terreno che è talmente vocata che Mattia sta pensando di farci un vero e proprio Cru. Non l'ho scritto in precedenza ma gli Antoniotti in vigna seguono un approccio molto naturale prediligendo solamente trattamenti con rame e zolfo.
Vigneto Martinazzi |
quello che diventerà il nuovo vigneto.. |
Scendendo verso valle per andare in cantina passiamo vicino l'altro vigneto (circa un ettaro) da dove, assieme al Pramartel, Antoniotti produce il suo Coste delle Sesia.
Siamo tornati a Casa del Bosco, al punto di partenza, e di gnomi ancora nessuna traccia. Di reale, invece, c'è vecchia cantina di vinificazione degli Antoniotti che, mi confessa Odilio, hanno una storia centenaria che parte dal 1700 quando un suo avo comincia a seguire le terre del parroco della zona. Prima di scendere giù, Mattia mi fa vedere l'ultima botte dismessa costruita interamente con legno locale.
Pochi scalini e ci ritroviamo in un luogo dove ogni centimetro trasuda storia e territorio. Questa vecchia cantina per me è diventata una sorta di luogo di culto e spero che le foto rendano giustizia. Pochi metri quadri dove, da un lato, troviamo due vasche di cemento costruite interamente nella roccia e rivestite di sola vernice epossidica alimentare mentre, dall'altro, sono situate tre vecchie e grandi botti da 14,5 HL da 10 HL dove affina il Bramaterra per almeno 30 mesi.
notare scritta 1901 |
Qualche metro più sopra, invece, accanto alla sala degustazione, la nuova cantina dove, oltre botti di piccola e media capacità, troviamo qualche fermentatore in acciaio.
Come al solito ho fatto tardi e abbiamo poco tempo per degustare i vini di Odilio e Mattia Antoniotti che mi fanno degustare le loro ultime uscite: il Pramartel e il Bramaterra 2011.
Il primo, il Pramartel, è un blend di nebbiolo (70%), croatina (205), vespolina (7%) e uva rara (3%) e possiamo tranquillamente chiamarlo un piccolo Bramaterra vi sto che l'uvaggio è proprio quello ma le uve, come detto in precedenza, provengono dalle vigne più giovani. E' un vino succoso, nervoso, vibrante, a tratti dotato di elegante rusticità che conquista il palato con la sua anima fruttata e floreale. E' un vino da tavola, in tutti i sensi, non solo legislativi, e grazie al suo fantastico rapporto q/p (siamo a meno di 10 euro) non dovrebbe mancare nella cantina di ogni appassionato che si sta avvicinando all'Alto Piemonte.
Il Bramaterra 2011, stesso uvaggio e stesse percentuali del precedente vino, è un vino di una complessità davvero emozionante con un profumo ampio e fitto di viola, lampone, mora, sottobosco, spezie orientali e, soprattutto, una fervida nota minerale che ricorda tanto i sassi di porfido visti nelle vigne. Bocca piena, equilibrata da vivace freschezza e vellutati tannini. Finale lungo e, soprattutto, sapidissimo. Bottiglia finita in un amen. Grande vino a un costo piccolo piccolo: 15 euro in cantina. Che altro volere di più?
Lascio Casa del Bosco e la famiglia Antoniotti con molto rammarico, la mattinata è stata davvero intensa di emozioni e sensazioni che difficilmente usciranno dalla mia mente che ha già in programma di portarli a Roma per il prossimo premio che spero prenderanno. Chissà se lo gnomo, stavolta, apparirà e verrà con loro....